IL PROVVEDIMENTO
Stop al Crescent, vince Italia Nostra
Il consiglio di Stato accoglie il ricorso degli ambientalisti: la questione complessa, ora si dovrà decidere nel merito
SALERNO - Ambientalisti contro il Crescent, come Davide contro Golia, e il Consiglio di Stato che infligge la prima sconfitta al titano su una questione lunga 315 metri e alta trenta: il Crescent. I lavori per la realizzazione dell’edificio a forma di mezza luna disegnato da Ricardo Bofill sono stati sospesi. I magistrati di Palazzo Spada, all’alba di ieri, mercoledì mattina, hanno deciso di accogliere la richiesta di sospensiva inoltrata dall’associazione ambientalista Italia Nostra, che da anni si batte contro l’opera denunciando presunte irregolarità del permesso di costruire rilasciato dal Comune di Salerno, del Pua e del Puc e collezionando nel tempo sonore sconfitte sia in primo grado che dal Capo dello Stato chiamato in causa con un ricorso straordinario.
LA SVOLTA - Poi la svolta con un dispositivo stringato in cui la quarta sezione della magistratura amministrativa di secondo grado dice che per il momento, in attesa di decidere nel merito, è opportuno sospendere i lavori. Per vari motivi. Primo, la questione è troppo complessa. Secondo, l’edificio è ritenuto di "dimensioni cospicue" e l’avanzamento dei lavori comporterebbe una "trasformazione dello stato dei luoghi difficilmente reversibile". Il pregiudizio eventuale "per la collettività sarebbe grave e irreparabile", tenuto conto anche del contratto stipulato tra l’ente appaltante - Comune di Salerno - e la ditta che ha acquistato i diritti edificatori - Crescent srl dei fratelli Rainone (che si sono aggiudicati anche l’appalto) - che fa ricadere sull’amministrazione comunale gli oneri economici legati all’esito dei vari procedimenti giudiziari in corso. Dodici sono i milioni investiti finora dal Comune (che ha rilevato anche le aree demaniali) e trenta quelli della società privata. Ultimo motivo, il ricorso risulta connesso ad una seconda istanza che pende di fronte ad una diversa sezione del Consiglio di Stato: la sesta, chiamata a decidere anche sulla legittimità delle procedure messe in atto per acquisire i suoli demaniali.
L’ORDINANZA - Frattanto che si faccia chiarezza sui vari punti evidenziati nell’ordinanza, la quarta sezione del Consiglio di Stato ferma temporaneamente i lavori dell’edificio che rientra nel progetto di riqualificazione urbanistica che ha richiamato a Salerno archistar di fama internazionale. Adesso gli atti sono stati trasmessi al presidente di Palazzo Spada che dovrà decidere quale delle due sezioni è competente a trattare il caso Crescent. La decisione dovrebbe essere presa al massimo entro dieci giorni. E con la stessa celerità, invocata tra l’altro in una nota stampa proveniente dal Comune («per la definizione finale della controversia, evitando inutili lungaggini»), dovrebbe essere fissata l’udienza di merito. Davide contro Golia. Si attende il secondo atto mentre sul cantiere Crescent cala il sipario. Almeno per il momento.
Angela Cappetta
Riqualificazione di Salerno, il Crescent può essere completato.
Arriva la sentenza definitiva *
Con sentenza definiva, la Corte Suprema di Cassazione si è espressa sui due ricorsi pendenti relativi alla costruzione del Crescent, l’emiciclo di Bofill simbolo della riqualificazione di Salerno fortemente voluta da De Luca.
La Cassazione, come riporta SalernoNotizie, ha accolto in pieno il ricorso presentato dalla Società Crescent srl relativo ad alcuni aspetti dell’ordinanza del Riesame (due gli elementi impugnati: insindacabilità del giudice penale quando c’è un giudicato amministrativo e il pagamento degli oneri di urbanizzazione di Piazza della Libertà).
Contemporaneamente è stato dichiarato inammissibile il ricorso della Procura che impugnava l’ordinanza del Tribunale del Riesame nella parte in cui ha disposto la revoca del sequestro preventivo della struttura.
