INCHIESTA APPALTI
G8, indagati il card. Sepe e Lunardi
Per entrambi accusa di corruzione
Avviso di garanzia da Perugia per l’inchiesta sui Grandi Eventi. Sia per l’arcivescovo di Napoli che per l’ex ministro si fa riferimento a ristrutturazione e vendita di immobili, in cui sarebbero coinvolti Anemone e Balducci
ROMA - Improvvisa svolta nell’inchiesta sui "Grandi Eventi" e gli appalti per il G8 alla Maddalena. Il cardinale Crescenzio Sepe e l’ex ministro delle Infrastrutture Piero Lunardi sono indagati. A entrambi è contestato il reato di corruzione. L’avviso di garanzia è stato emesso dai pm di Perugia Alessia Tavarnesi e Sergio Sottani. L’arcivescovo di Napoli e l’ex ministro sono indagati in due diversi tronconi dell’inchiesta.
Per il cardinale Sepe, l’indagine riguarda in particolare la ristrutturazione e la vendita di alcuni immobili di Propaganda Fide nel 2005. Operazioni nelle quali risulterebbe coinvolto il costruttore Diego Anemone, considerato personaggio centrale dell’inchiesta sui Grandi Eventi. Il sospetto degli inquirenti perugini è che l’arcivescovo di Napoli abbia ricevuto in cambio dei favori. Secondo una fonte vaticana citata dall’agenzia Ansa, il cardinale è sereno: "Aveva già dato la sua disponibilità a parlare con i magistrati di Perugia", spiega la fonte. "Lo farà e chiarirà la sua posizione".
Riferendo ai magistrati sull’ormai famoso appartamento in via Giulia, a Roma, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso aveva dichiarato 1 che era stato proprio il cardinale Sepe a procurargli la sistemazione, dopo un periodo di permanenza in un istituto ecclesiastico i cui orari erano incompatibili con le esigenze dello stesso Bertolaso.
Anche per quanto riguarda Lunardi l’accusa fa riferimento alla ristrutturazione e alla vendita di un immobile. In entrambe le operazioni sarebbe coinvolto l’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci, tuttora detenuto. In un’intervista a Repubblica, l’ex ministro aveva ammesso e difeso lo "scambio di favori" di cui era stato protagonista quando era titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti.
* la Repubblica, 19 giugno 2010
LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE.
SCHEDA
Crescenzio Sepe, il regista del Giubileo *
L’ATTUALE arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, 67 anni, dopo aver trascorso una vita nella diplomazia vaticana, è diventato nel 1992 segretario della Congregazione per il Clero. In questo ruolo ha cominciato a farsi conoscere come abile organizzatore di grandi eventi. Ha promosso, tra l’altro, gli Incontri Internazionali dei sacerdoti di tutto il mondo in preparazione al Giubileo del 2000 a Fatima e a Yamossoukro. In qualità di Segretario della Congregazione per il Clero, ha organizzato inoltre tutte le celebrazioni per i trent’anni della "Presbyterorum Ordinis" e per il cinquantesimo di sacerdozio di Giovanni Paolo II.
Grazie a questi meriti, il 3 novembre 1997 è stato nominato Segretario Generale del Comitato e del Consiglio di Presidenza del Grande Giubileo dell’Anno 2000. Ha dunque seguito in prima persona l’itinerario di preparazione all’Anno Santo, collaborando tra l’altro con Angelo Balducci, indagato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti del G8, e Guido Bertolaso, entrambi coinvolti - per parte italiana - nella preparazione del Giubileo.
Il 9 aprile 2001 Giovanni Paolo II lo ha nominato Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ex Propaganda Fide, il dicastero più ricco di tutta la Santa Sede e attraverso cui transita il denaro per le missioni in tutto il mondo. Poco dopo anche Balducci è diventato consultore della Congregazione.
* la Repubblica, 19 giugno 2010
Indagati Lunardi e Sepe
di Claudia Fusani *
L’inchiesta sugli affari della cricca alza il tiro ed entra ufficialmente in Vaticano. Sul registro degli indagati della procura di Perugia da ieri sono iscritti anche l’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, ora deputato, e il cardinale di Napoli Crescenzo Sepe. La notizia ha cominciato a girare ieri in giornata ma le conferme sono arrivate solo in serata. Tra le ipotesi di reato contestate, non confermate dagli investigatori, ci sarebbero la corruzione e alcuni reati finanziari relativamente alle gestione dei bilanci e del patrimonio della Congregazione Propaganda Fide, la società immobiliare del Vaticano di cui Sepe è stato responsabile dal 2001 al 2006, gli anni in cui la cricca e il suo sistema gelatinoso di corruzione, appalti e favori vari si sono consolidati e hanno preso il volo.
