PER LA PACE PERPETUA. A gloria eterna di Immanuel Kant e dei nostri Padri e delle nostre Madri Costituenti.......

BERLUSCONI E IL SUO LINGUAGGIO DA "OSTERIA": LA FONDAZIONE DEL PARTITO DELLA PRESA STRISCIANTE DEL POTERE. Il Presidente della Repubblica grida: Forza Italia. Il Presidente del Partito grida: "Forza Italia". Una trappola e una lesa maestà alle Istituzioni e alla dignità di ogni cittadino e cittadina della Repubblica italiana. Una lettera (2006) di Federico La Sala

martedì 1 luglio 2008.
 


COGLIONI”, DAVVERO !!!

LA PAROLA RUBATA

Una lettera aperta all’ ITALIA (e un omaggio agli intellettuali: Gregory Bateson, Paul Watzlawick, Jacques Lacan, Elvio Fachinelli).

di Federico La Sala *

L’ITALIA GIA’ DA TEMPO IN-TRAPPOLA-TA.................e noi - alla deriva - continuiamo a ’dormire’ , alla grande! "IO STO MENTENDO": UNA LETTERA APERTA SULL’USO E ABUSO ISTITUZIONALE DELL’ "ANTINOMIA DEL MENTITORE".

Cara ITALIA

MI AUGURO CHE LE GIUNGA DA LONTANO IL MIO URLO: ITALIA, ITALIA, ITALIA, ITALIA, ITALIA, ITALIA, ITALIA! IL NOME ITALIA E’ STATO IN-GABBIA-TO NEL NOME DI UN SOLO PARTITO....E I CITTADINI E LE CITTADINE D’ITALIA ANCHE!!!

NON E’ LECITO CHE UN PARTITO FACCIA PROPRIO IL NOME DELLA CASA DI TUTTI I CITTADINI E DI TUTTE LE CITTADINE! FERMI IL GIOCO! APRA LA DISCUSSIONE SU QUESTO NODO ALLA GOLA DELLA NOSTRA VITA POLITICA E CULTURALE! NE VA DELLA NOSTRA STESSA IDENTITA’ E DIGNITA’ DI UOMINI E DONNE D’ITALIA!

Cosa sta succedendo in Italia? Cosa è successo all’Italia? Niente, non è successo niente?! Semplicemente, il nome Italia è stato ingabbiato dentro il nome di un solo PARTITO e noi, cittadini e cittadine d’ITALIA, siamo diventati tutti e tutte cret... ini e cret..ine. Epimenide il cretese dice: "Tutti i cretesi mentono". E, tutti i cretini e tutte le cretine di ’Creta’, sono caduti e cadute nella trappola del Mentitore.... e, imbambolati e imbambolate come sono, si divertono persino. Di chi la responsabilità maggiore?! Di noi stessi - tutti e tutte!

Le macchine da guerra mediatica funzionano a pieno regime. Altro che follia!: è logica di devastazione e presa del potere. La regola di funzionamento è l’antinomia politico-istituzionale del mentitore ("io mento"). Per posizione oggettiva e formale, non tanto e solo per coscienza personale, chi sta agendo attualmente da Presidente del Consiglio della nostra Repubblica non può non agire che così: dire e contraddire nello stesso tempo, confondere tutte le ’carte’ e ’giocare’ a tutti i livelli contemporaneamente da presidente della repubblica di (Forza) Italia e da presidente del consiglio di (Forza) Italia, sì da confondere tutto e tutti e tutte... e assicurare a se stesso consenso e potere incontrastato.

Se è vero - come ha detto qualcuno - che "considerare la politica come un’impresa pubblicitaria [trad.: un’impresa privata che mira a conquistare e occupare tutta l’opinione pubblica, fls] è un problema che riguarda tutto l’Occidente"(U. Eco), noi, in quanto cittadini e cittadine d’Italia, abbiamo il problema del problema, all’ennesima potenza e all’o.d.g.! E, per questo e su questo, sarebbe bene, utile e urgentissimo, che chi ha gli strumenti politici e giuridici (oltre che intellettuali, per togliere l’uso e l’abuso politico-istituzionale dell’antinomia del mentitore) decidesse quanto prima ... e non quando non c’è (o non ci sarà) più nulla da fare. Se abbiamo sbagliato - tutti e tutte, corriamo ai ripari. Prima che sia troppo tardi!!!

ITALIA! La questione del NOME racchiude tutti i problemi: appropriazione indebita, conflitto di interessi, abuso e presa di potere... in crescendo! Sonnambuli, ir-responsabili e conniventi, tutti e tutte (sia come persone sia come Istituzioni), ci siamo fatti rubare la parola-chiave della nostra identità e della nostra casa, e il ladro e il mentitore ora le sta contemporaneamente e allegramente negando e devastando e così, giocati tutti e tutte, ci sta portando dove voleva e vuole ... non solo alla guerra ma anche alla morte culturale, civile, economico-sociale e istituzionale! Il presidente di Forza Italia non è ...Ulisse e noi non siamo ... Troiani.

Non si può e non possiamo tollerare che il nome ITALIA sia di un solo partito... è la fine e la morte della stessa ITALIA!

La situazione politica ormai non è più riconducibile all’interno del ’gioco’ democratico e a un vivace e normale confronto fra i due poli, quello della maggioranza e quello della minoranza. Da tempo, purtroppo, siamo già fuori dall’orizzonte democratico! Il gioco è truccato! Cerchiamo di fermare il ’gioco’ e di ristabilire le regole della nostra Costituzione, della nostra Legge e della nostra Giustizia. Ristabiliamo e rifondiamo le regole della democrazia.

