Giuseppe Belcastro continua a tacere sulla recente vicenda - raccontata da “La Voce di Fiore - dell’indennità di Domenico Lacava, presidente del Consiglio comunale di San Giovanni in Fiore, e sulla successiva diffamazione nata nell’ambito della giovanile del Pd, partito del cui circolo locale il sindaco è proprio il segretario.
Niente, “Tuttappostu” è impassibile, non interviene, non commenta; ha deciso che il silenzio è la via migliore.
Nel suo programma elettorale per le comunali del 2015, Lacava ricordò il gesto compiuto quando Antonio Barile era al primo mandato da sindaco. «Mi sono dimesso da consigliere comunale - scrisse l’attuale presidente dell’assemblea consiliare - in un momento delicatissimo per le sorti della città ed ho sempre sostenuto che quella scelta andasse analizzata con il tempo, ed il tempo ci ha dato ragione».
Lacava utilizzò l’istituto delle dimissioni, all’epoca con i suoi colleghi di opposizione, per mandare a casa Barile, che, caduto con l’«anatra zoppa», alle elezioni successive conquistò pure la maggioranza in consiglio comunale.
«Come capogruppo uscente del Partito Democratico, dopo l’esperienza all’opposizione nella scorsa consiliatura - affermò Lacava nel riferito documento elettorale - ritengo che sia giunto il momento di riprendersi le redini della città al fine di tentare di uscire dalle secche in cui la città è caduta».
Lacava proseguì il suo discorso alla ricerca di consensi. Sferrò dunque l’attacco a Barile: «Ho, in maniera molto pragmatica, fatto una dura opposizione alle politiche della ex maggioranza, anche con scontri durissimi con l’ex Sindaco, che anziché ascoltare e valutare eventuali benefici, ha cercato, in tutti i modi e sempre, di screditarmi al fine di apparire più forte».
E poi le promesse politiche da immortalare. Lacava annunciò: «Se sarò eletto, sin dal giorno successivo lavorerò per ridare alla mia comunità la dignità che gli spetta».
Azz, muscolare! E poi si schierò (per iscritto) «a fianco degli ultimi, di coloro che hanno visto peggiorare la loro condizione sociale ed economica, con l’obiettivo di portare avanti le loro battaglie».
«In altre parole - chiosò Lacava - metterò la faccia in tutto quello che farò, chiedendo al nuovo Sindaco, che spero sia Pino Belcastro, di riaprire la porte del Municipio, creando tavoli di lavoro con le associazioni e con coloro che vorranno contribuire a migliorare le sorti della città».
A rafforzarne la pregnanza è oggi la sua segreteria partitica, di cui Belcastro è vertice, la quale ha dichiarato in un comunicato: «Non ci sceglieremo gli interlocutori ma una cosa è certa, a Morrone non risponderemo più».
Naturalmente, presi i voti, quelle belle intenzioni di Lacava svanirono; via, viva. Che dire? «Tuttappostu», «tuttappostu». Sempre «tuttappostu».
Emiliano Morrone
emilianomorrone(at)gmail.com
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