Idee

Manifesto in difesa delle civiltà - apparso su Liberazione - selezione a cura del prof. Federico La Sala

lunedì 6 marzo 2006.
 

MANIFESTO IN DIFESA DELLE CIVILTA’.

Dieci idee contro il razzismo

(Liberazione, 05.03.2006)

L’Occidente vive una crisi profonda. Dei suoi modelli economici e sociali, ma anche dei suoi modi di produrre e di consumare: della sua civiltà. La “favola bella” della globalizzazione, che prometteva una nuova straordinaria stagione di progresso per tutti, l’età dell’oro, è finita. Il dominio del mercato - mondiale e unico - ha generato disuguaglianza, insicurezza, instabilità, nuova concentrazione delle ricchezze nei paesi ricchi. E come consulenza di tutto ciò ha generato guerra. La guerra non è un accidente, una eventualità: è la conseguenza di questa globalizzazione occidentale, è inevitabile, è la via di sopravvivenza per il mercato unico.

A questa crisi dell’Occidente, a questo “male oscuro”, che pervade le nostre società, una parte delle classi dirigenti, dell’intellettualità e della Chiesa, offrono una risposta apertamente reazionaria. Che talvolta si mantiene nei confini del buonsenso e del conformismo, talvolta - spesso - non riesce ad evitare accenti razzisti e xenofobi. In che consiste questa risposta? Nell’idea che lo “scontro delle civiltà” sia inevitabile e anzi sia già in atto, e che la chiave di volta della “Storia” - l’unica via per salvare l’umanità in pericolo - sia la “riscossa” dell’Occidente minacciato. Il regolamento dei conti tra le civiltà superiori - cioè più ricche, tecnologicamente più avanzate - e il resto del mondo. Condizione perché questa riscossa abbia successo è la sconfitta di quei pezzi del mondo non-occidentale che sono più lontani dall’idea dell’integrazione. Per questo la cultura islamica, i popoli arabi - e i migranti - diventano il nuovo capro espiatorio delle nostre difficoltà e delle nostre paure. Proprio come accadde ai tempi delle crociate contro gli “infedeli”. Questa nuova crociata - pubblicamente dichiarata con il manifesto di Marcello Pera (per la difesa dell’Occidente), che ha raccolto l’adesione di gran parte del centrodestra e che ieri è stato illustrato al Papa - si riconnette organicamente ai valori antimoderni e preilluministici, in nome della restaurazione delle Gerarchie tradizionali, di tipo sociale, culturale, sessuale.

Questo progetto - qui in Italia - inquina pericolosamente il clima, ben al di là della campagna elettorale: alimenta l’odio e l’ intolleranza, corrompe la cultura e ne impedisce lo sviluppo, semina un nuovo inquietante integralismo, disintegra persino le basi del liberalismo, punta su un neofondamentalismo occidentalista di segno autoritario. Noi vogliamo contrastarlo attivamente, rilanciando una carta dei valori radicalmente alternativa. Ve ne proponiamo uno schema e vi chiediamo di aderire.

IL MANIFESTO

L’UGUAGLIANZA

Le donne e gli uomini sono tutte e tutti uguali. Ogni essere umano nasce con lo stesso diritto ad una vita compiutamente realizzata, senza distinzioni di genere, casta, censo, reddito, etnia, religione. Lo scopo fondamentale della politica è quello di affermare questo principio. Aspirando a costruire un mondo dove le disuguaglianze siano sempre minori. Il compito primario della politica non è quello di assicurare efficienza allo sviluppo, ma di ridurre e cancellare le sopraffazioni e le disuguaglianze nelle relazioni tra persone, popoli, Stati. Solo in questo modo si può garantire il diritto fondamentale all’individualità e alla differenza. Una società equilibrata salvaguarda le differenze e difende i diritti individuali, una società ingiusta e gerarchizzata li cancella. Il dovere essenziale della politica in una società moderna è quello di contrastare tutte le discriminazioni: quelle teoriche e quelle pratiche, quelle economiche e quelle sociali, quelle formali e quelle di sostanza. Di queste discriminazioni il razzismo e la xenofobia sono le più odiose e aberranti.

La LIBERTA’

Ogni essere umano nasce libero. Ogni essere umano ha diritto a vivere libero. Non ci potrà essere libertà se non si demoliscono le basi della schiavitù dal bisogno, dello sfruttamento del lavoro, dell’egoismo sociale, dell’oppressione patriarcale, della superstizione, del nazionalismo. La libertà si realizza abbattendo il dominio. L’affermazione di una società pienamente libera avviene attraverso la critica e il ridimensionamento del potere. La libertà degli individui e dei popoli, cioè la possibilità di vivere la propria vita di tutti i giorni e di costruire il proprio destino in razionalità e autonomia, resta un insopprimibile bisogno umano.

La FRATERNITA’ E LA SORELLANZA

La convivenza solidale tra le persone è alla base di ogni civiltà: solo il vincolo amichevole della specie, solo la capacità di rapporto con l’Altro e con l’Altra, solo la costruzione attiva di un legame di fratellanza e sorellanza, hanno reso possibile la straordinaria storia dell’umanità. Contro le pulsioni distruttive dell’homo homini lupus, contro il ritorno dello spirito maschile e guerriero, contro la pratica della morte e dello sterminio, la sorellanza e la fratellanza sono oggi dimensioni essenziali. Le sole che possono indicarci un orizzonte di felicità.

