Enti pubblici

San Giovanni in Fiore: selezione pubblica per assistenti domiciliari, le precisazioni di Militerno, Alessio e Morrone, dopo dichiarazioni dell’assessore al Sociale

domenica 27 luglio 2008.
 

Mi spiace che anche l’assessore Candalise, che pure dimostra temperanza e serenità di spirito, cada nel delirio della retorica di palazzo, additandomi le solite distanze geografiche che mal si conciliano con l’attività di amministratore.

Mi si imputa, non proprio velatamente, di ricercare costantemente del male nell’attività della giunta e di ricorrere a del sensazionalismo spicciolo e gratuito. Peccato che l’ultimo consiglio contraddica tali accuse. Innanzitutto ricordo all’assessore il mio ruolo che è quello di consigliere di opposizione e, rimanendo nel tema dei detti popolari tanto cari a Candalise, mi piace ricordargliene uno molto semplice che recita: domandare è lecito, rispondere è cortesia. Se poi il detto viene mutuato in politica direi che rispondere è un dovere, magari anche fastidioso, ma pur sempre un dovere! Invito, poi, l’assessore a rileggersi il mio comunicato come quello anche di Morrone e Alessio per comprendere che si chiedevano, in modo palesemente pacato, semplicemente dei chiarimenti riguardo a dei temi che sono e saranno sempre molto cari al movimento. Peraltro i titoli cubitali sui giornali non li scelgo sicuramente io.

Il facile ricorso alle invettive e alle filippiche è indice di un nervosismo latente che da mesi serpeggia nella maggioranza tenendo in ostaggio la crescita della città.

Questa lenta agonia politica sta indebolendo il tessuto sociale ed economico della città, compromettendo seriamente le speranze di riscatto. Si ringrazia, tuttavia, l’assessore per la risposta data anche se con evidente ritardo. Restano, altresì, da chiarire i modi confusionari con cui i vari enti dialogano fra loro. Perché destinare dei fondi per attività che possono essere assicurate dagli LSU, già pagati dalla regione? Perché non chiedere alla Comunità montana di cambiare, su impulso del comune, la destinazione di tali fondi verso servizi che oggi languono nell’oblio? Il fenomeno delle devianze giovanili a San Giovanni chi lo studia e, soprattutto, chi lo monitora, chi lo affronta?

Una dimostrazione in più, ammesso che ce ne fosse bisogno, che la pletora di enti pubblici deve essere semplificata rafforzando i poteri degli enti locali tipici ed eliminando quelli improduttivi e inutili, proprio come le comunità montane. Sereni saluti a tutti.

Marco Militerno

Consigliere comunale del movimento politico "Vattimo per la città"

Siamo molto sorpresi dalla risposta di Antonio Candalise, assessore alle Politiche sociali del Comune di San Giovanni in Fiore, a una richiesta di chiarimenti del consigliere comunale Marco Militerno e, a parte, dei sottoscritti, a proposito della recente selezione pubblica per assistenti domiciliari bandita dal municipio.

A una semplice e normale richiesta di chiarimenti non può seguire, di regola, una risposta polemica come quella dell’assessore Candalise, che non ci è stata inviata ma è reperibile sul sito di Sila tv (tg del 28 luglio 2008) e a questo link del sito Ebeteinfiore. Da notare che Ebeteinfiore ha definito la richiesta di Militerno come nota polemica. Vai a capirci!

Gli amministratori pubblici hanno il dovere di rispondere, spiegare, fornire delucidazioni. Ciò, in primo luogo, per ridurre la distanza fra Stato e cittadini che il costituzionalista Giorgio Berti individuava a partire dalle modalità di voto all’inizio degli Stati nazionali.

Oggi l’amministrazione pubblica si rende trasparente e pronta all’informazione, anche coi servizi in rete.

Niente di strano, perciò, se un cittadino chiede - con garbo, peraltro, nel caso di specie - e se da palazzo si risponde senza deviare dall’oggetto dell’istanza.

Nel richiamare la distanza spaziale di Militerno e Morrone da San Giovanni in Fiore, uno vive a Bologna, l’altro a Roma, Candalise ha confermato la tradizionale linea di comunicazione istituzionale dell’attuale giunta di San Giovanni in Fiore. Secondo cui la cosa pubblica è, dal punto di vista di chi governa, cosa nostra.

Chi non dimora a San Giovanni in Fiore non ha diritto di chiedere a chi amministra: questo sembra l’orientamento dell’esecutivo comunale.

Le istanze cui si fa riferimento sono consultabili ai seguenti link: richiesta di Militerno - richiesta di Alessio e Morrone.

Non è accettabile che, rilevandone la lontananza, il potere politico accusi dei cittadini di San Giovanni in Fiore di sensazionalismo e quasi di ignoranza dei problemi veri della città. Se ci sono dei fondi, spendibili, dalla Comunità montana silana, è preferibile che si impieghino per politiche sociali rivolte ai giovani, piuttosto che per un’assistenza domiciliare agli anziani per la quale il Comune avrebbe già una sessantina di lavoratori socialmente utili, pagati dalla Regione Calabria.

Vivere altrove, dunque, non deve essere una colpa, specie quando un’amministrazione si prodiga, a suo dire, per la partecipazione degli emigrati all’ingegneria sociale nel luogo.

Personalmente, esprimiamo vivo apprezzamento per le rassicurazioni che il sindaco di San Giovanni in Fiore ci ha fornito ieri, 28 luglio 2008, in merito a una nostra istanza per occupare uno spazio pubblico al fine di discutere, il prossimo 18 agosto, di criminalità e società civile.

In quanto alla nostra conoscenza dei problemi di San Giovanni in Fiore e della Calabria, non crediamo che esistano dubbi sul fatto che ricerchiamo, approfondiamo, investighiamo, scambiamo con altri che agiscono nello stesso modo.

Sarebbe utile che dal palazzo, anche a San Giovanni in Fiore, ci fosse un atteggiamento di collaborazione coi cittadini, da noi più volte invano auspicato.

Ancora fiduciosi, invitiamo l’assessore Candalise e la giunta comunale tutta a vagliare con serenità e senza pregiudizi le nostre richieste, le nostre proposte, le nostre iniziative.

29 luglio 2008

Emiliano Morrone

Francesco Saverio Alessio


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