EURO 2008 - CONTINUA L’AVVENTURA AZZURRA
L’Italia dei miracoli si prende i quarti:
Francia battuta 2-0 e ora c’è la Spagna
La grinta di Gigi Buffon ancora una volta decisivo
Serata magica per gli azzurri a Zurigo.
In gol Andrea Pirlo (rigore) e De Rossi *
ZURIGO. L’Italia si è qualificata, battendo la Francia dopo trent’anni e, anche se il gol che ha sbloccato la partita (di Pirlo) è arrivato su un rigore (giustissimo) e la Francia ha giocato in dieci, gli azzurri hanno meritato il successo e si sono scrollati di dosso tutta la sfiducia che li aveva circondati in questi giorni.
Il raddoppio di De Rossi, con una punizione deviata da Henry (proprio lui) ha messo a posto le cose e a nulla sono valsi i tentativi dei francesi di riaprire la partita, anche se Buffon ha dovuto fare una bella parata nella ripresa. Protagonisti della serata i centrocampisti, Pirlo e De Rossi, autori dei gol e la difesa. Peccato che la prossima volta nè Gattuso nè Pirlo potranno giocare per squalifica. Ora Donandoni può mandare una scatola di biscotti al suo amico Van Basten, che ha battuto la Romania. I francesi, che hanno perso Ribery e hanno giocato in dieci, come detto, per l’espulsione di Abidal, hanno meritato l’onore delle armi. Il passaggio ai quarti, dove quasi sicuramente dovremo vedercela con la Spagna, è una vittoria della squadra per l’impegno costante e di Donadoni per la sua cocciutaggine.
Il ct ha sbagliato formazione contro l’Olanda, è stato "punito" dall’arbitro contro la Romania, ma ha saputo trarre una lezione utile dagli errori commessi azzeccando la partita giusta contro la Francia. L’infortunio di Cannavaro prima dell’avvio del torneo, le difficoltà degli attaccanti (Toni in particolare) nel metterla dentro e qualche errore difensivo avevano quasi compromesso la situazione, ora sbloccata da un gruppo che avrà mille difetti, ma sa restare unito anche nei momenti difficili. Una soddisfazione, la vittoria sulla Francia, che (se si eccettuano i rigori di Berlino) gli azzurri non si prendevano da trent’anni (2-1 ai Mondiali d’Argentina). Tornando alla partita di Zurigo, Donadoni ha lanciato dall’inizio la coppia d’attacco Toni-Cassano, con Perrotta a supporto. A centrocampo è rientrato Gattuso, mentre la difesa è rimasta immutata. Domenech invece ha cambiato parecchio: Clerc e Abidal (espulso al 24’) hanno preso il posto di Sagnol e Thuram. Davanti Benzema (invece di Malouda) in coppia con Henry: si sono visti poco. Confermati Makelele e Toulalan in mezzo.
L’Italia avrebbe dovuto chiudere il primo tempo con un vantaggio di tre gol, pur considerando che la Francia ha perso Ribery e Abidal, espulso per il fallo su Toni lanciato a rete in occasione del rigore (ineccepibile) del vantaggio azzurro di Pirlo al 24’. Infatti la squadra di Donadoni è andata vicino al gol già all’11’ con Panucci (bella girata di testa salvata sulla linea) e ha colpito un palo con Grosso al 44’ su punizione. E poi, Toni -che peraltro si è procurato il rigore- ha mancato due o tre occasioni e ha colpito il palo esterno nel finale: errori e sfortuna. La Francia non è stata quasi mai pericolosa in avanti, sia perchè il centrocampo azzurro ha stroncato sul nascere le azioni dei bleus, sia perchè Benzema ed Henry hanno tirato (fuori) solo due volte. Era girata la voce che Pirlo dovesse riposare: il milanista è stato il migliore della squadra azzurra: a parte il rigore realizzato, i suoi lanci sono stati quasi sempre perfetti. Anche De Rossi ha giocato in maniera encomiabile, spingendosi anche spesso in avanti. È sembrato poco dentro il vivo dell’azione, invece, Cassano.
Insomma, la squadra azzurra si è riscattata e la difesa non ha fatto un errore, nel primo tempo. Più pericolosa la Francia nel secondo tempo: Benzema al 5’ ha sparato una bordata di poco alta, poi ci ha provato due volte Henry (debolmente). Allora Donadoni ha voluto dar maggior peso al centrocampo inserendo Ambrosini, ma privandosi dei suggerimenti di Pirlo. E tuttavia, dopo una decina di minuti di preoccupazioni, la squadra di Donadoni al 17’ ha segnato il gol della sicurezza: una punizione forte e bassa è stata deviata da Henry che ha spiazzato Coupet. Sul due a zero la Francia ha continuato ad attaccare ed è entrato Anelka. Inutilmente. Toni ha sfiorato il terzo gol di testa al 28’. Poi Buffon ha fatto una paratissima su tiro di Benzema (29’), ma la partita era finita con col gol di De Rossi e l’entrata di Aquilani è stata un corollario. Una vittoria che è valsa doppio. Fine degli incubi, oltre alla qualificazione. E ora i destini degli Europei sembrano cambiati.
