In Messico 1000 casi sospetti, 61 i decessi. Si teme un contagio e Obama segue con attenzione la situazione.
Il virus, mutato, sarebbe passato dagli animali all’uomo
Oms: "Allarme febbre suina"
Messico e Usa, decine i contagi
Allerta anche in Italia: "Siamo in collegamento con l’Oms, allertati i medici"
WASHINGTON - Un migliaio di casi sospetti in Messico, otto negli Stati Uniti. E’ allarme influenza suina per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sta prendendo la situazione molto sul serio, nel timore di un’epidemia. "Stiamo osservando un’attività insolita dell’influenza in cinque località" (Texas, California e tre posti del Messico) ha detto il portavoce dell’Oms Gregory Hartl, sottolineando che i circa mille casi sospetti in Messico riguardano persone giovani e in buona salute. Un vertice di emergenza è stato convocato domani dall’Oms per stabilire se la situazione comporti rischi su scala internazionale.
Preoccupazione anche in Italia: "La situazione non è al massimo livello di guardia, quindi per il momento è semplicemente un’allerta che riguarda gli istituti superiori di sanità e i medici: stiamo osservando la situazione", ha detto il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio. "Siamo in collegamento con l’Oms, abbiamo allertato la rete Influnet che utilizziamo nei casi di allerta per la sorveglianza sia aepidemiologica sia sindromica", ha concluso.
In Messico, i casi sospetti si sono manifestati da fine marzo (verso al fine della normale stagione di influenza) con un apice in aprile, ha detto la portavoce dell’Oms Fadela Chaib. Negli Usa (casi in California e nel Texas) non ci sono decessi, ma in Messico i morti sono almeno 61. L’Oms ha attivato l’apposito Strategic Health Operations Centre (Shoc) per seguire la situazione e lo stesso presidente Barack Obama viene tenuto informato su ogni evoluzione. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il viruso che ha ucciso 12 persone in Messico ha la stessa struttura genetica di quello riscontrato nel Sud degli Stati Uniti: un mix inedito di virus di solito presenti tra maiali, uccelli e umani.
Le otto persone che sono risultate contagiate negli Usa, non risultano adesso avere più sintomi e sono guarite: una solo di loro è stata portata in ospedale. Decisamente più grave invece la situazione in Messico, dove oggi il ministro della Sanità, José Angel Cordova Saavedra, ha detto oggi che l’epidemia di influenza suina è causata da "un virus mutante altamente contagioso", mentre le autorità di Città del Messico hanno annunciato una vasta campagna di vaccinazione contro la malattia. E il governo ha suggerito alla popolazione di non stringere le mani delle persone, di non dividere cibo o usare le stesse posate o bicchieri, per paura di contrarre la malattia.
Il virus noto come H1N1, ha sottolineato il ministro, "ha subito una mutazione dai maiali agli esseri umani" ed è comparso per la prima volta circa due mesi fa nel sud degli Stati Uniti, e anche se è diverso "da quello dell’influenza aviaria, che è molto più agressivo" non è detto che i vaccini disponibili finora risultino efficaci. Le scuole e le lezioni all’università sono state sospese nel Paese per prevenire eventuali contagi su larga scala.
* la Repubblica, 24 aprile 2009
Ansa» 2009-09-04 20:37
INFLUENZA A: A NAPOLI PRIMO DECESSO E ALTRI DUE CASI
NAPOLI - Gaetano D., 51 anni, napoletano, e’ la prima vittima in Italia del virus H1N1. Lui che ha sempre vissuto nei pochi metri quadrati di una casa popolare di Napoli è stato stroncato da un virus temuto in molti Paesi e la cui diffusione viene spesso legata ai viaggi all’estero, dove lui invece non è mai andato.
L’influenza A, però, secondo quanto tengono a sottolineare con forza i medici dell’ospedale Cotugno di Napoli dove è morto la scorsa notte, non ha avuto un ruolo determinante: a uccidere l’uomo, residente con la madre oggi inebetita dal dolore in uno stabile tra i quartieri di Secondigliano e Miano, sarebbero state soprattutto le malattie di cui soffriva, a cominciare da una grave cardiomiopatia dilatativa complicata da insufficienza renale acuta in un paziente che era già diabetico e oligofrenico, cioé con problemi mentali. Gaetano D. è morto a mezzanotte in punto dopo che nelle ore precedenti le sue condizioni erano bruscamente peggiorate.
I medici hanno tentato l’impossibile dopo un improvviso rallentamento del battito cardiaco ma non c’é stato niente da fare. "Sepsi da stafilococco aureo e broncopolmonite", le cause che hanno portato al decesso. "Non c’é stata - sottolinea il direttore sanitario del Cotugno, Cosimo Maiorino - una virulentazione del virus. La morte è stata provocata dallo stato di debilitazione preesistente legata alle importanti patologie di cui era affetto". E il virus avrebbe avuto, a suo parere, un ruolo "concomitante ma non determinante nella morte". Insomma, le condizioni di Gaetano D. erano tali che anche una banale influenza avrebbe potuto stroncarlo da un momento all’altro.
La salma dell’uomo è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale dove attende che si completino le procedure burocratiche prima che si possano effettuare i funerali. Non ci sarà, fanno sapere dalla direzione sanitaria, alcuna autopsia: c’é assoluta chiarezza sulle cause pregresse che hanno portato alla malattia e successivamente all’insorgere del virus. Al Cotugno, diventato l’epicentro della vicenda virus A, continuano i test sui casi sospetti: due i nuovi contagiati, tra cui uno studente greco. In totale sono quindi cinque, ma i medici sono particolarmente ottimisti sul decorso della malattia e ritengono che non vi sia alcun problema per chi lo ha contratto.
C’é comunque preoccupazione tra chi si presenta al pronto soccorso e chiede di essere sottoposto ai test per scongiurare un’eventuale positività al virus. Basta fermarsi un’oretta per accorgersi dell’afflusso di diverse persone che cercano una smentita ai timori. Tra chi si presenta c’é una donna appena ritornata da una vacanza a Santo Domingo; poi un anziano signore con una sospetta febbre alta da quattro giorni, e una giovane mamma che accusa forti dolori alla testa. Ci vogliono alcune ore per conoscere i risultati degli esami con il tampone faringeo nasale. Sono invece stabili e danno speranze le condizioni di Fabio F., il giovane di 24 anni di Parma ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza per una polmonite causata dall’influenza A. Il bollettino sanitario parla di "lievi segni di miglioramento della funzione respiratoria". Le analisi dimostrerebbero che i farmaci hanno eliminato il virus dal sangue, ma andranno ripetute per avere la conferma definitiva della vittoria.
