Al di là di provocazioni e insulti ricevuti, emerge, da vari commenti in queste pagine, una grande voglia di cambiamento.
La esprimono giovani calabresi, ragazzi di San Giovanni in Fiore (Cosenza), metafora di un’Italia furba e opportunista.
La manifestano, coi loro nomi, universitari stanchi di subire e lavoratori costretti a emigrare.
Le parole, le speranze e il disincanto degli autori, che evidentemente ci seguono da tempo, provano che una purezza c’è ancora in Calabria, e non si guasta, non cede alle pressioni dei forti.
Pensavamo che il senso della realtà fosse seppellito, nella nostra terra; che i "signori degli anelli", affaristi e trasversali, avessero ormai completato la lunga opera di persuasione collettiva, iniziata con l’avviamento delle regioni.
Pensavamo che, con ricatti e seduzioni, loro, i responsabili dello sfacelo svaccati a palazzo, avessero raggiunto lo scopo di sedare gli animi, chetare le rabbie, uniformare le coscienze.
Pensavamo male, dobbiamo dirlo, perché sin qui c’eravamo confrontati solo con amici di altri posti, Trento, Verona, Milano, Pesaro, Fano, Terni, Roma, Messina et coetera, ricevendone stimoli e sostegno.
Invece, anche a San Giovanni in Fiore, periferia dell’Impero del vuoto, ci sono dissidenti non ancora rassegnati; malgrado tutto sia stato compiuto, lì, per produrre paura e dipendenza, abitudine e morte della dignità personale, invece che emancipazione e ricchezza. Coi redditi minimi e i fondi sollievo, l’elemosina statale e l’assistenza indecorosa, i contrattini a termine e l’outsourcing, la politica ha creato bisogno e sudditanza.
Ci rivolgiamo in particolare a chi studia, a chi sogna un futuro dove è nato, perché è lì che ha investito per formarsi, assistendo alla devastazione del territorio, allo sperpero imperdonabile delle risorse destinate allo sviluppo.
Il "caso" De Magistris ha insegnato che "lor politici" sono d’accordo in Calabria, quando serve incassare, incamerare, arricchirsi alle spalle del popolo. Non c’è destra, centro e sinistra, in nome del dio denaro; non ci sono freni e si può calpestare qualsiasi regola, principio, valore collettivo. Al magistrato è stato impedito di svolgere il suo lavoro, di contrastare un potere criminale che ha distrutto parte del territorio e del futuro calabrese.
La resistenza dell’ex pm di Catanzaro, la sua fede inamovibile nella Giustizia, il suo esempio di uomo coraggioso e incorruttibile, chiamato a difendersi persino innanzi ai garanti supremi, rappresentano la base su cui vogliamo fondare la nostra azione.
Chiedo a Luigi De Magistris, a Sonia Alfano, Gianni Vattimo, Angela Napoli e Salvatore Borsellino, amici che stimo profondamente, di esserci vicini; di partecipare a questo progetto, che non sentiamo più come azzardo, per le tante e-mail di "sana ribellione sociale" indirizzateci spontaneamente.
Che cosa vogliamo?
Lo dichiariamo proprio ora, alla vigilia del ballottaggio per il governo della Provincia di Cosenza. Lo diciamo perché serva, perché costituisca una traccia e, assieme, una partenza significativa, indipendentemente dal responso delle urne.
Intendiamo aprire un dibattito su questo sito, per costruire un movimento culturale e politico che "si opponga al puzzo del compromesso morale", che sappia articolare un programma per i più deboli, i precari, i giovani, evitandone la fuga e le conseguenze (perpetuazione delle lobby di potere, espansione della ’ndrangheta, impoverimento culturale ed economico della Calabria e di San Giovanni in Fiore).
Su queste pagine - oltre ai lettori, mi rivolgo anche agli amici di "E adesso ammazzateci tutti" e a tutti i gruppi impegnati nell’antimafia - si potranno presentare proposte costruttive, affrontare i temi più importanti per l’emancipazione della nostra terra, discutere come e con quali persone intraprendere un percorso di vero cambiamento.
Lo spazio è aperto e libero. Si tratta, adesso, di impegnarci e riunire le nostre energie, al di là - m’ha ispirato ieri il caro Giacomo Marramao - delle posizioni di partito. C’è una Questione calabrese irrisolta, e non può più attendere. Il nostro attaccamento alle origini si misurerà sulle nostre scelte e sulla consapevolezza delle necessità, troppo spesso occultate dalle farse di privilegiati della "Casta".
Francesco Saverio Oliverio ha suggerito la riduzione dello stipendio degli eletti, che a suo avviso dovrebbe essere pari al salario medio d’un operaio. Maria Francesca Oliverio ha lanciato un appello all’unità dei giovani. Ci sembrano degli ottimi argomenti su cui dire la nostra. Diamoci da fare, allora, e non perdiamo tempo. La delusione indotta dal sistema si trasformi in forza vitale e aggregazione positiva.
