CALABRIA. In trincea, in terra di ’ndrangheta, cosche pericolose, i Ruga, i Metastasio e i Gallace di Guardavalle.

MONASTERACE: LA LEZIONE DI MARIA CARMELA LANZETTA SERVE A TUTTI. Note di Fabrizio Caccia e di Goffredo Buccini - a c. di Federico La Sala

MONASTERACE (Reggio Calabria) - Sono tutti lì ad applaudirla, in sala consiliare, le due del pomeriggio di ieri: lei ha appena ritirato le dimissioni da sindaco. Maria Carmela Lanzetta, dopo due settimane di puro travaglio, ha così scelto di restare in trincea
venerdì 13 aprile 2012.
 


Monasterace. Il sindaco resiste alla ’ndrangheta «Non mi dimetto»

«Ma ho paura». L’appoggio di Bersani

di Fabrizio Caccia (Corriere della Sera, 13.04.2012)

MONASTERACE (Reggio Calabria) - Sono tutti lì ad applaudirla, in sala consiliare, le due del pomeriggio di ieri: lei ha appena ritirato le dimissioni da sindaco.

Maria Carmela Lanzetta, dopo due settimane di puro travaglio, ha così scelto di restare in trincea, a Monasterace, terra di ’ndrangheta, cosche pericolose, i Ruga, i Metastasio e i Gallace di Guardavalle. L’ha appena detto al segretario Pierluigi Bersani, il leader del Pd, arrivato apposta in Calabria per farle sentire il suo appoggio pieno e incondizionato. Si congratula da Roma pure il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri: lo Stato c’è, lo Stato non si piega. La storia sembra avere un lieto fine. Sembra...

Perché poi basta avvicinarsi alla signora, che adesso vive con tre carabinieri di scorta 24 ore su 24 - dopo che le hanno incendiato la farmacia di famiglia e sparato tre pallettoni sulla Panda parcheggiata sotto casa - ed in quel momento t’accorgi del terrore che conserva negli occhi. Le chiedi: allora, sindaco, a quando il prossimo consiglio comunale? E lei: «Tra 5 giorni, parleremo di urbanistica». Poi fa una pausa. Lunga. Che chiude con un sospiro raggelante: «Speriamo di arrivarci, al prossimo consiglio».

Maria Carmela in fondo non chiede la luna: pretende solo che in paese tutti paghino le bollette dell’acqua o che le operaie del polo florovivaistico vengano retribuite in modo regolare. E invece qui c’è chi neppure le bollette dell’acqua vuole pagare. Chi pensava che gli fosse sempre tutto dovuto. E allora adesso s’innervosisce e spara.

La prima cosa che Maria Carmela Lanzetta ha fatto, ieri pomeriggio, salutato Bersani ripartito per Roma, è stato salire su fino a Mammola, al santuario di San Nicodemo, per chiedergli la grazia di proteggere la sua famiglia - marito e figli - e darle la forza di continuare. Una preghiera contro la ’ndrangheta.

In sala, comunque, c’è una bell’atmosfera: Bersani con gli occhi lucidi davanti a tanti uomini e donne coraggiose del centrosinistra, amministratori locali di Locri, Roccella, Ardore, Gerace, Caulonia, che sono venuti a fare il tifo per Maria Carmela.

Le hanno anche regalato una maglietta con un proverbio: «Na nuci ’nto saccu non faci scrusciu». Una noce sola in un sacco non fa rumore. «Significa che da soli non si va da nessuna parte - chiosa la Lanzetta, commossa, a beneficio dei forestieri - E allora va bene, andiamo avanti insieme». Applausi, evviva, ma il sindaco spiazza tutti di nuovo. «Ritiro le dimissioni», annuncia.

