In data odierna è stato approvato alla Camera un provvedimento che modifica profondamente il DPR 309/90 (la cosiddetta legge sulla "droga"). In base alle nuove norme "la Cannabis indica, i prodotti da essa ottenuti, i tetraidrocannabinoli, i loro analoghi naturali, le sostanze ottenute per sintesi o semisintesi che siano ad essi riconducibili per struttura chimica o per effetto farmaco-tossicologico" sono definite come sostanze che "non trovano nessun impiego terapeutico" (Tabella I).
L’Associazione Cannabis Terapeutica sottolinea che tale classificazione è priva di ogni validità scientifica ed in netto contrasto con le più recenti acquisizioni della ricerca. Da alcuni anni è stato scoperto il sistema cannabinoide endogeno, attualmente oggetto di importanti ricerche in tutti i paesi scientificamente avanzati, inclusa l’Italia. Anche solo questo fatto, a prescindere dalle altre evidenze disponibili, basterebbe a far definire la Cannabis come "pianta medicinale" di primario interesse, e a incentivare la ricerca sulle funzioni biologiche e sui possibili impieghi terapeutici dei suoi principi attivi e dei loro derivati o analoghi di sintesi.
Ricordiamo che, negli ultimi anni, undici stati USA, il Canada, l’Olanda, il Belgio e altri paesi hanno già reso disponibile la Cannabis per le persone affette da varie malattie e disturbi, e per evitare lunghi rinvii nell’attesa di veri e propri farmaci, persino nella sua forma grezza di infiorescenze essiccate. Facciamo anche notare che una semplice ricerca su "Medline", la principale banca dati medica, lista ben 612 articoli sui possibili usi di cannabis/cannabinoidi nella terapia del dolore, e 163 sui possibili usi nella sclerosi multipla. Questi sono solo due dei numerosi campi in cui sono attualmente in corso importanti ricerche. Fra gli altri possiamo citare il glaucoma, le ischemie cerebrali (ictus), i glioblastomi, le epilessie, la sindrome di Tourette, l’osteoporosi, l’obesità, l’artrite reumatoide e altre malattie infiammatorie croniche di origine autoimmune. E questo senza considerare le applicazioni ormai consolidate, e supportate da evidenze incontrovertibili, come quelle contro la nausea e il vomito nelle chemioterapie antitumorali, e la stimolazione dell’appetito nella sindrome da deperimento da ADIS,
L’ Associazione Cannabis Terapeutica giudica l’odierna decisione dei parlamentari come una vera e propria offesa per tutti quei ricercatori italiani che in questo momento dedicano le loro energie sia alla ricerca di base che a quella clinica applicata su cannabis e cannabinoidi, e soprattutto per tutti quei malati che da anni aspettano una risposta alle loro aspettative e avrebbero sperato, come primo passo, almeno un allineamento dell’Italia ai paesi più avanzati.
Prendiamo atto con estremo rammarico del fatto che questa Legislatura, apertasi all’insegna della speranza, con la sottoscrizione di una proposta di legge sugli usi terapeutici della Cannabis da parte di oltre 100 parlamentari di quasi tutti i partiti, si conclude con questa netta e ingiustificata chiusura che certo non contribuirà al buon nome dell’Italia nella comunità scientifica internazionale.
L’Associazione Cannabis Terapeutica nell’esprimere tutto il suo biasimo per tale insensata e irresponsabile scelta annuncia che continuerà con immutato vigore la propria battaglia per la ricerca sugli usi terapeutici della Cannabis e dei cannabinoidi, sperando che la prossima legislatura saprà prontamente e radicalmente rimediare alla brutta pagina che oggi è stata scritta.