Come si legge nel dispositivo, la terza sezione in Camera di Consiglio ha «annullato con rinvio l’ordinanza impugnata al Tribunale di Salerno e dichiarato inammissibile il ricorso del pm». «In attesa di conoscere le motivazioni della decisione della Cassazione, non possiamo non esprimere la nostra soddisfazione - hanno dichiarato i fratelli Elio ed Eugenio Rainone della società Crescent srl - per la sentenza che si aggiunge agli altri giudicati favorevoli e consente di continuare con grande serenità il lavoro di ultimazione dell’edificio ad emiciclo. Un grazie particolare al pool di avvocati che ha seguito con grande dedizione la predisposizione del ricorso, confidando nell’esito positivo».
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Pubblicata il 12/05/2016
De Luca a giudizio per il Crescent
Falso, abuso e lottizzazione abusiva le ipotesi di reato
Redazione ANSA SALERNO
07 novembre 2014
(ANSA) - SALERNO, 7 NOV - Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, è stato rinviato a giudizio per le ipotesi di reato di falso ideologico, abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva, in relazione a presunte irregolarità nella realizzazione Crescent, il complesso urbanistico progetto dall’architetto catalano Ricardo Bofill. Lo ha deciso il gup di Salerno.
MA LA SENTENZA DEFINITIVA A OTTOBRE
Via libera dal Consiglio di Stato:
riapre il cantiere del Crescent
Dopo la sospensiva emanata in seguito al ricorso di Italia nostra. Il sindaco De Luca: recuperiamo il tempo perso *
SALERNO - Golia alla fine si è preso la sua rivincita su Davide. I lavori del Crescent possono riprendere. L’ordinanza di sospensiva emessa più di un mese fa dalla quarta sezione del Consiglio di Stato, che ha stoppato i lavori dell’edificio a forma di mezza luna di Ricardo Bofill accogliendo il ricorso dell’associazione ambientalista Italia Nostra, è stata revocata da un’altra sezione di Palazzo Spada: la sesta, che poi è quella deputata a decidere anche nel merito della questione il prossimo 23 ottobre. «Prendo atto della notizia della sentenza del Consiglio di Stato, che ha sospeso la precedente sospensiva dei lavori di realizzazione del Crescent - ha dichiarato secco il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca -. Dopo quasi 2 mesi persi inutilmente, dunque, il cantiere torna attivo e si riprende a lavorare a pieno regime. Purtroppo questa sospensione ha determinato un rallentamento nell’avanzamento dei lavori di Piazza della Libertà e del parcheggio interrato. Cercheremo di recuperare il tempo perso». Che la Crescent srl, la società che ha acquistato i diritti edificatori investendo trenta milioni, non avesse nessuna intenzione di fermarsi al giudizio della quarta sezione del Consiglio di Stato, lo si era intuito già qualche ora dopo la pronuncia della magistratura amministrativa di secondo grado. L’avvocato Lorenzo Lentini stava studiando il modo per chiedere la revoca dell’ordinanza.
SENTENZA DEFINITIVA A OTTOBRE - L’occasione gli è stata fornita quando il presidente di Palazzo Spada ha deciso quale delle due sezioni, investite dagli ambientalisti che hanno impugnato i permessi di costruire, il Puc, il Pua e anche le concessioni demaniali, fosse competente a pronunciarsi. Scartata la quarta sezione, autrice dell’ordinanza, l’amministrativista ha avuto gioco facile. Dal suo canto, il Comune di Salerno, che nel progetto ha investito dodici milioni per l’acquisizione delle aree demaniali, ha rafforzato la sua difesa, affidandosi allo studio romano del professore Clarizia. Il risultato è stato tutto a favore dei titani. Ma con un particolare: la ditta appaltatrice potrà riprendere i lavori solo nella parte interranea della struttura che, in attesa della sentenza di merito, non dovrebbero provocare quel mutamento dello stato dei luoghi che gli ambientalisti denunciano da anni. In questo modo, sostengono i magistrati di Palazzo Spada, verrebbero meno anche le esigenze cautelari e di tutela sbandierate dagli ambientalisti. Col cantiere che riapre tornano a lavorare anche i 70 operai che il giorno successivo alla sospensiva protestarono davanti ai cancelli. Ma la sfida tra Davide e Golia non è ancora finita. L’ultimo duello è fissato il 23 ottobre, quando si saprà chi sarà il vero vincitore.
