Difficile sostenere il contrario. Siamo un po’ tutti Culitette. Aprire la pagina, provare per credere.
di ANGELO SPOSATO
Tu che eri le seghe dei ragazzini
occhi poggiati sul davanzale di un sogno.
Il tuo repertorio
di tette e di cosce
è lo spettacolo per me
le tue scene mi strozzano le mani
e batti il tempo
come per dirmi
di vogare forte nel tuo vaso di miele.
La tua grazia è fica
un’apparizione alla gola
ho denaro da spendere oggi
per pacificarmi il ventre
e giù di lì.
Le tue parole
bionde come un’attrice di Hollywood
somigliano a storie di marinai
che inventano trame
da crederci
solo se sai recitare un sogno
e quando sarò di nuovo in Germania
ti racconterò più porca che posso.