GLI IMMOBILI DEL VATICANO
Al centro di questo nuovo clamoroso sviluppo c’è tutta la geografia delle case affittate da Propaganda Fide (un patrimonio immobiliare di circa 53 milioni di euro che solo nella Capitale nel 2009 ha prodotto utili per 56 milioni di euro in canoni di affitto), il giro di affari che questo immenso patrimonio produce e la lista dei presunti beneficiati, e un palazzo che Sepe ha svenduto a Lunardi per un quarto del suo valore. Sepe è stato chiamato in causa prima dall’architetto Zampolini («un cardinale si occupa degli affitti degli immobili di Propaganda fide mentre Sepe per lo più delle vendite»). Martedì ha parlato di lui anche Guido Bertolaso. Ma la prova che ha spinto i magistrati ad iscriverlo al registro arriverebbe da verifiche finanziarie sulla vendita all’allora ministro Lunardi del palazzo in via dei Prefetti. Con i pm di Perugia Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi il capo della protezione doveva sbrigliare il busillis del pied a terre in via Giulia, un beneficio di cui gli investigatori hanno trovato traccia per la prima volta nella cosiddetta «Lista Anemone», l’elenco di 412 nomi e indirizzi di presunti beneficiati in vario modo dall’impresa del costruttore perno centrale della cricca.
IL CASO BERTOLASO
La versione di Bertolaso, che in oltre quattro mesi di indagini non aveva rivelato né questa né altre faccende in comune con Anemone, ha spiegato che quell’appartamento gli era stato messo a disposizione gratuitamente dal 2004 al 2007 dal cardinale Sepe tramite un amico comune, il professor Silvano. La versione di Bertolaso cozza con almeno due altri verbali: quello dell’architetto Angelo Zampolini e quello del proprietario dell’immobile Raffaele Curi. Il primo ha spiegato di essere stato lui a pagare l’affitto di Bertolaso per conto di Anemone. Il secondo ha confermato che andava a prendere la busta con i soldi dell’affitto, spesso con grandi ritardi, allo studio di Zampolini. Le massime autorità vaticane hanno disponibilità a collaborare con la giustizia italiana nonostante le immunità previste dalle prerogative del Concordato. Ma gli accertamenti investigativi sono stati più veloci. E dalle rogatorie così come dalle verifiche bancarie sono arrivati indizi su conti correnti e riserve finanziarie che il Cardinale dovrà in fretta spiegare. Gli stessi accertamenti bancari e la scoperta di alcuni prestanome avrebbero incastrato l’onorevole Pietro Lunardi ministro alle Infrastrutture negli stessi anni in cui Sepe guidava Propaganda Fide.
IN AFFITTO GRATIS
Per tutto il 2003 l’allora ministro Lunardi ha abitato per 14 mesi e gratuitamente in un appartamento di 960 mq in via dei Prefetti che gli era stato messo a disposizione da Propaganda fide. Dopo quattordici mesi, magicamente il palazzo - nel cuore del centro storico di Roma, a due passi da Montecitorio - viene acquistato da Lunardi per «un quarto del prezzo reale». Poco più di quattro milioni di euro contro gli undici-dodici del valore reale. Una «svendita clamorosa» dicono sicuri gli investigatori. I lavori di ristrutturazione ancora una volta sono stati eseguiti da Anemone, Zampolini direttore del cantiere. 20 giugno 2010
INCHIESTA G8
Sepe: "Dopo calvario c’è resurrezione"
S. Sede: "Collaborerà nei limiti del Concordato"
Omelia del cardinale durante la messa a Napoli dopo la notizia dell’apertura di una indagine per corruzione. Ha il passaporto diplomatico. Attesa. La Santa Sede
NAPOLI - Il cardinale Crescenzio Sepe, indagato da Perugia per corruzione, collaborerà con la giustizia italiana ma "bisognerà tenere anche conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi a questa vicenda". Lo detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in una dichiarazione alla Radio vaticana, distribuita anche in sala stampa.
Lombardi ha anche ribadito "stima e solidarietà in questo momento difficile": "Il card. Sepe ha lavorato e lavora per la Chiesa in modo intenso e generoso e ha diritto ad essere rispettato". E poi: "Auspichiamo tutti e abbiamo fidiucia che la situazione venga chiarita rapidamente e elimnate le ombre".
Oggi, durante la messa, nell’omelia, il cardinale ha fatto un lungo e implicito riferimento alla sua vicenda giudizia: "Quanti martiri ci sono, anche oggi, che in nome della verità e in nome di Cristo rimangono fedeli al suo Vangelo, che vengono torturati, che vengono umiliati e disprezzati. Ma noi che possediamo il Signore, noi che siamo coerenti con la nostra fede non dobbiamo aver paura. Perché, anche nel momento della sofferenza, dopo quel calvario ci sarà la luce della resurrezione". Questo è stato uno dei passaggi dell’omelia domenicale durante la messa nella chiesa di Sant’Onofrio dei Vecchi.
Dopo la messa il cardinale ha confermato la sua fiducia nella magistratura e assicurato di voler "parlare presto" alla città.
* la Repubblica, 20 giugno 2010