Nel nostro paese si vaccinerà inizialmente il 30-40% della popolazione
Influenza A, adesso l’Italia si prepara: vaccinazioni al via da metà novembre
La prima fase prevede l’immissione in circolazione di 8 milioni di dosi *
MILANO - Partirà a metà novembre l’avvio della campagna di vaccinazione contro l’influenza A/H1N1 in Italia che prevede inizialmente la vaccinazione del 30-40% della popolazione. Lo rende noto il ministero del Welfare. La data è stata decisa nella riunione del tavolo permanente delle cure primarie territoriali del 20 agosto scorso. Nel corso della riunione, presieduta dal Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero Fabrizio Oleari, con la partecipazione di Maria Grazia Pompa, Stefania Salmaso e di alcuni funzionari regionali, sono state fissate le tappe e le modalità della vaccinazione di massa. Secondo quanto riferisce Giuseppe Mele, presidente dei pediatri Fimp e presente alla riunione, la prima fase prevede l’immissione in circolazione di 8 milioni di dosi che saranno a disposizione a partire dal 15 novembre sino a tutto il mese di dicembre. Gli altri 16 milioni di dosi del vaccino saranno disponibili a partire dal 31 gennaio in poi. La prima fase, come annunciato, riguarderà gli operatori sanitari e le categorie a rischio. Nel dettaglio, saranno vaccinati contro il virus H1N1 gli addetti ai servizi essenziali e, tra questi, personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati (resterà fuori da questa prima fase il personale delle strutture private) le strutture socio sanitarie (case di riposo, RSA) il personale dei Distretti Sanitari, almeno il 90% dei medici di famiglia e dei pediatri, i medici competenti, gli addetti ai servizi amministrativi di supporto, il personale delle Poste Italiane e della Telecom. Queste categorie saranno sottoposte a vaccinazione dai Dipartimenti di Prevenzione- Centri Vaccinali. Per queste categorie si prevedono un milione e mezzo di dosi di vaccino.
ALTRO TURNO DI VACCINAZIONI - Saranno coperti inoltre, entro fine anno, i soggetti a rischio dai due ai sessantacinque anni, con 7 milioni di dosi. Gli altri 16 milioni di vaccini saranno indirizzati a partire dal 31 gennaio specificatamente alla popolazione compresa tra i due e i ventisette anni, comprendendo quindi la popolazione sana, con modalità che dovranno ancora definirsi. Si ipotizza anche l’aumento del 20% dell’offerta attiva per la vaccinazione antinfluenzale stagionale classica estendendo tale offerta in maniera attiva su una popolazione più ampia rispetto alle categorie previste negli anni precedenti. Il ministero emanerà una circolare esplicativa sulla base delle valutazioni emerse nel corso della discussione. Si sta studiando una scheda di registrazione unica per tutto il territorio nazionale. Un ruolo importante per la vaccinazione dei soggetti a rischio, riferisce Mele, sarà affidato al territorio secondo quanto previsto per la vaccinazione influenzale stagionale negli ambiti degli accordi decentrati vigenti con raccomandazione di estendere nelle Regioni ove non specificatamente previsti. In ogni caso il vaccino non sarà disponibile in farmacia, sarà privo di foglietto d’istruzioni e sarà multi dose, dieci dosi per fiala. Sarà un vaccino audiuvato con MS 59. Attualmente tuttavia, riporta Mele, «L’offerta di tale vaccino è estremamente inferiore alla domanda. L’intenzione è quella di vaccinare il 40% della popolazione al di sotto dei sessantacinque anni di età. La distribuzione a livello regionale terrà conto di tali percentuali ed avverrà sulla base dei criteri di popolazione residente».
ALLARME NEGLI USA - Sale la preoccupazione sull’esplodere con l’arrivo dell’autunno della pandemia di influenza A in Occidente. I primi a lanciare l’allarme sono gli Stati Uniti , secondo le cui autorità l’influenza A potrebbe contagiare metà della popolazione americana entro l’inverno, obbligando alle cure ospedaliere 1,8 milioni di persone e causando fino a 90 mila decessi, più del doppio di una normale influenza. Si tratta dello scenario tratteggiato lunedì, in un rapporto di 86 pagine, dal Council of Advisors on Science and Technology, lo staff scientifico della Casa Bianca, che ha elaborato tutte le ipotesi possibili in vista di una seconda ondata del virus nei prossimi mesi, per essere pronti al peggio. Fra le varie stime, gli esperti attendono che l’influenza torni negli Usa a metà ottobre, motivo per cui hanno incoraggiato ed esortato la produzione di vaccini, oltre che proporre la nomina di un supervisore alla Casa Bianca che possa coordinare le operazioni contro il virus. Lo scenario ipotizzato prende in considerazione le precedenti influenze pandemiche, analizzando anche il comportamento della nuova influenza registrato negli Stati Uniti durante la primavera e nell’emisfero sud del pianeta, dove si sta chiudendo in queste settimane la stagione influenzale. È la prima volta che gli esperti rilasciano ipotesi sul possibile impatto del virus negli Stati Uniti. Ad accusare i sintomi della prima influenza pandemica in 41 anni potrebbero essere fra i 60 e i 120 milioni di persone, più di metà delle quali potrebbero aver bisogno di cure mediche. Oltretutto, secondo il consiglio di esperti, durante le normali influenze stagionali la maggior parte dei decessi viene riscontrata fra gli anziani, mentre l’influenza suina potrebbe colpire su larga scala bambini e giovani.
L’AVVERTIMENTO - «Sarà una cosa seria», ha specificato Harold E. Varmus del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, copresidente del consiglio presidenziale. «Non sono pronostici, ma è una possibilità concreta», ha spiegato Mark Lipsitch della Harvard School of Public Health, che ha aiutato a compilare il rapporto. «Le stime oltretutto non prendono in considerazione l’ipotesi che il virus muti in una forma più pericolosa. Non è l’influenza a cui eravamo abituati», ha dichiarato il segretario alla Salute Kathleen Sebelius che poi ha aggiunto: «Il virus H1N1 sarà una minaccia ancora più seria questo inverno. Non sapremo quanto sarà pericoloso finché non ci ritroveremo in mezzo, ma è molto probabile che infetterà molte più persone del normale». Gli esperti hanno comunque applaudito alla risposta del governo Usa, che ha speso quasi 2 miliardi di dollari per comprare circa 159 milioni di dosi di vaccino da cinque diverse case farmaceutiche, che però non saranno pronte prima di metà ottobre, quando è prevista la nuova ondata di influenza. Il rapporto raccomanda quindi di rendere disponibili almeno parte delle scorte già da metà settembre.
