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San Giovanni in Fiore: il sindaco nega la sala del Consiglio comunale a tre parlamentari Cinque Stelle

mercoledì 28 agosto 2013.
 

Il sindaco di San Giovanni in Fiore (Cosenza) ha negato a tre parlamentari Cinque Stelle l’aula consiliare.

Non la concede per iniziative politiche, ha detto a Isabella Cimino, attivista del locale Meet Up, che stamani ha presentato apposita richiesta in municipio.

Su ospedale e Abbazia florense, il 31 agosto è previsto un incontro pubblico pomeridiano, organizzato dallo stesso Meet Up in una piazza del centro storico, con la partecipazione di tre parlamentari calabresi Cinque Stelle. Cimino ha chiesto la sala del Consiglio comunale come alternativa in caso di pioggia.

Il «no» del primo cittadino è l’ennesimo errore politico. Il municipio è la casa di tutti. Secondo, può esserci collaborazione di là da bandiere; terzo, i parlamentari rappresentano la nazione - secondo la Costituzione - e non hanno vincolo di mandato.

Ciò significa - è noto e lo sa il sindaco - che deputati e senatori non dipendono dai partiti e hanno da considerare le esigenze di tutti, non soltanto dei propri elettori.

Evidentemente, questo concetto lineare non è accolto in modo sereno dal primo cittadino di San Giovanni in Fiore, che riconoscerebbe quale istituzione solo il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, come lui membro del Pdl.

Uno può sempre tornare sui suoi passi, e mi auguro vivamente che lo faccia il sindaco di San Giovanni in Fiore. Lo consiglio, perché non posso credere che sia tanto sprovveduto da farsi trascinare da timori o ansie di sorta.

In ogni caso, devo rilevare una contraddizione molto forte. Da un lato il sindaco nega la sala consiliare a dei parlamentari; dall’altro, è da tanto che la stessa sala è in mano a suoi elettori, i quali - ferma restando la nostra vicinanza a tutti i disoccupati - spesso interrompono con violenza il confronto democratico in consiglio e dettano la loro legge, con il tacito avallo del sindaco e di pezzi della maggioranza.

Tonino Straface, già sindaco di San Giovanni in Fiore e storico esponente della Dc, mi ha detto che ai tempi dello scontro Dc-Pci non è mai successo che si negasse l’aula consiliare. Straface la concesse per l’arrivo di Armando Cossutta e poi di Giorgio Napolitano, all’epoca parlamentari comunisti.

È evidente che qualcosa non va, nel modo di amministrare del sindaco attuale. Soprattutto è chiaro che egli ha perduto di vista la Costituzione repubblicana, che accorda l’organizzazione partitica della politica con il ruolo, fondamentale, del parlamentare-legislatore.

Nonostante amministri dal 2010 con un’interruzione di mesi, il sindaco di San Giovanni in Fiore non ha ancora compreso che la politica è sempre sintesi e negoziato.

Dunque - scritto a prescindere da sigle politiche - non solo non si può chiudere l’aula consiliare a dei parlamentari, ma non è opportuno, non è utile farlo.

Aspetto che qualche consigliere comunale, di maggioranza o di opposizione, intervenga pubblicamente in proposito.

Emiliano Morrone


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