Emiliano Morrone, 25 giugno 2009
Carissimo Paride,
dobbiamo continuare, perché non è impossibile rovesciare quel tavolo. Sono sicuro che la parola può vincere la rassegnazione e l’incoscienza politica.
Con la stima e l’amicizia di sempre,
emiliano
A me pare che, a cominciare dalla sottoscritta, si stiano presentando soltanto parole, discorsi generici, fumosi, che non inquadrano la situazione e non propongono nulla di concreto. Ripeto, proprio a partire dalla sottoscritta. Per cui, abbasso, per così dire, il livello della discussione riportandolo su un piano reale e concreto. Analizzando la situazione calabrese, specie quella della nostra provincia, se a vincere in politica sono sempre i soloti noti è per una ragione molto semplice. La Calabria non produce nulla, soltanto una massa enorme di disoccupati. I giovani finiscono nei call center, a consumare le proprie energie e peculiarità per arricchire le tasche di Abramo (mi riferisco ai Telic, di cui lui è proprietario), siano essi laureati in giurisprudenza, economia, ingegneria, letteratura, che abbiano la terza media o un diploma, siano musicisti o filosofi, finiscono tutti (e ne conosco tanti) con la cuffia in testa a pigliare telefonate per giornate intere. Questo avviene da qualche anno. Prima si finiva per lo più nei centri commerciali a lavorare da schiave per i Franchising. Qualche mese fa ho scritto un articolo che analizzava proprio la questione, sottolineando come la Calabria produce migliaia di laureati l’anno, che però non produrranno per la Calabria. Perchè costretti ad andar via, o restare e non realizzarsi nella propria professione. C’è anche altro da dire. La sanità,pubblica e privata, è il deposito per gli amici di partito dei potenti, come lo sono le scuole, ed i pubblici uffici. E’ questa la catena che bisogna spezzare. Bisogna,cioè,rendere i calabresi autonomi,e la Calabria in grado di produrre,in modo che non ci sia più bisogno di entrare nelle schiere dei soliti noti. Chè prima o poi, chi resta, ci finisce. Nè ho visti tanti di amici e parenti che la pensavano come me ed oggi fanno parte dell’esercito dei vincenti, per avere una sistemazione personale,perchè nel frattempo si sono sposati ed hanno dovuto mettere la testa a posto,o semplicemente per avere un posto in prima fila pure loro. Perchè non concentrarci su un progetto che miri a produrre qualcosa di utile,invece? La Calabria è una terra fertilissima, ricca di risorse naturali. Ed inoltre le nostre università "ci laureano", molto spesso, attraverso progetti che potrebbero essere concretizzati in loco. Conosco due ragazzi che presentarono una tesi di laurea in ingegneria che prendeva in esame la produzione di un combustibile attraverso la lavorazione della ginestra, di cui la nostra terra è ricchissima, con costi bassissimi. Pensiamo alla produzione di energia pulita e rinnovabile (non come l’eolico di Adamo),che non siano soltanto delle scuse per accaparrarsi i Por. Sono tante le cose che si potrebbero fare.Pensiamo alle nostre opere d’arte,alla tradizione culturale che vi ruota intorno,pensiamo all’Abazia florense,ce ne stiamo con le mani in mano ad aspettare che crolli (mi rivolgo ai sangiovannesi!!). Anche la proposta di Emiliano sulla produzione di canapa per fini industriali e terapeutici mi sembra interessante. Insomma, dobbiamo renderci autonomi e produrre lavoro pulito, lavoro che produca altro lavoro,che abbia rispetto per la nostra terra, per le sue bellezze naturali. Vi propongo di parlarne.
Anna Rita
Non immagini quanto mi renda felice questo post; in ambito facebookiano l‘avrei sicuramente condiviso. Finalmente, si avverte forte il desiderio di parole che vogliono concretizzarsi, di idee che vogliono prendere forma, di carica propositiva che vuole materializzarsi.
Sarei felice di leggere il lavoro di tesi sui combustibili naturali o, ancor meglio, di far due chiacchiere con gli sperimentatori. Sono sicura di quanto dal punto di vista tecnico lo studio sia valido, ma bisognerebbe capire bene se è stata condotta in merito un’analisi di mercato, di impatto ambientale, di efficienza del processo e se si a che livelli.
Quanto all’energia rinnovabile basta con i calabresizzati flops di eolico e fotovoltaico. Esiste una forma di energia rinnovabile e per nulla impattante dal punto di vista ambientale che di chiama ENERGIA ONDOSA: la fonte di questo gioiello è il mare e quanto di più bello di tutto ciò è che la Calabria ne è circondata su tre lati. Letture e studi in merito hanno piacevolmente occupato molte notti e molti giorni di un mio passato abbastanza recente, ancor di più, quello di persone a me molto vicine.
