Politica

Lettera di piena solidarietà di Luciano Ardiccioni, filosofo che guida un movimento analogo a Vattimo per la città

domenica 10 aprile 2005.
 

Firenzuola, 9 aprile 2005

Caro Vattimo, ho letto sul Corriere della Sera della tua «disavventura» elettorale e voglio esprimerti tutta la mia solidarietà. Un’esperienza simile alla tua la sto vivendo da un anno. Filosofo (o, meglio, cultore della filosofia) molto meno bravo e importante di te, dal 2000 risiedo stabilmente in un piccolo comune di montagna che ho frequentato per piú di trent’anni. Si tratta di Firenzuola, comune di quasi cinquemila abitanti distribuiti su oltre 200 chilometri quadrati in mezzo all’Appennino al confine tra Toscana ed Emilia: un territorio molto bello al quale sono state inferte ferite gravissime dai lavori dell’Alta Velocità e, ora, dalla Variante di Valico autostradale. I danni sono stati monetizzati e compensati - nel corso delle ultime due legislature - con oltre 50 miliardi di lire. Le passate amministrazioni comunali di centro sinistra hanno utilizzato quei soldi in una maniera che ricorda ciò che tu hai chiamati un certo «familismo» e, soprattutto, hanno realizzato opere malfatt e, spesso inutili e invise alla popolazione. In questo contesto alcuni compagni e amici, che nel frattempo avevano dato vita a iniziative e comitati per difendere il loro territorio e per rilanciare forme di partecipazione attiva alle scelte che riguardavano da vicino tutti i cittadini, mi hanno chiesto di candidarmi a capo di una lista che aveva (e che continua ad avere) al centro del suo programma proprio la partecipazione democratica come strumento di tutela del bene comune (condizioni di vita e ambiente) e di rilancio di un’economia fino ad ora tutta incentrata sulla presenza momentanea dei cantieri delle grandi opere. Il bisogno di cambiamento era reso ancora piú pressante dal fatto che l’opposizione di centro destra era stata per anni ferma e muta, succube della gestione autoritaria del centro sinistra. Rifondazione, che due anni prima era uscita dalla maggioranza, non si è ripresentata e ha dato il suo appoggio alla nostra lista. Nella campagna elettorale ce ne hanno dette di tutti i colori: la prima che avremmo fatto vincere il centro destra (o, meglio, proprio Berlusconi), poi che ero uno «straniero», poi che eravamo ambientalisti che volevamo ridurre il nostro territorio a «riserva indiana», poi che eravamo portatori di «interessi locali insani» al servizio di gruppi di pressione locali, infine maldicenze di infimo livello sulle persone dei candidati della nostra lista. Alle elezioni della primavera scorsa abbiamo preso il 17% e il centrosinistra è passato dal 54 al 43%, ma per la legge elettorale per i piccoli comuni ha conquistato lo stesso 12 consiglieri su 17 e a noi (che pure abbiamo avuto un risultato pari al 40% dei voti del centrosinistra) è toccato soltanto un consigliere. Te l’ho fatta un po’ lunga, ma ci tengo a farti vedere che la tua esperienza calabrese è tutt’altro che isolata (qui in Mugello l’abbiamo vissuta almeno in quattro comuni), perché, oltre alla solidarietà vorrei farti una richiesta che è anche un consiglio. Non mollare; non lasciare soli «Bellicapelli» e i suoi amici di San Giovanni in Fiore. Sicuramente tu non potrai fare il consigliere comunale in Calabria: lo faranno loro, ma non lasciarli soli. Per due motivi: anche in pochi in un consiglio comunale, ma se si fa opposizione seriamente, in rapporto costante con la popolazione, qualcosa si ottiene, se non altro quello di «mettere in crisi» costantemente quei gruppi dirigenti locali del centrosinistra che sono stati costretti a scoprire la fine della loro autosufficienza (li avete mandati al ballottaggio) e che, abituati all’arroganza un po’ stupida di chi è convinto di avere sempre ragione, mal sopportano qualsiasi «ragionamento critico». Secondo perché, arroganti e un po’ s tupidi, quando entrano in crisi diventano «cattivi» e non ti risparmiano nulla: pensa che da noi sono arrivati ad accusarci ufficialmente in consiglio comunale di essere diretti dall’esterno, da lobby di cui noi faremmo gli interessi privati. Un vero e proprio capovolgimento della realtà. E allora la tua presenza accanto a chi ha sollevato, insieme a te, il sasso per mostrare i vermi che vi stavano sotto può essere anche una forma di «tutela» e, comunque, la dimostrazione di voler continuare a fare insieme a loro almeno un pezzo della strada che insieme avete incominciato.

Saluti cordialissimi

Luciano Ardiccioni


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