Una mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio Comunale di San Giovanni in Fiore. Ecco la nuova puntata dopo l’inchiesta di Infiltrato.it sulla vicenda dell’Abbazia florense, monumento del XII secolo, i cui locali sono finiti illecitamente in mano ad una società privata che ha usufruito - senza averne diritto, secondo gli atti pubblici da noi reperiti - anche dell’accreditamento della Regione Calabria. Ora arriva, come detto, la mozione di sfiducia rivolta a Luigi Astorino (Pdl): un palese conflitto d’interessi dato che Astorino lavora nella Casa di Riposo e il Comune ha giocato un ruolo determinante negli illeciti. Il rischio, però, è che si faccia della vicenda soltanto una guerra di contrapposizione politica...
di Carmine Gazzanni
Ennesimo capitolo del sequel Abbazia Florense a San Giovanni in Fiore dopo l’inchiesta di Infiltrato.it, unico organo di informazione a occuparsi della questione nell’imbarazzante silenzio di media e politica, locale e nazionale. Questa volta, però, la vicenda si tinge di politico.
PER GIOACCHINO DA GIORE, PER L’ABBAZIA FLORENSE, PER SAN GIOVANNI IN FIORE .....
Un invito al vescovo Nunnari e al vescovo Bonanno.
CHIARISSIMI VESCOVI
Accogliete in spirito di evangelica carità ("charitas") le sollecitazioni di Emiliano Morrone a fare chiarezza. Altro che minacce: uscite dalla confusione e dalla "minorità" gerarchica!
ISTANZE EVANGELICHE O "RAGIONI DI STATO"?! COSA AVETE SCELTO IERI, E COSA SCEGLIETE OGGI, ORA?!:
La vita e la verità stanno sulla via di Gesù ("Deus charitas est": 1 Gv. 4.8) non su quella di Benedetto XVI ("Deus caritas est", 2006). Riconsiderate non solo la lezione di Gioacchino da Fiore, ma anche di Francesco da Paola !!! Pensate con la vostra testa e con il vostro cuore e ... uscite dal gregge "mammonico"!
Siate all’altezza di voi stessi, e del vostro compito ....
O VOLETE ANCHE VOI SPEGNERE IL LUMEN GENTIUM ... PER "RAGIONI DI STATO"?!
PER LA CHIESA, PER L’ITALIA, E PER L’ABBAZIA DI GIOACCHINO DA FIORE!
QUESTO IL MIO INVITO, E IL MIO AUGURIO ....
In fede, speranza, e carità
Federico La Sala
CARLO MARIA MARTINI/MORTO IL PROFETA DISARMATO... *
Martini profeta come Gioacchino da Fiore
di Emiliano Morrone *
In Verso Gerusalemme (Feltrinelli, 2002), il suo testamento spirituale, Carlo Maria Martini definì il mistico e teologo Gioacchino da Fiore "il più grande profeta del secondo millennio" insieme a Giorgio La Pira.
Nella sua tesi di laurea, Benedetto XVI trattò dell’abate florense Gioacchino, che credeva possibile la giustizia in questa vita e, idealmente vicino al vangelo di Tommaso e pure al Buddismo, anticipò il francescanesimo su un piano teorico e concreto.
Gioacchino fondò una piccola comunità in Calabria, basata sul lavoro, la pratica religiosa e la contemplazione. Una comunità solidale al suo interno: di individui responsabilizzati, uniti dalla fede e dalla profezia della salvezza; lontani dall’individualismo, dall’homo homini lupus di Hobbes, dall’imperialismo, dal capitalismo e dal dominio dell’altro.
Le idee di Gioacchino, la sua concezione "politica" e l’utopia del futuro di giustizia trovarono attuazione nelle missioni in Messico dei francescani spiritualisti, i quali, spinti dalla potenza del suo messaggio, mitigarono l’azione del governo spagnolo nelle terre conquistate. Vi sono ampie prove nelle cronache dell’evangelizzazione del Nuovo Mondo.
Martini decise di lasciare Milano, dove fu vescovo nell’ultimo Novecento, per ritirarsi in preghiera a Gerusalemme. Questa scelta lo portò a raccontare il senso della sua missione nel volume Verso Gerusalemme, in cui il discorso è condotto come in viaggio. Per le vie di Milano, nelle cui case si vivevano le storie più nascoste e disperate, e lungo il ritorno alla città santa, premessa e meta del credente.
Forse proprio la capacità di Gioacchino di interpretare e vivere profeticamente le scritture ispirò l’orizzonte del cardinale Martini, la cui ricerca spirituale procedeva con la pratica del sacerdozio, la riflessione interiore, la divulgazione degli studi e delle visioni del biblista, del pastore che era.
Martini è stato sì un profeta. Aveva, come Gioacchino da Fiore, la dote di entrare nella lettera della Bibbia e di leggere il mondo alla luce del senso dei testi, chiarificato, nel tempo suo, per la totale adesione a Dio. Tutt’altro percorso rispetto alla brama del potere, alla negazione dello spirito e all’anticristianesimo di vari potenti della Chiesa.