* La Stampa, 17/6/2008 (22:54)
Sul tema, in rete e nel sito, si cfr.:
SANDRO PERTINI E BEARZOT (Wikipedia)
SANDRO PERTINI (Wikipedia)
Ansa» 2008-06-22 11:29
ITALIA-SPAGNA, SFIDA PER LA STORIA
dell’inviato Piercarlo Presutti
VIENNA, - Tra analisi dei rispettivi Pil e digressioni sui diritti civili, la sfida tra Italia e Spagna per i quarti di finale dell’ europeo di calcio ha assunto una portata tale da coinvolgere i governi. Così se per gli iberici, con il Re Juan Carlos annunciato in tribuna a Vienna e però aristocraticamente distaccato, è stato Zapatero a lanciare l’attacco parlando di 3-2 finale firmato dalla coppia delle meraviglie Torres-Villa, logica appare la contromossa dell’Italia che schiera il ministro competente, quello della difesa. Ignazio La Russa sarà infatti a Vienna, come rende noto la Figc, in rappresentanza dell’esecutivo: e vista la moria dei centrali (fuori Cannavaro e Barzagli, in disarmo Materazzi), magari Donadoni un pensierino a lui, previo test pre-gara, l’ha fatto. Battute a parte, è innegabile la portata assunta dalla partita: al di là della sfida tra fratelli coltelli, paesi latini in competizione socioeconomica, è un derby calcistico che regala suggestioni enormi e soprattutto un passi per la semifinale europea. Risultato che a Donadoni, ad esempio, dovrebbe valere la riconferma sulla panchina azzurra. "Ma io non valuto il lavoro dal punteggio di una gara - chiarisce il ct azzurro alla vigilia - vado al di là. E penso che in questi due anni sia stato fatto umanamente il possibile. Ho messo anima e corpo in questo mestiere, anche se questo non significa che sia andato sempre tutto bene". Si promuove a futura memoria, il ct.
Intanto c’é da cercare la promozione vera sul campo, con una formazione di fortuna, priva giocoforza degli squalificati Pirlo e Gattuso oltre che dei lungodegenti Cannavaro e Barzagli. Come sempre Donadoni si riserva di scegliere dopo l’allenamento di rifinitura, ma stavolta non lascia intendere subito che Cassano ci sarà dall’inizio, come avvenne prima di Italia-Francia. Ergo, il sampdoriano potrebbe persino rischiare il posto. Anche perché poi il ct si spertica in lodi per Di Natale "uno con il quale ho un feeling particolare". Uno dei due comunque farà coppia con Toni, "che sarà pure in astinenza da gol da 415’, ma per me con la Francia ha segnato di fatto una doppietta guadagnando il rigore e facendo espellere il suo marcatore". Sorvola anche sul resto dell’ 11 iniziale, il ct: ma con la difesa bloccata sul quartetto Zambrotta-Chiellini-Panucci-Grosso, a centrocampo con De Rossi ed Ambrosini ci sono tre uomini (Perrotta, Aquilani e Camoranesi) per due maglie. "E’ una gara complicata - spiega Donadoni - avete visto ieri in Turchia-Croazia cosa può significare mollare per un attimo. La Spagna la conosciamo bene, tra l’altro l’abbiamo affrontata in amichevole a marzo ad Elche. Ma questo è un quarto di finale dell’europeo, è un’altra cosa. Sono ottimi giocatori, abituati a vincere molto nei club e decisamente meno in nazionale: per questo avranno molta fame di successo". Il segreto azzurro, dunque, "é avere la loro stessa voglia, pur avendo vinto di più".
