Mafiopoli calcistica

Il potere di Moggi nello scioccante affare Giannichedda. Quell’uomo poteva tutto. Storia d’una indagine

L’informativa del Carabinieri: ’’Ha deciso che il calciatore non doveva assolutamente sfuggire dalla sua morsa, per vestire la maglia bianconera, alzando tra il giocatore e tutto il resto del calcio un muro impenetrabile’’
domenica 21 maggio 2006.
 

Roma, 20 mag. (Adnkronos/Ign) - Sarà un lunedì intenso quello che coinciderà con il primo giorno del raduno della nazionale a Coverciano. I Mondiali, lontani 20 giorni, non c’entrano. A tenere banco sarà sempre lo scandalo che sta travolgendo ad ogni livello il calcio italiano, una vicenda di proporzioni vastissime che con il passare dei giorni si allarga a macchia d’olio (tutte le notizie). Dopo le novità sul filo delle indagini relativo alla Gea, con l’elenco dei nomi di giocatori, allenatori e dirigenti riconducibili alla società finita nel mirino della Procura di Roma, lunedì i magistrati capitolini riprenderanno il ciclo delle audizioni e degli interrogatori, che potrebbero riguardare ancora il Ct azzurro Marcello Lippi.

Sul fronte sportivo la Figc da martedì passerà ufficialmente nelle mani del commissario Guido Rossi, che dovrà sbrigare in breve tempo la fondamentale questione della nomina del nuovo Ufficio Indagini, caduto in blocco con le dimissioni del generale della Guardia di Finanza Italo Pappa. Dimissioni alle quali seguono anche quelle del generale delle Fiamme Gialle Francesco Attardi, il quale ha annunciato che lunedì prossimo ’’presenterà alla Federazione italiana gioco calcio le proprie dimissioni irrevocabili da collaboratore dell’ufficio indagini’’. Il generale Attardi la settimana prossima sarà ascoltato dai pubblici ministeri del Tribunale di Napoli, ai quali ha chiesto di essere sentito ’’al fine di poter dimostrare la mia assoluta estraneità alle vicende oggetto dell’indagine’’. Il giorno dell’interrogatorio non è ancora stato stabilito.

Intanto i risvolti dello scandalo-intercettazioni continuano a moltiplicarsi abbattendosi sul sistema-calcio. Secondo un’informativa dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma era assoluto il potere di Luciano Moggi e della Gea sul calciomercato. In base a quanto risulta dalle indagini condotte alla trattativa, definita ’’inquietante’’, che ha portato il centrocampista Giuliano Giannichedda dalla Lazio alla Juventus, l’ex dg della Juventus non decideva le sole mosse dei bianconeri, ma imponeva le proprie decisioni anche ad altri club, stabilendo dove e come i giocatori dovevano essere trasferiti.

’’Inquietante si può definire il movimento che Zavaglia e i due Moggi hanno architettato attorno al calciatore Giuliano Giannichedda - si legge nell’informativa - il quale pur avendo un’inclinazione particolare per i colori nerazzurri dell’Inter, se non altro per incontrare nuovamente l’allenatore amico Roberto Mancini, nulla ha potuto la sua volontà allorquando Luciano Moggi ha deciso che il calciatore non doveva assolutamente sfuggire dalla sua morsa, per vestire la maglia bianconera, alzando tra il giocatore e tutto il resto del calcio un muro impenetrabile’’.

Secondo gli inquirenti grazie al potere di Moggi la Juventus riuscì a strappare il giocatore all’Inter con un’offerta inferiore di ’’circa 500mila euro’’ a quella dell’Inter. Moggi aveva la capacità di ’’sbilanciare’’ gli equilibri di mercato a favore della Juve e, conseguentemente, a discapito degli altri club, arrivando a ’’raggirare’’ anche i presidenti con i quali era in trattativa, come nel caso di Claudio Lotito, ’’convinto che Giannichedda sarebbe rimasto con il club biancazzurro’’.

Secondo i Carabinieri Moggi regolava ’’arbitrariamente a proprio vantaggio il calciomercato’’ riuscendo ad accrescere ’’a suo piacimento il potenziale’’ della Juventus ottenendo contemporaneamente ’’il mancato rafforzamento delle altre squadre, soprattutto quelle più impegnate nella corsa al campionato’’.

La trattativa per Giannichedda appare piuttosto elaborata. A condurla sono Franco Zavaglia e Alessandro Moggi, che contattano anche Oreste Cinquini (all’epoca dei fatti ds dell’Udinese e attualmente al Parma) ’’per evitare che il giocatore faccia tutto da solo in virtù della conoscenza con Mancini’’. Zavaglia e Alessandro Moggi insistono per far arrivare il centrocampista alla Juventus, anche perché la loro commissione sarebbe maggiore rispetto a quella che percepirebbero dall’Inter (500 mila euro anziché 300 mila).

Ma deve intervenire direttamente anche Luciano Moggi, che propone a un certo punto uno scambio a Lotito, e per avere Cesar e Giannichedda alla Juve offre Appiah e Kapo. Lotito osserva che l’operazione andrebbe a discapito dell’Inter, ma Moggi tranquillizza il presidente della Lazio affermando di non preoccuparsi degli stipendi.

