Motori di ricerca, ’Sawafi’ traduce in arabo il web

Entro l’anno in rete il rivale di Google, Msn e Yahoo! completamente in lingua araba: ad aspettarlo un mercato che può contare su 40 milioni di utenti e una fetta di pubblicità che vale 150 milioni di dollari
lunedì 30 ottobre 2006.
 

Roma - (Ign) - ’Sawafi’ è il nome che a breve potrebbe essere sulla bocca, anzi sul mouse di 40 milioni di web surfer arabi. Che, con il nuovo motore di ricerca in lingua araba, entro l’anno potranno addentrarsi nei meandri della rete Internet, come noi ora facciamo con Google, Msn e Yahoo!.E’ questa la novità che la Rete riserva a chiusura del 2006, grazie ad un progetto cooperato tra Germania e partner arabi che è ormai in fase di ultimazione: "Sul mercato non c’è ancora un motore di ricerca completo in arabo’’, ha spiegato Hermann Havermann, managing director dell’azienda tedesca Seekport, capofila dell’iniziativa. E allora la risposta arriverà a breve con ’Sawafi’, frutto della collaborazione fra la società saudita Its (Integrated Technical Solutions) e i tedeschi. Il nuovo motore cercherà di raggiungere quel 65% di arabi che vanno su Internet senza conoscere l’inglese. I principali sponsor del progetto sono gli Emirati Arabi Uniti e il Dubai. E a quanto pare anche il mercato pubblicitario non dovrebbe lasciare deluso nessuno: si dovrebbe - secondo gli analisti - passare dagli attuali 10 milioni di dollari ai probabili 150 milioni di dollari investiti in advertising on line già dal 2008.

E per un progetto che decolla - restando sempre nel mondo dei motori di ricerca - un altro che invece arranca. Perché non sembra roseo il futuro di ’Quaero’, il progetto francese di risposta ai motori di ricerca a stelle e strisce che dominano in rete. Pieter Van Der Linden, responsabile dello sviluppo di ’Quaero’, aveva svelato nello scorso giugno i piani per la realizzazione del nuovo motore targato Parigi, che la stampa aveva già ribattezzato ’’il killer di Google’’. Una presentazione fatta in occasione del ’Dart ’06’, il workshop internazionale svoltosi in Sardegna, che rifletteva sul futuro dei motori di ricerca internet. E non aveva mancato di catalizzare l’attenzione dei presenti Van Der Liden: primo perché - seguendo gli annunci del suo presidente, Jacques Chirac, che aveva già dato grande enfasi al progetto dell’’’airbus digitale del vecchio continente’’, in grado di ’trasportare’ su nuove rotte i clienti del gigante americano Google -, non si era tirato indietro, mostrando slide che lasciavano immaginare una nuova era per le ricerche dei cybernauti. E anche di più. Quaero sarà, aveva in pratica detto, la risposta europea allo strapotere delle tecnologie a stelle e strisce.

Metteremo in campo, con la collaborazione dei tedeschi, di Exalead, France Telecom, Thomson e il Gruppo Bertelsmann, nonché con i soldi del governo francese, una tecnologia innovativa di indicizzazione e ricerca di testi, immagini e contenuti multimediali, in grado di arrivare a risultati finalmente accettabili nella traduzione automatica delle lingue e nel riconoscimento. Un nuovo modello di search engine, che ha tutte le carte in regola per fare fuori tutti i concorrenti, da Google e Yahoo, passando per tutti gli altri che già operano in Rete, come Microsoft e AOL. Roba dunque da far tremare Wall Street e tutto il mondo della new economy.

Poi una seconda ragione aveva acceso ulteriormente l’interesse sul progetto francese: dopo la presentazione di siffatti obiettivi e la rassegna di un esercito formato da colossi delle Tlc, ministeri e sponsorizzato direttamente dall’Eliseo, Van Der Linden era stato meno preciso su tempi e modi di realizzazione dell’impresa. Niente di certo, rassicurando però tutti che ’’nonostante il progetto sia bloccato per motivi amministrativi’’, tra cinque anni potremo interrogare ’Quaero’ on line. Parole che hanno lasciato di stucco il gotha delle nuove telecomunicazioni che in genere ragionano con tempi e modi che considerano un lustro un tempo da elefanti e non da chip.

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