Spesso, parlando dei fatti calabresi, ho cercato di stigmatizzarne ironicamente l’assurdità cercando sempre, però, di non ridurne mai la loro triste e cruda drammaticità.
Qui non siamo nuovi, purtroppo, alla protervia di taluni che, calpestando in ogni modo le leggi umane e dello Stato, con gli occhi freddi e le mani ancora grondanti di sangue, o le tasche piene di soldi, hanno negato l’evidenza delle proprie azioni, per di più ergendosi a vittime, perseguitati, capri espiatori da sacrificare all’altare del giustizialismo popolare.
Al tempo stesso questa è la regione dove, come ovviamente per tutto il Paese, viene sistematicamente punito chi cerca di esercitare la propria funzione nella società in maniera onesta, tutto funziona al contrario: chi denuncia viene denunciato e chi indaga viene indagato.
Lo ripeto continuamente ai bambini che incontro nelle scuole, per semplificare questi concetti altrimenti difficili da comprendere: “In Calabria può capitare che i topi inseguano i gatti ed i ladri inseguano le guardie”.
E se fino ad oggi ho preferito, per pietà, non entrare direttamente nelle vicende legate a Bruno Contrada, adesso non riesco a desistervi e voglio mettere nero su bianco, giusto per non essere frainteso, ogni mio convincimento. Lo faccio non tanto in segno di solidarietà all’amico Salvatore Borsellino, che non ne ha bisogno, ma quanto per suggerire al maggior numero possibile di persone il senso di disprezzo più profondo che ogni cittadino italiano dovrebbe in questo momento riservare esclusivamente al Contrada.
Innanzitutto chiariamo una cosa: Bruno Contrada ha concorso con la mafia e, seppur le sue mani non si siano macchiate direttamente del sangue di Falcone, Borsellino e degli uomini delle scorte, indirettamente lo considero anche io un assassino: così come è punito con la stessa pena di chi uccide anche chi concorre all’omicidio, io considero parimenti mafioso anche chi concorre più o meno direttamente o indirettamente a qual si voglia sodalizio criminale.
Chiariamo anche una seconda cosa: Bruno Contrada non ha mai chiesto la Grazia al Presidente della Repubblica, proprio perché non ha mai ammesso di essere colpevole, nonostante le prove schiaccianti che ne hanno determinato la condanna in tutti e tre i gradi di giudizio.
Non meno importante l’atteggiamento adottato dai familiari del Contrada, i quali spesso hanno accennato a “verità sconcertanti”, senza mai però denunciare queste verità alle autorità competenti. “Bruno sta pagando per tutti”, hanno spesso detto. Rincaro io la dose: Bruno Contrada è un personaggio che Sciascia avrebbe categorizzato tra gli ominicchi, un complice, un codardo, perché continua ancora a coprire le vergogne, gli interpreti ed i responsabili di chi, come spesso dice Salvatore Borsellino, ha costruito la cosiddetta Seconda Repubblica impastando assieme al cemento, il sangue delle stragi del ’92.
Chiariamo in terza istanza anche il fatto che Bruno Contrada non è stato scarcerato per decorrenza dei termini, come per Riina Junior, e che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa a lui contestato non si è prescritto come per il senatore a vita Giulio Andreotti. A Bruno Contrada è stata revocata la misura della detenzione perché evidentemente per lui la legge è più uguale piuttosto che per altri, perché è riuscito a suscitare un non meglio identificabile senso di pietà, di pena, nei confronti di qualche animo pio.
Alla notizia di prossime sue querele a Salvatore Borsellino anche io, oggi più di prima, provo pena, anzi, disprezzo per Bruno Contrada: provo pena per un ominicchio che prima di appellarsi alle leggi ed alle Istituzioni dello Stato, dovrebbe scontare fino all’ultimo giorno, in carcere, fino all’ultima ora, in carcere, la pena infertagli per aver tradito quelle stesse leggi e quelle stesse Istituzioni dello Stato Repubblicano.
Prima di minacciare querele, Contrada dovrebbe soltanto inchinarsi di fronte a tutta la famiglia Borsellino, chiedendo umilmente perdono delle proprie malefatte ed omissioni di fronte a loro, a Dio ed alla storia. E prima di invocare le leggi a tutela del suo Onore, dovrebbe dimostrarci di possederlo, l’Onore.
Credo che nei corsi per le Scuole di Polizia si dovrebbe espressamente insegnare ai giovani aspiranti servitori dello Stato ad essere non tanto dei bravi poliziotti, ma certamente sforzarsi ad essere l’esatto contrario di Bruno Contrada.
