Il comico toscano ha trasformato in uno show la conferenza stampa
di presentazione del suo spettacolo. "Berlusconi? Ci manca..."
Benigni in Calabria tra poesia e attualità.
"Dante contro la violenza sulle donne"
CATANZARO - Vulcanico come al solito, Roberto Benigni è riuscito a rendere spettacolare anche una conferenza stampa. Oggi l’artista toscano, insieme al presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, ha incontrato i giornalisti per presentare il suo "Tutto Dante", che va in scena stasera nel capoluogo calabrese. E lo ha fatto a modo suo, mischiando, come fa nello spettacolo, sacro e profano. Affrontando, ad esempio, il tema della violenza sessuale sulle donne.
"Ormai l’Italia è il Paese delle violenze - ha detto - Bisogna fare una cosa sul sesso, sull’amore. E’ importante il quinto canto dell’Inferno che reciterò stasera, quello dei lussuriosi che trasmette la grande dignità che dà Dante alle donne. C’è questa violenza spaventosa su ciò che di più sacro ha fatto il nostro Signore, che è la donna. L’ha fatto proprio bene - ha aggiunto guardando, con il suo inconfondibile sorriso, una hostess - ha fatto la perfezione. ’La rugiada dell’Altissimo’ dice Dante Alighieri delle donne. Ci sarà verso più bello per descrivere le donne?".
E non è mancata l’immancabile citazione sull’ex premier: "Berlusconi ci manca. Senza di lui siamo diventati tutti precari. A me tocca recitare ’Tutto Dante’. Il Berlusconi che conosciamo è quello bello, serio, statista, che va a cena a casa della Santanchè, dice le sue cose e poi le smentisce". "Parlerò di lui e della Cdl - ha aggiunto, sempre riferendosi a Berlusconi - perché sono cinque anni che prendiamo in giro il governo e adesso tocca all’opposizione".
Ma dopo Benigni è tornato al suo Dante. Spiegando che ha scelto di recitare il quinto canto, quello del lussuriosi, anche perché "tutto nasce da lì, anche la politica, la lussuria per il potere. Ma la lussuria è trattata con pena, con pietà da Dante, ma anche con rispetto, comprensione. I peccati di corpo sono anche peccati d’amore".
Poi una stoccata ad alcuni ordini religiosi: "Prima dei dieci Comandamenti, che basterebbero senza ulteriori leggi - dice con il suo inimitabile modo di esprimersi - il Signore ne aveva dati due a voce che non ha seguito nessuno ed erano i più facili del mondo: crescete e moltiplicatevi. Cioè mangiate e fate all’amore. Ancora oggi ci sono ordini religiosi che fanno castità e digiuno. Voglio veder cosa gli dicono quando ci si trovano davanti. Il Signore gli dirà: ’Forse non mi sono spiegato bene’".
Poco prima dell’incontro con la stampa, un gruppo di lavoratori socialmente utili impiegati nei dipartimenti della Regione Calabria ha esposto uno striscione con su scritto "Benigni, ’la vita è bella ... ma non per noi", davanti ad un albergo di Catanzaro dove l’artista toscano ha tenuto il faccia a faccia coi cronisti. Il comico toscano ha letto lo striscione e poi è entrato nella sala dove un lavoratore gli ha anche consegnato una busta, senza però spiegargli il contenuto e i motivi della protesta.
Benigni, dopo un primo momento di sorpresa ("ma non è per Loiero?") e senza conoscere il contenuto della busta, davanti ai giornalisti ha scherzato: "Sono soldi che mi doveva dal 1988. Mi disse, ’quando passi da Catanzaro te li restituisco’. Ho dovuto organizzare una tournè in Calabria per riaverli. Sono due righe? Una per me ed una per Loiero".
Al termine dell’incontro con i giornalisti, l’artista ha incontrato in via privata gli studenti del liceo classico di Lamezia Terme, che gli hanno voluto donare una corona di peperoncino intrecciata a mò di corona d’alloro.
