Opinione

IL MALCOSTUME CHE CONDANNA SAN GIOVANNI IN FIORE - di Pasquale Tiano

La mafia, a mio avviso, è quella associazione che riesce ad ottenere approvati progetti che altri non avrebbero potuto realizzare in quanto non rispettosi del buon senso e della legge.
domenica 24 gennaio 2010.
 

La mafia, a mio avviso, è quella associazione che riesce ad ottenere approvati progetti che altri non avrebbero potuto realizzare in quanto non rispettosi del buon senso e della legge. Molti politici locali affermano che a San Giovanni in Fiore la mafia non c’è. Pure io l’affermo... Non importa se alcune strade vengono chiuse sia in paese che al camposanto. Non importa che spazi comunali vengono elargiti ad amici. Non importa che l’urbanistica a San Giovanni in Fiore è qualcosa di astratto. Non importa che alcune ordinanze di demolizione non vengono fatte eseguire e tutto tace. Il cittadino che chiede giustizia viene messo in difficoltà con l’indifferenza, quando va bene. I politici è probabilmente vero che non incassano mazzette, ma consensi sì. Non c’entra essere amministrati da personaggi che occupano la scena politica da più di trent’anni, alla faccia del sostenere l’importanza di coinvolgere e facilitare l’entrata di nuove energie. Tentare di riconvertire una scuola appena ultimata, da loro stessi progettata, in un ipotetico ricovero per anziani, forse perché bisognava contrastarne uno privato già pronto nella stessa zona. Poco importava lasciare gli studenti in strutture non idonee chi sa per quanto altro tempo. Consentire l’arrivo della spazzatura da fuori comune in un ambiente naturalistico come il nostro ignorandone le conseguenze è irrilevante. Far lavorare sempre e soltanto tecnici senza criteri di meritocrazia e di trasparenza e poco importa se già lavorano in enti pubblici purché baciamani dei potenti di casa nostra. Non rispettare la volontà popolare di voler aderire all’epoca alla provincia di Crotone è cosa di poco conto. Picchettaggio dei seggi elettorali e figure istituzionali che non si sono recati a votare fu un atto di democrazia. In merito alla storia dell’Abbazia Florense il progettista è lo stesso che è riuscito a vedersi approvata un’ulteriore cementificazione del vallone “Zappa” su via Panoramica a San Giovanni in Fiore. Le varie proposte documentabili dei cittadini di realizzare in zona una piazza necessaria per la collettività è stata ignorata dalla politica che ci ha governato. Importante per essa è accontentare certi tecnici lungimiranti e di conclamata professionalità. Basta far parte del sistema! Anche la Chiesa ha le sue responsabilità. Si è lasciata trascinare perdendo molta credibilità. Certi lupi travestiti oggi da agnelli appaiono come i nuovi testimoni delle regole e del buon costume cristiano. I luoghi sacri pullulano di nuovi “convinti” fedeli. Pochi ma buoni! Le pecorelle smarrite sono ritornate all’ovile, anche se però il gregge è sparito. Infine, anche le associazioni locali sono da considerarsi stile Cgil, sindacato autonomo e non politicizzato. Si consideri la vicenda dei manifesti satirici sull’Abbazia da cui si sono dissociati. Pentiti. Una cosa posso affermare con convinzione: in buona parte dei sangiovannesi serpeggiano il tradimento, l’ipocrisia, lo stare a guardare e aspettare che gli altri facciano. Ma non sono mafiosi né terroristi né combattenti, niente nel senso buono delle parole, ed è forse per questi motivi che subiamo passivamente e veniamo umiliati.

Pasquale Tiano

Già sul Quindicinale del 15 gennaio 2009.


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