26 luglio 2008
Portavoce nazionale “Ammazzateci Tutti”
Ennesimo richiamo: giornalista Marina Salvadore, credo che con G.G. abbia già concluso i chiarimenti. La invito a cambiare linguaggio. Ho appena scritto che il dibattito si accetta solo sui fatti. Basta con le offese gratuite.
em
Invito il prof. Federico La Sala a non pubblicare post che non facciano riferimento, sulla vicenda di Bruno Contrada, a fatti specifici.
Invito chi intende scrivere sul forum ad attenersi al buon senso, evitando insulti e offese gatuite. Invito tutti a non abusare della libertà che qui è concessa per una scelta di fondo, datata e confermata.
Invito la giornalista Marina Salvadore e i suoi ad un’esposizione rispettosa degli altri e del sottoscritto. Inutile che si mandino messaggi su biografie prelevate da Wikipedia. Nando dalla Chiesa è stato, non è, parlamentare. Salvatore Borsellino no. Mai. Il fatto che uno sia stato parlamentare non significa alcunché.
In quanto alle affermazioni di Aldo Pecora, non è perseguibile un giovane, il quale peraltro ha vissuto l’omicidio di Francesco Fortugno, che esprime la sua indignazione per una figura condannata con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Le parole vanno interpretate nel loro contesto e non alla lettera (Gianni Vattimo, erede dell’ontologia ermeneutica di Hans-Georg Gadamer) .
Mi astengo da qualsiasi commento sulla persona di Bruno Contrada. Per l’ennesima volta, l’ultima, sto rivolgendo un appello perché, se può esserci una discussione, la si faccia in modo civile e corretto. E sulla base di fatti.
L’attacco personale, mi duole il richiamo, vale a nulla. Riferire delle proprie frequentazioni di personaggi illustri non serve - "la storia siamo noi, attenzione" (F. De Gregori, e, prima ancora, C. Ginzburg). Anche perché ciascuno ha le sue frequentazioni e, mi sia consentito, non c’è uno strumento tecnico oggettivo per misurare il valore di chicchessia.
Spero d’essere stato sufficientemente chiaro.
Emiliano Morrone
Esimio Morrone, di che si lamenta? Lei, se l’è andata a cercare! Rammentole...solo per opportuno chiarimento... che quando lei portava i calzoncini alla zuava e frequentava le elementari, la sottoscritta ai tempi della sua "gavetta"intervistava già ben 3 Premi Nobel!!!..... Al di là di questo piccolo dettaglio... utile a comprendere la mia maturità... nell’ambito del suo partigiano diktat dell’ultim’ora - pur convenendo ch’ella è padrone in casa sua...ma che l’ospitalità è il sacro ufficio di noi meridionali - mi permetto di osservare:
Invito chi intende scrivere sul forum ad attenersi al buon senso, evitando insulti e offese gatuite. Invito tutti a non abusare della libertà che qui è concessa per una scelta di fondo, datata e confermata. Mi sembrano, in verità, più grossolane le gratuite offese dirette a Contrada, definito omminicchio e assassino nonchè "cravattaro" (cose che non si leggono nemmeno nelle sentenze cui vi appigliate) piuttostochè i miei reinsegnements, dovuti alla piena conoscenza del caso Contrada, in scienza e coscienza. Invito la giornalista Marina Salvadore e i suoi ad un’esposizione rispettosa degli altri e del sottoscritto. Inutile che si mandino messaggi su biografie prelevate da Wikipedia. Nando dalla Chiesa è stato, non è, parlamentare. Salvatore Borsellino no. Mai. Il fatto che uno sia stato parlamentare non significa alcunché. E’ a disposizione di chiunque, sui siti istituzionali, la biografia politica e parlamentare di molti congiunti delle vittime della Mafia e del Terrorismo, abbiamo mancato di citare la signora Fortugno, la signora Biagi ed altri... ma è oltremodo scorretto continuare a dire che "alcune" delle vittime della Mafia e del Terrorismo attendono il debito risarcimento dallo Stato, che oltretutto ha chiamato costoro nei suoi ranghi ufficiali rappresentativi. Cosa he non è accaduta per le vittime della strage di Bologna, dell’Italicus e meno che mai per Bruno Berardi, figlio del primo assassinato delle BR, il maresciallo Berardi. In quanto alle affermazioni di Aldo Pecora, non è perseguibile un giovane, il quale peraltro ha vissuto l’omicidio di Francesco Fortugno, che esprime la sua indignazione per una figura condannata con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Le parole vanno interpretate nel loro contesto e non alla lettera (Gianni Vattimo, erede dell’ontologia ermeneutica di Hans-Georg Gadamer) Complimentandomi per l’ennesima botta di cultura, perfettamente ignorante dell’ermeneutica di Hans-Georg Gadamer (dioguardi!) non comprendo perchè un giovane non debba essere perseguibile, se maggiorenne e vaccinato e se aspirante ad un ruolo di leader in società: non solo la Legge ma LA RESPONSABILITA’ E’ UGUALE PER TUTTI! Ciò detto, previa pubblicazione di questo commiato definitivo da quest’unica inospitale magione del Mezzogiorno d’Italia, distintamente vi saluto, "pollicini". Crescete! Maturate liberi e senzienti, se potete! Con immutata simpatia e... comprensione maxima la vecchia carampana, signora Marina Salvadore madre di figli e purtroppo italiana del Sud! giornalista e non giornalaia!
