MILANO. VIA CONCHETTA ....

A PRIMO MORONI, IN MEMORIA. E ALLA SUA LIBRERIA "CALUSCA" E AL CENTRO "COX 18" - IN QUESTI GIORNI SIGILLATO E SOTTO SEQUESTRO. Una nota di Federico La Sala

domenica 25 gennaio 2009.
 

"CHI" SIAMO NOI, IN REALTÀ. Relazioni chiasmatiche e civiltà.

Lettera da ‘Johannesburg’ a Primo Moroni, in memoriam [19 marzo 2000] *

Caro Primo

Convinto, inattualmente e contemporaneamente, che occorra lavorare di più e meglio nella direzione di Marx (Freud, Benjamin, Sohn-Rethel, Paci, Fachinelli, Lea Melandri, e gli infiniti Altri e le infinite Altre) e che oggi, "nella ideologia dominante, invece, la teologia ha assunto il materialismo storico al proprio servizio, approfittando della congiuntura per la quale esso è oggi quel nano che facilmente si occulta, piccolo e brutto come si ritrova"(cfr E. Sanguineti, Introduzione, K. Marx - F. Engels, Manifesto del Partito Comunista, Roma, Meltemi editore, 1998, p. 9, cors. mio), ho deciso di scriverti di alcunì risultati di mie riflessioni, per sollecitare una ripresa del lavoro critico, della pratica della libertà e della lotta di liberazione. Mi auguro che siano degne della tua stimatissima attenzione. La mia convinzione, per evitare inutili equivoci, è questa: solo con Marx, e con un Marx liberato dalla sua offuscata lucidità, possiamo capire criticamente Platone (la filosofia), Gesù (il messaggio evangelico e la religione cattolico-romana), Hegel (l’identità della filosofia e della religione) e il nostro tempo, non vicerersa. E la mia proposta - presentata qui di seguito come via chiasmatica della conoscenza non è altro che la proposta di un materialismo storíco liberato dalla sua cecità e capace non solo di realizzare "un’ananmesi della genesi" e "risolvere il míracolo greco passando attraverso il denaro" (come ha intuito e tentato Sohn-Rethel), ma anche di sognare meglio quello che hanno sognato tante generazioni e anche noi ancora sogniamo [...]

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-  Caro Primo,

su questa strada, mi sembra, è la via d’uscita (sul tema, cfr. Michael Walzer, Esodo e rivoluzione, Milano, Feltrinelli, 1986) dall’Egitto capitalistico e la ‘chiave’, consegnataci dal Dio dei nostri padri e delle nostre madri, per entrare nella Terra... promessa e abitarla in spirito di pace, giustizia, e amicizia. Il comunismo è la cosa semplice, più difficile a farsi.

Dar vita a quello che Tu, nella piccola terra-libreria - lo specchio della tua identità e della tua libertà, il grande spazio aperto e accogliente della Calusca prima e della Calusca City Lights dopo, superando difficoltà e mai perdendo il coraggio e la lucidità, hai saputo far accadere, e mostrarne la possibilità: esseri umani che si incontrano nella libertà, nel rispetto reciproco, e, amichevolmente, fanno Uno (la Relazione Chiasmatica) e questo Uno illumina, spezza le catene e apre i recinti, trasforma le relazioni (a riguardo, ricordo la ‘magica’ giornata - una per tutte, simbolicamente - in cui, in [via] Conchetta, si presentò e si discusse il lavoro di Giorgio Antonucci, Critica al giudizio psichiatrico, Roma, Edizioni Sensibili alle foglie, 1993), e realizza un nuovo rapporto sociale di produzione (di esseri umani, di idee, e di cose), apre a una nuova, chiasmatica, prassi e a una nuova misura di tutti gli affari umani.

Nonostante gli inevitabili errori e inciampi, molti sono stati i LUMHI (Libera Università di Milano e del suo HInterland “Franco Fortini”), i nuclei di microutopie (cfr. Sergio Bologna, Due parole tanto per..., in AA. VV., Lezioni sul revisionismo storico, Cox 18 Books, Calusca City Lights, Milano 1999), da te accesi e disseminati per le strade (del mondo e) della Milano che fa male.

