In una lettera di denuncia - indirizzata ai carabinieri del Nucleo (di Cosenza) di tutela e conservazione del patrimonio artistico - l’appaltatore dei lavori di consolidamento, restauro e rifunzionalizzazione dell’Abbazia florense, fermi dal 7 settembre 2007, scrive, circa l’affidamento pubblico degli incarichi di progettazione e direzione: "Dimostra l’illegalità della procedura seguita in modo talmente evidente e palese che risulta difficile trovare un modo sintetico ed efficace per evidenziare la sequenza di abusi commessi”.
L’abbazia risale agli inizi del 1200. Al seguito di Gioacchino da Fiore, i monaci florensi si stabilirono nell’altopiano calabrese della Sila, dove l’abate concepì le sue opere esegetiche e la “profezia” della Terza Età, il tempo dello Spirito Santo. Il suo pensiero utopistico influenzò, tra gli altri, Dante Alighieri, Michelangelo Buonarroti e Martin Heidegger. Ancora, si ispira a Gioacchino la struttura urbanistica che i francescani diedero a Puebla de los Angeles, Veracruz e Los Angeles.
San Giovanni in Fiore (Cosenza), dove si trova l’Abbazia florense, pare indifferente ai ritardi nei lavori, che dovevano terminare nel giugno 2008. Immobile la politica. Tipico scenario meridionale, d’attesa e atteggiamenti pilateschi; fra speculazioni su temporanei sostegni sociali, incapacità progettuale dei dirigenti politici, disastri urbanistici ed emigrazione perpetua.
Lo racconto in un articolo che sarà pubblicato sul bisettimanale "il Crotonese" di domani, 17 marzo 2009.