Non ho resistito, ho pubblicato. Questo messaggio in cui si celebra da sola è la dimostrazione più chiara della sua essenza e della sua Bildung.
Grazie infinite per la lezione e l’impegno. Imparo da tutto. Poi, filtro.
Non posso arrabbiarmi con lei, che interpreta il mondo - quale? - semplificando le dinamiche del potere. Potrei anche condividere certe sue riflessioni. Ma poi si perde, perché, non si offenda, non sa argomentare. Ha un disordine logico palese. Ma non è colpa sua, e c’è rimedio. Sappia, comunque, che apprezzo gli sforzi che compie, direi pure le battaglie, se non fosse che sconfina. E non se ne accorge. Raggiunge in un attimo il punto di non ritorno. Penso a Freud.
Io e lei non siamo cruciali per qualsivoglia inversione di rotta. Non vede il nemico comune. Per ultimo, "Si accontenta di cause leggere la guerra del cuore", cantava de Andrè. Ma lei non è dello stesso parere: la sua inutile ostinazione e la sua, forse inconsapevole, ostentazione di Sapere mi ricordano il titolo d’un pezzo di Luca Persico, "Ballo re’ pezzienti".
Con l’augurio d’una serena crescita spirituale, la saluto con gaudio ed affetto. Le voglio bene, si fidi. Malgrado lei.
Suo emiliano morrone
Ho trovato, aprendo la pagina, una serie di messaggi, tutti pubblicati e favorevoli al dottor Bruno Contrada. In molti casi, i post inviati a "la Voce di Fiore" superano la soglia del tollerabile. Guarda caso, sono arrivati, rapidissimamente e in successione, aspre invettive e commenti a volte pretestuosi. Invito tutti a un uso civile e rispettoso di questo forum, che intende contribuire a un dibattito aperto ma regolato.
Caro Caiano, inutile sbraitare: è ovvio che ci debba essere una moderazione. Se non le piace questo giornale, e non mi sembra, scriva altrove.
All’avvocato Guido Contrada, dico soltanto che nessuno sa come siano andati per davvero i fatti. Può essere che la verità non verrà mai fuori. Quel che conta è che esiste una sentenza passata in giudicato, in forza della quale mi pare quantomeno inopportuno un raffronto fra il dottor Bruno Contrada e il dottor Paolo Borsellino, morto, e in modo orribile, per servire lo Stato, quindi anche me e lei.
Ciò precisato, l’umanesimo integrale che ci distingue dalle origini, ci porta a discernere e tenere ben disgiunto l’aspetto processuale, nella fattispecie, da quello umano. Pur ritenendo che ogni persona sofferente debba essere sollevata dalla comunità, a prescindere dal suo cognome, non si può negare che, per la giustizia, il dottor Bruno Contrada è colpevole in via definitiva.
Molto cordialmente.
Emiliano Morrone
Mi chiamo Guido Contrada, avvocato civilista del Foro di Palermo, persona perbene - come lei - e facente parte di una famiglia che del senso del dovere, dell’onestà, e della correttezza ne ha fatto l’unico scopo di vita.
Leggo le feroci parole che Lei scrive su mio padre e La perdono. Oramai dopo 16 anni di sofferenza (avevo 33 anni ed adesso ne ho 49) ho imparato ad accettare tutte le ingiustizie che sono piombate sulla nostra famiglia, anche se ancora non riesco a capire nella storia passata di quale grave colpa si siano macchiati i nostri antenati. Solo così si può spiegare tanto ingiustificato accanimento nei confronti di una famiglia come la nostra, povera, e che non ha mai fatto NULLA di illegale.