Angela Cappetta
Il Consiglio di Stato blocca il Crescent di Salerno
Autore: Italia Nostra, Salerno
Finalmente una buona notizia a tutela del paesaggio urbano, 6 giugno 2012 (m.p.g.) *
Questa mattina il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare di sospensiva presentata da Italia Nostra contro la costruzione del Crescent, l’enorme complesso condominiale che il Comune di Salerno ha autorizzato a pochi metri dal Lungomare e dal centro storico, nell’area più pregiata della città. Una mezzaluna di cemento alta più di 30 metri e lunga oltre 280 che deturperebbe per sempre il paesaggio creando una barriera tra il mare e il centro antico. “Oggi si è fatto un primo passo per il bene della città - ha commentato Raffaella Di Leo, presidente di Italia Nostra Salerno - Il Crescent è una scelta che non condividiamo perché non va nella direzione della tutela del paesaggio e del territorio”.
La IV sezione del Consiglio di Stato ha ritenuto opportuno evitare che la prosecuzione dei lavori per la realizzazione di un edificio di cospicue dimensioni, in una situazione controversa, produca una trasformazione dello stato dei luoghi difficilmente reversibile e tale da determinare per la collettività un pregiudizio grave e irreparabile.
“Il ricorso è stato un atto dovuto - chiarisce Raffaella Di Leo - successivo alla mancanza di un confronto proficuo con la Pubblica Amministrazione di Salerno sull’intervento che si è programmato e si sta realizzando nell’area di Santa Teresa, interessata inoltre dalla presenza di un vasto bacino idrogeologico e del torrente Fusandola, deviato nel suo corso per permettere l’edificazione del Crescent”.
L’opera, allo stato eseguita per la parte delle fondazioni solo in alcuni lotti, è da oggi bloccata. Il Consiglio di Stato ha disposto, in via cautelare, di “sospendere l’esecutività della sentenza impugnata” (quella del novembre 2011 emessa dal Tar di Salerno ndr) e di fermare il cantiere, rimettendone la riapertura alla pronuncia di una eventuale sentenza favorevole nel merito.
“Aspettiamo adesso di poter entrare nel merito della vicenda che presenta diverse irregolarità”, conclude Raffaella Di Leo che ringrazia, oltre allo staff dei legali, i tanti salernitani che hanno supportato l’associazione ambientalista in questa battaglia legale a difesa del paesaggio dall’aggressione violenta del cemento: “In particolar modo i Figli delle Chiancarelle che hanno ampiamente contribuito alle spese per l’appello al Consiglio di Stato."
La mezzaluna dell’archistar che fa litigare Salerno
Ambientalisti contro il progetto firmato Bofill sul lungomare
Il sindaco De Luca : si farà.
Ma dai giudici arriva il primo stop
di Giuseppe Salvaggiulo (La Stampa, 18/06/2012)
Salerno. Per il sindaco democratico Vincenzo De Luca il Crescent (in inglese mezzaluna, la forma del progetto) è «il simbolo dell’Italia moderna». Tanto da volerne far parte per l’eternità, esprimendo il desiderio di custodire le sue ceneri proprio lì, tra i lastroni di pietra della mastodontica piazza della libertà, in grado di rivaleggiare per ampiezza con la napoletana piazza Plebiscito. Vittorio Sgarbi l’ha definito «uno spaventoso ministero staliniano». Per gli ambientalisti quel serpentone di cemento lungo 280 metri e alto 28 su uno dei lungomare più suggestivi d’Italia è ormai «il mostro di Salerno». Tanto da costituire un comitato trasversale che ha studiato a lungo tutte le carte, prodotto studi tecnici ed esposti giudiziari e ora ha vinto a sorpresa una prima battaglia, ottenendo dal Consiglio di Stato lo stop ai lavori.