* Corriere della Sera, 25 agosto 2009(ultima modifica: 26 agosto 2009)
Diretta - ESTERI *
Il virus arriva in Asia
Oms, 367 casi accertati
09:29 Oms, 367 casi in 13 paesi L’organizzazione mondiale della Sanità (Oms) conferma che i casi finora accertati di influenza suina sono 367, distribuiti in 13 diversi paesi. Secondo il nuovo bilancio le vittime sono dieci, nove in Messico e una negli Stati Uniti.
08:43 Usa, 430 scuole chiuse Cresce la paura per la febbre suina negli stati uniti. Più di 430 scuole sono state chiuse in 18 stati per prevenire il diffondersi dell’epidemia, mentre nelle ultime ore sono stati registrati una ventina di nuovi contagi nel paese.
08:15 Hong Kong, 300 in quarantena Dopo la conferma del caso di influenza suina su un turista messicano 25enne, le autorità di Hong Kong hanno deciso di mettere in quarantena sanitaria 300 persone nell’hotel in cui il turista è stato.
08:13 Gb, colpita cantante hip hop La febbre ’suina’ colpisce anche i vip. La cantante di un gruppo hip hop molto celebre fra i teenager del Regno Unito, gli ’n-dubz’, è stata ricoverata con i sintomi della nuova influenza Lo scrive il Sun di londra, che ha pubblicato le foto in ospedale della 20enne tulisa contostavlos, leader della band.
08:12 Corea del Sud, un caso di influenza Le autorità sanitarie della Corea del sud hanno confermato che un primo caso di influenza A/H1N1 è stato individuato nel paese asiatico.
08:10 Brasile, 7 casi sospetti I sono sette casi sospetti di influenza suina in brasile. E’ quanto ha fatto sapere il ministero della sanità di Brasilia. Oltre questi sette, altri 14 pazienti sono sotto la lente delle autorità sanitarie.
08:09 16 morti in Messico L’ultimo bilancio dell’influenza da suini in Messico è di 16 morti e 381 casi accertati. Lo ha annunciato il ministro della Sanità messicano, Josè Angel Cordova.
08:08 Due casi sospetti in India Due persone sono ricoverate in osservazione a New Delhi, in India, perchè presentano i sintomi della nuova influenza. Lo riferisce la televisione indiana IbnLive. Il primo in osservazione è un ragazzo di 25 anni di Ghaziabad, nello Stato settentrionale dell’Uttar Pradesh, non lontano da Delhi, ritornato dal Texas il 19 aprile. L’altro ricoverato è un cittadino britannico di 35 anni, che si è presentato al Ram Manohar Lohia Hospital di Delhi, dove è ricoverato anche il primo uomo, accusando i sintomi del virus A/H1N1.
* la Repubblica, 02.05.2009 (per aggiornamenti, cliccare sul rosso).
Presidente Calderon ai messicani: ’’Restate a casa fino al 5 maggio’’
Messaggio alla nazione del capo di Stato centroamericano: uno dei problemi più seri degli ultimi anni. Bisogna rafforzare le misure di prevenzione di fronte all’espandersi di questo nuovo virus nel mondo
Città del Messico, 30 apr. (Adnkronos/Dpa) - Per frenare il diffondersi della febbre suina il presidente Felipe Calderon ha chiesto ai messicani di restare nelle loro case da domani fino a martedi’ 5 maggio. "In questi giorni il Messico ha affrontato uno dei problemi piu’ seri degli ultimi anni", ha detto tra l’altro Calderon in un messaggio alla nazione di 15 minuti trasmesso in tv e alla radio alle 23 (ora locale), invitando la popolazione a rafforzare le misure di prevenzione "di fronte all’espandersi di questo nuovo virus nel mondo".
Il messaggio del presidente e’ stato trasmesso dopo che il ministero della Sanita’ aveva ordinato la sospensione di tutte le attivita’ "non indispensabili" durante il lungo ponte festivo che in Messico va dal primo al 5 maggio. Intanto l’Oms ha elevato a cinque, su una scala di sei, l’allerta per rischio pandemia.
Influenza, prima vittima negli Usa arrivava dal Messico
E’ un bambino di 23 mesi la prima vittima del virus dell’influenza suina negli Stati Uniti. E’ morto in Texas, ma era arrivato dal Messico per curarsi. «La situazione è grave, è necessaria la massima precauzione», ha detto il presidente Obama, che ha ventilato la possibilità di chiudere le scuole dove si sono verificati contagi. Attualmente sono 65 i casi accertati negli Usa, la California ha proclamato lo stato d’emergenza e il presidente Obama ha chiesto al Congresso un miliardo e mezzo di dollari per fronteggiare la situazione. Finora i farmaci antivirali - Tamiflu e Relenza - si erano mostrati molto efficaci nel trattamento dell’influenza.
E’ la prima vittima del virus registrata finora al di fuori del Messico, dove sono scattate in questi giorni misure per contenere il contagio. Chiusi siti archeologici, bar, teatri, piscine, centri sportivi, nei ristoranti sono ammessi solo piatti take-away, per limitare al massimo la permanenza nei locali. Le autorità sanitarie hanno però ridotto a 7 il numero delle vittime accertate dell’influenza suina, mentre sale a 159 il bilancio delle morti sospette e i ricoverati sono oltre 1300, i contagiati 2000.
Esami più accurati hanno circoscritto il numero effettivo dei decessi attribuibili al virus A/H1n1, ma non per questo cala il livello di attenzione. L’Organizzazione mondiale della sanità mantiene il grado di allerta a 4, che contempla il rischio di una pandemia. Su scala planetaria i casi accertati sono 105. In Europa il virus ha raggiunto la Germania, con tre persone contagiate, un caso anche in Austria. Confermati 2 casi in Spagna, mentre nel Regno Unito sono già 5, uno dei quali a Londra. Altri casi confermati in Canada (6), Nuova Zelanda (3) e Israele (2). L’allarme per il rischio contagio ha spinto la Francia a sollecitare la Ue, perché vieti i voli per il Messico.
Finora nessuna delle persone contagiate dal virus al di fuori del Messico presentava condizioni di salute critiche. Le autorità sanitarie mondiali si interrogano comunque sulle ragioni della concentrazione di vittime sul territorio messicano. Un’ipotesi ricorrente è che l’influenza suina si sia manifestata già da diverso tempo e che si sarebbe diffusa su una larga fetta della popolazione, forse decine di migliaia di persone: i casi letali sarebbero solo la punta dell’iceberg, non del tutto significativi per stabilire la pericolosità del virus. Senza contare fattori ambientali, come povertà e insufficienza di farmaci anti-virali che possono aver complicato la situazione.