Alla fine si accetta tutto, anche le Sue parole, grazie alla fede, alla consapevolezza della innocenza, alla certezza che un giorno la verità emergerà dirompente, ed alla presenza del Padreterno che conduce la nostra famiglia mano per mano per non farci impazzire.
Sono orgoglioso di essere il figlio di mio padre, il mio bambino più grande si chiama Bruno, e ringrazio mio padre per la dirittura morale che mi ha sempre impartito che per me è stata la guida della mia condotta di vita.
Mi creda, avrei preferito che a mio padre avessero riservato lo stesso trattamento del Dott. Borsellino... Purtroppo invece è da 16 anni che muore lentamente Pensi solo per un attimo se il Dott. Bruno Contrada non avesse fatto quello di cui è stato accusato. E mi creda, è proprio così, e c’è da impazzire, ed è tremendo e ci vuole una grande forza d’animo a continuare a vivere a testa alta.
Mio padre non è un ominicchio. La perdono perchè sono certo che è in assoluta buona fede e mi piacerebbe stare a parlare con lei per giorni per spiegarLe chi veramente era Bruno Contrada. Mio padre ha presentato un esposto alla Procura di Caltanissetta, supportato da prove documentali, sui fatti della strage di via D’Amelio e sulle persone coinvolte che poi hanno cercato di coinvolgere lui. Ma ancora la magistratura non ha adottato alcun provvedimento.
Come fa Lei a dire che non ha fatto nulla?
Forse è sempre stato troppo solo, troppo impegnato a fare il suo dovere, troppo isolato politicamente ed alla fine è stato troppo facile darlo in pasto all’opinione pubblica. Anche lei, come tanti altri, ha dato una lettura superficiale alla vicenda di mio padre, ma vedrà un giorno mi scriverà per dirmi: "Mi dispiace, avevo sbagliato".
Senza rancore, mi creda.
Guido Contrada
Caro Caiano,
non abbiamo mai ricevuto il suo post, che riferisce censurato. Lo rimandi, se crede.
Cordiali saluti.
em
probabilmente non sarà stato inviato ... (seri dubbi) ma ora ho la certezza di averlo inviato sui due blog ....Pecora e Voce di Fiore alcuni minuti fa ... ripropongo un sunto, a memoria, di quanto scritto in precedenza ... leggo: Alla notizia di prossime sue querele a Salvatore Borsellino anche io, oggi più di prima, provo pena, anzi, disprezzo per Bruno Contrada: provo pena per un ominicchio che prima di appellarsi alle leggi ed alle Istituzioni dello Stato, dovrebbe scontare fino all’ultimo giorno, in carcere, fino all’ultima ora, in carcere, la pena infertagli per aver tradito quelle stesse leggi e quelle stesse Istituzioni dello Stato Repubblicano. Prima di minacciare querele, Contrada dovrebbe soltanto inchinarsi di fronte a tutta la famiglia Borsellino, chiedendo umilmente perdono delle proprie malefatte ed omissioni di fronte a loro, a Dio ed alla storia. E prima di invocare le leggi a tutela del suo Onore, dovrebbe dimostrarci di possederlo, l’Onore. Credo che nei corsi per le Scuole di Polizia si dovrebbe espressamente insegnare ai giovani aspiranti servitori dello Stato ad essere non tanto dei bravi poliziotti, ma certamente sforzarsi ad essere l’esatto contrario di Bruno Contrada. Rispondo ... caro sig. piecoro ... scusi ...pecora ... nel napoletano spesso si incorre in questo errore ... probabilmente segue poco le vicende giudiziarie del "nostro" paese ... le dice nulla il caso "Leonardo in Mastella" che solo per aver detto al telefono "PER ME E’ UN UOMO MORTO", frase che è entrata nel nostro linguaggio quotidiano per definire chiusa una amicizia, ha trascorso agli arresti domiciliari 15-20 gg della sua esistenza??? il borsellino, non quale contenitore di spicci ma fratello del GIUDICE BORSELLINO, oggi, usufruendo come la sorella, del cognome elevato agli "ONORI DELLA MAGISTRATURA" dell’INSIGNE SERVITORE della Patria, specula e campa con pubblicazioni che nessuno avrebbe mai letto, non essendo lui stesso NESSUNO, ne degno di ascolto, chi diffonde il falso ... prima o poi incapperà nella GIUSTIZIA, se non quella terrena