RAPPORTO CENSIS. IL GIALLO DELL’ESTATE ORMAI DURA TUTTO L’ANNO...

LA REALTA’, LA TV E LA COSTRUZIONE DI UN MONDO DI TERRORE E ORRORE. A settembre a Roma il World Social Summit. Elisa Manna, ricercatrice del Censis, ne parla con Silvia Garambois - a cura di pfls

giovedì 10 luglio 2008.
 
[...] Il summit mondiale, organizzato dalla Fondazione Roma con la collaborazione del Censis, ha convocato sociologi, economisti, scrittori, premi Nobel ai «Dialoghi per combattere le paure planetarie», e nella preparazione dell’evento - tra tanti temi - il ruolo dei media risulta assolutamente centrale. È vero che la cronaca nera suscita, da sempre, caldissime attenzioni nel pubblico; non c’è estate a memoria d’uomo in cui un «giallo» non abbia impegnato giornali, tv e chiacchiere da ombrellone; ma in questi anni - secondo la ricercatrice - il meccanismo è come impazzito, «e il giallo dell’estate ormai - ci dice - dura tutta l’anno» [...]

RAPPORTO CENSIS

Da dove arriva quella «percezione della paura» che allarma così tanto gli italiani? Da tv, tg, fiction e varietà, più che dal crimine: lo sostiene la ricercatrice Elisa Manna in uno studio che sarà presentato in un summit a settembre

Rapporto Censis: il telecomando della paura

di Silvia Garambois (l’Unità, 05.07.2008)

Da dove arriva la nostra quotidiana paura? Quella «percezione della paura», spropositata rispetto ai dati del crimine, incomparabile nel confronto con le ansie dei cittadini americani o del resto d’Europa? Quella che - anche - ha aiutato il centro destra a vincere le elezioni? Su questa angoscia che corre sottopelle, hanno responsabilità i giornali, ha delle «colpe» la tv?

Elisa Manna, ricercatrice del Censis, studiosa dei media e di come ne rappresentano la società, nella relazione che sta preparando per il World Social Summit che si svolgerà a settembre a Roma, ha abolito ogni punto di domanda.

Anzi, ci racconta «come» i media italiani amplificano la paura. Lo fa analizzando i telegiornali, i varietà, le fiction, e la loro rappresentazione della realtà. E non ci va leggera: «Una melma vischiosa e putrida di violenze familiari - scrive -, di raptus, di abusi su bambini indifesi, di "seminfermità mentali” inonda le televisioni ogni giorno, invade intere pagine di quotidiani, si installa saldamente nelle “fasce protette” della tv, assuefacendo piccoli telespettatori di ogni età alle nefandezze della vita più oscure e irriferibili».

Il summit mondiale, organizzato dalla Fondazione Roma con la collaborazione del Censis, ha convocato sociologi, economisti, scrittori, premi Nobel ai «Dialoghi per combattere le paure planetarie», e nella preparazione dell’evento - tra tanti temi - il ruolo dei media risulta assolutamente centrale. È vero che la cronaca nera suscita, da sempre, caldissime attenzioni nel pubblico; non c’è estate a memoria d’uomo in cui un «giallo» non abbia impegnato giornali, tv e chiacchiere da ombrellone; ma in questi anni - secondo la ricercatrice - il meccanismo è come impazzito, «e il giallo dell’estate ormai - ci dice - dura tutta l’anno».

Possibile che ci sia tanta colpa nella tv?

«In preparazione del summit abbiamo ripreso in mano, guardandole da un’altra angolatura, le ricerche di questi anni: in particolare una commissionata dalla Rai nel 2002 sulla rappresentazione dei bambini e del dolore in tv e un’altra, recentissima, realizzata con l’Unione europea su donne e media. Ebbene, nel 47,4% dei casi il bambino viene rappresentato come vittima di un omicidio, mentre la donna compare nei telegiornali prevalentemente come vittima di casi di cronaca nera, addirittura nel 67,8% dei casi. Questo utilizzo dell’immagine dei minori e delle donne veicola una dimensione di ansia sociale e di preoccupazione, per la sicurezza, per l’incolumità fisica. Trent’anni fa nessuna ragazza avrebbe mai detto "non posso andare nel tal posto perché è pericoloso". Oggi invece anche le più giovani hanno interiorizzato che c’è lo stupratore in agguato, l’extracomunitario pronto ad aggredirle. Per carità: gli stupri ci sono! Ma in tv e sui giornali, riguardo alle donne, si parla solo di quello».

Cioè una rappresentazione falsata della realtà...

«La donna-vittima intriga, incuriosisce; forse solo il bambino-vittima la batte in termini di appeal mediatico. Le donne nei media italiani sono particolarmente deformate rispetto a quel che avviene negli altri Paesi, ci se ne accorge persino girando l’Europa da turisti e guardando i cartelloni pubblicitari... Il primo dato che in Italia balza agli occhi è che alle donne patinate e rutilanti della pubblicità, giovani e belle (quando non volgari), dove si arriva all’azzeramento della figura femminile che diventa solo un oggetto, si affianca l’altra immagine della protagonista della cronaca nera, vittima di violenza e di stupro, o donna-strega, donna malefica. Le donne della realtà, invece, praticamente non esistono: non sono abbastanza spettacolari!».

E i bambini?

«Una situazione speculare: o bello, biondo e riccioluto o vittima. Nei fatti, sempre un ruolo sociale non riconosciuto. Addirittura l’analisi che abbiamo fatto sulle rubriche di approfondimento, che dovrebbe essere la programmazione più "nobile", ci ha mostrato nei numeri che quando viene invitata una donna come esperto - a parte quelle che appartengono a una "nicchia" professionale (sociologhe, psicologhe) - si tratta soprattutto di astrologhe o esperte di cucina: è l’archetipo della donna a contatto con la natura, della maga, che non ha niente a che vedere con quello che hanno rappresentato nella società le donne negli ultimi trent’anni. Se serve un esperto di biotecnologie, invece, si chiama un uomo... In tv si utilizzano parametri che non sono neppure "maschili", ma rivolti a un maschio mediocre, e che non rispondono alle esigenze e alle professionalità acquisite dalle donne».

Lei mette sotto accusa la tv anche per la ricerca dei particolari inquietanti.

«In certi casi le immagini danno senso alla notizia, ma la maggior parte è assolutamente strumentale, e spesso sono un vero colpo allo stomaco. C’è un salto di "anti-qualità" nell’informazione, con una morbosità sui dettagli sanguinolenti che a volte è veramente impressionante. Se si è solo un po’ distratti si salta dai Ris del telegiornale a quelli della fiction senza neppure rendersene conto».


World Social Summit

Fearless: dialoghi per combattere le paure planetarie

24-26 settembre 2008 - Villa Miani - Via Trionfale, 151 - Roma

Il World Social Summit è una iniziativa della Fondazione Roma realizzata in collaborazione con la Fondazione Censis. Ha l’obiettivo di creare un momento di confronto e di discussione a livello mondiale sulle numerose questioni che stanno segnando l’evoluzione sociale, mettendo a confronto figure di prestigio internazionale, come premi Nobel, studiosi, ricercatori, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni nazionali e internazionali.

Per informazioni e prenotazioni: www.worldsocialsummit.org


Sul tema, in rete, si cfr.:

Cavarero, Adriana, Orrorismo ovvero della violenza sull’inerme (Recensione di Monica Fiorini).

ORRORISMO (LA BOTTE DI DIOGENE-BLOG FILOSOFICO).


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