Le autorità messicane stanno cercando di risalire al paziente zero, che sembra sia stato identificato in un bambino di cinque anni del villaggio di La Gloria nello stato Veracruz. Edgar Hernandez è perfettamente guarito dall’influenza che lo ha colpito all’inizio del mese. La sua casa non è lontana da uno dei più grandi allevamenti di suini del paese. E proprio a La Gloria nel febbraio scorso si sono moltiplicati i casi di influenza con gravi affezioni respiratorie, febbre alta, a volte con diarrea e vomito: il quadro dei sintomi indicati oggi per l’influenza suina. Ma solo il 6 aprile scorso le autorità locali hanno dato l’allarme, quando su una popolazione di 3000 persone, almeno 400 avevano avuto bisogno di cure e 1800 presentavano affezioni respiratorie. Il contagio nel frattempo si era rapidamente esteso ad altre località: metà della popolazione di La Gloria lavora a Città del Messico durante la settimana. Secondo quanto riferisce l’Independent a Oaxaca una donna, Maria Adela Gutierrez, un’addetta al censimento di 39 anni, è stata individuata come il possibile agente del contagio di decine e decine di persone: entrata in ospedale l’8 aprile scorso è morta cinque giorni più tardi. E come lei altri hanno diffuso inconsapevolmente il virus per giorni, prima che si cominciasse a parlare di influenza suina.
* l’Unità, 29 aprile 2009
Si rompe il contenitore delle fiale
Panico virus su un treno svizzero
Il contenitore è esploso verso le 18 di ieri
Ma le autorità: "Nessun pericolo"
GINEVRA Un contenitore che custodiva fiale di virus di febbre suina è esploso mentre veniva trasportato in treno in Svizzera. Le fiale contenevano il virus H1N1 della febbre suina, ma le autorità hanno sottolineato che non vi è nessun pericolo perchè non si tratta della mutazione pericolosa per l’uomo.
Il virus era stato preso in consegna all’Istituto veterinario di Zurigo da un tecnico del Laboratorio centrale di virologia degli Ospedali universitari di Ginevra, che doveva portarlo a destinazione in treno. Ma il contenitore è esploso verso le 18 di ieri durante il viaggio fra Friburgo e Losanna, a causa di una reazione provocata dal ghiaccio secco che era stato mal posizionato. Due persone sono rimaste leggeremente ferite. Il treno è stato fermato prima di una stazione per diverse ore e i 61 passeggeri a bordo sono stati esaminati per escludere una contaminazione.
«L’incidente, all’inizio inquietante, si è finalmente rivelato poco grave», ha detto il portavoce della polizia, Jean-Christophe Sauterel. «Siamo dispiaciuti per quanto accaduto», ha affermato Laurent Kaiser, responsabile del laboratorio ginevrino, ricordando che ogni giorno vengono trasportati virus in queste condizioni. Alcuni vengono addirittura inviati per posta.
* La Stampa, 28/4/2009
"Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo’’
Febbre suina, l’allarme dell’Oms: ’’Prepariamoci a possibile pandemia’’
Il vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente: ’’L’ipotesi non è inevitabile, ma dobbiamo essere pronti’’. E avverte: ’’L’influenza ha un’evoluzione assolutamente imprevedibile’’. Al momento non cambia il livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4. Commissione Ue: ’’Nessun motivo per bloccare import maiale’’
ultimo aggiornamento: 28 aprile, ore 18:36
Ginevra, 28 apr. (Adnkronos/Ign) - "Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo. L’ipotesi di una pandemia non è inevitabile, ma dobbiamo prepararci a questa evenienza". Ad affermarlo è stato Keiji Fukuda, vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una conferenza stampa oggi a Ginevra. Fukuda ha spiegato che al momento non cambia il livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4.
Da ieri 79 casi sono stati confermati da analisi di laboratorio e 7 morti, ha detto Fukuda durante la conferenza stampa. "Da ieri 40 casi sono stati registrati negli Stati Uniti - ha aggiunto - 26 in Messico, sei in Canada, due in Spagna, due in Gran Bretagna e tre in Nuova Zelanda, gli ultimi due Paesi a riportare dei casi. Le sette morti si sono invece verificate in Messico. La situazione è in continua evoluzione ed è bene specificare - ha spiegato - che i casi registrati in pazienti di rientro da viaggi nelle zone più colpite non significano che il Paese di arrivo è stato raggiunto dal virus, almeno a livello epidemiologico. Stiamo lavorando a stretto contatto con tutte le autorità dei Paesi coinvolti e per il momento abbiamo deciso di non innalzare l’allerta da 4 a 5".
Non è ancora possibile definire quale sarà l’entità dell’eventuale pandemia influenzale provocata dalla febbre suina, ha precisato Fukuda. "Le ipotesi che sono state fatte e che parlano di entità media non possono essere confermate - ha sottolineato -: l’influenza ha un’evoluzione assolutamente imprevedibile". "La storia - ha evidenziato Fukuda - ci ricorda che le precedenti pandemie sono iniziate tutte con un livello medio, per poi rivelarsi molto gravi. L’ipotesi di una media intensità è la migliore che ci possiamo augurare. Manteniamo un alto stato di allerta e lavoriamo di continuo per monitorare la situazione".
Per Fukuda, "il passaggio da 3 a 4 effettuato ieri mostra gia’ la serieta’ della situazione, che continuiamo a monitorare. Dobbiamo comunque essere preparati all’eventualita’ di una pandemia, che se si verificasse andrebbe a colpire soprattutto i Paesi poveri. Si passera’ all’allerta 5 solo quando il virus sara’ trasmesso da uomo a uomo in maniera stabile in piu’ Stati".
Per il momento la febbre o influenza suina non cambierà nome, come ipotizzato dall’Unione europea per evitare il crollo di vendite di carni di maiale. Lo ha reso noto lo stesso Fukuda. La motivazione per cui l’influenza suina continueràà a chiamarsi cosi’ e’ che "non vogliamo creare confusione", ha detto Fukuda.
Per il portavoce dell’Oms, Gregory Hartl, l’allerta al livello 5 rappresenta una decisione molto importante, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) prenderà solo quando avrà certezza di trovarsi di fronte a una pandemia.
L’importanza di una decisione del genere - ha spiegato il portavoce dell’Oms - è motivata anche dal fatto che ciò significa sospendere la produzione dei vaccini per l’influenza stagionale per concentrarsi solo su quello pandemico. Hartl ha inoltre confermato che al momento sono quattro le aziende farmaceutiche che stanno lavorando alla produzione di un vaccino, ribadendo però che ciò richiede diversi mesi.
Intanto, la Commissione europea ha precisato di non aver alcun motivo di raccomandare agli Stati membri Ue di vietare le importazioni dei prodotti a base di carne di maiale provenienti dai Paesi colpiti dalla febbre suina, perché non si tratta di una malattia trasmessa dagli alimenti.
