REGGIO CALABRIA. BOMBA ALLA PROCURA GENERALE. NAPOLITANO: «PIENO SOSTEGNO A MAGISTRATI».

domenica 3 gennaio 2010.

Un ordigno ad alto potenziale, costruito artigianalmente, con esplosivo collegato a una bombola del gas

Bomba esplode davanti alla Procura Generale di Reggio Calabria

lo hanno posto due uomini col volto coperto da caschi alle 4,50 di domenica mattina *

REGGIO CALABRIA - Un ordigno è stato fatto esplodere l nella domenica mattina davanti all’ingresso dell’ufficio del Giudice di pace di Reggio Calabria, che si trova accanto al portone della Procura generale, in piazza Castello. L’esplosione ha provocato danni al portone, scardinando un’inferriata. Fortunatamente nessun passante si trovava nella zona quando c’è stata la deflagrazione. L’ordigno, ad alto potenziale, è stato costruito artigianalmente, con esplosivo collegato a una bombola del gas. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco e i Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che hanno avviato le indagini. I carabinieri, che non fanno al momento ipotesi sugli autori del gesto, hanno sequestrato quel che resta dell’ordigno per accertamenti.

DUE UOMINI CON CASCHI - Sono stati due uomini con il volto coperto da caschi da motociclista a collocare l’ordigno al portone di ingresso della Procura generale di Reggio Calabria intorno alle 4,50 di domenica mattina. Lo ha riferito il procuratore generale, Salvatore Di Landro, incontrando i giornalisti. «Dalla telecamera di servizio - ha detto - è stato possibile notare che due individui, che indossavano i caschi e che sono giunti a bordo di un motorino, hanno depositato l’ordigno composto da una bombola di gas e da materiale esplodente. Siamo certi che si tratti di un grave attentato perpetrato dalla criminalità organizzata». Il procuratore generale, incontrando i giornalisti, ha espresso forte preoccupazione per il gravo atto intimidatorio. Di landro ha puntualizzato che in un primo momento si era sperato che il gesto fosse rivolto contro gli uffici del giudice di pace, ma successivamente, vista la potenzialità dell’ordigno e le modalità professionali con cui lo stesso è stato posizionato e soprattutto costruito, si è ritenuto che l’attacco avesse come obiettivo gli uffici della procura generale. «Voglio ricordare - ha detto il procuratore - che l’ufficio della procura si occupa della confisca e del sequestro dei beni, e dei procedimenti di appello contro le cosche della criminalità organizzata. Chiederò nel corso del vertice con il prefetto maggiori controlli delle forze dell’ordine e maggiore vigilanza dei nostri uffici, ma soprattutto un maggior controllo da parte degli uffici preposti». Lo stesso procuratore ha detto che le prime indagini saranno svolte dalla procura distrettuale di Reggio Calabria che è già al corrente e che successivamente passeranno per competenza a Catanzaro, tribunale competente dei reati contro i magistrati della Corte d’appello di Reggio Calabria.

ATTENTATO SIMILE A BAR DI PARENTI DI UN PENTITO - Un attentato analogo a quello compiuto contro la Procura generale di Reggio Calabria, con l’utilizzo di una bombola di gas ed esplosivo, è stato compiuto, sempre domenica mattina, ai danni di una pescheria situata nel quartiere Santa Caterina, alla periferia nord di Reggio, mentre un altro era stato compiuto prima di natale ai danni di un bar i cui titolari sono legati da vincoli di parentela con il collaboratore di giustizia Emilio Di Giovine. Di Giovine è considerato dagli investigatori un boss della ’ndrangheta operante a Milano e trafficante di armi e droga. Tra l’altro, recentemente, il suo avvocato ha chiesto la sua audizione da parte della Commissione sulle ecomafie dopo che Di Giovine avrebbe riferito di essere a conoscenza di particolari sull’affondamento di navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi nei mari italiani.

NAPOLITANO: «PIENO SOSTEGNO A MAGISTRATI» - Appresa la notizia del grave atto intimidatorio compiuto questa notte agli uffici della Procura Generale di Reggio Calabria, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso ai Capi degli uffici inquirenti della Città la sua solidarietà e la vicinanza del Paese a tutti i magistrati reggini. Il Capo dello Stato, si legge in una nota del Quirinale, ha manifestato il convinto apprezzamento e il forte incoraggiamento alla tenace azione, assieme alle forze dell’ordine, di contrasto della criminalità, assicurando il pieno sostegno delle istituzioni.

GRASSO: «SOLIDARIETÀ AI COLLEGHI» - «Esprimo la mia solidarietà al procuratore generale di Reggio Calabria e a tutta la magistratura della città che è stata vittima di un gravissimo atto intimidatorio» ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. «Sono vicino - ha aggiunto - al procuratore generale Salvatore Di Landro, al procuratore Giuseppe Pignatone e a tutti i colleghi». Grasso che ritiene ancora prematuri i tempi per giungere a conclusioni investigative sull’attentato ha proseguito: «Anche se si tratta di una bomba rudimentale e certo non piazzata, vista l’ora in cui i due criminali hanno agito, per uccidere, gli attentatori hanno certamente ottenuto l’effetto che volevano».

* Corriere della Sera, 03 gennaio 2010


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