Contro la mafia

Il ministro Fioroni: contro la mafia l’esercito di maestri - selezione a cura del prof. Federico La Sala

martedì 23 maggio 2006.
 

PALERMO - "Per vincere la mafia in modo definitivo, come ricordava proprio Giovanni Falcone, sarebbe stato necessario sì un esercito, ma di maestri delle scuole elementari". Così ha esordito Giuseppe Fioroni nel suo intervento nell’aula-bunker dell’Ucciardone, seconda uscita pubblica da neoministro dopo quella di Barbiana.

"Questo esercito - ha dichiarato Fioroni sottolineando come il tema della legalità tocchi da vicino la vita di ognuno - ha operato in questi anni con pochi mezzi ma con la ferma volontà di andare avanti, e al loro impegno si sono uniti giovani delle consulte provinciali degli studenti e i tanti insegnanti referenti per la legalità di tutte le scuole d’Italia. Un’impresa che la Fondazione ha riassunto in questa giornata negli ultimi anni. Di questo lavoro l’Italia ha ancora un grande bisogno e spero di potermi unire a questo sforzo collettivo con l’energia dell’istituzione che rappresento e con il mio impegno personale".

Soffermandosi sulla figura di Falcone, il ministro ha osservato come l’esempio di chi nella lotta contro la criminalità ha sacrificato la propria vita sia di aiuto per capire la legalità. "Ma perché le leggi siano rispettate - ha aggiunto - non bastano e il carcere e i processi che qui, appunto, solennemente si celebrano. E’ necessario anche che vi sia un consenso di fondo che ne riconosca il valore normativo per tutti". Secondo Fioroni educare alla legalità "non può essere un atto ’a senso unico’ nel quale si calano freddamente nozioni dall’alto".

"E’ un percorso da fare insieme e nel quale tutti, giovani e adulti, dobbiamo rimetterci in discussione su almeno tre direttrici: valorizzare il nesso che unisce le legge al bene comune, comprendere che i diritti sono sempre in relazione ai doveri e, infine, riscoprire la fonte primaria delle nostre leggi e cioé la Costituzione. Ma questa - ha concluso - è solo dottrina. Io so che i giovani studenti italiani, quando sono provati, sono capaci di dare risposte importanti e coraggiose, come tutti abbiamo visto fare ai ragazzi di Locri. E per questo ho fiducia nel futuro".

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