"Il virus non è trasmesso dagli alimenti. Non c’è ragione di bloccare le importazioni di maiale, perché non si tratta di una malattia animale. Non sarebbe giustificato", ha spiegato a Bruxelles Nina Papadoulaki, portavoce del commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou.
Secondo l’organizzazione mondiale della salute animale (Oie), gli allevamenti di maiali non sono responsabili di questa nuova epidemia influenzale.
Diretta - ESTERI
Febbre suina, oltre 100 morti
Un caso confermato in Spagna
Oms: verso massimo livello allarme
A Città del Messico sindaco valuta eventuale stop delle attività economiche: su una scala di gravità da 1 a 10, la situazione nella capitale messicana si trova a livello 8. Sono 40 i casi accertati negli Stati Uniti. L’Oms ha anticipato comitato emergenza e non esclude la possibilità di alzare il livello di allerta dalla fase tre alla fase cinque su un totale di sei. Falso allarme in Francia, segnalazioni in Svizzera, Germania, Canada, Nuova Zelanda, Colombia. Frattini: "In Italia rischi insignificanti". A Venezia risultati negativi per la donna sottoposta a test dopo un viaggio in California. Giovedì vertice straordinario Ue. Tajani: "Vigilare senza creare panico" (la Repubblica, 27.04.2009 - ripresa parziale, per aggiornamenti, cliccare sulla zona rossa)
ALLARME PANDEMIA
"Il virus può diventare più pericoloso"
L’allarme dell’Oms: «La febbre suina
si trasforma, rischi per le popolazioni».
In Usa dichiarato lo stato d’emergenza *
GINEVRA È «piuttosto probabile» che l’attuale epidemia di influenza suina possa mutare in una forma ancora «più pericolosa». A lanciare l’allarme l’Organizzazione Mondiale della Sanità che sta coordinando da Ginevra la lotta contro il diffondersi della malattia.
Keiji Fukuda, uno dei virologi dell’Oms ha spiegato che l’organizzazione è pronta a preparare un vaccino se sarà necessario. Il virus che ha già provocato la morte di 81 persone in Messico, ha spiegato Fukuda «’è molto probabile che si stia trasformando e, quando un virus si trasforma, è chiaro che può diventare molto pericoloso per la popolazione». L’Oms sta valutando se portare lo stato di allerta dal livello 3 a 4 su una scala che prevede al massimo livello 6, «pandemia conclamata». La decisione sarà presa martedì.
Massima allerta negli Stati Uniti che hanno dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria per l’influenza da suini. Il presidente Obama si è detto «molto preoccupato». Il segretario per la Sicurezza Nazionale, Janet Napolitano, ha annunciato che la Casa Bianca ha attivato una squadra di controllo per monitorare costantemente la situazione, «che è in evoluzione». In tutto il mondo le autorità sanitarie del mondo sono in stato di allarme per il timore di una epidemia della febbre suina che in Messico ha già provocato la morte di oltre 80 persone e ne ha contaminate almeno 1.320. Le autorità sanitarie messicane hanno confermato che tutti i casi registrati provengono da contagio umano, cosa che preoccupa particolarmente l’Organizzazione mondiale della Sanità. Secondo il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, il nuovo virus «potrebbe provocare una pandemia».
La Farnesina ha sconsigliato a tutti i cittadini italiani di recarsi nelle aree del Messico interessate dal contagio. «A meno di motivi improrogabili», ha spiegato una nota del ministero degli Esteri, «si consiglia ai viaggiatori che intendano recarsi» in Messico «di rinviare i propri programmi di viaggio in attesa che la situazione sanitaria locale torni alla normalità». Casi di febbre suina sono stati segnalati anche in Nuova Zelanda, Francia, Spagna, Israele e negli Stati Uniti. La Commissione europea intanto ha fatto sapere di seguire «da vicino» l’evoluzione del virus dell’influenza suina, sottolineando che «nessun caso è stato segnalato in Europa». «La Commissione è in contatto diretto e stretto con le autorità americane, con l’Oms, gli Stati europei e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)», ha spiegato una portavoce incaricata delle questioni sanitarie a Bruxelles
* La Stampa, 26/4/2009 (19:0)
Escluso il contagio per un assistente di volo ricoverato a Londra
Usa: Febbre suina, stato di emergenza. Allarme in Europa, Italia verso il vaccino
Influenze sospette nei due Paesi, ma Bruxelles rassicura: "Nessun caso segnalato". Il sottosegretario al Welfare Fazio: ’’Abbiamo 40 milioni di dosi di farmaci antivirali specifici’’. In Nuova Zelanda dieci studenti di un college potrebbero aver contratto il virus di ritorno da un viaggio in Messico. Otto contagi registrati a New York. Farnesina: ’’Rinviate i viaggi’’. Allerta Oms: ’’Rischio di pandemia’’. Dal consorzio prosciutto di Parma alla Cia: ’’In Italia nessun allarme’’
ultimo aggiornamento: 26 aprile, ore 20:05
Wellington, 26 apr. (Adnkronos/Ign) - Aumenta l’allarme per il diffondersi della febbre suina. Dopo il Messico, dove i morti sono saliti a 81 secondo l’ultimo bilancio del ministero della Salute, e gli Stati Uniti, dove sono stati confermati 8 casi lievi New York, anche in Europa sono stati segnalati alcuni casi sospetti.
La Commissione Europea però rassicura spiegando che "fino a questo momento, non è stato segnalato nessun caso di febbre suina nell’Unione europea". "Seguiamo la situazione da molto vicino. Siamo in stretto contatto diretto con le autorità americane, con l’Organizzazione mondiale della Sanità, con gli Stati europei e con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie", ha detto a Bruxelles un portavoce della Commissione.
L’allarme però è scattato in Spagna e in Francia. Il ministero della Salute di Madrid sta analizzando tre possibili casi di febbre suina in altrettante persone rientrate dal Messico negli ultimi giorni. Stando a quanto reso noto i tre casi sono stati segnalati a Bilbao, Almansa e Valencia. Secondo il ministro, non si potrà appurare di che tipo di virus si tratta prima delle prossime 48 ore.
Altri quattro casi di sospetta influenza suina sono attualmente sotto osservazione in Francia. Il ministro della Salute, Roselyne Bachelot, lancia un appello ad essere vigili senza allarmarsi. I quattro casi "sono da esaminare", conferma Francoise Weber, direttrice del Institut national de veille sanitaire (InVS), tre riguardanti una stessa famiglia del nord della Francia ed una donna della regione parigina. Lo stesso istituto rende noto invece che i dubbi riguardanti due casi segnalati precedentemente nella regione di Bordeaux e di Aix en Provence sono stati dissipati.