Tu hai ben capito che il cielo della metafisica non è che non esiste, e che non è nemmeno il cielo di carta del teatrino politico-religioso capitalistico, ma è lo spazio libero della Relazione amicale e amorosa, già dei nostri padri e delle nostre madri, non lo spazio occupato dal Vitello d’oro del Signore di turno, di Platone, di Hegel, o di Papa Wojtyla - il Dio del Denaro e del Capitale.

Marx, Nietzsche, e Freud, avevano e hanno ragione: la filosofia speculativa e la religione assoluta, quella cattolica, hanno stretto una santa alleanza e inquinato l’al di là, per dominare l’al di qua. Insieme a loro, e ai nostri padri e alle nostre madri, noi non possiamo non riprendere il cammino, bonificare il cielo e liberare noi stessi, noi stesse, e la terra. Come in alto, così in basso: non facciamoci ingannare dal gioco degli specchi. Nello specchio si riflette ciò che noi, volendo e potendo, facciamo o non facciamo, non c’è né il Dio che ci ordina questo e quello, o ci vieta questo e quest’altro, né il modello di quello che dobbiamo o non dobbiamo fare! La religione è l’oppio per i popoli, il platonismo per un popolo... ‘eterno bambino’.

Tu lo sai e ne abbiamo discusso spesso. Intorno alla Terra non c’è il grande nemico, il nulla, come vogliono far credere nel pensiero e nella realtà i vari Faraoni che nel tempo hanno sempre innalzato grandi muraglie (ricordiamoci di Giordano Bruno) e inventato il filo spinato per costruire campi di concentramento di esseri viventi, di animali (enclosures) prima e di esseri umani (Auschwitz) dopo.

Come intorno alla Terra, così intorno e dinanzi all’Io in carne e ossa: non c’è il nemico o la nemica, lo straniero o la straniera, ma altri esseri umani, sensibili e razionali come noi, con cui incontrarsi rispettarsi arrabbiarsi e fare addirittura la guerra, non per annientare o essere annientati, ma, battendosi - come dice e ha fatto per tutta la vita Mandela - senza disonorare l’avversario, per trasformarsi a vicenda, continuare a camminare sulla strada della vita, e crescere insieme, in più di amore (non di odio e distruzione) di sé, degli altri esseri umani, e dell’intera Natura.

La storia siamo noi... A partire da due uniti in Uno, e non da uno che vuole fare l’Uno, e non sa nemmeno Chi è il Primo e come nasce il Primo e chi è Primo Moroni, il nostro leader maximo - l’archivio vivente della nostra memoria.

Tu sai e sapevi la differenza (non solo imparata da tuo padre e da tua madre, ma anche dal tuo grande e saggio maestro, il compagno Mario Spinella - non dai vari accademici platonici) tra socialismo e barbarie e non hai mai confuso “Moro” (alias, il nostro grande Karl Marx) con Stalin (tu stavi attento a quanto facevano Franco Fornari, Elvio Fachinelli e tanti altri psicoanalisti e avevi letto non solo Sigmund Freud ma anche il lavoro del compagno Wilhelm Reich, o grande Primo, e conoscevi benissimo La psicologia di massa del fascismo [Milano, Sugar editore, 1971], come del ‘comunismo’ staliniano - e L’assassinio di Cristo [Milano, Sugar editore, 1972], e come si era diffusa la peste emozionale tra l’umanità!) e Moro (Aldo) con il ‘grande vecchio’ delle Brigate Nere (‘cattoliche’, ‘americane’, e mafiose). E hai capito che le Brigate Rosse (dalla vergogna delle loro radici molto cattoliche e poco cristiane, molto staliniane e poco marxiane) confondevano l’uno con l’altro e uccidevano l’uno e l’altro.

Tu, Primo, non ti sei lasciato confondere le idee e le emozioni, non ti sei fatto terrorizzare da quanto ci accadeva intorno, hai cercato di capire, e hai sempre parlato con chiarezza, intelligenza e cuore, e sei andato avanti con tranquillità e insieme con rabbia e dolore... ma luminosamente.

