Nuova inchiesta giudiziaria sul vescovo di Salerno
Gli articoli del quotidiano "Il Mattino" di Napoli edizione di Salerno *
Riportiamo di seguito una serie di articoli pubblicati sul quotidiano "Il Mattino" di Napoli edizione di Salerno riguardante una nuova inchiesta giudiziaria sul Vescovo di Salerno mons. Pierro. Il quotidiano ha dedicato alla questione ben 5 edizioni dal 6 al 10 maggio 2008.
Le questioni affrontate nell’inchiesta giornalistica sono molteplici ed è difficile al momento riuscire a capire come evolverà sia la vicenda giudiziaria sia l’inchiesta interna alla stessa chiesa che è stata investita della questione ai suoi massimi livelli in Vaticano. Riportiamo al momento le notizie così come le ha fornite il quotidiano "Il Mattino" invitando i nostri lettori ad intervenire.
Per leggere gli articoli, cliccare qui ->: Rassegna Stampa, da il quotidiano Il Mattino di Napoli edizione di Salerno dal 6 al 10 maggio 2008
* Il Dialogo, Domenica, 11 maggio 2008
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Ultimo atto prima dell’addio: l’arcivescovo Pierro inaugura la sua statua al Seminario
Stupiti i sacerdoti presenti a Pontecagnano Faiano
La statua autocelebrativa di Sua Eccellenza Pierro
SALERNO - Nessuno dei sacerdoti, convocati ieri al Seminario metropolitano di Pontecagnano Faiano per il consueto ritiro spirituale, si sarebbe aspettato che la statua scoperta rappresentasse proprio l’arcivescovo di Salerno, Gerardo Pierro. Che, in procinto di lasciare ufficialmente il proprio mandato, ha voluto dimostrare così il suo attaccamento al seminario intitolato a Giovanni Paolo II.
Dove, avrebbe chiesto alla Santa Sede, di poter restare quando a Salerno arriverà il suo successore. La statua è stata scoperta ieri, dinanzi alla maggior parte dei sacerdoti salernitani, al sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e al primo cittadino di Pontecagnano, nonché assessore regionale all’Avvocatura, Ernesto Sica. «A monsignor Gerardo Pierro, arcivescovo primate metropolita di Salerno Campagna Acerno al compiersi del suo 75˚anno di età con viva gratitudine l’arcidiocesi eresse», è scritto sul piedistallo.
L’arcivescovo «di pietra»
Non c’è stato nessun discorso di addio o di congedo da parte di Sua Eccellenza, che si è limitato a mostrare e decantare la bellezza e l’operosità della struttura che, nel 2000, gli creò problemi giudiziari (poi finiti in una archiviazione). Intanto, sulla successione di Pierro, da Roma non arriva nessuna notizia ufficiale. Tante le voci che si rincorrono, ma nessuna indiscrezione è stata finora confermata.
Angela Cappetta
Salerno
Chiesto il rinvio a giudizio del Vescovo Gerardo Pierro
I reati contestati sarebbero quelli di truffa aggravata, tentata truffa, falso, abuso d’ufficio e abuso edilizio. *
Il pm di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio del Vescovo Gerardo Pierro e di altre persone per la vicenda della ristrutturazione dell’Angellara Home, l’ex colonia san Giuseppe di proprietà della diocesi poi ceduta in comodato d’uso gratuito ad una onlus presieduta da don Comincio Zanzara. Le ipotesi di reato riguardano sia l’utilizzo illegittimo di finanziamenti regionali, sia il cambio della destinazione d’uso del Villaggio san Giuseppe. I reati contestati sarebbero quelli di truffa aggravata, tentata truffa, falso, abuso d’ufficio e abuso edilizio. Insieme al vescovo Pierro risultano indagati monsignor Comincio Lanzara, presidente della onlus che ha ricevuto l’ex colonia in comodato gratuito, monsignor Enzo Rizzo economo della Curia, gli architetti Giovanni e Nicola Sullutrone, progettista e direttore dei lavori di ristrutturazione, i funzionari comunali Matteo Basile e Nicola Gentile, Giuliana e Roberto Rago, progettisti, l’architetto Pompeo Paolo Mazzucca, i funzionari dello Sportello Unico del Comune, Alberto Di Lorenzo e Charles Capraro.