(la Repubblica, 23 novembre 2006)
Benigni: elogio vita avvicina a Dio
L’artista toscano conclude a Reggio la tournee calabrese *
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 25 NOV - "La Calabria e’ grande e dignitosa, e merita un inchino da parte di tutti gli italiani". E’ stato l’omaggio di Roberto Benigni. Ieri sera al Palasport di Reggio Calabria, l’attore-regista ha chiuso cosi’ la sua tournee calabrese. Ha parlato dell’amore, delle energie che sprigiona la passione, ed ha esaltato soprattutto la vita, il suo valore che ci avvicina a Dio, cui assomigliamo.
* ANSA, 25.11.2006.
Sul tema,nel sito, si cfr.
PER L’ITALIA, "DUE SOLI". DANTE NON CANTO’ I "MOSAICI" DEL FARAONE!!!
Dal 20 aprile a fine giugno "TuttoDante" nella capitale, già venduti 50 mila biglietti.
"Racconterò anche la Storia, dalla presa del potere di Romano Prodi fino ai giorni nostri"
Arriva a Roma la Commedia di Benigni
"Difendo il mio Paese da chi lo governa"
Lo spettacolo ha già toccato 26 città, con un tripudio di oltre 350 mila spettatori.
"Il Poeta è grande perché ci invita a guardarci in faccia quanto facciamo schifo"
di ALESSANDRA VITALI *
ROMA - Racconterà la Storia, "dalla presa del potere di Romano Prodi ai giorni nostri, dal ’vi levo l’Ici’ al ’moderate i toni’ di Berlusconi, due giorni fa", l’attualità insomma, "ma quella su cui si può ridere, che è sempre meno, perché sono sempre di più le tragedie". E se l’attualità dovesse essere avara di spunti, si sa che con Roberto Benigni si può ridere di un nonnulla, basta una parola perché tracimi la piena. Com’è successo oggi in Campidoglio per la presentazione della tappa romana di TuttoDante, lo show con il quale l’artista si è già esibito in 26 città con un tripudio di olte 350 mila spettatori.
A Roma si ferma un bel po’, dal 20 aprile alla fine di giugno, un teatro tenda da 4000 posti realizzato per l’occasione in piazzale Clodio. "Molti politici non verranno - dice - perché è troppo vicino al Palazzo di Giustizia...". Cinquantamila i biglietti venduti fino a ieri, accesso gratuito per mille romani (600 studenti e 400 dai centri anziani), spiega il sindaco Walter Veltroni, primo oggetto delle effusioni del comico: "Io Veltroni me lo sposerei, un bel matrimonio contro natura, un matrimonio ogm, lei fra l’altro è sindaco, e si può anche sposare da solo".
Una prima mezzora dedicata all’attualità con particolare attenzione alle cose di Roma, d’altronde "anche Dante si occupava d’attualità, metteva in versi quel che accadeva ogni giorno", e alla politica, "perché compito del comico è difendere il proprio Paese da chi lo governa".
Poi, il resto dello spettacolo concentrato sulla Commedia, da qualche anno oggetto privilegiato delle attenzioni di Benigni, e sul Poeta, "che fra l’altro nel Trecento venne a Roma per dire al Papa di non occuparsi degli affari di Stato, come vedete la Storia non è cambiata". "Poi a Roma - continua il comico - c’è una delle più importanti associazioni di dantisti, presieduta da Giulio Andreotti che è coetaneo di Dante, se verrà allo spettacolo gli chiederò di raccontarci qualche aspetto della vita privata del Poeta".
Una passione smisurata quella di Benigni per l’Alighieri, "la sua grandezza è nell’invitarci a guardarci in faccia quanto siamo schifosi, avere il coraggio di vedere nel profondo il nostro male, che nei secoli non è cambiato". Salta di girone in girone e azzarda qualche ipotesi, "oggi ci sarebbe il girone dei matrimoni contro natura, ci troveremmo Bindi e Bondi, Manzoni e Marzullo. Probabilmente all’Inferno sono in corso lavori di ampliamento e ristrutturazione, pensate solo a quanto devono ingrandire l’area dei lussuriosi...".
