Calcio

Al via il commissario della Federazione italiana giuoco calcio. L’era di Luciano Moggi ricorda quella di Antonio Fazio

mercoledì 17 maggio 2006.
 

ROMA - "Moggi? Mai sentito". Lui le telefonate è abituato a riceverle eccellenti, a partire da quella in cui Ciampi, allora governatore di Banca d’Italia, gli chiedeva di privatizzare Telecom. Guido Rossi l’ex dg bianconero non lo ha mai incontrato. Nel curriculum blasonato del professore chiamato a salvare il calcio dalla crisi più grave che abbia mai conosciuto, questo particolare deve aggiungere quel ’senza macchia’ che tanto stava a cuore ai vertici del mondo sportivo quando si sono messi a caccia dell’uomo giusto per evitare il collasso totale.

E il giurista ex capo della Consob ha detto sì anche alla chiamata del presidente del Coni, Gianni Petrucci: farà il commissario di una Figc disastrata per 180 giorni, "con entusiasmo", perché nel suo primo giorno di scuola dice di essere "né spaventato, né preoccupato, ma giustamente impegnato". Al punto di garantire che il 27 luglio la Figc avrà i nomi delle squadre che parteciperanno alle prossime coppe, insomma che i guai del pallone saranno già al primo giro di boa. Avrà sei mesi per rifondare il calcio, lui che nella vita di fallimenti ne ha studiati tanti. Ma sempre per risolverli.

Stavolta l’impegno è di quelli che tolgono il sonno, perché "la crisi è grave, ma con l’aiuto del Coni faremo qualcosa di importante. Rifondare non è un problema. Del resto le grandi riforme dell’economia sono arrivate proprio nei momenti di grande crisi. Se vogliamo essere ottimisti, era meglio che non ci fosse tutto questo caos. Ma la crisi induce a creare regole diverse e forse anche migliori". Sarà anche per questo suo fare rassicurante, oltre che per l’alto profilo, che la Giunta Coni, che pure ieri aveva fatto le ore piccole per mettersi d’accordo sul nome, oggi la ratifica l’ha votata all’unanimità. "Il suo nome è gradito a tutto lo sport - ha detto Petrucci - va risolto tutto nel più breve tempo possibile perché ci sono i campionati e mi auguro comincino regolarmente".

Il professore la ricetta in tasca non ce l’ha, ma le idee chiare sì: giustizia sportiva, regole nuove, trasparenza dei club e lotta ai conflitti d’interesse. Punti che sono le sue priorità da sempre e che applicherà anche al mondo del calcio. Lui che di pallone non è certo un esperto "ma lo diventerò subito", dice sorridendo. Non nega una simpatia per l’Inter, chiarisce subito che su molte questioni deve ancora studiare, ma conosce il peso del suo nuovo incarico. "Questa a cui sono chiamata è una funzione pubblica estremamente importante per il paese - dice Rossi - Ho accettato la sfida e adesso per me diventa prioritaria su tutto il resto, complesso l’impegno universitario. Affronterò tutto nel più breve tempo possibile e in modo corretto".

Lo farà con l’aiuto di quattro subcommissari che verranno scelti in accordo con il Coni dopodomani e per quattro aree diverse, dalla giustizia sportiva alla contabilità, norme e regolamenti e attività sportiva. Per quest’ultima sarà scelto un ex calciatore: tanti i nomi in corsa, ma ancora nessuna certezza. Il nuovo commissario avrà anche a disposizione un comitato tecnico, una rosa di saggi che non lavoreranno però con lui quotidianamente. Insomma un pool pronto a risanare il calcio. Prima fra tutte la giustizia sportiva e il professor Rossi punterà anche alla comparazione con altri sistemi vigenti all’estero "in cui la situazione è migliore rispetto all’Italia".

Intanto Rossi sa che la trasparenza dovrà essere alla base di tutto, anche dei club. "Ci sono state anche scelte affrettate - dice il giurista riferendosi alle società quotate - organi di vigilanza non sufficientemente informati o pronti a prendere decisioni. La responsabilità del commissario è anche di vigilare su questi aspetti. Il calcio che ha un impatto sul Pil molto alto, non può pensare a storture poco trasparenti. I club devono avere strutture meno opache". Lo dice lui che "di regole mi sono sempre occupato e un settore così importante della vita sociale ha bisogno di regole: non servono i codici etici, ma l’etica. Premiare chi si comporta in modo corretto e punire chi non lo fa".

La sfida il professor Rossi la sente già sua: "Non è la prima volta che mi capita di essere un extraterrestre" scherza il neo commissario, ricordando quando arrivo a guidare la Consob e qualcuno gli faceva l’in bocca al lupo vista la sfida ardua. "Accetto la sfida con serenità" dice assalito dai flash. "Come faranno gli attori, non lo capisco" scherza ancora prima di lasciare il palazzo che ancora non conosceva, ma che gli è già diventato familiare. I tempi stringono: ma i primi passi il commissario Rossi li ha già mossi. Presto i primi contatti con i magistrati delle inchieste che stanno travolgendo il calcio, poi la visita (la settimana prossima) a Coverciano dalla nazionale in ritiro per i mondiali. Poi a capofitto nel lavoro, che farà gratis ("Da chi dipendo? Ma la parcella non la chiedo.." dice) per consegnare già a fine luglio il quadro completo delle squadre, dopo aver trasformato il circolo "da vizioso in virtuoso".

(16 maggio 2006)

da www.repubblica.it


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