Ovviamente la difesa del Vescovo Pierri, che non ha mancato di polemizzare, anche se indirettamente, con la magistratura salernitana, sostiene l’assoluta innocenza del loro assistito e la piena legittimità di tutti gli atti. Intanto l’Angellara Home è tuttora sotto sequestro.
La parola ora passa ai giudici. C’è sconcerto, ovviamente, fra i fedeli.
* Il Dialogo Lunedì 23 Novembre,2009 Ore: 16:37
Le ipotesi di reato vanno dalla truffa alla lottizzazione abusiva Trenta preti sono già stati sentiti dai magistrati
La colonia diventa un hotel
a Salerno vescovo sotto accusa
Numerosi esposti alle gerarchie vaticane, ma monsignor Pierro tiene duro
SALERNO - E’ domenica e l’arcivescovo di Salerno ha scelto una chiesa di campagna per dire messa. La chiesa di San Luigi, nel comune di Mercato San Severino, venti chilometri a nord del capoluogo. Monsignor Gerardo Pierro ha il volto del curato di campagna. Piega le mani, poi le unisce e le indirizza a Cristo: "Beati i perseguitati dalla giustizia. E’ loro il Regno dei cieli". Non invoca la preghiera dei fedeli per il corpo di Berlusconi ma per il proprio, trafitto oramai da una sequela piuttosto terrificante di accuse che fanno di questa diocesi, periferia di Roma, terreno di uno scontro che varca e di molto i confini dello spirito. Nel rosario dei reati supposti e temuti, denunciati o solo ventilati, non manca nulla: truffa, aggravata e non, pratiche ai confini dell’usura, investimenti finanziari ai limiti della legge, lottizzazioni più o meno abusive, pratiche religiose tra lo scabroso e il noir. I soldi, puliti o anche sporcati da menti criminose, stanno facendo affondare tutta la Diocesi nella vergogna di essere raccontata più dai fascicoli processuali che dalle sue opere di bene.
Sono oramai cinque anni che le gerarchie vaticane sono raggiunte da esposti firmati da preti e diretti contro altri preti salernitani. Da cinque anni, a singhiozzo, la Procura della Repubblica è chiamata a indagare, i finanzieri a perquisire, i tecnici della Banca d’Italia a valutare. Non c’è pace per questa chiesa, non c’è tregua per questo vescovo. La polizia criminale identifica e convoca chiunque abbia una tonaca. Sono più di trenta i sacerdoti che hanno dovuto rispondere a verbale. In trenta, cifra monstre, hanno varcato il portone del tribunale per difendersi o accusare, spiegare o solo ricordare. Per il vescovo una via crucis infinita. Viene dunque alla mente, e assume un significato più denso, un altro passaggio della sua omelia domenicale: "Mi sento molto più sicuro quando i carabinieri sono con me".
L’ultimo esplosivo dossier spedito in Vaticano (e per conoscenza al Procuratore della Repubblica) porta la data dell’8 febbraio scorso ed è sottoscritto dal presidente dell’Istituto per il sostentamento del clero, don Matteo Notari. L’istituto gestisce le finanze della Chiesa e nelle sue casse entrano i soldi dell’otto per mille. In diciassette cartelle inviate al segretario di Stato, ai prefetti della Congregazione dei vescovi e del clero, e al Nunzio apostolico, enumera le anomalie di affari economici gestiti dalla diocesi di Salerno. Don Notari, poi non più proposto per la carica, denuncia il Vescovo, lo accusa di colpevoli omissioni: una colonia per ragazzi poveri ristrutturata con i fondi regionali e con l’otto per mille. La colonia viene però ceduta a una associazione privata a titolo gratuito. E qui il primo miracolo si compie: da colonia per poveri ad albergo per ricchi. La sala mensa trasformata in sala relax, al posto del biliardino la sauna, camere vista mare, e campi da tennis e tutto quel che serve per la trasformazione. Anche un nome nuovo: l’Angellara Home. Leggiamo dal sito web: "La deliziosa location ne fa la meta ideale per chi desideri coniugare una vacanza di sapore culturale al piacere di un soggiorno balneare". La location è però venuta deliziosa grazie ai fondi regionali, un finanziamento pubblico di tre milioni di euro consegnato da Bassolino che in pompa magna è andato persino a inaugurare il primo lotto dei lavori per il completamento del villaggio dei poveri. Un qui pro quo!