E siccome la cosa non riguarda solo l’Italia, ma tutto l’Occidente (e non solo), cerchiamo di non andare al macello e distruggerci a vicenda, ma di andare avanti .... e di venir fuori da questa devastante e catastrofica crisi. Io, da semplice cittadino di una ’vecchia’ Italia, penso che la logica della democrazia sia incompatibile con quella dei figli di "dio" e "mammasantissima" che si credono nello stesso tempo "dio, papa, e re" (non si sottovaluti la cosa: la questione è epocale e radicale, antropologica, teologica e politica - e riguarda anche le religioni e la stessa Chiesa cattolica) si danno da fare per occupare e devastare le Istituzioni! Non si può tornare indietro e dobbiamo andare avanti.... laici, cattolici, destra, sinistra, cittadini e cittadine - tutti e tutte, uomini e donne di buona volontà.

Allora facciamo che il gioco venga fermato e ... e che si apra il più ampio e diffuso dibattito politico e culturale - si ridia fiducia e coraggio all’ITALIA, e a tutti gli Italiani e a tutte le Italiane. E restituiamo il nome e la dignità all’ITALIA: a noi stessi e a noi stesse - in Italia e nel mondo...... cittadini e cittadine della Repubblica democratica d’Italia.

Un semplice cittadino della nostra bella ITALIA!

Federico La Sala

* IL DIALOGO, Mercoledì, 05 aprile 2006



-  Caso intercettazioni, il leader dell’Italia dei valori attacca a testa bassa il premier
-  Sarebbero 8.400 le telefonate trascritte e agli atti del processo a Saccà

-  Di Pietro: "Abbiamo un capo
-  del governo che fa il magnaccia"

-  Replica di Bonaiuti: "Linguaggio da osteria".
-  E Ghedini annucia querele

ROMA - Negli atti del processo napoletano ad Agostino Saccà ci sono 8.400 intercettazioni, i protagonisti sono non solo il premier ma anche altri politici e nomi che pesano e il contenuto è, si dice, ad alto contenuto erotico. Antonio Di Pietro attacca a testa bassa il premier. Tra una trebbiatura e l’altra in quel di Montenero di Bisaccia, ha fatto una conferenza stampa per dire, tra le altre cose: "Le intercettazioni che loro vogliono limitare ci fanno vedere un capo del governo che fa un lavoro più da magnaccia, impegnato a piazzare le veline che parlavano troppo". Replica di Paolo Bonaiuti: "Linguaggio da osteria". Mentre l’avvocato del Cavaliere, Nicolò Ghedini, annuncia querele.

Forse l’ex pm sa di più e meglio circa le indiscrezioni che girano a Montecitorio e dintorni sulle centinaia di telefonate a contenuto bollente. Di certo la questione preoccupa non poco "Libero", quotidiano notoriamente vicino al premier, che da due giorni titola su quello che ha ribattezzato "il caso gnocca" mettendo le mani avanti: questa roba deve stare lontana dalla politica e guai se sono usate per provocare cataclismi e crisi politiche.

Berlusconi questo lo sa e ingorgo parlamentare a parte - troppi decreti e provvedimenti già assegnati all’esame dell’aula prima della pausa estiva - farà di tutto per accellerare l’approvazione del ddl che limita il ricorso alle intercettazioni e ne vieta la pubblicazione. Lo sa bene Enrico La Loggia, n.2 del gruppo pdl alla Camera: "La pubblicazione indiscriminata di intercettazioni scandalistiche senza alcuna rilevanza penale che abbiamo tutti sotto gli occhi in questi giorni, dimostra che urge una legge che disciplini l’uso dell’intercettazione e che vieti tassativamente la loro pubblicazione. Qualunque ritardo nel disciplinare questa materia porta inevitabilmente ad un imbarbarimento della vita politica ed istituzionale del Paese". Se non ci sarà in fretta una legge chiara ed univoca - aggiunge La Loggia - "il pericolo è quello di cedere alla tentazione di certi giustizialisti di falsare il voto di aprile espresso liberamente dai cittadini".

La replica ufficiale del Cavaliere, invece, è affidata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti: "Il linguaggio rozzo e volgare di Di Pietro - dichiara - è al di fuori della politica, riguarda soltanto l’osteria. Ma come può un partito democratico che si definisce la nuova sinistra accettare e seguire questa degenerazione?". Ecco invece le parole di Nicolò Ghedini: "Del tutto evidente la portata portata diffamatoria, che trascende di gran lunga ogni critica politica e per la quale saranno espedite tutte le azioni giudiziarie conseguenti".

Contro Di Pietro e la "casta giudiziaria" si scaglia anche il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone: "I magistrati, ormai perdenti sul piano del consenso dell’opinione pubblica, tentano un disperato e pericoloso colpo di coda finale". Per quello che riguarda poi le affermazioni dell’ex pm, Capezzone dichiara che "ha chiaramente passato il segno". Per il Dc Rotondi è "un insulto gratuito".

Anche il Pd è abbastanza critico sulla nuova ondata di intercettazioni. Veltroni e Minniti ieri si sono affrettati a dire che i brani delle telefonate senza rilievo penale devono stare fuori e lontani dai giornali. Però, riflette il prodiano Marco Monaco, "siamo al punto che abbiamo scrupoli nel dire che il contenuto delle intercettazioni fa schifo e vergogna". Tutto ciò è "abbastanza ipocrita".

* la Repubblica, 28 giugno 2008.


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