E’ felice di essere a Roma, ricorda il suo arrivo nella capitale, "avevo 18-19 anni", poi la casa, per lunghi anni, nel quartiere Testaccio e la romanità acquisita, "tutto questo discorso per annunciarvi che mi candido a sindaco di Roma, con Veltroni abbiamo già un piano, ristrutturiamo i Fori Imperiali e ci facciamo un residence con parcheggio sotterraneo".
Roma anche nei suoi aspetti più "dolorosi", come la batosta di ieri in Champions League: "Volevate vincere? E vi facciamo vincere, che sarà mai. Volete fare 7 gol? E ve li facciamo fare... E’ un segno della grandezza di questa città, la Britannia l’abbiamo conquistata, figuriamoci che c’importa. Noi gliene abbiamo fatto uno solo, per fargli vedere come si fa un gol fatto bene".
Ma Dante, in quale girone avrebbe messo Benigni? "Me lo sono chiesto più volte - risponde - e credo che sarei finito in quello degli ogm, dei matrimoni contro natura. Già mi vedo: se guardate, tovate me e Veltroni come Paolo e Francesca, che voliamo e ci diciamo ’Amor, ch’a nullo amato amar perdona’. Un’immagine bellissima".
* la Repubblica, 11 aprile 2007
Caro Biasi
ma come sei pieno di spirito ... talebanico: arruolato!!! Tieni presente che all’epoca, secondo la tradizione medievale occidentale, Maometto si riteneva fosse un prete cattolico, spinto allo scisma da un alto prelato (o da se stesso) deluso nelle sue aspirazioni !!!
Tuttavia, tieni presente, le cose sono più complesse (e tuttavia semplici) di quanto non pensi: già Boccaccio si muove nell’ottica dei "tre anella"!!!
VAI: leggi tutto DANTE, se vuoi imparare qualcosa ... e venir fuori dalla TRAGEDIA !!!
Sul tema, nel sito, vedi: LA PARTITA DEL CUORE E DELLA RAGIONE DELL’ITALIA CON IL PAKISTAN DI MOHAMMAD IQBAL!!!
Federico La Sala
Caro Federico, sei veramente forte; ma che dico?: fortissimo ! Ma come ? Uno come te che crede in Harry Potter e Dan Brown ora viene a dirmi che non crede nelle leggende medievali che coinvolgono il Profeta dell’Islam? Non ci credo ! Sarai sicuramente un estimatore di Polono, di Pietro il Venerabile, dell’abate di Cluny, di Fazio degli Uberti ...
Dalla novella decameronesca delle tre anella al racconto del Signore degli anelli, il balzo, per te, poi, sarà sicuramente irrisorio !
Siamo seri, guardiamo in faccia la realtà e non nascondiamoci più dietro a un anticlericalismo ridicolo e patetico, caro Prof.! Guardiamo con speranza il viaggio di Papa Ratzinger in Turchia e cerchiamo di essere solidali (e non solamente quando ci fa comodo!) con il nostro Presidente Napolitano che ha chiaramente affermato la necessità di operare assieme (Stato e Chiesa) per il "bene comune" !
Buon inizio settimana e cordiali saluti. Biasi
BENIGNI A TUTTO CAMPO CONQUISTA PALAROSSINI AD ANCONA
ANCONA - E’ arrivato correndo e saltellando come un folletto tra "i legnetti" della scenografia e dispensando saluti e baci che hanno alzato un fragoroso applauso di benvenuto, l’attore e poeta Roberto Benigni sul palco del Palarossini di Ancona nella tappa marchigiana del "Tutto Dante".
