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LA FAGLIA DI S. ANDREA E IL "BIG ONE". E torna l’incubo del sisma che 100 anni fa distrusse San Francisco. Un articolo di Luigi Bignami.

giovedì 22 giugno 2006.
 


-  Studio Usa pubblicato da Nature: "Sta accumulando un’energia elevatissima, potrebbe essere rilasciata con un super terremoto"

-  La faglia di S. Andrea sta scoppiando
-  E la California adesso ha paura

E torna l’incubo del sisma che 100 anni fa distrusse S. Francisco

di LUIGI BIGNAMI (www.repubblica.it, 22.06.2006)

POTREBBE essere uno dei più potenti terremoti degli Stati Uniti quello che si verificherà lungo la Faglia di San Andrea tra non molto, se le previsioni del geofisico Yuri Fialko dello Scripps Intitution of Oceanography a La Jolla (Usa) dovessero avverarsi. Il vero "Big One". Le sue conclusione sono da considerarsi estremamente serie in quanto sono state accettate e pubblicate dalla autorevole rivista scientifica Nature.

Spiega Fialko: "La faglia sta accumulando un’energia estremamente elevata che potrebbe essere rilasciata attraverso un violentissimo terremoto". Ma quando? "Purtroppo questo non lo può dire nessuno, anche se l’appuntamento con il sisma non dovrebbe essere poi così lontano", aggiunge il ricercatore.

La faglia di San Andrea corre con direzione nord-sud attraversando quasi tutta la California occidentale, passando attraverso due megalopoli, San Francisco e Los Angeles per poi fondersi con un’altra faglia più a sud, quella di San Jacinto. La crosta che sta ad ovest della faglia si muove verso nord, mentre quella che sta ad est è in movimento verso sud, un fenomeno che ha dato origine ad una faglia chiamata "trascorrente". La frizione tra le due gigantesche porzioni di roccia accumula grandi quantità di energia che quando viene rilasciata può produrre violentissimi terremoti.

Il segmento della faglia che sta più a nord rilasciò la sua energia esattamente 100 anni fa, quando diede origine al ben noto terremoto che distrusse San Francisco provocando 3.000 morti, mentre il settore centrale della faglia causò un violento sisma nel 1857. Il tratto meridionale della faglia invece, non si è mosso da circa 250 anni ed è per questo che l’energia che si è caricata in questo settore è talmente elevata da far pensare ad un imminente e violento terremoto.

Fialko ha studiato la faglia sia attraverso la strumentazione sistemata direttamente lungo la frattura, sia utilizzando dati raccolti da due satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea dal 1985 ad oggi. I satelliti Ers-2 e Envisat hanno permesso di misurare i movimenti del suolo a distanze di soli 20 metri, permettendo così di avere un quadro temporale della situazione estremamente dettagliato.

Le conclusioni non sono certo liete per le 18 milioni di persone che vivono lungo questo tratto di faglia. Spiega il geofisico: "Lo stress cui è sottoposta la lunga faglia (causato dalla spinta dell’Oceano Pacifico lungo la costa occidentale degli Stati Uniti) avrebbe dovuto muovere i due fianchi della frattura facendola slittare anche di 7 metri durante gli ultimi 250 anni. Ma questo non è minimamente accaduto". Se ciò fosse avvenuto l’energia si sarebbe potuta scaricare lentamente attraverso piccoli o medi terremoti, ma poiché ciò non si è verificato c’è da aspettarsi che lo scarico dell’energia sarà devastante. Aggiunge Fialko: "Anche se nessuno può dire se il terremoto avverrà domani o più in là, penso che si è comunque vicini alla fine di una fase che ha permesso un elevato accumulo di energia".

Il geofisico ha previsto che il terremoto potrebbe allontanare i due labbri della faglia anche di 10 metri e sarebbe un movimento tra i peggiori mai registrati dall’uomo. Basti pensare che il catastrofico terremoto di San Francisco determinò uno scivolamento della faglia di "soli" 6,4 metri. "E’ senza dubbio una nuova evidenza che dovremo fare i conti con una storia che già conosciamo - ha sottolineato Scott Brandenberg dell’Università della California di Los Angeles- e quindi è assolutamente necessario prendere tutte le precauzioni del caso". (22 giugno 2006)


-  Sul tema, in rete, si cfr.:
-  Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
:

-  http://www.roma1.ingv.it/ricerca/tettonica-attiva/effetti-dei-grandi-terremoti


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