Donadoni tiene a dire di non sentirsi in "credito o debito con la fortuna, perché questo non è il mio metro di valutazione, vado un po’ più in là: c’é sempre un palo o una fatalità a spostarti il traguardo, io lo accetto senza piangere o esaltarmi". Difende i suoi centrali ’riconvertiti’ titolari: "Non vero che non contavo su Panucci e Chiellini". Motiva i sostituti di Pirlo e Gattuso con una battuta: "I due milanisti sono importanti, ma ho altri giocatori al loro livello. Anzi, avevo proprio pensato di sostituire Pirlo e Gattuso per far prendere loro un po’ di fiato". A proposito di condizione fisica: i test sul recupero dalla fatica come vanno? "I valori sono buoni per tutti, e questo è molto importante anche sul piano tattico oltre che su quello fisico: se stai bene riesci a sistemarti bene in campo". Chiarisce di non essere scaramantico e di non avere ancora ufficializzato i cinque eventuali rigoristi: "ne parleremo domattina". Poi gli chiedono due motivi per essere ottimisti. Ne individua uno, ma importante: "Credere in quanto fatto fino ad oggi, essere uniti. Questo dovrebbe essere naturale, visto che il nostro paese si sente rappresentato da una squadra di calcio. Ed a proposito - aggiunge - stavolta voglio essere io a ringraziare una parte dell’Italia. Quella che soffre per motivi di salute e nella nazionale trova un motivo per continuare nel sacrificio. Noi, che siamo privilegiati, riceviamo testimonianze incredibili, mi hanno scritto i malati dell’ospedale Niguarda di Milano, una cosa toccante, ce la metteremo tutta per loro. E’ incredibile come queste persone invece di pretendere aiuto te ne diano". Chiude con un altro pensiero al senso vero delle cose: "Una gara come quella di ieri ti toglie qualche anno di vita: ma è il calcio, il destino, la fatalità. Meglio non lamentarsi troppo". I tifosi del Niguarda condivideranno.
SPAGNA, DAVANTI AL RE FACCIAMO LA STORIA
VIENNA - "Claro que podemos", ovvero si può fare. Lo slogan di Barack Obama è diventato prima un titolo di giornale spagnolo, poi lo striscione innalzato dai tifosi delle furie rosse vicino al Duomo di Santo Stefano, simbolo di Vienna. E’ la dimostrazione visibile della convinzione di un popolo e di una squadra, convinta che sia arrivato il momento di ribaltare la storia e battere l’Italia campione del mondo. Ottantotto anni senza vittorie contro gli azzurri in manifestazioni ufficiali sono troppi, e ora la Spagna vuole sfatare un tabù che si chiama quarti di finale, ostacolo al di là del quale non va dal 1986 ad oggi: "Ma adesso ho un gruppo - proclama alla vigilia il ct dei rossi Luis Aragones - che merita grandi traguardi ed è in grado di tagliare il passato nero della Spagna. L’Italia è un’avversaria difficile, difensivamente quasi perfetta, ma sono convinto che i miei la batteranno. Daranno il 110% e se devono morire sul campo, lo faranno". Sembra quindi arrivato il grande momento, almeno a parole, anche se da parte della Spagna c’é grande rispetto verso l’Italia.
Aragones giura di avere ancora le idee confuse sulla formazione ("anche se non mi credete") ma è solo pretattica: giocherà con il 4-4-2 dei titolari, quelli che hanno stordito la Russia e la Svezia, rinunciando ancora una volta alla leadership di Fabregas ("ma a centrocampo abbiamo Xavi - sottolinea il bomber Villa - ovvero un regista perfetto, ed è una gran fortuna che giochi con noi"), e puntando forte sulla coppia d’attacco formata da Torres e dallo stesso Villa. Nessuna precauzione particolare per Toni, temuto dagli spagnoli per la sua prestanza fisica: "credetemi la tattica non è così importante - dice Aragones -: in fondo si tratta solo di parole, e poi l’Italia ha altri uomini in grado di segnare. La mia preoccupazione non è Toni, ma che la Spagna giochi come sa. Voglio che si esprima come nelle nostre ultime partite". Ovvero con tanto possesso palla ("per noi è fondamentale", spiega il ct), per esprimere quel calcio-flipper fatto di passaggi fitti e possesso palla con cui stordisce e poi infilza gli avversari, grazie al quale ha ottenuto nove vittorie consecutive e marciato finora a punteggio pieno in questo Europeo: non può fermarsi proprio adesso, dare una delusione a Re Juan Carlos in tribuna e e fare la fine della Croazia o del Portogallo, eliminate dopo aver dato spettacolo. Si può fare quindi, nel senso di battere l’Italia, perché come spiega Villa ’Maravilla’ "bisogna dimenticare il passato e tutte le coppe vinte dall’Italia, perché adesso conta il presente. Quella che abbiamo vinto ad Elche (grazie a un suo gol ndr) è una partita che non fa testo, ma qui possiamo ripeterci. Sono arrivato qui nella miglior forma fisica della mia carriera, e non vorrei fermarmi fino al 29 giugno".
Più prudente ’Tarzan’ Puyol, il catalano simbolo del Barcellona che domani avrà il compito di dirigere la difesa e bloccare Toni. "Mi preoccupa tutto dell’Italia - dice il difensore - : non ha necessità di giocare bene per vincere, lo fa e basta. Per superarli dovremo disputare anche noi una partita concreta. Toni non ha ancora segnato? Spero non si sblocchi contro di noi, comunque di occasioni se n’é sempre procurate. Per l’Italia è un giocatore molto importante, infatti i compagni lo cercano molto, e bisognerà tenerlo d’occhio soprattutto dal punto di vista fisico". Altrimenti il match avrà un finale diverso da quello che per la Spagna sembra già scritto.