La guerra è destinata a proseguire, ma il pronunciamento, sia pure solo cautelare, sfavorevole a De Luca lascia il segno. I magistrati amministrativi, in attesa di pronunciarsi nel merito del ricorso proposto dall’associazione ambientalista Italia Nostra che si è affiancata al comitato No Crescent, spiegano di aver voluto «evitare che la prosecuzione dei lavori per la realizzazione di un edificio di cospicue dimensioni, in una situazione controversa, produca una trasformazione dello stato dei luoghi difficilmente reversibile e tale da determinare per la collettività un pregiudizio grave e irreparabile». Pregiudizio non solo paesaggistico, ma anche economico, visto che il contratto tra Comune e imprese costruttrici mette a carico della parte pubblica tutti i rischi di intoppi legali sull’affare da 200 milioni di euro.
Il Crescent rappresenta un cardine del ventennale «rinascimento salernitano» all’insegna di una svolta urbanistica voluta da De Luca ingaggiando alcune delle più celebri firme dell’architettura contemporanea internazionale: Zaha Hadid, Jean Nouvel, Santiago Calatrava, David Chipperfield, Oriol Bohigas. La mezzaluna di cemento progettata dal catalano Ricardo Bofil dovrebbe garantire il risanamento dell’ultimo tratto di lungomare, affrancandolo da degrado, spaccio di droga e prostituzione.
Gli ambientalisti hanno contestato il Crescent dal punto di vista urbanistico (chiude una saracinesca tra il centro storico e il mare), paesaggistico (cambia il profilo della città con un impatto fortissimo), economico (il Comune ha speso 10 milioni per acquistare terreni demaniali ma il complesso ospiterà residenze uffici e negozi privati) e amministrativi (i rendering depositati non sarebbero corretti, non c’è mai stato un esplicito parere positivo della soprintendenza). Ma soprattutto si discute l’opportunitá di una colata di 90 mila metri cubi di cemento sull’unica spiaggia di Salerno.
«L’opera si farà di sicuro», De Luca ostenta sicurezza e attacca gli oppositori, che con la loro «irresponsabile e sconcertante iniziativa» ostacolano «chi crea lavoro». Per dire quanto il sindaco, eletto l’anno scorso per il quarto mandato con il 74 per cento di voti, record italiano per i capoluoghi, sia entusiasta del progetto: all’avvio dei lavori organizzava personalmente visite guidate sul cantiere, in cui faceva da Cicerone illustrandone le sorti magnifiche e progressive, dalla «stecca di negozi con Gucci e Prada» al parcheggio vista mare da 700 posti, dal palmeto per creare un «effetto Rio de Janeiro» alla «sirena di acciaio di 50 metri distesa sul molo che butta fuori acqua nebulizzata con effetto arcobaleno». Altro che mostro di Salerno, «verranno da tutto il mondo a vederlo» come un’altra opera che De Luca ha in mente, un grattacielo di 80 metri sul mare a forma di vela da fare invidia a Dubai.
Ma il mito del rinascimento salernitano, rafforzato da performance ambientali di livello europeo, è ora alla prova del Crescent. E non solo al Consiglio di Stato. La Procura indaga da un anno De Luca per abuso di ufficio con l’ex soprintendente Giuseppe Zampino e il direttore del settore opere pubbliche del Comune, Lorenzo Criscuolo. Nata da un esposto del comitato No Crescent, l’inchiesta riguarderebbe gli incarichi assegnati dal Comune al soprintendente nel periodo dell’approvazione del progetto Crescent.
Doc. 1
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L’INTERVENTO
De Cunzo: «Il Crescent è davvero brutto, per me è un edificio che va demolito»
L’ex Soprintendente che fece abbattere il Fuenti: non capisco come i colleghi di Salerno l’abbiano autorizzato
Non è facile per un povero soprintendente spiegare perché un edificio è brutto e, se è stato già costruito, perché va demolito. È il caso del Crescent di Salerno che è brutto e va demolito, ne sono convinto. Qualche giorno fa mi sono trovato in imbarazzo di fronte ad una scrittrice, Claudia Donati, che sta scrivendo un libro sul mostro di Fuenti, che ho fatto demolire e me ne vanto. Mi ha chiesto la scrittrice perché il mostro di Fuenti era brutto. È noto che il mostro di Fuenti era stato autorizzato dal soprintendente dell’epoca ed aveva la licenza edilizia del Comune. Io revocai l’autorizzazione ed alla fine l’edificio fu demolito dallo stesso proprietario, un costruttore pugliese, Mazzitelli. Il Procuratore della Corte dei Conti Paolo Maddalena diceva che il paesaggio è un bene di proprietà dello Stato, cioè dei cittadini, chiunque sia il proprietario del suolo cioè dell’immobile . Se questo bene viene leso, la collettività deve essere rimborsata.
