GOLPISMO STRISCIANTE. UN CITTADINO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO, NE FA LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE E REALIZZA LA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA ITALIANA...

ULTIMO ATTO: NEUTRALIZZARE IL QUIRINALE E IL PARLAMENTO!!! I DECRETI, I DISEGNI DEL GOVERNO, E LA TECNICA DELLE TRE CARTE, QUELLA CON LA "CARTA CHE VINCE" E LA "CARTA CHE PERDE"!!! Una nota sul decreto Gelmini - di "Proteo Fare Sapere", e una sul disegno di legge del federalismo fiscale - di Mario Pirani. A cura di pfls

martedì 21 ottobre 2008.
 

Ma ... l’ "ora di Costituzione" non c’è più !!!

Siamo di fronte ad un abbaglio mediatico o ad una manipolazione propagandistica di corto respiro.

Il testo presentato dalla ministra Gelmini in agosto recitava:

Art. 1 - Cittadinanza e Costituzione

[...] le competenze relative alla convivenza civile e alla cittadinanza sono acquisite attraverso la disciplina denominata “Cittadinanza e Costituzione”, individuata nelle aree storico-geografica e storico-sociale e oggetto di specifica valutazione [...] alla disciplina “Cittadinanza e Costituzione” è attribuito un monte ore annuale di trentatré ore....”

Il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1° settembre 2008 (DL 137) recita:

Art. 1 - Cittadinanza e Costituzione

A decorrere dall’inizio dell’anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell’articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all’acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse [...]

Nella prima versione lo studio della Costituzione diventava, finalmente, una “disciplina” autonoma, con un proprio monte ore e valutazione specifica.

Nella seconda e definitiva versione, quella che ci era sembrata un’importante e significativa novità degli ordinamenti didattici addirittura scompare, per lasciar posto ad una sorta di esortazione, giuridicamente inefficace, a sperimentare nuove forme d’insegnamento della Costituzione. Rispetto ad un obiettivo così modesto sarebbe stata sufficiente una semplice direttiva del Ministero!

Chi e perché ha cambiato, svuotandolo, il testo presentato in Agosto?

Chiediamo a tutte le forze politiche di ripresentare in Parlamento la proposta di insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, così come formulata nel testo inizialmente presentato dalla ministra Gelmini, consapevoli che essa sarà condivisa dalla stragrande maggioranza degli Italiani.

Proponiamo, inoltre, interpretando quanto espresso dall’esortazione contenuta nel DL 137, di individuare nella giornata del 17 marzo, data di proclamazione dell’Unità d’Italia, l’occasione annuale di un impegno didattico di tutte le scuole sui temi dell’Unità d’Italia, della Costituzione repubblicana e della Bandiera nazionale.

Esecutivo Nazionale di Proteo Fare Sapere

Roma, 1° ottobre 2008



-  PER LA COSTITUZIONE. Memoria della Liberazione e della Legge dei nostri Padri e delle nostre Madri Costituenti....
-  IL DIALOGO, LE ILLUSIONI PERDUTE, E UNA VERGOGNA PLANETARIA.
-  SCIOGLIERE "FORZA ITALIA", PER LESA MAESTA’ DELL’ITALIA, DELLA SUA SOVRANITA’ E DELLA SUA SOVRA-UNITA’!!!
-  Lettera aperta al Presidente Giorgio Napolitano

-  VOTO DI FIDUCIA SUL DECRETO GELMINI?!! MA PRESIDENTE NAPOLITANO E’ POSSIBILE CHE UN GOVERNO, GUIDATO DAL PRESIDENTE DI UN PARTITO CHE SI CHIAMA "FORZA ITALIA", PROPONGA E BLINDI, NEL PARLAMENTO D’ITALIA, LA DISCUSSIONE SU UN DECRETO DA LEI FIRMATO?!
-  NON LO RIFIRMI...


La mela stregata per Roma Capitale

di Mario Pirani (la Repubblica, 20.10.2008)

Che il federalismo d’impianto leghista si prestasse ad aggravare i guasti apportati dalla modifica del titolo V della Costituzione ad opera delle sinistre, era stato denunciato più volte su queste colonne. La rubrica scorsa, appunto, lamentava come i post comunisti, nell’ansia di cancellare le proprie radici, avessero finito per gettare via, oltre a Marx e Stalin, anche Garibaldi e Cavour. Ed ora se ne vedono i frutti velenosi. Il «Comitato per la bellezza», un organismo dedito alla difesa artistica e paesaggistica, presieduto da Vittorio Emiliani, mi ha inviato in proposito una mappa delle fasi di fioritura di una di queste «mele stregate», destinata non certo ad avvelenare Biancaneve.