Escluso anche il sospetto di contagio per l’assistente di volo della British Airways ricoverato a Londra dopo il suo rientro dal Messico con sintomi simili a quelli della febbre suina.
Allarme virus in Nuova Zelanda, dove dieci studenti del college di Rangitoto, Auckland, rientrati dal Messico ieri mattina potrebbero aver contratto la febbre suina. "Funzionari del ministero della Sanità mi hanno riferito che non vi sono certezze sul fatto che questi studenti abbiano l’influenza suina, anche se considerano la cosa probabile", ha dichiarato il ministro della Sanità Tony Ryall. Il ministro ha quindi assicurato che "tutte le precauzioni necessarie sono state adottate e che nessuno dei pazienti malati di influenza è considerato grave, anzi la maggior parte di loro sembra invece in fase di ripresa".
Intanto, la chiesa cattolica messicana ha preso la "grave decisione" di sospendere oggi tutte le messe domenicali nelle chiese della capitale messicana di fronte all’epidemia. In un comunicato il cardinale Norberto Rivera, arcivescovo di Città del Messico, ha sottolineato come per il bene delle persone sia stata decisa ’’la sospensione della celebrazione eucaristica".
Nessun caso di influenza suina è stato segnalato in Italia né in altri paesi dell’Europa, precisa il ministero della Salute a proposito delle voci di casi sospetti nel vecchio Continente. Al momento, precisa una nota, non si è ravvisata la necessita di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere. Ma sono stati inviati agli Uffici di sanità marittima e frontaliera (Usmaf) volantini contenenti consigli per i viaggiatori in partenza o in arrivo dalle zone a rischio.
Di fronte al dilagare di casi di influenza suina in Messico, la Farnesina torna a sconsigliare di recarsi al momento nelle aree colpite: "A meno di motivi improrogabili si consiglia ai viaggiatori che intendano recarsi nelle zone sopra indicate di rinviare i propri programmi di viaggio in attesa che la situazione sanitaria locale torni alla normalità", si legge sul sito ’Viaggiare sicuri" dell’Unità di crisi della Farnesina alla sezione dedicata al Messico. "Nelle ultime settimane - vi si legge ancora - si è registrato in Messico un aumento di casi di influenza acuta di origine non ancora definita particolarmente concentrati nella capitale Città del Messico. Casi isolati dell’infermità si sono registrati anche negli stati di Sonora, Baja California, Stato del Messico e Oaxaca. Per evitare il contagio la popolazione è stata raccomandata di evitare la frequentazione di luoghi pubblici, di riporre particolare attenzione nella cura dell’igiene personale e di accudire a strutture sanitarie in presenza di sintomi influenzali".
E circa 50 persone hanno già rinunciato ad andare in Messico. Il volo Livingston, Malpensa-Fiumicino-Cancun, è partito infatti questa mattina con circa 130 passeggeri rispetto ai 180 registrati.
Il ministero della Salute, che sta monitorando alla situazione, assicura che al momento in Italia la febbre suina rappresenta un ’’rischio trascurabile’’. ’’Il nostro Paese non importa suini vivi da quelle zone’’, precisa una nota in cui si sottolinea inoltre che i casi di influenza verificatisi tra la popolazione del Nord America e del Messico rientrano tra i ’’fenomeni di contagio interumano’’. E il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, rende noto che da vari anni, l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna (Izsler), ha reso sistematico un programma di screening con lo scopo di monitorare la circolazione dei virus influenzali suini e teso allo studio delle caratteristiche dei ceppi circolanti che, comunque, appartengono ai ceppi influenzali circolanti in Europa.
Da parte sua il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio rende noto che in Italia ’’abbiamo 40 milioni di dosi’’ di farmaci antivirali specifici, delle quali ’’10 milioni già pronte, e 30 mila da incapsulare, ma comunque utilizzabili in caso di urgenza’’. ’’Stiamo valutando adeguate strategie vaccinali e contiamo di avere la situazione sotto controllo - sottolinea -. Poi, in collaborazione con l’Oms, stiamo agendo in sintonia con tutti i Paesi Europei’’. In ogni caso, ha tenuto a precisare il sottosegretario, ’’il nostro maiale è assolutamente sicuro, lo diciamo con certezza. Non esiste alcun pericolo. L’influenza suina si prende prima da contaggio dal maiale, e poi da uomo a uomo. E’ un virus nuovo, quindi non è che si conosca moltissimo, ma sicuramente non si prende mangiando carne cotta di maiale. Poi noi non importiamo carne dal Messico e quindi non esiste nessuno spazio per pensare che i nostri maiali non siano sicuri".
E si muovono anche i consumatori. ’’Crediamo sia venuto il momento di dire basta a tutte le controindicazioni che si mettono in atto per evitare l’informazione fondamentale per i cittadini dell’origine dei prodotti in etichetta’’, afferma il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, in una nota. Mentre il presidente dell’Associazione nazionale allevatori suini (Anas), Giandomenico Gusmaroli, chiede di avviare un’etichettatura Dop ’’seria e reale del made in Italy’’.
Influenza suina, allarme dell’Oms
Un virus mai visto finora e che si trasmette da uomo a uomo. Un nome non ce l’ha ancora, ma il suo identikit sta diventando sempre più chiaro di ora in ora, nei laboratori che lo stanno studiando in tutto il mondo. Il nuovo virus, del tipo A/H5N1, è un singolare puzzle che unisce insieme frammenti di virus di due tipi di influenza dei suini (nordamericana ed eurasiatica), della molto più nota aviaria e della familiare influenza umana.
È avvenuto cioè il “riassortimento” del quale si parlava e che si temeva dal 1997, quando i primi casi della cosiddetta «influenza dei polli» fecero la loro comparsa a Hong Kong. Allora si cominciò a parlare del probabile arrivo di una nuova pandemia, dopo la Spagnola del 1918, l’Asiatica del 1957 e la Hong Kong del 1968. Virologi di tutto il mondo ne hanno sempre dato per scontato l’arrivo, rilevando che sarebbe stata una questione di tempo. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato in una nota che i focolai di influenza da suini in Messico e negli Stati Uniti costituiscono «un’emergenza di sanità pubblica di rilievo internazionale». «La situazione è seria e deve essere seguita con grande attenzione», aveva detto oggi il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, dopo aver consultato un gruppo di 15 esperti internazionali.
Secondo il direttore, il nuovo virus ha un potenziale pandemico, ma non si sa ancora, ha rilevato, se può causare una pandemia. La prudenza è d’obbligo in attesa di conoscere in modo preciso le caratteristiche del virus e l’evolversi della situazione. Per le autorità sanitarie americane, invece, la propagazione del nuovo tipo di influenza, che ha ucciso decine di persone in Messico e ne ha contagiate almeno dieci negli Usa, non può essere contenuta.
