San Giovanni in Fiore

Primarie aperte: the end

Il Pd decide di disertare e mette fine alla speranze
sabato 14 novembre 2009.
 

“No assolutamente”, risponde il referente Tullio Cusani alla domanda se il Comitato per le Primarie aperte è ancora disposto a proseguire col Pd, cui ha riservato la pazienza dello yogin. Ore 23,43 di mercoledì 11 novembre, Cusani ci dice che i Democratici sono ancora assenti all’ultima riunione, prevista lo stesso giorno alle 21,30 e annunciata, sapevamo bene, il venerdì precedente; con la speranza, lontana, d’un ravvedimento per Damasco del partito di Mario Oliverio e Franco Laratta.

Forse i Democratici non erano stati avvertiti a modo, perché insinuare? Cusani assicura d’aver “chiamato personalmente tutti”. In questi casi, nel linguaggio comune il fatto verrebbe sintetizzato col termine “bidone”, anche per la presenza delle altre rappresentanze in seno al Comitato, Pdl e società civile. Ma è bene essere più narrativi ed evitare richiami, soltanto linguistici, a certa attualità calabrese, d’altra specie.

Un’ipertrofia politico-mediatica, dopo il nostro pezzo su “il Crotonese” di martedì scorso relativo alla fine delle Primarie aperte. Anzitutto la radio del posto, Prl, intervista nello stesso pomeriggio Cusani, il quale parla d’intoppi provocati da spaccature e titubanze nel Pd, auspicando che, nell’incontro del giorno seguente, il partito contraddica con responsabilità le deduzioni dell’articolista; confortate dalla lettura di verbali ufficiali e dalle conclusioni, virgolettate, del moderatissimo referente. Alla tv locale, lo stesso Cusani lancia dopo 24 ore un appello al Pd, ché sconfessi, partecipando, l’uscita su “il Crotonese”.

È l’atteggiamento di un possibilista che continua a crederci; pur sapendo che, tra assenze e divergenze, dal Pd chiedono tempo e comprensione alle calende greche, “vuoi - ci racconta - per le provinciali, vuoi per loro questioni interne, vuoi per il congresso, vuoi per il post-”. Esiste un accordo scritto sulle Primarie aperte, vale ricordarlo, firmato, per Pd e Pdl, da Franco Laratta e Antonio Barile.

Neppure uno del Pd ha seguito le trasmissioni in radio e tv? Può anche essere. Il conduttore Salvatore Audia, trascorsa un’ora dalla diretta radio con Cusani, scandisce, nel gr delle 19, che l’esponente del Comitato “ha smentito” l’autore del servizio apparso su “il Crotonese”, per aver anticipato “l’incontro di domani” (11 novembre, nda). La logica proposta agli spettatori è che il giornalista ha toppato, se le riunioni proseguono. Sponte, difende poi Oliverio, che nella pubblicazione ritiene additato quale artefice del fallimento delle Primarie aperte.

Nonostante il nostro ragionamento, dal tenore e approdo diversi: il Pd non vuole ridurre la distanza fra piazza e palazzo; così da anni, malgrado fatti e atti politici di grande rilievo.

Telefoniamo, in ascolto via Internet. Ci viene negata la replica sul momento. “Ora ci sono i dischi, si va a domani”, precisa Audia, che non fa mistero di militare nel Pd; e non è l’omonimo Salvatore, ex pirilliano, oggi loieriano, ritenuto probabile candidato sindaco se il centrosinistra, meno Idv e forse Comunisti, ciascuno per sé, non riconferma Antonio Nicoletti (Partito socialista), come trapela da fonti molto autorevoli. “Può darsi che ti smentiranno tutti, se stasera sarà fumata bianca”, prefigura Audia durante il nostro intervento nel successivo gr delle 19, a poche ore dall’atteso confronto definitivo. E invece è nera: dalla Sistina del Comitato, riunito nella sede di Legambiente, esce scurissima come previsto. Da tutti.

“Neppure Manuel Mascaro è venuto del Pd, nessuno; ci siamo consolati con Saviano in Rai”, ci riferisce Cusani al cellulare, aggiungendo: “La dimostrazione che quando il Pd non ha la titolarità di qualcosa, sta sulle sue; posso dirlo perché è tanto che qui mi occupo di cittadinanza attiva, e dialogo senza pregiudizi di bandiera”. Proviamo a riassumere. Abbiamo visto giusto circa l’esito delle Primarie aperte. Possediamo una sfera di cristallo, sofisticate cimici o la popolaresca “guallera”?

Nulla di ciò. Anche ai più distanti dalla politica non è sfuggito che il Pd è spaccato, organizzato dallo stratega Oliverio; dominante rispetto a Laratta, sconfitto dalle Primarie del partito e poi dimessosi da segretario cittadino. Il primo dichiarò alla stampa la propria contrarietà alle Primarie aperte, secondo Barile. A riguardo, però, non ha mai ribattuto in ambito pubblico. Un simpatico lettore ci ha inviato una mail, con scritto, alludendo a noi: “Quel vegliardo dell’Apocalisse è il migliore amico dell’onorevole Oliverio”. Di là dallo spirito, che non guasta mai in tempi di tristezza e robotica, l’abbandono delle Primarie aperte a opera del Pd ne sancisce la conclusione. “L’incontro di mercoledì scorso era pro forma”, spiega Cusani. E peraltro la forma è sostanza, secondo Nietzsche e i saggi ignoti. Quelli della “guallera”.

Sabato 14, il Comitato illustra il proprio percorso alla città, per intero; ore 17, presso il “Centro Florens” dell’Arssa. In concomitanza, il giornalista Elio Veltri presenta il suo ultimo libro, “Mafia pulita”, Edizioni Longanesi, scritto col giudice Antonio Laudati.

Nell’intervista alla tv di San Giovanni in Fiore, Cusani motiva il collegamento: “Oggi la mafia è cambiata, la questione è legata al mercato del lavoro, che in Calabria è condizionato dal clientelismo, ragione per cui ci siamo spesi allo scopo di concorrere, con le Primarie aperte, a un rinnovamento delle idee e della classe dirigente politica”.

Si tratta, dunque, di un appuntamento per decretare ufficialmente lo sbocco del lavoro del Comitato e le posizioni e responsabilità politiche dei partiti aderenti. Soprattutto una rara occasione per riflettere su locale e globale, diagnosi e terapie. In un presente che non lascia ipotizzare orizzonti di sole.

Il cantante Daniele Silvestri esprimeva così, in un suo brano, l’evoluzione della criminalità organizzata: “Il mio nemico non ha divisa, ama le armi ma non le usa, nella fondina tiene le carte Visa e quando uccide non chiede scusa”. Mentre l’eroico Peppino Impastato definiva la mafia “una montagna di merda”.

Emiliano Morrone

Già sul Crotonese del 12 novembre 2009


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