L’11 settembre il governo presenta il disegno di legge sul federalismo fiscale che, sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni, passa quasi indenne.

Il 3 ottobre il medesimo testo arriva al Consiglio dei ministri. A fine seduta viene inserito un copioso articolo aggiuntivo di cui non si era parlato fino a quel momento, neppure con le Regioni, col quale viene, tra le altre cose, trasferita all’Ente Roma Capitale «la tutela e la valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali», sin qui di competenza statale o demaniale, nonché le funzioni di urbanistica e pianificazione finora devolute alla Regione.

Appena venuto a conoscenza dell’inserimento dell’«articolo aggiuntivo» su Roma Capitale nella legge sul federalismo fiscale il sindaco Alemanno se ne rallegra pubblicamente: «E’ un risultato storico. La città avrà uno statuto europeo. I più importanti processi decisionali - inclusa la tutela dei beni culturali e ambientali - invece di passare per tre diversi livelli Comune-Provincia-Regione (e Stato) sono concentrati nell’assemblea capitolina. Così si potranno prendere con più rapidità le decisioni». Contemporaneamente il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, dice di non saperne nulla.

La cosa, però, non finisce qui. Prima di proseguire vorrei, però, premettere che la legge su Roma Capitale è un obbiettivo da lungo tempo giustamente atteso. Non è possibile, infatti, governare con gli stessi strumenti regolamentari di un qualsiasi capoluogo, una metropoli dove, oltre alla amministrazione comunale, sono installate tutte le istituzioni di governo e di rappresentanza della Repubblica, nonché quelle vaticane. Ciò non significa, però, che Roma debba essere sottratta ad ogni vincolo di controllo, soprattutto in tema di salvaguardia ambientale e culturale.

E qui l’articolo approvato dal Consiglio dei ministri entra in conflitto con la stessa Costituzione, laddove, all’art. 9, proclama che «La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Non si tratta, si badi bene, di una proclamazione retorica ma di una direttiva pratica: se questa tutela fosse stata delegata ad enti, altri dallo Stato, e in special modo a quelli locali, ne sarebbero derivati continui conflitti d’interesse per la presenza sul territorio di forze potenti, capaci di influire direttamente e indirettamente sulle rappresentanze, per loro natura più permeabili ad operazioni clientelari.

Lo scandalo esploso a Roma, allorquando venne permessa la costruzione dell’Hilton sui crinali di Monte Mario, si sarebbe ripetuto ovunque e su più larga scala. Gli scempi ci sono stati egualmente ma senza il potere vincolante autonomo delle Sovrintendenze, ripreso anche dal Codice attuale dei Beni culturali sulla scia di tutti quelli precedenti, dalla legge giolittiana del 1908, a quella di Croce del ‘22, dalle due leggi Bottai del ‘39 al Testo unico del 1999, ebbene l’intera Penisola sarebbe uscita devastata.

Ricordato tutto questo, torniamo alla vicenda del famigerato articolo aggiuntivo di cui sopra. Ebbene, uscito da Palazzo Chigi il 3 settembre, si perde per strada e non arriva al Quirinale. Al presidente della Repubblica, che deve firmare il testo prima di avviarlo all’iter parlamentare, viene sottoposta la stesura precedente, quella sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, che non contiene la corposa aggiunta su Roma Capitale, malgrado, nel frattempo, i ministri Calderoli e Matteoli dichiarino di averla approvata. Cosa c’è dietro?

Probabilmente la stessa tattica seguita con l’emendamento salva-manager infilato di soppiatto nel decreto Alitalia: si nasconde la «mela stregata» agli occhi del Quirinale per non incappare in una possibile obiezione ostativa del Presidente, quindi la si ripresenterà, come emendamento, nel corso della discussione parlamentare sul federalismo. Come dice Andreotti a pensar male si fa peccato, ma si indovina. Del resto gli interessi in gioco sono enormi.


-  BLOB!!! CHE BEL COLPO DI STATO DOLCE!!!
-  IL POPOLO D’ITALIA IPNOTIZZATO, GIORGIO NAPOLITANO CHE GRIDA "FORZA ITALIA", E SILVIO BERLUSCONI CHE RIDE E RIDE A CREPAPELLE!!!
-  A vergogna del nostro presente, a futura memoria

-  ETICA E POLITICA.
-  CARO BERLUSCONI HAI STRAVINTO!!! ORA BASTA: DIMETTITI.
-  Ascolta (anche) le tue figlie!!!
-  Sciogli il partito di "Forza Italia" e restituisci la parola "Italia" al Presidente della Repubblica e al Parlamento


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