E fa un’altra lunga pausa teatrale. Poi aggiunge: «Le ritiro ma con riserva. Vorrei che tra 3 mesi si facesse qui una verifica di quello che è stato detto e stato fatto. Non è un ricatto, ma una necessità per poter continuare a lavorare bene». Chiaro il messaggio: una volta spenti i riflettori - il municipio straborda di telecamere e giornalisti venuti da fuori - la mafia e la paura non dovranno riprendere il sopravvento.

Si ascoltano storie tragiche e bellissime. Quella di Carolina Girasole, sindaco di Isola Capo Rizzuto, a cui hanno incendiato il portone del municipio e al microfono ora grida «ma noi siamo mamme e non vogliamo fermarci».

E quella di Maria Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, a cui un giorno appena insediata arrivò una lettera da un ergastolano del clan Pesce. La lettera era chiusa in un busta intestata del Comune. Come a dire: il sindaco qua sono io.

I sindaci della Locride hanno scritto a Napolitano, il 25 aprile listeranno a lutto il tricolore: «La Calabria ha bisogno di legalità e di lavoro - dice Bersani - La criminalità non deve vincere». Pasquale Miriello, ex assessore comunale all’Ambiente, socialista, applaude al discorso del segretario ma sembra molto scettico: «Voi cercate la ’ndrangheta qui. Attenti. Ormai siamo nel villaggio globale, non ha più molto senso distinguere tra Monasterace e il Cafè de Paris...».


La lezione di chi sceglie i cittadini

di Goffredo Buccini (Corriere della Sera, 13.04.2012)

Si sa, talvolta la verità ha due facce. E sarà bene guardare molto da vicino la tormentata vicenda di Monasterace, il paesino calabrese dove il sindaco pd Maria Carmela Lanzetta aveva deciso di dare le dimissioni all’ennesima intimidazione della ’ndrangheta. Dopo anni di oblio, ieri politica e istituzioni hanno fatto sentire la loro presenza attorno alla mite farmacista che, solo giocando secondo le regole, ha rivoluzionato gli affari del paese a tal punto da attirarsi addosso due attentati mafiosi in nove mesi.

La signora Lanzetta ha ricevuto la visita del segretario del suo partito, Pierluigi Bersani, ottenuto la solidarietà della Camusso (da Catanzaro) e l’attenzione della Commissione Antimafia; ha potuto dialogare col nuovo prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, al quale ha annunciato il ritiro delle dimissioni, anche se con riserva: «Fra tre mesi dobbiamo fare una verifica, perché qui non si vive più», ha ammonito.

Sano pragmatismo in una terra dove anche altri primi cittadini sono stati minacciati nell’indifferenza del resto d’Italia. «Mio figlio era molto contrario: "Mamma, non pensarci nemmeno a restare sindaco", m’ha detto. Io lo faccio per quelli che si sono mobilitati», ci ha spiegato Maria Carmela in una giornata piena di abbracci e riconoscimenti.

Attendiamo, e presto, una risposta dello Stato non solo formale. Intanto, va dato a Bersani il merito di metterci la faccia, ripartendo da una sfida difficilissima in un momento di generale discredito dei partiti: «Non tutta la politica è sporca», ha detto il segretario del Pd. E ha ragione.

Ma qui si svela l’altra mezza verità della storia: la politica, mobilitandosi, aiuta la Lanzetta, certo; ma la Lanzetta e i sindaci come lei - non importa di quale partito - aiutano e molto la politica, sgobbando sul territorio sotto gli occhi dei concittadini. Una nuova legittimazione può trovarsi solo fuori dai Palazzi e lontano dai privilegi, in mezzo al popolo italiano. La lezione di Monasterace serve davvero a tutti.


SUL TEMA, NEL SITO:

IL SIMBOLO DELL’ 8 MARZO 2012: TRE DONNE CORAGGIOSE. Iniziativa del Quotidiano della Calabria, lanciata il 13 febbraio dal direttore, Matteo Cosenza. Il suo editoriale

LEA GAROFALO, TESTIMONE DI GIUSTIZIA.


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