CINEMA E PSICOANALISI. Santo Padre sul lettino: Freud, ego te absolvo ....

SIGMUND FREUD, LA CHIESA, E "HABEMUS PAPAM". Nel nuovo film di Moretti un Papa depresso in psicoanalisi. Una nota di Fabio Martini - a c. di Federico La Sala

LA CHIESA E LA PSICOANALISI. Un conflitto durato mezzo secolo. Montini riconobbe la possibilità di un aiuto psicoanalitico per i sacerdoti in difficoltà
venerdì 15 aprile 2011.
 


-  Santo Padre sul lettino: Freud, ego te absolvo
-  Nel nuovo film di Moretti un Papa depresso in psicoanalisi

-  Disciplina eretica. Le gerarchie ecclesiastiche si sentivano defraudate del monopolio sulle anime
-  Così da Pacelli in poi la Chiesa e la scienza dell’inconscio hanno fatto la pace dopo un conflitto durato mezzo secolo
-  Montini riconobbe la possibilità di un aiuto psicoanalitico per i sacerdoti in difficoltà

-  di Fabio Martini (La Stampa, 13.04.2011)

Neppure la brusca ascesa al potere di Adolf Hitler bastò a far cambiare idea a Sigmund Freud: «I nazisti? Non li temo. Piuttosto aiutatemi a combattere la mia grande nemica, la Chiesa cattolica». L’ebreo Freud che sceglie Hitler come male minore esprime una convinzione destinata a incontrare la dura replica della storia, eppure proprio quella «preferenza» forzosa restituisce il senso dello scontro asperrimo che divideva Chiesa cattolica e psicoanalisi. Un conflitto che in Italia sarebbe durato 70 anni e che era stato ingaggiato ai primi del Novecento dalle gerarchie vaticane contro gli psicoanalisti, «colpevoli» - ma nessuno si esprimerà in questi termini - di aver infranto il monopolio cattolico nella confessione e nella introspezione delle anime.

E dunque, anche per effetto di questo storico antagonismo, appare intrigante il plot di Habemus Papam, il film di Nanni Moretti che dopodomani uscirà nei cinema e che racconta la storia di un Papa depresso alla ricerca di sollievo sul lettino di uno psicoanalista.

Eppure, dentro la lunga guerra ideologica della Chiesa contro il freudismo, c’è una interessante storia «interna» - un filone ancora inesplorato dagli studiosi - e che riguarda il personale interesse di singoli Papi per la psicoanalisi. Con interventi pubblici e curiosità intellettuali coltivate in privato, Papi diversissimi tra loro come Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI - pur mantenendo le distanze - si sono trovati spesso più avanti dell’Istituzione. Aprendo in modo carsico la strada verso una progressiva, non dichiarata revisione ideologica, che già da qualche anno ha sdoganato la psicoanalisi anche in Vaticano.

Disciplina, almeno in Italia, eretica come poche altre. Agli albori, non solo la Chiesa ma tutti i poteri costituiti la avversano. L’idealismo crociano, il fascismo e nel secondo dopoguerra il Pci di influenza sovietica. Tanto è vero che all’inizio degli Anni Trenta i pionieri, non per caso, sono due ebrei - Edoardo Weiss ed Emilio Servadio - e due antifascisti socialisti, Cesare Musatti e Nicola Perrotti.

La Chiesa è diffidentissima perché, da subito, intuisce nella psicoanalisi una pericolosa concorrente. Certo, ne denuncia il «pansessualismo» e il «materialismo», ma di quelle teorie ancora più inquieta la cifra ideologica, l’ambizione «totalitaria», un’attitudine che oltretutto finisce col rubare alla Chiesa il monopolio dell’anima e quell’infinito rosario di segreti personali, fino ad allora custoditi in confessionale. E crolla persino il monopolio sull’attività onirica, rispetto alla quale la Chiesa aveva elaborato, ben prima di Freud, una sua «Interpretazione». I sogni? Attraverso di loro, è il diavolo che vuole catturare l’anima.

E infatti la psicoanalisi, in Italia soffocata sul nascere dal fascismo, nel secondo dopoguerra ritrova subito la durissima ostilità della Chiesa, al punto che nel 1952, sul Bollettino del clero romano, si arriva a qualificare addirittura come «peccato mortale» ogni pratica psicoanalitica. Una scomunica apparentemente senza appello, eppure, proprio in quell’anno - in piena Guerra fredda uno spiraglio viene aperto nientedimenochè da Pio XII. Rigidissimo sul piano dottrinario e politico, papa Pacelli è incuriosito da quel che si muove nel campo della medicina, della scienza, della tecnologia.

Nel suo sforzo di riportare nell’alveo della Chiesa tutto ciò che è moderno, il Papa «positivista», durante il congresso di Istopatologia del sistema nervoso, interviene, sostenendo che «è inesatto sostenere che il metodo pansessuale di una certa scuola di psicoanalisi sia parte indispensabile di ogni psicoterapia degna di tal nome». Parole possibiliste quelle del Papa, che, come farà osservare subito padre Agostino Gemelli, non avevano comportato «nessuna condanna, per alcun sistema».

E qualche anno più tardi, sia pure in forma privata, Giovanni XXIII - secondo la testimonianza dello psicoterapeuta svizzero Durand - si mostrò interessatissimo e commosso da alcuni casi di nevrosi, al punto che un segretario del «Papa buono» avviò studi sulla psicoanalisi per la dottrina matrimoniale.

Eppure, a dispetto di questi spiragli, la cultura prevalente nelle istituzioni ecclesiastiche restava fortemente repressiva. Tanto è vero che nel luglio del 1961 il Sant’Uffizio produce un Monitum, nel quale si arriva a proibire ai sacerdoti di accedere alle cure psicoanalitiche.

E toccherà proprio a un papa, Paolo VI, sciogliere quell’interdetto: nella enciclica Sacerdotalis coelibatus del 1967 riconosce la possibilità di un aiuto psicoanalitico per i sacerdoti in difficoltà, un placet che teoricamente consentirebbe anche a un papa vero, non solo a quello di Moretti, di accomodarsi sul lettino. E sarà proprio papa Montini, sette anni più tardi, a far cadere l’ultimo muro, esprimendo stima «per questa oramai celebre corrente di studi antropologici, la psicoanalisi». Papa che ne comprende la profondità, perché a sua volta attraversato da una grande angoscia, quella che gli farà pronunciare durante i funerali di Aldo Moro un’omelia che allude ad una crisi di coscienza: «Tu, Dio, non hai esaudito la nostra supplica per l’incolumità di Aldo Moro...».


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  A FREUD (Freiberg, 6 maggio 1856 - Londra, 23 settembre 1939), GLORIA ETERNA!!!

-  "TEBE": IN VATICANO NON C’E’ SOLO LA "SFINGE" - C’E’ LA "PESTE"!!! Caro Benedetto XVI ... DIFENDIAMO LA FAMIGLIA!? MA QUALE FAMIGLIA - QUELLA DI GESU’ (Maria - e Giuseppe!!!) O QUELLA DI EDIPO (Laio e Giocasta)?!

-  CON KANT E FREUD, OLTRE. Un nuovo paradigma antropologico: la decisiva indicazione di ELVIO FACHINELLI - di Federico La Sala.

-  RIPARARE IL MONDO. LA CRISI EPOCALE DELLA CHIESA ’CATTOLICA’ E LA LEZIONE DI SIGMUND FREUD. Alcune note di Federico La Sala


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