quella DIVINA ..., è la prima persona da definire "OMINICCHIO", lui e chi lo asseconda nelle sue esternazioni non documentate, per quanto concerne l’"ONORE", quello con tutte le lettere maiuscole, il Dott. BRUNO CONTRADA è l’unico che ha mostrato TUTTI gli attributi ... non ricorre alla miserevole "legge sui pentiti" perchè non ha nulla di cui pentirsi ... non richiede la "grazia" perchè la grazie viene richiesta dai colpevoli ... piuttosto sta distruggendo la SUA ESISTENZA, leggasi la somatizzazione di tutti i SUOI inconvenienti fisici, soffrendo, non dimentichiamo i delinquenti che ha mandato al "GABBIO" l’irriconoscenza di uno stato che premia i delinquenti e si OSTINA con le persone per bene ... a Napoli diciamo "fa ’o gall’ ’ncopp’ ’a munnezza ..." e per finire ... tutti i COLLEGHI, I SOTTOPOSTI, LE PERSONE CHE HANNO COLLABORATO CON IL DOTT. BRUNO CONTRADA, e ne ho conosciuti ed intervistati parecchi, hanno una stima INCOMMENSURABILE per un UOMO che ha dato più di se stesso per lo stato che rappresentava ... "NON SONO IO CHE DEVO CHIEDERE LA GRAZIA ... SONO GLI ITALIANI CHE DOVREBBERO RINGRAZIARE ME" ... queste sono parole pronunciate dal Dott. Contrada in dicembre u.s. quando gli si consigliò di chiedere la grazia al Capo dello Stato. Quì di ONORE ce n’è da VENDERE ... allora gli "OMINICCHI" chi sono???
Mauro Caiano
P.S.: Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito. COME VOLEVASI DIMOSTRARE ....
La storia del coraggio o qualsivoglia “non coraggio” per mancata firma si sta spingendo troppo oltre il mero significato del termine. Ho letto i suoi interventi relativi al pezzo del Morrone prima di leggere il suo commento al mio e le confesso che hanno stimolato il mio interesse tanto da portarmi a visitare il suo blog.
Elucubrazione è un termine che sono abituata a sentire rispetto alle mie “articolazioni” verbali, la deludo, signora Salvadore, nulla di meditato o “trasportato” nei miei pensieri...è solo che, quando ci si trova a viverle dall’interno e “nell’interno” determinate situazioni, a somatizzarli e consolarli alcuni stati d’animo, si reagisce in forma apparentemente “elucubrante” agli eventi, seppur lontani dalla propria realtà attuale. A seguito dell’analisi del termine elucubrazione, passerei a quella dell’appellativo che le ha messo accanto: “perfido” è sinonimo di ingannevole, insidioso, malvagio: la perfidia si traduce negli atti, Signora Salvadore, nelle parole, al più, un assaggio di sapor mordace.
Prima di ricevere accuse da parte sua per non aver risposto in forma diretta alla sua domanda, assolvo velocemente a saziare la sete del suo Perché: l’espressione di un pensiero non ha bisogno di titolari, Di titolari ha, invece, bisogno la proposta, l’iniziativa. Lei ha scelto di promulgare informazione nella sua vita, io no, io le informazioni le assorbo da lei e da chi come lei.
Il mio precedente intervento non aveva altra finalità oltre a quella di chi si proietta a contenere nella propria gabbia toracica il cuore di chi soffre per sentirne un minimo del dolore che pulsa e della rabbia che freme, questo per solidarietà umana, ma anche per sentire il battito muto di una Giustizia che non c’è.
Cordialmente e con “non ironica” stima per il suo, invece, di coraggio. G.G.
Deve essere un personaggetto alquanto simpatico lei, Signora Salvadore, nonostante le sue frequenti crisi di crisi di identità: “ (...)ora più che amica posso dire di essere la decima sorella di Bruno Contrada (...)”; “ (...) Onoro e stimo tuo padre, come se fosse il mio”.
...la stagione sessantottina. La ringrazio infinitamente per avermi ricordato che si è conclusa, ma rimango fermamente convinta che la mancanza della forma non sovrasta ne distrugge la materia, pertanto, fine coincide con inizio e, di nuovo, a ciclo continuo. Lei si spaccia per “amante della Verità”, allo stesso tempo ha la certezza di professare la “Verità Assoluta”...mi chiedevo: ha mai sentito parlare di democrazia?