Argomenti come questi sarebbero grossi sogni portati a compimento, allo stesso tempo, non sono semplicemente realizzabili...ma ciò diventa possibile se, come prerogative, sii utilizzano (passi il termine) menti, desiderio di costruzione, amore per la realizzazione e soprattutto...fondi economici. Forse neanche quest’ultimo è un aspetto impossibile...del resto, un po’ di tempo fa, qualcuno disse con orgoglio (per me vergogna) “... per fortuna la Calabria è ancora in Obiettivo 1”.
In ogni caso, esistono secondo me, appigli di ripresa di molto più immediata realizzazione: gli sviluppi delle tematiche turistico- ambientali- archeologiche nell’ambito della pianificazione territoriale, per esempio.
Sono tutti aspetti di “sacrificata” realizzazione...ma io spenderei n vite per poterlo fare.
Giusy
Proposte concrete, che provengano dal basso, da chi ha dentro il sacro fuoco della passione per la propria terra, per il suo progresso ed emancipazione. Si, è con le proposte concrete che sarà possibile raggiungere questi risultati, e naturalmente tanti sacrifici e forse tante delusioni.
Sono d’accordo con voi!
Ma sarà altrettanto necessario coinvolgere il più alto numero di persone, coinvolgerle attorno ad un nucleo concreto e possibile di proposte, che rilancino prima di tutto la volontà di cambiare, trasmettere loro l’entusiasmo che tutto è possibile, anche crescere con onestà, se si usa la testa insieme alla passione.
Credo invece che creare una linea di separazione tra chi con coraggio resta e chi “scappa” per paura, “snobbismo”, per arrivismo, sia il solito errore che gli intellettuali italiani compiono da sempre, il cui unico risultato è stato e continua ad essere quello di allontanare le persone dalla battaglia civile!
E’ vero che c’è chi scappa per paura o per snobbismo, ma chi parte, o meglio emigra, non lo fa senza sofferenze, senza sacrifici facendo gavetta e subendo soprusi.
Chi parte non è colpevole, il più delle volte è vittima! Non confondiamo le cose!
Io ammiro chi è rimasto a lottare, o comunque ha deciso di vivere dov’è nato, ma sinceramente non condanno chi è partito!
Le proposte che leggo, potranno ridare speranza e nuova forza a chi vuole tornare è lottare insieme a voi, e le loro esperienze potranno ricambiare, conferendo maggiore forza alle vostre idee.
Grazie mille, caro Giuseppe. Concordo e attendo tuoi spunti. La Voce di Fiore è anche tua, è di tutti. Spero che riusciamo a incontrarci presto di persona.
Un abbraccio, emiliano
Ciao Emiliano, non ci conosciamo di persona ma forse telematicamente.
Credo che la prima cosa da fare sia adottare una base filosofica di riferimento che non può essere altro che di rottura. Rottura in tutti i sensi, incluso "ca ni ruppimma i cujjuni" e scrivere un Manifesto. Data la realtà calabrese e meridionale tenuta sotto controllo da un sistema di potere massonico-mafioso, armato fino ai denti in modo tangibile e un sistema clericale armato in modo intangibile, siamo nelle condizioni ideali per una base Strutturalista. Meglio ancora post-Strutturalista portata alle estreme conseguenze in una realtà estrema.
Giusto per riassumere:
Si definisce strutturalismo una tendenza metodologica che, nata originariamente in ambito linguistico (con De Saussure), si è estesa ben presto ad altri settori (dall’antropologia alla critica letteraria) dando luogo, negli anni Sessanta e Settanta, a una specifica "atmosfera culturale", che aveva come centro di irradiazione la Francia. Tale atmosfera non si è storicamente espressa in un movimento omogeneo e compatto, ma ha dato luogo a un certo numero di dottrine diverse tra loro. Ciò non toglie che tra queste ultime esista un orientamente comune di pensiero che può essere ricostruito mettendo in luce le posizioni contro le quali gli strutturalisti, al di là delle differenze reciproche, si sono unanimemente battuti:
a) l’atomismo e il sostanzialismo b) l’umanismo e il coscienzialismo c) lo storicismo d) l’empirismo e il soggettivismo
Contro ogni forma di atomismo logico e di sostanzialismo, lo strutturalismo afferma che la realtà è un sistema di relazioni i cui termini costituenti non esistono di per se stessi, ma solo in connessione tra loro.
Contro l’umanismo e il coscienzialismo gli strutturalisti difendono il primato della struttura sull’uomo, sostenendo che l’individuo non è libero e attore autentico delle proprie scelte e azioni, ma il risultato di strutture che agiscono per lo più a livello inconscio.
