Russia

A MOSCA IL G 8 DELLE RELIGIONI. Alessio II: «Cerchiamo uno sguardo comune sulle sfide etiche».

martedì 4 luglio 2006.
 
[...] le assenze che danno nell’occhio: non è stato invitato nessun leader, né sciita né sunnita, dall’Iraq, in risposta al barbaro omicidio dei quattro diplomatici russi sequestrati a Baghdad e in sintonia con il furore del Cremlino che ha messo una taglia di dieci milioni di dollari sugli assassini. E malgrado la volontà di dare a quest’incontro un carattere il più possibile ecumenico, il patriarca Alessio II si è mostrato molto sensibile alle ragioni della politica [...]

SUMMIT A MOSCA

Il G8 delle religioni per un mondo di pace

Cristiani, ebrei, islamici, buddisti, induisti: in Russia leader da tutto il pianeta. Alessio II: «Cerchiamo uno sguardo comune sulle sfide etiche». Diritti umani, famiglia e vita fra i temi dell’incontro al via ieri con Kasper, Poupard e Putin

Dal Nostro Inviato A Mosca Luigi Geninazzi (Avvenire, 04.07.2006)

Per la prima volta nella sua storia la Russia ospita un vertice mondiale delle religioni. Oltre duecento delegati, provenienti da quaranta Paesi, si sono dati appuntamento nell’ex capitale dell’ateismo per un incontro promosso dal Patriarcato di Mosca sotto l’egida del Consiglio interreligioso. Un evento eccezionale che, spiegano gli organizzatori, si collega alla presidenza di turno della Russia nel G8, il club dei Paesi più industrializzati il cui vertice annuale dei capi di Stato e di governo si terrà a metà luglio a San Pietroburgo.

Il leader del Cremlino è intervenuto ieri sera, all’apertura del summit, con un forte appello a «combattere l’estremismo ed il fondamentalismo riavvicinando la visione dei credenti delle diverse fedi». Rivolgendosi ai leader religiosi riuniti nell’hotel President, la residenza che lo Stato mette a disposizione degli ospiti illustri e che ieri appariva blindata più che mai, Vladimir Putin ha ricordato che «ci sono tentativi di spaccare il mondo per motivi etnici o religiosi, mettendo discordia in primo luogo fra le comunità cristiane e quelle islamiche». Ed ha aggiunto: «Di fatto ci viene imposto un conflitto di civiltà, ma dobbiamo renderci conto delle catastrofiche conseguenze che ne possono derivare». Il presidente russo si è detto convinto del «ruolo decisivo del clero» nel condurre questa campagna ed ha elogiato la Chiesa ortodossa.

«Le diverse religioni devono trovare uno sguardo comune non tanto sulle questioni dottrinali ma sui gravi problemi etici del nostro tempo», ha detto il Patriarca di Mosca Alessio II, illustrando così lo scopo fondamentale di questo incontro che per tre giorni affronterà temi cruciali come la lotta al terrorismo, la difesa della famiglia e della vita umana, il rispetto dei diritti umani e la tolleranza religiosa.

Dal vertice dovrebbe uscire un messaggio unitario rivolto ai capi di Stato dei Paesi del G8, all’opinione pubblica mondiale e a tutti i membri delle comunità religiose. Un messaggi o che intende essere particolarmente autorevole per via del «livello altissimo di rappresentatività, superiore ad altri simili eventi che si sono registrati in passato», dice il metropolita Kirill, responsabile del Dipartimento esteri del Patriarcato moscovita, il centro propulsore dell’iniziativa. A cominciare dalla rappresentanza cattolica. La delegazione vaticana infatti è presieduta dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, e vede la partecipazione di altri quattro porporati - Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura; Roger Etchegaray, ex presidente di Justitia et pax; Godfried Danneels, arcivescovo di Bruxelles, e Theodore McCarrick, emerito di Washington - e di alcuni vescovi fra i quali Joseph Werth di Novosibirsk, presidente della Conferenza episcopale russa, e Vincenzo Paglia, responsabile Cei della commissione per l’ecumenismo.

Il vertice costituisce «un’occasione molto importante per proseguire nel dialogo con gli ortodossi», ha dichiarato Kasper, secondo cui la presenza della delegazione vaticana «è un ulteriore segno del positivo cambiamento che sta avvenendo nei rapporti fra le nostre Chiese». Conferma Kirill : «Il clima è decisamente migliorato, siamo entrati in un nuovo capitolo delle nostre relazioni». Rilancio dell’ecumenismo, dunque, ma anche del dialogo interreligioso e interculturale «al servizio di un umanesimo integrale e solidale» capace di farsi carico delle sfide legate al «crescente fenomeno della globalizzazione», incalza Poupard.

Ai lavori prendono parte i capi di molte Chiese ortodosse e le massime autorità delle Chiese cristiane più antiche come il Patriarca dell’Armenia Karekin II ed il Patriarca Abuna Paul dell’Etiopia. Ci sono anche il segretario del Consiglio mondiale delle Chiese ed il presidente delle Chiese evangeliche della Germania. Numerose le autorità dell’islam, del buddismo e dell’ebraismo, le tre religioni che insieme al cristianesimo sono riconosciute ufficialmente dalla Russia.

Esclusi invece i rappresentanti delle cosiddette «nuove religioni» («Non vogliamo gente come i Testimoni di Geova che distorcono il messaggio cristiano», taglia corto padre Chaplin, portavoce del Patriarcato russo). Ma sono altre le assenze che danno nell’occhio: non è stato invitato nessun leader, né sciita né sunnita, dall’Iraq, in risposta al barbaro omicidio dei quattro diplomatici russi sequestrati a Baghdad e in sintonia con il furore del Cremlino che ha messo una taglia di dieci milioni di dollari sugli assassini. E malgrado la volontà di dare a quest’incontro un carattere il più possibile ecumenico, il patriarca Alessio II si è mostrato molto sensibile alle ragioni della politica non prevedendo alcun invito per il Dalai Lama, la cui presenza a Mosca avrebbe provocato la dura reazione delle autorità di Pechino, nuovi alleati della Russia di Putin.


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