Giovani

Francia [come San Giovanni in Fiore?, fls] e i giovani - di Armelle Racinoux - selezione a cura del prof. Federico La Sala

martedì 23 maggio 2006.
 

Francia [come San Giovanni in Fiore?, fls] E I GIOVANI...

di Armelle Racinoux (Le Monde Diplomatique/il manifesto, marzo 2006)

In tre decenni, sono state adottate 35 misure autodefinite «a favore dei giovani», sia da governi di destra che di sinistra. Nell’impossibilità di farne una lista completa, parleremo solo di quelle che hanno segnato un peggioramento della protezione sociale delle persone di meno di 26 anni. Patto nazionale per l’occupazione - 1977. Il governo di Raymond Barre mette in opera la prima versione di un contratto a termine destinato ai giovani disoccupati, accompagnato da misure di esonero dei contributi padronali. Stage di iniziazione alla vita professionale (Sivp) - 1983. Introdotto dal governo di Pierre Mauroy per i giovani tra i 16 e i 25 anni senza qualifica o iscritti all’Anpe (Agenzia nazionale per l’occupazione) da più di sei mesi, questi stage sono remunerati tra un terzo e la metà del salario minimo di crescita (Smic), mentre l’impresa non paga contributi sociali. È il primo tentativo di intradurre uno Smic per i giovani. Questi Sivp, contestati, vengono aboliti nel 1988. Lavori di utilità collettiva (Tuc) - 1984. Il governo di Laurent Fabius crea dei «lavoretti» di sei mesi, di 20 ore la settimana, pagati meno della metà dello Smic. Non soltanto il salario è basso, ma i Tuc vengono esclusi dal raggio di applicazione del diritto sociale comune (pensioni, disoccupazione), fatta eccezione per la copertura sanitaria, assicurata dallo stato. Contestati, scompaiono nel 1989. Piano d’emergenza per l’assunzione dei giovani - 1986. Viene chiamato il Piano Séguin, dal nome del primo ministro di allora. La sua principale caratteristica è la progressività degli esoneri dei contributi sociali versati dal datore di lavoro. Contratto Lavoro Solidarietà (Ces) - 1989. Michel Rocard sostituisce i Tuc con contratti di due anni al massimo nel settore pubblico non a scopo di lucro, con una durata del tempo di lavoro di 20 ore la settimana, pagati con un mezzo Smic. Oltre agli esoneri sui contributi padronali, lo stato si fa carico dell’essenziale della remunerazione dei dipendenti. È la prima volta che succede. Contratto d’Inserzione Professionale (Cip) - 1993. Inventato dal governo di Edouard Balladur, questo contratto è destinato ai giovani qualificati (fino al biennio universitario), pagato all’80% dello Smic.. Nei fatti, lo Smic per i giovani è introdotto... e poi ritirato qualche settimana dopo, di fronte alle manifestazioni studentesche. Impieghi-Giovani - 1997. Questi contratti, concepiti da Lionel Jospin, sono riservati al settore pubblico e associativo (scuola, sanità, handicap ecc.), a tempo pieno e a part-time, pagati sulla base dello Smic orario, qualunque sia la qualifica, con esonero dei contributi padronali e pagamento da parte dello stato dell’80% del salario. L’innovazione consiste nell’ampiamento della base di reclutamento dei giovani, fino a 26-30 anni, che non sono più al primo impiego. Contratto-Giovani impresa (Cje) et Contratto di inserzione nella vita sociale (Civis) - 2002 e 2003. Questi due contratti sono concepiti da Jean Pierre Raffarin per sostituire gli impieghi-giovani, che vengono aboliti. Riprendono tutte le disposizioni precedenti (esonero dei contributi, pagamento da parte dello stato di una parte del salario...). Contratto prima assunzione (Cpe) - 2006. Nuova formula, inventata da Dominique de Villepin, per tutti i giovani di meno di 26 anni - qualificati o no. Non soltanto il datore di lavoro può beneficiare di tutti i vantaggi abituali (esonero dei contributi...), ma per due anni può licenziare il giovane assunto, quando vuole e senza nessun motivo. Ciò che il Codice del lavoro proibisce dal 1973. Queste misure a ripetizione non hanno impedito l’aumento della disoccupazione del giovani di meno di 26 anni, che è passata dall’11,3% nel 1977 a circa il 23% attualmente. Poco per volta, i giovani sono stati fatti uscire dall’area di intervento del diritto comune del lavoro, pagati al di sotto del salario minimo mensile e precarizzati. Persino il presidente del gruppo Veolia, Henri Proglio (1), riconosce che questo pone dei problemi e che ormai bisognerebbe «rivalorizzare il contratto a tempo indeterminato come forma normale di assunzione».

note:

(1) «L’inserimento dei giovani usciti dall’insegnamento superiore», rapporto per il governo, prima rimasto segreto poi reso pubblico il 20 febbraio 2006.


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