Contro lo storicismo, ossia contro la visione ottocentesca di un divenire omogeneo ed unilaterale, immancabilmente diretto verso il trionfo dell’uomo e dei suoi valori (libertà, giustizia...), lo strutturalismo vede la storia come un insieme discontinuo di processi eterogenei retti da un sistema impersonale di strutture psico-antropologiche, culturali, economiche, ecc. Parallelamente, contro una considerazione longitudinale delle cose (ovvero contro l’interpretazione della realtà in termini di divenire e progresso) lo strutturalismo difende il primato di una considerazione trasversale delle cose stesse (ossia volta a studiare la realtà come un insieme relativamente costante e uniforme di relazioni). Da ciò il tendenziale privilegiamento, nello studio dei sistemi, del punto di vista sincronico rispetto a quello diacronico.
Contro l’empirismo e il soggettivismo, lo strutturalismo sostiene che fare scienza significa procedere al di là dell’empirico e del vissuto, per porsi da un punto di vista assolutamente oggettivo.
http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=strutturalismo.html
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Tipici dell’approccio post-strutturalista sono: la ripresa di motivi nietzscheani come la critica della coscienza e del negativo (Deleuze) o il progetto genealogico (Foucault), la radicalizzazione e il superamento della valutazione ontologica del linguaggio heideggeriana e una prospettiva anti-dogmatica e anti-positivista.
..per dirla con Wikipedia.
A me viene da sorridere pensando a un eventuale Manifesto in 10 punti con base strutturalista ("fondata" da uno svizzero, de Saussure) presentato sull’Aspromonte, nel santuario di Polsi. Un Vaffanculo ideale al Vaticano, alla Mafia e a cu si futtiu i sordi :)
P.S. Le mie conoscenze filosofiche sono limitate ma spero di essere riuscito a spiegare la mia proposta, "Filosofia da combattimento" mi verrebbe da dire.
Caro Dino,
va benissimo il tuo approccio filosofico, del resto da tempo anche nostro. Ma insisto su un punto: dobbiamo essere fra la gente, con la gente, per la gente. E’ fondamentale, quindi, avanzare delle proposte concrete, riconoscibili, comprensibili e condivise. Mi permetto di suggerire, perciò, la ripresa in Calabria della coltivazione della canapa per usi industriali e terapeutici. Avremo tempo e spazio per raccogliere tutte le proposte.
Un abbraccio, emiliano
È un progetto che condivido anche se mi rendo conto che non è di facile attuazione. Quest’autunno, dal 23 al 25 ottobre, a Roma si svolgerà una nuova edizione di “contromafie” http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/737 Penso che anche questo evento potrebbe essere un importante momento di confronto, di riflessione e di proposta.
Maria Teresa
Proviamo a ragionare sulla proposta nell’articolo e usiamo il forum per dire la nostra in merito, per costruire. Ci sono luoghi diversi, e certamente il giornale è a disposizione, per discutere di altre iniziative, indubbiamente meritorie.
Grazie e cari saluti.
emiliano
Taglio corto e mi permetto di darti del tu. In tutta sincerità, non comprendo la tua posizione. Nei retrocessi post ti schieri palesemente a favore di una “nuova” possibile e prospetta politica condotta come fino ad oggi e, a parer tuo “con il cuore”; poi argomenti al pezzo di cui sopra linkando gli estremi di un’iniziativa specifica antimafia che sappiamo essere UNA delle attività di interesse nonché elemento di lotta aperta per le persone che alimentano le pagine di questo spazio elettronico con riflessioni, idee e proposte.
Sono convinta sostenitrice dell’evoluzione di pensiero come trasformazione perpetua oltre che dell’elasticità della mente “con ritorno”, ma di fronte a fenomenologie di questo tipo un “lubranico”interrogativo me lo pongo: perché segnalare un’iniziativa lontana dalla Calabria e da San Giovanni in Fiore per geografia fisica quando, proprio nella stessa Calabria e anche a San Giovanni in Fiore si svolgono, sovente, manifestazioni di equivalenti ma più specifici contenuti? Forse la Calabria o San Giovanni in Fiore rappresentano vincolo di esposizione per chi si schiera a sostenere una politica fatta “con il cuore”?
Dopo la domanda, un appunto. Nulla è di facile attuazione, neanche leggere e comprendere. C’è un postulato nell’insieme delle regole di “sopravvivenza” che lega con proporzionalità diretta la volontà del credere alla possibilità del realizzare...volgarmente VOLERE E’ POTERE, Maria Teresa, ...ma volere è condizione necessaria.
Tra le innumerevoli definizioni della parola “Politica” quella che preferisco è la più antica e si traduce nell’Arte di governare la società, pertanto significa curare con estrema diligenza le interazioni tra gli uomini ed il loro agire.