«È chiaro che è diffusa e che non possiamo contenere la diffusione del virus», ha detto Anne Schuchat, che dirige ad interim i programmi di scienza e sanità pubblica dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). Il nuovo virus si trasmette più facilmente e rapidamente rispetto a quello dell’aviaria, ma di sicuro, affermano gli esperti, non ci sono rischi legati al consumo di carne suina.
In contatto con gli esperti internazionali sta lavorando anche il ministero italiano del Welfare, ha detto oggi il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. Sono state allertate la rete di controllo Influnet del ministero, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, e le altre strutture per la sorveglianza del virus sul territorio, mentre è ancora in fase di valutazione l’opportunità di controlli alle frontiere.
Secondo le prime valutazioni, il nuovo virus si trasmetterebbe in modo simile a quello dei virus dell’influenza stagionale e questo perché, secondo il microbiologo Michele La Placa, dell’università di Bologna, è probabile che nel “riassortimento” il virus abbia affinato le armi che gli permettono di ancorarsi alle cellule. Le armi si chiamano emoagglutinina (indicata con la lettera H) e neuroaminidasi (N) e, immaginando il virus come il riccio di una castagna, sono gli aculei molecolari per agganciarsi alle cellule.
Normalmente i virus umani sono sensibili solo alle cellule dell’apparato respiratorio, spiega l’esperto, ma questo virus potrebbe essere in grado di legarsi a più tipi di cellule. Capacità che molto probabilmente il nuovo virus avrebbe acquisito in quel vero e proprio crogiuolo che è il maiale, dove sono riusciti a fondersi ben quattro virus provenienti da tre specie diverse. Nel frattempo si sta già lavorando al vaccino, sulla base delle prime informazioni genetiche e biochimiche sul nuovo virus. Per il direttore del Centro Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena, che da oltre dieci anni studia il vaccino anti-pandemia, la speranza è che i primi milioni di dosi potrebbero essere pronti in meno di sei mesi.
Messico e Usa in allerta per la diffusione del virus che ha già ucciso 61 persone
Il ceppo è una ricombinazione di quello suino con quello umano, mai visto prima
Febbre suina, cresce l’allarme
Oms: "La situazione è seria"
I consigli del ministero della Salute per chi viaggia nei Paesi a rischio
La Ue non ritiene di dover applicare misure restrittive agli spostamenti *
CITTA’ DEL MESSICO - Le autorità di Messico e Stati Uniti sono in allerta nel tentativo di contenere l’epidemia di influenza suina che si teme abbia già fatto 61 morti in Messico (venti i casi già accertati) e contagiato otto persone negli Stati Uniti. L’allarme è già esteso in tutti i Paesi latinoamericani: sono aumentati i controlli negli aeroporti e sono stati attivati piani sanitari di emergenza per evitare il contagio. Ma anche le autorità statunitensi sono molto preoccupate, dal momento che "la febbre suina non può essere contenuta". Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, "c’è il rischio di una pandemia" e la comparsa di questo virus è "una situazione seria", che è necessario seguire da vicino. "La situazione è seria e deve essere seguita con grande attenzione", ha detto oggi il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, che ha consultato un gruppo di 15 esperti internazionali.
L’allarme in Messico. Ieri il presidente del Messico, Felipe Calderon, ha presieduto un incontro con i massimi esperti sanitari del Paese per valutare la situazione. L’influenza suina, un sotto-tipo del tradizionale ceppo H1N1 che si è trasferito dai maiali all’uomo, ha causato nella capitale messicana e in un’area limitrofa almeno 20 morti e un migliaio di contagi. I primi casi sono stati individuati il 13 aprile, ma solo da giovedì si è compresa l’estensione e la gravità dell’epidemia. Il Messico ha chiuso scuole, musei, biblioteche, teatri in tutta la capitale e in una provincia vicina, "fino a nuovo ordine".
Un virus mai visto prima. Le autorità sanitarie tuttavia fanno notare che la media dei decessi non è aumentata e non si è verificato quell’incremento esponenziale dei contagi che si temeva. Le analisi genetiche mostrano però che il ceppo incriminato è una mescolanza mai vista prima tra virus aviario, suino e di essere umano. E il fatto che la gran parte dei decessi riguardi persone tra il 25 e i 45 anni è considerato un preoccupante segno che fa pensare alla pandemia perché le influenze stagionali tendono invece a colpire gli anziani e i bimbi piccoli.
In preparazione il vaccino. Nel frattempo si sta già lavorando al vaccino, sulla base delle prime informazioni genetiche e biochimiche sul nuovo virus. Per il direttore del Centro Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena, che da oltre dieci anni studia il vaccino anti-pandemia, la speranza è che i primi milioni di dosi potrebbero essere pronti in meno di sei mesi.
Usa: "Tardi per contenere l’epidemia". Ma negli Usa, il direttore del Centro di controllo e prevenzione delle malattie di Atlanta, Richard Besser, ha osservato che "probabilmente è troppo tardi" per riuscire a contenere una nuova epidemia. E anche Anne Schuchat, dei Centers for Disease Control and Prevention, ritiene che "E’ chiaro che è diffusa e che non possiamo contenere la diffusione del virus". I casi accertati sono otto tra California e Texas (sei risiedevano nel sud della California e due nell’area di Sant’Antonio, in Texas) ma solo una delle persone era stata in Messico. Sotto osservazione alcune decine di studenti di un liceo nel Queens che hanno accusato sintomi sospetti. Il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, ha detto di avere un "rigoroso" piano di risposta all’epidemia. Ma Besser insiste: è probabilmente troppo tardi per cercare di contenerla vaccinando, trattando o isolando la popolazione.
Stesso virus in Messico e Stati Uniti. L’Organizzazione mondiale della sanità, che oggi ha tenuto una riunione di emergenza, ha fatto sapere che la struttura genetica del virus contratto da 12 vittime analizzate in Messico è lo stesso degli otto contagiati in California e Texas. Questo fa temere il cosiddetto ’salto di specie’, ossia che la malattia possa essere trasmessa "da uomo e uomo", come riferito da Anne Schuchat, direttore del Centro di immunologia e patologie respiratorie del Cdc di Atlanta.
Il dossier sul tavolo di Obama. Psicosi in Messico. La Casa Bianca segue da vicino l’espandersi del virus. Il dossier è arrivato sul tavolo di Barack Obama. In Messico però è già psicosi, e si teme una pandemia. Nella capitale - dove vivono oltre 20 milioni di persone - l’esercito ha distribuito mascherine protettive. Il governo ha esortato gli abitanti ad astenersi da manifestazioni eccessive di affetto, come baci e strette di mano, e di non condividere cibo e bevande. I sintomi sono: febbre superiore ai 39 gradi, che si presenta in maniera repentina, tosse, mal di testa intenso, dolore muscolare e alle articolazioni, irritazione agli occhi, flusso nasale.