Il procuratore Maddalena mi portò con se negli uffici tecnici dei comuni di Capri e Anacapri. Spiegò ai funzionari dei municipi che loro avrebbero dovuto rimborsare di tasca propria la collettività per il danno arrecato con il rilascio delle licenze edilizie e, dopo la loro morte, l’onere sarebbe passato agli eredi. Gli impiegati dei comuni di Capri ed Anacapri erano molto spaventati. In seguito la competenza in materia è passata dalla Corte dei Conti al giudice ordinario, ora gli impiegati dei comuni sono più tranquilli. La Corte Costituzionale ha stabilito con due sentenze che l’interesse pubblico alla tutela del paesaggio e dei beni storici e artistici è un interesse prioritario rispetto ad ogni altro interesse pubblico o privato. In una prima sentenza tra gli interessi pubblici era escluso l’interesse alla difesa nazionale, poi, dopo l’approvazione di un progetto di palazzine per le famiglie dei militari su una spiaggia di Positano la Corte Costituzionale ci ha ripensato. Le palazzine non sono state realizzate.
Sono contento di aver ottenuto la demolizione del mostro di Fuenti (settantacinquemila metri cubi), e sono contento anche di aver ottenuto la demolizione della "saracinesca" di Punta Perotti a Bari (trecentocinquantamila metri cubi) quando ero soprintendente di Puglia. Si chiamava "saracinesca" perché chiudeva la visuale verso il mare dai terreni retrostanti.
Per cercare di definire il brutto sono state richiamate anche motivazione morali e politiche. Elsa Morante in una sua pubblicazione: "Il piccolo manifesto dei comunisti" ha scritto che un regime oppressore e prevaricatore non può produrre opere di poesia. Purtroppo non è vero, durante il Fascismo che certo era un regime oppressore e prevaricatore, Giuseppe Terragni ha realizzato La casa del Fascio a Como, una delle architetture più belle del mondo, che traduce in poesia i più comuni slogans del Fascismo: chiarezza, funzionalità, trasparenza, forza, eccetera. A Napoli il Fascismo ha realizzato La mostra delle terre d’oltremare e del lavoro italiano del mondo, utilizzando i migliori architetti: Cocchia, De Luca, Canino, Piccinato. Carlo Cocchia in quegli anni ha progettato e realizzato il Viale di Augusto che attraversando suoli liberi in un area deserta per la ristrutturazione urbanistica, invece di realizzare un rettilineo come sarebbe stato immaginabile ha realizzato un ampio viale in curva con alti pini, palme e alti lampioni in calcestrutto armato. Ora sono rimasti solo alcuni pini.
Nell’opinione comune un soprintendente è uno che vieta qualsiasi nuova costruzione, qualsiasi modifica allo stato dei luoghi. Spesso uso questa battuta: meno male che non ero soprintendente di Parigi nel 1889, non avrei approvato la Tour Eiffel, palesemente in contrasto con l’ambiente circostante, per altezza, materiale e forma, o l’avrei approvata con due piani in meno, come spesso si fa nelle soprintendenze. Meno male che non ero soprintendente di Napoli negli anni ’50 del secolo scorso, non avrei approvato l’Olivetti di Luigi Cosenza a mezza costa di una delle dolci colline dei Campi Flegrei.
Non so come la soprintendenza di Salerno ha lasciato che costruissero il mostruoso Crescent ed ora, visto come è brutto, non lo fa demolire. Io sono convinto che è brutto e va demolito. Chi ha lottato con accanimento ed efficacia contro il mostro di Salerno è Raffaella Di Leo Presidente di Italia Nostra, con denunce alla Procura della Repubblica e ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato ha ottenuto la sospensione dei lavori. Il Crescent misura novantamila metri cubi, è opera dell’ architetto Ricardo Bofill. Crescent in inglese significa mezza luna. Povera luna in passato ha avuto ben altri cantori.
Corriere del Mezzogiorno, 20 febbraio 2014
Doc. 2
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