Credo fermamente che la causa della “questione sangiovannese”, di quella calabrese ma anche del mezzogiorno tutto, possa esplicarsi in un trittico di fenomeni: DISOCCUPAZIONE, POVERTA’, EMIGRAZIONE. Dall’ultima poi, spopolamento e retrocessione estrema dei territori.
Volendo collocare, nell’arco della vita di un meridionale il fenomeno emigrazione, mediamente ci si riconduce al periodo che coincide con la fine degli studi, siano essi accademici o da scuola media superiore. L’Università della Calabria registra un numero di iscritti che aumenta di anno in anno. Questo, per me, è sinonimo di voglia di rimanere a respirare l’aria della propria terra da parte di chiunque compie tale coraggiosa scelta. Quando si giunge alla fine degli studi la felicità dell’esser stati “proclamati” dura molto poco, poiché ci si rende conto, quasi immediatamente, di aver di fronte solo buio e barriere. A questo punto il bivio: emigrare o rimanere elemosinando di poter applicare al reale un minimo di professionalità maturata per gli studi condotti...ma in cambio di Nulla, o a tratti di Sfruttamento.
In Italia si parla molto di precariato ma in pochi pensano a tante, veramente tante persone che, al Sud, lavorano “in nero”. Esistono giovani insegnanti che prestano servizio presso scuole private solo per la gloria...”fa curriculum” si dice! Dopo anni di sottomissioni e vane speranze si ritrovano iscritti sulle graduatorie di inserimento dell’Italia Settentrionale...e, ahimè, vi “migrano”. Esistono operai completamente schiavizzati dalle imprese di costruzioni, che lavorano senza essere mai dichiarati ai fini INPS, INAIL e CASSA EDILE...naturalmente vengono prontamente nascosti o trattati da intrusi dal capo cantiere all’atto di ogni visita ispettiva. Esistono tecnici, “utilizzati” a mo di macchine di calcolo e produzione negli studi e nelle imprese a cui viene riservato trattamento economico nullo.
Potrei fare decine di esempi. La possibilità di esercitare nella propria terra è minima, ancor più grave per me, è che venga boicottata dall’avarizia e dall’egoismo di un’imprenditoria disonesta e antimeritocratica. Io voglio combattere questo.
Invito a continuare con i contributi. Tutte queste riflessioni ci aiuteranno a realizzare un programma che guardi anzitutto al futuro dei giovani. Ma è bene sentirsi parte attiva di questo progetto.
emiliano
Credo che un movimento come quello proposto sia necessario.
Credo che, in molti, pensino che uno dei pochi modi per rimanere in Calabria sia quello di entrare nelle grazie di un potente. Credo che, in molti, pensino che, ai fini lavorativi, entrare nelle grazie di un potente valga più di studiare, di impegnarsi, di investire in se stessi.
Questa politica clientelare, partitocratica,lecchinofila,meritofoba ci ha fatto credere questo,perché abbiamo visto i fatti.
Io voglio un movimento politico giovane,senza padroni,fatto per i giovani, per il progresso, innovativo, che recepisca le nuove tecnologie, a 360 gradi ricettivo e reattivo.
Mario Iaquinta
Carissimo Emiliano, è vero, in Calabria non tutto è perduto se giovanissimi come Maria Francesca Oliverio fanno pervenire a te, su questo sito, la loro voglia di schierarsi a favore di una politica pulita, ponendoti e ponendosi delle domande alle quali la nostra sporca politica non è mai riuscita a dare risposte, impegnata com’era a fare affari. Sono testimone diretta dell’impegno che il nostro comune amico(più tuo,forse) Luigi De Magistris ha preso con te, con la Voce di Fiore, schierandosi, in campagna elettorale, apertamente contro un certo modo di far politica in Calabria. Lui ha rappresentato l’alternativa, si è buttato nell’avventura politica certo che il clamore che hanno suscitato le sue incheste e la sua vicenda di pm avessero lasciato un segno nei calabresi, li avesse costretti a riflettere su quanto è stato,per anni,perpetrato a danno dei cittadini calabresi in una Regione che (parole sue durante quella bellissima cena che seguì l’incontro tenutosi a Rende il 26 marzo scorso,al quale ho partecipato anch’io,e che la foto che hai pubblicato testimonia), con tutti i soldi che sono piovuti dalla comunità europea, sarebbe potuta diventare una "piccola Svizzera". Molti giovani lo hanno sostenuto in Calabria, e molte persone oneste, che conosco direttamente, persone che, per non essersi mai allineate, hanno pagato e continuano a pagare, assieme alle loro famiglie, un caro prezzo. Con Luigi ho mantenuto un rapporto "epistolare" (fatto di scambi di email) durante la sua bellissima avventura che non definirei "campagna elettorale", chè la nostra attuale classe politica ne ha violentato il significato, facendolo diventare una maniera per andar in giro a raccontare bugie alla gente, circondandosi di yes man ed amici (molto poco raccomandbili) di partito.Ha chiesto proposte,idee,servendosi della rete per comunicare con tutti