I consigli del ministero della Salute. Il ministero della Salute ha pubblicato una serie di consigli rivolti ai viaggiatori diretti nelle aree interessate da focolai di influenza suina, Messico e Usa (California e Texas). Eccone i principali: "Evitare la visita di mercati o di fattorie in cui si può venire a contatto con suini che potrebbero essere infetti; consumare cibi a base di carne suina solo dopo accurata cottura; evitare di portare le mani a contatto con occhi naso e bocca; lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con detergenti a base di alcool". Il ministero avverte inoltre che "la vaccinazione con i tradizionali vaccini antinfluenzali (vaccini stagionali), pur sollecitando le difese immunitarie, probabilmente non è efficace nei confronti di questa specifica infezione".
Per quanto riguarda invece i viaggiatori provenienti dalle aree interessate dai focolai, il ministero avverte che "nel caso si ritenga di essere stati esposti a contatti con suini o con persone affette da influenza suina" è necessario "tenere sotto controllo lo stato di salute per almeno 7-10 giorni. Se durante questo periodo si dovesse accusare febbre e sintomatologia simil-influenzale (faringite, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari ecc)", il ministero raccomanda di "consultare telefonicamente un medico o contattare i numeri telefonici che verranno indicati segnalando il viaggio e l’eventuale contatto con suini o persone affette da influenza".
La Ue: "Nessuna restrizione dei viaggi". Nessuna restrizione al momento per i viaggi internazionali, ma solo una prima valutazione dell’efficacia delle misure messe a punto dai singoli paesi. E’ questa la conclusione della riunione in teleconferenza dei tecnici dei ministeri della salute dei 27 paesi dell’Ue sull’epidemia di influenza suina. Lo scambio delle informazioni ha riguardato in particolare le iniziative in materia di informazione ai viaggiatori e l’Italia ha presentato in proposito le misure predisposte dal sottosegretario Ferruccio Fazio quali la distribuzione degli opuscoli per chi va o proviene da Usa e Messico e l’attivazione del numero verde.
* la Repubblica, 25 aprile 2009
ANSA» 2009-04-24 21:54
INFLUENZA DA SUINI. 70 MORTI IN MESSICO, 8 CASI IN USA
di Manuela Correra
ROMA - Potrebbe essere un virus influenzale ’mutato’ tipico dei suini e diventato capace di infettare e propagarsi tra gli uomini quello che sta facendo crescere l’allarme nel mondo, dopo i circa 70 morti e 900 casi sospetti segnalati in Messico e le 8 segnalazioni registrate anche in Usa. L’allerta è alta, ha sottolineato l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che ha annunciato un prossimo vertice, ed il timore è quello dell’innescarsi di una pandemia influenzale umana.
La situazione è particolarmente preoccupante in Messico, dove le autorità hanno annunciato la chiusura delle scuole per prevenire il diffondersi dell’infezione. Ed il ministro messicano della Sanità, José Angel Cordova Saavedra, ha lanciato l’allarme affermando che l’epidemia di influenza suina é causata da "un virus mutante altamente contagioso", mentre le autorità di Città del Messico hanno annunciato una vasta campagna di vaccinazione. Che l’allerta stia crescendo lo confermano pure gli esperti dell’agenzia governativa americana per la salute Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), secondo i quali il nuovo virus sarebbe capace di trasmettersi da uomo a uomo. Proprio tale elemento potrebbe innescare una eventuale pandemia.
Finora, il virus in Usa non ha provocato decessi, ma il presidente Barack Obama sta seguendo l’evoluzione della vicenda, hanno reso noto fonti dell’amministrazione a Washington, e viene aggiornato costantemente. In Italia, il sottosegretario alla salute Ferruccio Fazio ha reso noto che il sistema sanitario è "allertato" ma che al momento "non ci sarebbero rischi". Fazio ha comunque sottolineato che è già disponibile "un alto numero di dosi di antivirali per la popolazione, da utilizzarsi in eventuale caso di necessita".
I CASI: Il governo messicano ha annunciato che sono 16 i casi confermati di persone morte a causa della nuova variante del virus, ai quali bisogna aggiungere altri 48 decessi sospetti e 934 pazienti che potrebbero aver contratto la malattia. Per l’Oms le vittime invece sarebbero 70, anche se non è chiaro se sono attribuibili allo stesso tipo di virus. In Usa i casi sospetti sono 8, ma le persone contagiate non risultano adesso avere più sintomi.
CITTA’ DEL MESSICO, SCUOLE CHIUSE E VACCINAZIONE MASSA: Il virus noto come H1N1, ha sottolineato il ministro della sanità messicano, "ha subito una mutazione dai maiali agli esseri umani" ed è comparso per la prima volta circa due mesi fa nel sud degli Stati Uniti. Come misure preventive, le autorità hanno deciso la chiusura delle scuole e l’avvio di una vaccinazione di massa: un milione di dosi di vaccini saranno inviate alle autorità della capitale dal governo federale. Misure di protezione per evitare il contagio sono state indicate alla popolazione: non visitare luoghi affollati, mantenersi lontani da persone con problemi respiratori, non condividere i pasti, ventilare le case e gli uffici.
IN ALLERTA OMS E UE: La Commissione europea segue da vicino l’evolversi della vicenda in "stretto contatto" con l’Oms. Mentre cresce la preoccupazione: alcuni dei campioni di virus da malati in Messico hanno la stessa struttura genetica del virus che ha colpito la California, ha reso noto l’Oms.
ESPERTI, TIMORE PANDEMIA UMANA: Se fosse confermato che la trasmissione del virus dell’influenza suina nei casi segnalati sia effettivamente avvenuta da uomo a uomo, ciò indicherebbe un salto di specie compiuto dal virus: il virus potrebbe quindi essere capace di infettare e propagarsi nell’uomo innescando il rischio di pandemia. Lo afferma il direttore del reparto di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Stefania Salmaso, secondo la quale sembrerebbe trattarsi di un virus che "si è rimescolato geneticamente nei maiali acquisendo caratteristiche nuove e che lo rendono capace di infettare l’uomo". Anche per il direttore scientifico dell’istituto nazionale Spallanzani di Roma , specializzato nella diagnosi e cura di infezioni, Giuseppe Ippolito, c’é un "alto livello di attenzione" tra le istituzioni nazionali e internazionali. L’influenza messicana, ha avvertito l’esperto di influenza Pietro Crovari, "é sicuramente una situazione che merita attenzione perché può essere il punto di partenza di una pandemia".