Il Presidente
Dott.Salvatore Grasso
Nel 2001 ho iniziato a stare male ad avere febbre continua , a dimagrire e a essere sempre stanca. Dopo mesi e mesi nessun medico di Sassari riusciva a capire cosa avessi. I medici iniziarono a darmi antibiotici senza sapere la causa della febbre. Gli antibiotici mi provocarono una forte stipsi e mi spuntò una ragade anale dolorosissima. Fui ricoverata all’ospedale civile e operata per la ragade. L’intervento riuscì ma i medici mi operarono senza fare niente per capire il perché avessi da mesi la febbre a 38 e perché pesassi solo 40 chili. Vari mesi dopo fui ricoverata alle cliniche di San Pietro e dopo essermi sentita dire dai medici che non mangiavo perché magari mi vedevo grassa, mi diagnosticarono la mononucleosi. Dopo qualche giorno e aver scoperto anche un’ernia iatale dovuta al dimagrimento, mi mandarono a casa in dimissione protetta perché una loro dottoressa stava male e avevano bisogno di un letto libero. I mesi passavano e continuavo a star male fino a che mi ricoverarono in piazza fiume nel reparto di malattie infettive .In 21 giorni di ricovero non riuscirono a scoprire cosa avessi. Alcuni medici di quel reparto mi dicevano che la mononucleosi era ancora in corso, altri mi dicevano che non avevo niente. Risultai positiva anche al citomegalovirus. Una dottoressa mi controllò l’armadietto e mi sequestrò i lassativi. Quando venivo ricoverata soffrivo di stipsi e usavo qualche lassativo per aiutarmi. Grazie a questa dottoressa mi spuntò di nuovo la ragade. Sempre durante questo ricovero, i medici informarono la mia famiglia che avevo i markers tumorali alti e che quindi avevo sicuramente un tumore. Mi fecero una puntura lombare e mi fecero alzare subito dopo. Io non riuscivo a stare in piedi, in seguito alla puntura alla schiena avevo mal di testa atroce e vomiti. Mi dissero che ero pazza e mi mandarono a fare una visita in psichiatria, dove mi dissero che ero io a provocarmi la febbre a 38. Nel 2004 vengo ricoverata alle cliniche di San Pietro per un altro intervento di ragade, dovevo ringraziare la dottoressa di Piazza Fiume che mi aveva sequestrato i lassativi! L’anestesia fu un disastro, mi punsero tantissime volte la schiena e mi sentii male...I giorni dopo l’intervento soffrivo di dolori atroci all’ano ma i medici mi visitarono e mi dissero che la ragade era guarita ma io avevo dolore terribile. Grazie all’anestesia rimasi due settimane a letto con forte mal di testa. Nel 2005 vengo di nuovo operata dallo stesso primario per la stessa ragade e perché dall’intervento precedente avevo sempre dolore e non riuscivo a stare seduta. Dovevo essere operata alle 9 del mattino e invece entrai in sala operatoria alle 19:00. E l’anestesia fu di nuovo un disastro , 12 punture nella schiena fino a quando svenni. Il primario era nervoso, era molto arrabbiato, urlava e diceva parolacce. Rimasi due settimane a letto con mal di testa atroce, si parlava di infezione meningea in seguito all’anestesia. La ragade guarì ma il dolore diventò ancora più forte. Non riuscivo a stare seduta ne ad andare a lavorare. Persi il lavoro. Andai da diversi proctologi, neurologi ma nessuno capiva niente. Mi visitarono nel reparto dove fui operata, alcuni medici mi dissero di rassodare i glutei in modo da non poggiare l’ano, altri che forse il dolore era psicosomatico, altri che avevo una disepitelizzazione. Feci varie ricerche su Internet, il mio dolore aveva un nome “ nevralgia del nervo pudendo”. In vari siti ,si diceva che la causa potevano essere gli interventi chirurgici nella zona anale. Nel 2006 fui operata di neurolisi del nervo pudendo che durante l’intervento trovò un ramo anale intrappolato in una massa fibrosa. Il dolore aumentò e si estese anche al gluteo. Non vi parlo dei giorni successivi all’intervento. Saltarono i punti, nessuno mi medicava o disinfettava la ferita e non avevo nessun antidolorifico in terapia. Ora sono due anni a letto con dolori atroci,non riesco a stare seduta ne a camminare. Prendo morfina, oppiacei, ma il dolore c’ è sempre ed è terribile. Ho solo 29 anni... è possibile che per una ragade anale io sia finita cosi? MI avevano detto che gli interventi per ragadi anali erano di routine e nessun medico mi disse che potevo correre questo rischio... Ora so solo che ho tanta paura e che purtroppo al dolore neuropatico causato da lesione dei nervi, non c’è soluzione.. Ora ho un neurostimolatore sacrale esterno da quattro mesi e mi devono operare per metterlo interno ma il dolore resta sempre forte. Assumo Neurontin, Cymbalta, Jurnista, Tavor, Efferalgan, Toradol ma non li reggo...nonostante prende il limpidex, ho vomiti nausea, stitichezza e fecalomi nonostante prenda movicol e sono a letto con dolori atroci da anni. Sono seguita dal primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale civile di Sassari. Dottor Vidili (o79-2061610 numero telefonico). Io vorrei provare la cannabis terapeutica per il mio dolore cronico atroce e magari tornare poter uscire come una ragazza normale di 29 anni. Potete aiutarmi? Può aiutarmi Dottor Grasso?
Daniela Celano Via Londra 11 b 07100 Sassari 079219118
http://health.groups.yahoo.com/group/CistidiTarlov/messages
http://cistiditarlov.populus.org/
Sig.ra Paola, la invito al nostro forum e a visitare il nostro sito e magari a raccontarci la sua esperienza.
Affettuosi saluti. Elisa