E un altro formidabile fraintendimento stava per accadere quando l’arcivescovo chiese all’istituto per il sostentamente del clero di deviare 500mila euro verso la spiaggia. "Cinquecentomila euro? E per fare cosa?", rispose il sacerdote che gestiva la cassa. Per realizzare una "spiaggia attrezzata per i presbiteri". Panche, sdraio, capanni, un campo da tennis. Il corpo affaticato dei presbiteri, prima che il loro spirito, si sarebbe dovuto ristorare in riva al mare. La tonaca a posto ma i piedi nell’acqua, magari anche con una bibita ghiacciata tra le mani.
I soldi non sono stati scuciti, ma l’idea è valsa un’altra denuncia. E ancora altri esposti, veramente una massa critica notevole, hanno raggiunto e oramai occupato anche gli anfratti delle stanze del Vaticano. Il cardinale Re è sepolto da questa teoria di accuse o solo sospetti, e tutti in qualche modo si dirigono contro il vescovo e le omissioni di cui si sarebbe reso responsabile.
Strano vescovo in verità monsignor Pierro. L’unico pastore a mettersi in coda nello scorso ottobre davanti al seggio dove si svolgevano le primarie del Pd: "Embè?". Impossibile a credersi, ma sui giornali locali resta impressa un’altra memorabile prova che ha concesso alla città: in ginocchio, alla destra del cardinale Martino che esibisce sull’altare della cattedrale di Salerno l’omaggio appena ricevuto dal suo riverito confratello: un rolex d’oro. Il rolex (corpo di Cristo?) è mostrato agli allibiti fedeli.
Con Pierro al comando tutto è possibile. E infatti tutto è già successo. Un processo, (siamo agli inizi del 2000) per appropriazione indebita. Indagine poi archiviata, ma densa di altri veleni: l’oggetto dell’inchiesta era una raccolta privata di danaro a fini speculativi. Investimenti in borsa, acquisto di valuta estera. Promotore il rappresentante dell’epoca dell’istituto per il sostentamento del clero, don Generoso Santoro. Lo stesso che in questi giorni è tornato davanti ai giudici per altri soldi, centinaia di migliaia di euro, racimolati da singoli investitori e poi un po’ (forse) svaniti. Il vescovo dice di non sapere, l’avvocato del prete dichiara che il suo cliente si sente "minacciato" dal vescovo. Il Pm aggiunge carte alle carte. Minacce, lettere, anonime e non, telefonate minatorie e anche molto di più.
Una Chiesa costellata da scandali: ora la religiosa peruviana che partorisce, ora il parroco del comune di Acerno che non trova più nei registri immobiliari il centro sportivo parrocchiale: venduto, donato, boh! Ora la comunità di accoglienza per ragazze madri messa in vendita, al miglior offerente, per sei milioni di euro. E una lottizzazione plurimilionaria in Baronissi, e i rapporti di fratellanza e di affari con i massoni della città. Non c’è più inchiostro per descrivere tutte le croci che deve portare sulle spalle questo monsignore, curato di campagna, chiamato oltre ogni ragionevole prudenza a guidare un gregge composto da lupi.
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* la Repubblica, 26 giugno 2008.