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Calabria. “Legalità: una parola, in una terra come la nostra, di cui mai come in questo momento c’è bisogno come l’aria” - di Saverio Mazza

A sostenerlo sono i Vas (Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus) rappresentati dall’ex sindaco di Strongoli, Saverio Mazza, responsabile sul territorio, che definisce “un disastro, quello causato da una macchina infernale che coinvolge un intreccio di interessi” che continua a suscitare forte sconvolgimento
lunedì 25 settembre 2006.
 

I Vas intendono combattere l’abusivismo ed abbattere gli ecomostri che invadono il nostro territorio e sfregiano in modo irreversibile il patrimonio ambientale e paesaggistico. L’Albergo costruito dalla Ferduil Srl in località Foresta-Sportà a Marina di Strongoli, ribattezzato come il “piccolo Fuenti” del crotonese, ha cancellato una delle più belle colline della costa pitagorica, una volta, ricca di una verdissima e rigogliosa macchia mediterranea, e mette a repentaglio l’incolumità pubblica perché costruito su terreno idrogeologicamente disses tato su cui il Genio Civile di Catanzaro ne ha escluso completamente l’edificabilità. Un vincolo di inedificabilità assoluta messo sotto i piedi da persone con pochi scrupoli, già costato due rinvii a giudizio ai tecnici comunali, per aver reso dichiarazioni mendaci e false al fine di ottenere un ingiusto vantaggio. Dirompente, per il loro disegno criminoso, è stato il provvedimento di diniego della Regione Calabria, decreto numero 11319 del 6 agosto 2003, che ha negato la possibilità alla società incriminata di potersela cavare pagando il risarcimento del danno causato all’ambiente. Diniego regionale approdato sulla scrivania del giudice monocratico Carlo Saverio Ferraro, insieme agli altri atti del voluminoso fascicolo d’inchiesta. Occorre ascoltare quest’appello e provvedere subito affinché non si ripetano gli orrori di un passato ancora troppo recente, come quello del camping le Giare, e gli altri, di cui la Calabria piange ancora i suoi morti. Uno dei più brutti esemp i di edilizia residenziale che la stessa Soprintendenza Baas, in una delle sue articolatissime motivazioni di diniego al rilascio del nulla osta ambientale, ha definito “non già edificio destinato ad edilizia residenziale ricettiva che s’inserisce in area di particolare pregio ambientale e paesistico, ma edificio da periferia industriale in netto contrasto con le caratteristiche paesistiche e ambientali della zona”. Tutto ciò è stato realizzato con soldi pubblici. Un vero e proprio “comitato di fatto”, che in modo trasversale coinvolgerebbe le Istituzioni, l’Amministrazione della Giustizia e l’Amministrazione Comunale. Quest’ultima definita da alcuni come una vera e propria “succursale” della famiglia proprietaria dell’ecomostro in questione. Questo “comitato” starebbe tentando in tutti i modi di rendere vano il certosino lavoro di indagine che la Procura della Repubblica di Crotone ha svolto per mesi e mesi e che ha riassunto nel provvedimento di sequestro dell’immobile ad albergo e rinvio a giudizio dei responsabili dell’abuso. Provvedimento poi confermato dal Tribunale del Riesame, successivamente pure in Appello ed infine anche dalla Suprema Corte di Cassazione. Ma c’è chi nel perseguire l’ingiusto disegno criminoso si adopera per vanificare il lavoro svolto dalla Procura di Crotone e tenta di “redimere” (illegalmente) a tutti i costi l’aberrante ecomostro e gli ingiusti interessi ad esso connessi. Noi Vas siamo determinati a scendere in campo affinché si faccia piena luce sull’intera vicenda e far sì che non si areni. Quello che ci lascia veramente sbigottiti sarebbe il contenuto delle risposte del perito d’ufficio ai quesiti postigli. Una vera e propria negazione di alcuni principi basilari dell’urbanistica ed una interpretazione puramente personale e stravagante delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale e del Regolamento Edilizio vigenti nel Comune di Strongoli nonché delle leggi nazionali e regionali in materia. I contenuti delle risposte ai quesiti, le interpretazioni di norme e regolamenti e le relative conclusioni, risultano totalmente contrapposte a quelle contenute nella Perizia prodotta dal Perito d’Ufficio nominato dalla Procura di Crotone, ingegnere Roberto Federico. Insomma il bianco ed il nero. Uno dei due o è totalmente incompetente ed incapace o è in malafede ed ha deliberatamente dichiarato il falso. In quest’ultimo caso, trattandosi di perizie giurate riteniamo che debba interessarsene la Procura della Repubblica di Crotone. Perché l’Amministrazione Comunale non si è costituita parte civile nel Processo, trattandosi di danno consumato sul proprio territorio? Perché l’Amministrazione Comunale non ha adempiuto agli obblighi derivanti dall’essere a conoscenza della illegittimità dell’albergo? Perché, pur trattandosi di un Processo importante dove sono coinvolti grossi interessi pubblici e privati, la Procura non è mai rappresentata nelle udienze dal Pubblico Ministero titolare dell’inchiesta ma quasi sempre da P.M. onorari? Tutti interrogativi che attendono una risposta.

Il responsabile VAS

Saverio Mazza


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