noi. I nostri amici Sonia Alfano, Carlo Vulpio, Gianni Vattimo, Luigi stesso hanno partecipato,spesso compiendo folli corse contro il tempo, ad incontri memorabili nei quali s’è discusso, spesso al fianco di Salvatore Borsellino,di legalità, giustizia, amore per la cosa pubblica e per tutti i valori presenti nella nostra Carta Costituzionale. Io ne sono, assieme a la Voce, testimone diretta. Il pregetto di queste persone è quello di costruire un futuro, assieme all’Italia pulita. Noi, da calabresi, ci aspettiamo un risveglio ideale (per citare l’amica Angela Napoli). Io, Vincenzo Tiano, Maria Francesca Oliverio,e tanti altri che come noi hanno la realtà davanti agli occhi e non intendono tacerla, mossi dall’amore per la nostra terra, la Calabria, vogliamo riprendercela, spero, in un progetto comune che serva soprattutto a ridare dignità ai calabresi. Per troppo tempo è stato volutamente mantenuto, in loco, un sottosviluppo culturale speventoso, ed è stata favorita la fuga delle menti migliori, dei giovani laureati, di tutti coloro che avrebbero potuto dar fastdio al palazzo perchè menti pensanti ed autonome. Invito i miei coetanei, quelli più giovani e quelli meno giovani, invito i miei conterranei calabresi a svegliarsi, alzare la testa, partecipare attivamente allo sviluppo della Calabria, ma svincolati dagli attuali uomini politici che buttano fumo negli occhi e credono soltanto in una loro intronizzazione. Le prossime elezioni regionali sono vicine, la battaglia per il ballottaggio nella nostra provincia, quella di Cosenza, è una battaglia all’ultimo sangue, ne sono testimone diretta, e vè una ragione: la provincia di Cosenza è la più estesa,la più popolosa, di solito il vincitore in questa provincia, dunque, può sognare di diventare il presidente della Regione. E di solito avviene. Come sempre, si gioca tutto sull’arraffamento (a volte anche illegale) di voti. Sbucano manifesti ovunque. Gli attacchini lavorano giorno e notte (specie la notte) per arraffarsi i muri più visibili. Racconto un episodio. La scorsa domenica percorrevo la statale 107, la silana-crotonese. C’è un restringimento di carreggiata, con un semaforo. Ebbene,sul muricciolo che separa le due carreggiate per deviare il traffico verso quella di sinistra, ci sono i manifesti di Oliverio, cosicchè nell’attesa che il semaforo dia il via, uno ha il tempo di scegliere per chi votare! E’ una lotta senza esclusione di colpi, sono uomini disperati, hanno paura di perdere il loro, consolidato potere. Forse perchè nell’aria si avverte il cambiamento. Contemporaneamente ricevo esortazioni ed incoraggiamento da una mia vecchia amica di Cosenza. Per me fino a qualche anno fa era impensabile. Sono fiduciosa ed ho il cuore pieno di speranza, dunque. Ero con te quando, da San Giovanni in Fiore, denunciavi l’episodio che ha visto coinvolto il nostro ex assessore regionale all’agricoltura Mario Pirillo che, durante una riunione di lavoro, ha chiesto voti, per se e per il suo collega Mario Oliverio. Ho ascoltato gli interventi di Luigi De Magistris, Sonia Alfano, Salvatore Borsellino, Carlo Vulpio e Gianni Vattimo che hanno avuto parole durissime contro il comportametno del nostro inamovibile politico, alla Regione per diciannove anni ed ora, dopo essere stato eletto grazie ad un considerevole numero di voti strappati a San Giovanni in Fiore, pure al Parlameno Europeo. Del resto, come dice il giornalista Marco Travaglio, "noi i migliori li esportiamo". Il mio impegno sarà quello di partecipare attivamente alla strada intrapresa da La Voce, dobbiamo creare un movimento florido e forte, che vada anche oltre San Giovanni in Fiore, abbracciando altre realtà calabresi e della provincia cosentina,da anni tenuta sotto gamba dai soliti noti. Voglio fortemente che i giovani come me restino, che non sentano il bisogno di respirare altrove una libertà che quì non trovano. Voglio che la mia terra riacquisti dignità,sulla scia del messaggio di speranza che l’abate Gioacchino da Fiore lanciò quasi otto secoli fà. Io, lo ricordo, attualmente risiedo in un comune della Calabria citra, Torano Castello, a 35 chilometri a nord di Cosenza. Un territorio estremamene sofferente e disagiato, piegato da un’inarrestabile emorragia di giovani, con enormi problemi, che offre soltanto tristezza, depressioni, droghe ed alcool, e la possibiità di diventare affiliati della ’ndrangheta, data la vicinanza al comune di Bisignano. Stiamo perdendo il nostro Liceo Classico, che ha conosciuto anni di gloria ed ha visto crescere culturalmente pure me. Non voglio arrendermi,però,nè piegarmi. Ho tanta rabbia,ma sò che un’altra strada è possibile. Ho tanto da dare a questa terra, ed insieme ce la faremo. Ora in cielo c’è l’arcobaleno. Io, che ho mantenuto un cuore pulito,che ho cercato di cogliere il mesaggio del Nostro Gioacchino, ne vedo un segnale di speranza.