LO SVILUPPO

Lo sviluppo non si misura con la falsa neutralità del Pil: non è la cieca crescita quantitativa di merci. E’ un progetto di rinascita economica e sociale rispettoso dell’ambiente, dei diritti delle generazioni che verranno, e della necessità di un’equa distribuzione della ricchezza. La terra è di tutti. La ricchezza economica e tecnoscientifica deve servire a tutti. Ai viventi e ai futuri abitanti della Terra.

I DIRITTI DI NUOVA CITTADINANZA

Ogni persona è cittadina se può esercitare i diritti basici di partecipazione alla politica. Se può difendersi dal potere. Se ha di fronte una giustizia non discriminatoria per classe e per censo. Se può liberamente esprimere le proprie idee e le proprie speranze. Ma una cittadinanza piena è imprescindibile dall’estensione di diritti sostanziali universali: allo studio, alla salute, alla mobilità, all’abitazione e alla dignitosa sopravvivenza. La cultura, l’informazione, la sanità, i trasporti di base, la casa, per acquisire davvero questo statuto universale, non possono che essere sottratti al dominio delle merci e del Privato. La scuola pubblica, laica e plurale, luogo della convivenza, dell’incontro e della contaminazione, è la base di questa ispirazione. Lo Stato non deve finanziare la libera istruzione privata.

LA FAMIGLIA

Le donne sono il soggetto della più straordinaria e prolungata rivoluzione del nostro tempo, fondata sulla libertà e l’autodeterminazione femminile. Alla base della convivenza sociale, che assume la diversità di genere e di orientamento sessuale come tratto distintivo della libertà moderna, c’è dunque la libera scelta delle persone - con il solo limite stabilito dal rispetto della libertà altrui. La famiglia si articola oggi in una vasta molteplicità di opzioni e di libere unioni, contro ed oltre il dominio patriarcale, contro ed oltre ogni gerarchia stabilita autoritativamente, contro ogni idea tradizionale che limiti la libertà sessuale.

IL RIFIUTO AL RAZZISMO

Oggi nessuno può credibilmente argomentare la superiorità dell’“uomo bianco”. Esiste però una posizione, diffusa, che afferma la superiorità culturale e civile dell’occidente sugli altri popoli del pianeta. La chiusura delle frontiere, la categoria del “clandestino” sorreggono questo nuovo razzismo. Noi affermiamo, al contrario, il diritto dei popoli a emigrare, a viaggiare, a mescolarsi e ci opponiamo alle chiusure delle frontiere

IL DIALOGO TRA CIVILTA’

Il dialogo tra le diverse civiltà è una risorsa per l’umanità. La civiltà occidentale - quel mix complesso di cultura progressista nata dall’illuminismo, dal liberalismo, dal cristianesimo e dal contributo del movimento operaio, è solo una delle civiltà che abitano il pianeta. Altre si sono espresse, anche con molta forza e splendore, in epoche passate, altri orizzonti attraversano l’immaginario delle popolazioni mondiali. Il dialogo tra le civiltà è la nuova frontiera dell’umanità, l’unico orizzonte credibile per un futuro di pace e di benessere reciproco.

LA LOTTA AL TERRORISMO

Il terrorismo è una forma atroce e inaccettabile di lotta politica. Esso annienta i corpi, moltiplica le vittime e perciò stesso rende muta la politica. Oggi l’ipoteca del terrorismo pesa non solo sulle popolazioni occidentali ma molto di più sullo stesso mondo arabo-musulmano schiacciato dal fallimento delle speranze progressiste, dominato dal neocolonialismo e reso ostaggio di formazioni integraliste e reazionarie che fanno dello strumento terroristico un uso spregiudicato quanto lucido. Il terrorismo non si spiega solo con la disperazione sociale in quanto vive di una sua autonoma progettualità politica. Tuttavia l’aggressione dell’occidente capitalistico lo alimenta e lo rafforza. Battere il terrorismo significa innanzitutto offrire una possibilità di autoliberazione democratica ai popoli arabo-musulmani, e questo non può avvenire se non si pone fine alle guerre e all’oppressione nei loro confronti.

LA PACE E LA NONVIOLENZA

La guerra va respinta. Senza se e senza ma. Va espulsa dalla storia e dalla legalità internazionale. Bisogna opporsi alle aggressioni che l’Occidente, e gli Stati Uniti, continuano a perpetrare ai danni del Sud del mondo. Diciamo sì alla pace, alla convivenza dei popoli, alla pari dignità delle culture. Ci impegniamo sulla frontiera dell’interdipendenza e dell’accoglienza. Molti di noi sono convinti che non ci potrà mai essere pace vera, completa e duratura senza una scelta strategica di nonviolenza.

PER ADERIRE INVIARE UNA E-MAIL A: posta@liberazione.it

Liberazione (sabato 4 marzo)


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