Le conversazioni per la trattativa-Giannichedda sono anche l’occasione per trattare altre questioni. Zavaglia, ad esempio, si raccomanda con Lotito per il tecnico della Primavera della Lazio, Roberto Mattioli, o informa Alessandro Moggi di aver convinto il giovane Primavera della Juventus, Giovinco, a non cambiare procuratore nonostante le numerose richieste. Nella trattativa-Giannichedda, Luciano Moggi chiama direttamente il giocatore, tentato dall’offerta più vantaggiosa da parte dell’Inter e dalla presenza nel club nerazzurro del tecnico Roberto Mancini.

Moggi invita Giannichedda ad accettare l’offerta della Juve ’’perché all’Inter si esporrebbe a brutte figure’’. Ma Moggi aveva anche il potere di impedire che un giocatore finisse a una squadra avversaria. In questo senso interveniva direttamente con i presidenti, come nel caso ancora una volta di Lotito e della Lazio, nella trattativa per Cesar all’Inter, così come per De Luca e il Siena, per evitare l’arrivo, sempre al club nerazzurro, del brasiliano Taddei.

E proprio il numero uno del club toscano oggi ha preso le distanze dal cosiddetto ’sistema Moggi’. ’’La Gea? Io non so neanche dove sta’’, ha detto De Luca smentendo di essere tra i presidenti agli ordini della società di procuratori che fa capo ad Alessandro Moggi. Ma il patron senese non è solo. Sono in molti, infatti, a prendere le distanze dalla Gea o, quanto meno, a ridimensionare i rapporti intrattenuti con Moggi Junior e soci.

’’E’ capitato di aver trattato qualche giocatore - ha detto ancora De Luca - anche se non personalmente perché per questo ci sono i tecnici. Ma quale appoggio avrei avuto? Mi sono salvato all’ultimo momento la scorsa stagione, quando non abbiamo avuto neanche un rigore a favore. Quest’anno siamo arrivati ultimi in Serie A, cerchiamo di essere seri’’. L’ex giocatore del Siena, Stefano Argilli, ha dichiarato di essere stato fatto fuori dal Siena per colpa della Gea. ’’Questa è un’altra cosa farneticante’’, ha commentato a questo proposito il presidente del club toscano. ’’Il giocatore - ha aggiunto de Luca - aveva un contratto scaduto, era stato operato al ginocchio, e a 34 anni voleva un triennale molto oneroso. Il tecnico, d’accordo con la società, gli ha proposto solo un anno, e lui dice che è stata la Gea a farlo fuori. Si è trattato solo di scelta tecnica’’.

Anche un ex dirigente come Fabrizio Lucchesi, che ha lavorato con Roma e Fiorentina, ammette dei contatti ’’assolutamente normali dato il tipo di lavoro’’, con la Gea, ma ci tiene a precisare di ’’essere sempre stato indipendente’’. ’’Faccio questo lavoro da vent’anni - ha affermato Lucchesi - e non si può non avere un rapporto cordiale e professionale con i procuratori, però l’ho fatto sempre nel mio interesse e in quello di chi mi pagava’’. Lucchesi non si dice sorpreso dal potere esercitato dalla Gea: ’’La Gea era un elemento importante, era una cosa che si sapeva. Ma è normale, perché è composta da tante persone, e ognuna ha il suo portafoglio di atleti. E’ inevitabile che in ogni squadra ci sia un giocatore della Gea’’. ’’Da parte mia - ha ribadito - posso dire di non aver mai subito pressioni’’.

Ascoltato in procura a Napoli, il ds dell’Udinese, Pietro Leonardi, ha chiarito che ’’dato il lavoro che faccio, ho rapporti cordiali con tutti i procuratori e non solo con alcuni. Lo ritengo un comportamento coerente’’. Sui rapporti del club friulano e la Gea Leonardi ha sottolineato: ’’Andate a vedere quanti giocatori della Gea ci sono nell’Udinese: soltanto il secondo portiere’’. L’audizione con i pm napoletani? ’’Serena e cordiale’’, ha tagliato corto il ds del club friulano.

E’ invece ricorso a un comunicato ufficiale l’allenatore del Palermo, Giuseppe Papadopulo, che riguardo un suo legame con la Gea World, ha precisato di ’’non aver mai conferito alcun mandato di rappresentanza o assistenza né alla Gea né ad altri agenti o agenzie e di aver sempre esercitato la professione in forma autonoma’’.

Insomma la Gea era ovunque, ma apparentemente nessuno o quasi aveva a che fare con lei. Secondo gli inquirenti, tra i dirigenti nell’orbita della Gea ci sarebbe anche Lillo Foti. Il presidente della Reggina oggi ha preso la parola per spiegare il contenuto di un’intercettazione relativa a una conversazione con l’ex designatore Paolo Bergamo: ’’Volevo solo attenzione. L’intercettazione si riferisce a una partita che la Reggina ha perso 3-1. Magari da questa telefonata si può ricavare un’impressione sbagliata. Io mi ero soltanto rivolto al designatore degli arbitri per avere la certezza che ci fosse maggiore attenzione da parte del direttore di gara’’.

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