Conoscevi e conosci la misura e la bilancia delle azioni e delle ricchezze delle persone e hai saputo trovare il passaggio epocale della libertà dalla trappola ideologica degli opposti estremismi (di chi ha detto - “Ho fatto solo il mio dovere”, nell’opera di sterminio del popolo ebraico, del popolo Rom e degli omosessuali di tutti i popoli e nello sganciamento dalla Enola Gay del “Little Boy” su Hiroshima) e del revisionismo storico (stalinista prima e fascista dopo).

E hai saputo praticare ed esercitare, con saggezza e responsabilità, la tua sovranità e la tua libertà, e realizzare, nel Ticinese, nella tua zona (cfr. la bella giornata dedicata alla presentazione e alla discussione del libro di Hakim Bey, dove non si teorizzava se non ciò che tu e la tua Calusca già avevi realizzato e praticavate - e con più lucidità, come giocando e sorridendo feci rilevare nel mio intervento - già da anni: “La TAZ deve essere la scena della nostra presente autonomia, ma può esistere solo a condizione che già ci conosciamo come essere liberi” [T.A.Z. Zone temporaneamente autonome, Milano, Shake edizioni, 1991, p. 48]). Uno spazio chiasmatico di relazioni vive, ricche, e straordinarie, un arcobaleno (come in Sudafrica) a Milano. Un miracolo.

Finalmente siamo arrivati a capo - alla Città del Capo, di Mandela, del Capo di Buona Speranza. Ti ricordi la brutta giornata in cui cercammo di discutere della mente accogliente (op. cit.), e chi giocava il ruolo di avvocato del diavolo (devo dire, molto bravo - perché non sapeva di giocarlo) disse cose che non stavano né in cielo né in terra relativamente al tema, e noi, per poca chiarezza di mente, di cuore, e, soprattutto, bloccati da un amico ‘grande luminare’ che si trasforma in ‘nemico’ e ti confonde le idee, lo lasciammo parlare e parlare nel suo modo pieno di saccenteria e tracotanza, ci bloccò la voce in gola e rese l’atmosfera della Calusca tutta grigia e plumbea.

Tu, alla luce della tua esperienza, competenza, avevi capito il gioco e, con il tuo sapiente eccezionale sorriso, carico di umanità e incoraggiamento, mi sollecitasti ad andare avanti, oltre. Grazie ancora, Primo. Resterai sempre nell’archivio vivente della mia memoria. Nei miei confronti, come con tutti e tutte, sei stato un amico leale e forte, sempre generoso e disponibile, con la tua viva e libera attenzione.

Ti ho veduto da lontano (Taba asi), come salutano e dicono qui gli ultimi sopravvissuti a tutte le miserie della nostra cultura Occidentale - i primi abitatori di queste terre edeniche (da noi, Uomini bianchi, guardatici allo specchio dell’odio di noi stessi, scambiate per giungla) chiamati abitanti della foresta, boscimani. Da Johannesburg ti lancio, a voce, un pianissimo fortissimo - acutissimo: ciao, Primo!

Mi auguro che i boscimani sopravvissuti, nel deserto del Kalahari come nel deserto delle metropoli del mondo, raccolgano il messaggio e te lo trasmettono sul filo del vento - fino alla tua Calusca, nella tua Chiaravalle.

Anche Rolihlahla, questo ragazzo della tribù Xhosa, un grande attaccabrighe, anch’egli un leader maximo formidabile e un archivio vivente della memoria del suo popolo, il compagno Nelson Mandela, ha capito chi sei e ti saluta.

E, insieme, oggi 19 marzo 2000 d. C., nel ricordo del Dio dei nostri padri e delle nostre madri, di Giuseppe e Maria, padre e madre del nostro amico, Gesù il Nazareno, e della primavera che da voi e da noi sta arrivando, salutiamo te e tutti i compagni e tutte le compagne del Pianeta Azzurro.

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-  Sulla chiusura e il sequesto del Centro Conchetta e della Calusca, si cfr. nel sito,:

-  Milano: sgomberano Conchetta e la Calusca. A rischio l’eccezionale archivio di Primo Moroni. L’appello della figlia.

-  La figlia di Primo Moroni: "Ho paura per l’archivio di mio padre"

-  APPELLO: RIPRENDIAMOCI CONCHETTA (di Marco Philopat).
-  Per aderire:-> www.petitiononline.com/cox18/.



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