Vi abbraccio, con amicizia
Anna Rita Sarro
Ci vorrebbero dieci, cento, mille persone come Anna Rita Sarro, zòon politikòn, animale politico che vive nella comunità civile ed in grado di percepire il giusto e l’ingiusto.
V.T.
Costruiamo tutt’insieme, Vincenzo, è fondamentale unire i nostri comuni ideali ed intenti. Spero che da questa discussione possa sorgere un movimento costruttivo, forte, positivo. Spero che i calabresi capiscano che è fondamentale partecipare attivamente,attravesro tutti gli ambiti,da quello culturale a quello guridico-lavorativo, come sottolineato dalla nostra amica Giusy,fino a giungere alla costruzione di un movimento politico(nel senso aristotelico,finalmente,del termine)dal basso.Dunque, non solo attraverso chiacchiere sui forum, e superando le posizioni egoistiche di ciascuno,in vista del bene comune. Spero che si venga allo scoperto, sicuri di non essere soli.
Ti abbraccio, e ti ringrazio.
Con viva stima, Anna Rita
Ciao Anna Rita, non so chi tu sia, ma appoggio non pienamente, ma di più, tutto quello che hai detto. Mi rincuora leggere i tuoi pensieri e affermazioni, per un verso simili alle mie, ma ciò che in confidenza ti chiedo, a te, a Vincenzo Tiano e chi altro voglia "lottare", è di non rimanere dietro questo schermo. Incontriamoci, parliamone, confrontiamo quelli che sono i nostri presupposti per iniziare e, le nostre idee. Spero che tutto questo sia solo l’inizio ma, non mi basta scrivere voglio agire e dar vita a cose concrete. Non è mai troppo tardi per iniziare.UNIAMOCI.
Distinti saluti.
Maria Francesca
Pienamente d’accordo con Maria Francesca: incontriamoci nel mondo reale; riscopriamo la nostra natura di animali politici dotati di parola. Edifichiamo idee e progetti; ritorniamo ad essere uomini in mezzo ad altri uomini. Praticamente per fare ciò abbiamo bisogno di un luogo fisico, una sede. Finchè non ne avremo trovata una, metto a disposizione casa mia a Montoliveto. Con Emiliano e l’avv. Luigi Tiano ho intenzione di costituire una Onlus per la tutela dei diritti civili e la promozione della legalità. Fatemi sapere...
Vincenzo Tiano
Ciao Vincenzo, sono felice che tu abbia accolto la mia proposta. Per quanto possa esser proficuo, e fammi usare il termine "chattare", non credo basti. Uno slogan "paesano" avrebbe detto: PARLIAMONE INSIEME. Facciamolo pure noi.
Maria Francesca
Carissima Maria Francesca, mi rincuora tantissimo sentirti parlare così. Hai assolutamente ragione, per costruire e fare rete bisogna anche incontrarsi, parlarne di persona, dventare amici. Sono certa che molte cose ci accomunano, e sentir parlare così una giovanissima come te per me è una gioia immensa. Io e Vincenzo già ci conosciamo, Emiliano ha i miei recapiti,puoi rivolgerti a loro per averli, ne sarò felicissima. Tra l’altro l’idea di Vincenzo mi sembra molto bella e mi vede d’accordo, ma proponiamo, allarghiamo il campo. Proponi anche tu. Incontriamoci. A presto
Anna Rita
Ciao cara Annarita, sono davvero entusiasta che tu abbia condiviso ciò che volevo arrivasse. Cercherò i tuoi recapiti e lotteremo per sentirci quello che di diritto siamo: CITTADINI SANGIOVANNESI. Io sono più che fiduciosa.