"Cari anconetani - ha esordito trafelato - io vi amo tutti e ci vuole coraggio a dire vi amo in questa lingua italiana. Le persone hanno una cosa in comune, che sono tutte diverse: ci vuole coraggio a dire vi amo".
Il pubblico - oltre 5 mila e 500 spettatori - è ’impazzito’ già alle prime battute del comico: applausi fragorosi hanno salutato il galoppo del grande Roberto che ha fatto in scena con il suo abito scuro, camicia bianca aperta e senza cravatta, quasi una divisa come il frac di Charlot.
"Vorrei essere un cane per potervi leccare tutti e scodinzolare e fare ad Ancona una grande orgia d’amore cosicché i giornali domani dicano che qui il quinto canto io l’ho fatto". E poi ha apostrofato "i signori in prima fila con oltre 70 mila euro annui di reddito e che non possono far finta di niente perché in Italia si riconta tutto e domani vi richiamiamo".
Non sono mancati poi i riferimenti alla finanziaria che "è passata dopo che il ministro Livia Turco ha aumentato l’uso personale di droga da 20 a 40 dosi". Poi ancora le pensioni prorogate fino all’età del morbo di Parkinson". Lo spettacolo è stato caratterizzato anche da battute sull’ ’onnipotente’ Silvio Berlusconi che "ha battuto Cristo a Montecatini perché se la passione di Gesù è durata 3 giorni quella dell’ex premier 3 minuti ben svenuti a Montecatini" ha incalzato Benigni.
Poi ’ballettopoli’, intercettazioni, calciopoli e il caso delle agenzie fotografiche sono stati gli obiettivi dell’ironia del comico. Non sono mancati riferimenti neanche ai "sacerdoti che si possono sposare: e proprio oggi a Roma sembrava di sentire la festa dell’addio al celibato in Vaticano".
Tra sacro e profano con riferimenti a Gesù il comico toscano ha parlato poi del linguaggio degli scandali e delle "telefonate" riferendosi a Mario Scaramella e Paolo Guzzanti che fanno pensare che "in questo paese di spie è meglio il piccione viaggiatore".
Introducendo la Divina Commedia si è poi soffermato sull’omaggio alla Madonna ripetendo i versi recitati dal Papa nell’Angelus dell’8 dicembre "Al Signore la Madonna gli è sempre piaciuta" ha detto il comico "è come se nostro Signore avesse detto a questa giovane di 16 anni mi sembra di averti aspettato da sempre. Il culto della Madonna ha fatto andare avanti il mondo di milioni di anni ed è proprio questa donna umile ad essere la rugiada dell’Altissimo. E le donne sono l’apice delle creature di nostro Signore".
Poi ancora un parallelismo tra la Bibbia e la Divina Commedia, due grandi doni: "Ma la prima ha venduto di più". Nella seconda parte dello spettacolo Benigni ha iniziato la Lexio Dantis: l’inferno dei lussuriosi. "Il Quinto Canto ha detto è il più richiesto, è un cerchio amplissimo dove si trovano milioni di persone perché la lussuria è un peccato di molti".
Un riferimento ad Ancona e alle Marche dove sono nati Guido da Montefeltro e Federico II e dove c’è ancora il papato - "come ora". Davanti al pubblico attentissimo Benigni ogni tanto si è concesso una battuta sul presente e ha parlato dell’indulto: "All’inferno la cosa è seria, per le anime laggiù non c’è l’indulto". Benigni si è poi soffermato sul concetto della poesia che tira fuori l’amore e che ci rende consapevoli delal meraviglia, perché ognuno di noi ha dentro abissi di bellezza". Dall’Inferno al Purgatorio fino al Paradiso il comico toscano è ha dipinto Dante in maniera originale e accattivante, tenendo con il fiato sospeso il pubblico anconetano. E la chiosa è stata a voce bassa: l’intero canto a memoria che sul verso finale ha scatenato una standing ovation.
ANSA » 2006-12-09 23:58