Mi complimento per il suo sfoggio di cultura enciclopedica...a malincuore trasmette il nulla, le sue frasi sono prive di interiorità ma pregne di veleno...fortuna vuole che l’obiettività lo riconosce come veleno falso e, per tale motivo, poco può nuocere.
Non voglio dilungarmi oltre, a questo punto, la prenda come ulteriore mancanza di coraggio, come pochezza culturale nel compararmi a cotanta sapienza infusa corredata dalla sua dignità cromosomica...io le dico che è semplicemente consapevolezza di lottare contro i mulini a vento, ahimé, non credo sia la forza eolica a muoverne le pale.
Stavolta, però, nonostante il suo essere cristiana e cattolica, come traspare dal suo “per nulla insidioso” linguaggio...non sia fessa, non mi degni di una risposta. G.G.
Proceda pure, per il resto. Ciò che ha scritto non merita che io o altri aggiungiamo una sola riga di commento. E’ stata lucida, palmare. La invito ad agire legalmente. Ci vediamo in tribunale.
Riguardi, però, la normativa sul diritto di replica e, visto che ha una certa dimestichezza con la rete, controlli pure i valori di popolarità e gradimento di "la Voce di Fiore". S’è contraddetta innumerevoli volte, ha cercato di screditare Salvatore Borsellino e Marco Travaglio, ha fatto insinuazioni senza addurre fatti a conferma, ha abusato della libertà che dalle origini c’è su questo sito, ha estrapolato delle frasi a destra e manca per corroborare la sua tesi sull’innocenza di Bruno Contrada.
Contrada è colpevole per la giustizia dello Stato, punto. Non sono io a dirlo, ma i giudici. Se, poi, dott.ssa Marina Salvadore, sia configurabile un suo discredito al loro indirizzo, questo sarà verificato nelle sedi opportune.
Con la prepotenza, le ricordo, si ottiene nulla. Lei è stata ospitata sulle nostre pagine elettroniche, non lo dimentichi.
Sull’Annuario dei Giornalisti, edizione 2008, il suo nome non risulta fra gli iscritti. Il dubbio di cui dice non era dunque campato in aria.
Su tutto, mi suona strano che una persona che dichiara di spendersi per la causa di Bruno Contrada mostri questo atteggiamento, inequivocabilmente fuori luogo. Pazienza, darà motivo, a quanti leggono, di tenere le distanze dal suo movimento.
Emiliano Morrone
Peccato non averlo potuto fare: se il blog fosse stato dotato della possibilità di inserimento di effetti sonori, quello che avrei scelto a seguito del suo ultimo intervento sarebbe stato l’applauso.
Lei parla di dittatura...le ricordo, ma non le ripropongo la domanda del mio precedente post: ha mai sentito parlare di democrazia? Riconoscere le diversità, ascoltare i pensieri, argomentarli e non attaccarli, accettare decisioni pur non condividendole...ha mai applicato definizioni del genere?
Lei si è auto-definita “cane sciolto”, metaforicamente oltre a dare l’immagine di libertà di parola e pensiero, questa figura traduce anche quella di chi porta con se grosso bagaglio di esperienza, di chi, in bocca, ha papille che assaporano vita vissuta...badi bene: io non metto in dubbio il suo essere “cane sciolto”, posso comprendere il suo infervoramento ma non lo identifico come giustificazione per i suoi attacchi gratuiti alla comunità del forum...ne ha avute perfino per il Webmaster.
Nonostante la diversità di pensiero e, soprattutto, di modalità di esposizione dello stesso, reputo ammirevole il suo essere tenace, il suo temperamento tutt’altro che arrendevole. Le ricordo, io sono soltanto una lettrice e non faccio informazione, l’informazione la prendo da fatti oggettivi: il Contrada è colpevole “a parer di Stato” non di bloggers identificati, non identificati, identificabili.
Rilegga e analizzi i suoi commenti, a iniziar dal primo, contengono solo attacchi e offese gratuite...avrebbe dovuto aspettarsela una difensiva, proteggere il proprio pensiero è caratteristica dell’indole umana, signora Salvadore, lei il suo è arrivata a difenderlo con una minaccia: “Concordate le dovute pubbliche scuse o procedo?”. Mera perdita di decoro. G.G.
Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere.
Definitivamente, G.G.
Da assiduo lettore di questa testata, vi consiglierei a tutti d’andare a..... al mare, a prendervi una bella tintarella...
biagio allevato