Ti stimo. Maria Francesca
La proposta mi trova in sintonia con il messaggio lanciato e su quanto detto, che De Magistris e’ per noi un esempio di certezza per il futuro ( orgoglioso di averlo votato ). Io sto vivendo nel movimento RISVEGLIO IDEALE di Angela Napoli un momento storico per la mia persona e per le mie battaglie, ricordo che da 15 anni sto combattendo a Cosenza una durissima battaglia contro alcuni rami delle istituzioni e della magiostratura per una truffa subita e oggi voglio interessare il mio giornale " la voce in Fiore " di cosa ha scritto Angela Napoli in una interrogazione parlamentare alcuni giorni fa sulla mia battaglia. ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03299 Dati di presentazione dell’atto Legislatura: 16 Seduta di annuncio: 189 del 17/06/2009 Firmatari Primo firmatario: NAPOLI ANGELA Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA’ Data firma: 17/06/2009 Destinatari Ministero destinatario: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA MINISTERO DELL’INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 17/06/2009 Stato iter: IN CORSO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-03299 presentata da ANGELA NAPOLI mercoledì 17 giugno 2009, seduta n.189
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell’interno.- Per sapere - premesso che:
in data 21 aprile 2009 sulla emittente privata calabrese «Telespazio TV» un cittadino di Cosenza, Pietramale Livio, ha denunciato una situazione di gravissimo disagio perpetrato a suo danno e a danno del suo nucleo familiare, ormai da quindici anni, da parte della Cooperativa Edilizia, denominata «Elettra» di Cosenza;
peraltro, l’interrogante ha già presentato, nelle precedenti legislature, numerose interrogazioni, indirizzate ai Ministri delle Attività produttive e dell’Economia e delle Finanze, tendenti a richiedere adeguati interventi di controllo sulla gestione della Cooperativa «Elettra» di Cosenza;
nell’esposizione dei fatti il Pietramale ha evidenziato documentate e gravissime irregolarità gestionali da parte di alcuni organi di Giustizia del Tribunale e della Procura di Cosenza;
in merito al contenzioso penale sarebbero emerse due posizioni documentali diverse da parte di Magistrati della Procura di Cosenza: l’una, del P.M. Criscuolo Gaito, titolare dell’inchiesta, il quale avrebbe inteso in merito alle denuncie archiviare il reato nei confronti di un avvocato di Cosenza, l’altra, del P.M. Patrizia Filomena Rosa, la quale in sede di giudizio nell’ambito di una disposizione di archiviazione di reato, sempre inerente la problematica del Pietramale, avrebbe affermato che «nell’annosa vicenda l’unica reale vittima sarebbe il Pietramale che sarà costretto a lasciare un appartamento che ha interamente pagato»;
sempre il Pietramale, nell’esporre televisivamente la propria disavventura, ha affermato con certezza e dovizia di particolari, che il 16 aprile 2002, durante l’esecuzione dello sfratto, sarebbe stato disposto l’invio di numerose unità dei Carabinieri congiunti agli Ufficiali Giudiziari e al momento dell’esecuzione dello sfratto, lo stesso Pietramale sarebbe stato aggredito e ammanettato dai Carabinieri e, cosa gravissima, sarebbe stato, altresì, oggetto di infiltrazioni intramuscolari di medicinali da parte del 118, senza alcuna informativa o consenso dei familiari e del medico curante; medicinali che avrebbero costretto lo stesso, a distanza di 24 ore, alla prestazione di cure presso il nosocomio cittadino;
al momento dell’esecuzione dello sfratto al Pietramale sarebbe stato riscontrato, da parte del medico del CIM di Rende su nomina dell’Ufficiale Giudiziario, una volontà di suicidio a causa dell’imposto rilascio della casa, mentre il medico legale Zuccarello ne aveva predisposto il ricovero presso una struttura adeguata; ma, sempre su dichiarazione del Pietramale, gli organi competenti ad eseguire lo sfratto lo avrebbero lasciato in stato di incapacità connettiva in macchina con la moglie, senza dare esecuzione alle disposizioni del medico legale nominato dal Tribunale di Cosenza -:
se, alla luce di quanto sopra esposto dall’interrogante, su denunzia televisiva del cittadino Pietramale non ritengano, per le parti di competenza, adottare iniziative ispettive presso Tribunale e Procura di Cosenza per accertare le elencate incongruenze giudiziarie e far luce sull’intera problematica. (4-03299)
Caro Livio,
io stimo profondamente Angela Napoli e condivido le sue battaglie. Apprezzo moltissimo la sua determinazione, la sua obiettività, il suo coraggio. Per questo, credo che dobbiamo ritrovarci tutti uniti in un progetto comune per la Calabria e San Giovanni in Fiore.
Un abbraccio, emiliano
E’ una proposta che si rivolge a tutte le forze sane, a chi s’è impegnato in prima linea e crede nel cambiamento, a chi oggi trova il coraggio di parlare e reagire. E’ una proposta aperta, senza distinzioni e restrizioni.
Un abbraccio, emiliano
Il mio sogno è di vedere i calabresi protagonisti nella loro terra, siano essi agricoltori, giornalai, netturbini, venditori porta a porta, postini, studenti, commercianti, benzinai, bibliotecari, librai, segretari d’ufficio, purchè volti puliti, onesti e vogliosi di lavorare per il bene comune.
Anna Rita
Grazie, carissimo Gianluca. Siamo sempre disponibili.
Un abbraccio affettuoso,
emiliano