Chieti, Pescara, l’intero Abruzzo non sono paragonabili alle quattro regioni del Mezzogiorno che subiscono il giogo della criminalità organizzata. L’Abruzzo è ancora lontano dagli indici di illegalità della Calabria, della Sicilia, della Campania e della Puglia. Ma sarebbe un errore pensare a un’isola felice. Perché l’Abruzzo non diventi una regione a espansione di fenomeni criminali, occorre reagire qui e adesso. Prevenire e costituire dei veri e propri presidi di legalità è la formula giusta per arginare il rischio di infiltrazioni e radicamenti criminali.
Considerata, sotto il profilo dei delitti, una regione ancora tranquilla, in realtà in Abruzzo alcuni insediamenti e fenomeni criminali si sono già verificati: ultime, in ordine di tempo, le infiltrazioni camorristiche nei meccanismi della ricostruzione del terremoto dell’Aquila. Ma già in passato, alcune consorterie criminali sono salite verso l’Abruzzo dalla vicina Puglia (sacra corona unita) o dalla Calabria (‘ndrangheta), o dalla Campania (camorra). Le mafie partono dai loro luoghi ‘storici’ di radicamento e vanno dove c’è da fare soldi, affari, lavori ‘sporchi’ e lavori apparentemente ‘puliti’. La cocaina è il primo veicolo d’ingresso della criminalità organizzata in alcuni territori, e, proprio in questa regione, si è creata una pericolosa saldatura tra la ‘ndrangheta che governa il traffico mondiale di stupefacenti e gruppi stanziali di rom, che, già esperti in usura, si sono ormai riciclati anche nello spaccio di sostanze stupefacenti. Sempre nell’Abruzzo ‘forte e gentile’ non sono mancati fenomeni gravi di corruzione nella Pubblica Amministrazione, il più clamoroso lo scandalo della sanità abruzzese, che il 14 luglio dello scorso anno ha decapitato la Giunta regionale di Ottaviano Del Turco.
Il panorama è inquietante e occorre pronunciare e applicare un ‘NO’ chiaro e forte a tutto questo, per evitare che nel futuro possano ripetersi episodi altrettanto gravi di collusione tra pezzi della politica e pezzi dell’economia. L’Università ‘Gabriele d’Annunzio’ di Chieti-Pescara si pone in prima linea nella difesa della legalità, per combattere grandi e piccoli fenomeni ed episodi criminali, per sconfiggere l’illegalità in tutte le sue forme, anche quella che si annida accanto noi, in maniera subdola e nascosta.
Questo è il senso dell’iniziativa che si terrà nell’Auditorium del Rettorato dell’Università ‘Gabriele d’Annunzio’ di Chieti-Pescara giovedì 11 marzo alle ore 10: “Percorsi per la legalità. Le risposte dei giovani alla criminalità organizzata. Il rilancio dell’impegno e della partecipazione come valori”. Impegno, partecipazione, valori: tre concetti che non vanno dispersi, ma tenuti uniti. Come hanno fatto i giovani dei movimenti antimafie, e che a Chieti porteranno la loro testimonianza. Interverranno:
Giuseppe Lumia, Senatore, Commissione Parlamentare Antimafia
Fabio Granata, Deputato, Vice-Presidente Comm. Parlamentare Antimafia
Nicola Trifuoggi, Procuratore della Repubblica di Pescara
Ivanoe Lo Bello, Presidente Confindustria Sicilia
Antonello Canzano, Docente di Sociologia dei fenomeni politici
Aldo Pecora, Movimento Ammazzatecitutti
Rosanna Scopelliti, Fondazione ‘Antonino Scopelliti’
Emiliano Morrone, scrittore, la Voce di Fiore
Salvatore Calleri, Fondazione ‘Antonino Caponnetto’
Luigi Resta, I Portulani, Guardiani del Borgo Antico, Palagianello (TA)
Orfeo Notaristefano, giornalista, moderatore