In prossimità del ballottaggio, l’agitazione di centrodestra e centrosinistra per la conquista dell’esecutivo s’è trasformata in pressione morbosa sul gruppo del prof. Vattimo, fatto di giovani e meno giovani e, soprattutto, di idee, volontà e coraggio. Il nostro discorso sulle priorità sociali e culturali è stato volutamente accantonato dai politici d’un sistema bloccato ma genocida, per dare spazio a polemiche sterili e vecchie, funzionali al mero accaparramento di consensi. In campagna elettorale, non si sono visti tanti programmi: quelli della lista "Vattimo per la città" erano - e sono - spendibili e larghi. Ma, a San Giovanni in Fiore, valutiamo su ben più importanti elementi: sanità personalizzata, posti e favori; poi, a risultato avvenuto, lamentiamo miserie ovunque. La politica, qui, è stata fatta per sistemare molti furbi inutili alla crescita della comunità, i quali, nel tempo, hanno prodotto danni forse irrimediabili. Il giornale che indegnamente dirigo, non essendo né lecchino né portaborse né raccomandato, è partito da un’azione di denuncia e rivitalizzazione culturale per aprire degli spazi, anche politici, a un’ingegneria sociale a spicchi che coinvolgesse le forze sane della comunità: associazioni, gruppi spontanei, istituzioni laiche e religiose, giovani, anziani, emarginati. Con le nostre inchieste sulla salute mentale, lo stato di urbanizzazione, la spesa pubblica in città e il comportamento degli amministratori, abbiamo dato un forte contributo a San Giovanni in Fiore, che, sul piano oggettivo, non ha riconosciuto né, cosa più importante, arricchito criticamente. Dobbiamo seriamente riflettere sul senso e sul significato della partecipazione al farsi della politica. Il nostro mensile ha interessato, inoltre, figure di grande spessore culturale, da Derrick De Kerckhove ad Alfonso Iacono, al prof. Vattimo, grazie alle quali della nostra città s’è parlato bene in Italia e anche fuori nazione: s’è scritto di giovani dinamici, attivi e globali, sangiovannesi, in grado di coniugare istanze e vicende locali con problemi umani e planetari. Da Ida Dominijanni (il manifesto), a Felice Cavallaro e Alessandro Trocino (Corriere della sera) e molti altri, sono stati espressi giudizi molto lusinghieri sull’iniziativa culturale e politica partita dal mensile "la Voce di Fiore" e concentrata, poi, nel movimento "Vattimo per la città" - sostenuto in modo decisivo dal prof. Gianni Vattimo, grande uomo e filosofo -, che ha già attivato molte relazioni con associazioni nazionali. Le nostre basi culturali e il nostro dna lontano dai partiti non si possono affatto strumentalizzare. Nessuno può giovarsi per un suo tornaconto elettorale della nostra azione di rinnovamento culturale, sociale e politico. Come semplice direttore della Voce, mi oppongo, a nome di tutti i collaboratori, a ogni catalogazione del nostro movimento entro uno schieramento tradizionale, di centro, destra o sinistra. E sottolineo che non abbiamo apparentamenti di sorta con nessuno. Nessuno può usarci.
Emiliano Morrone
direttore del mensile "la Voce di Fiore"
Caro Direttore
La verità - la verità, ma "che cosa è la verita?", chiese Pilato ... e mandò a morte un Innocente!!! Tracotanza e saccenteria, nella nota "A proposito di Vattimo" dell’Unità di oggi(15.04) - una ’foglia di fico’ che si presta molto ’bene’ a coprire vergogne storiche!!! Tutta la mia personale solidarietà e m. cordiali saluti, fls