Dal sito www.regione.calabria.it
Parte con una "provocazione" mediatica di Oliviero Toscani la nuova campagna istituzionale della Regione Calabria "Gli ultimi saranno i primi". La presentazione è avvenuta in anteprima a Roma, nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, dove sono intervenuti il presidente e il vicepresidente della Regione, Agazio Loiero e Nicola Adamo, assieme al fotografo Oliviero Toscani. L’immagine punta a emozionare, per superare i pregiudizi e i luoghi comuni contro i calabresi. Il contrasto è netto: da una parte gli slogan che accomunano tutti i calabresi a un’idea negativa e criminale, dall’altra i visi puliti e spontanei dei giovani (scelti in un liceo di Reggio-Calabria). Foto con messaggi crudi: Terroni? Malavitosi? Incivili? I peggiori? Gli ultimi della classe? Inaffidabili? Sì, siamo calabresià Ma i ritratti corali di quei giovani volti calabresi sono puri, come le magliette bianche che tutti indossano. Ragazzi uguali, nella speranza e nei sogni, ai loro coetanei milanesi, newyorkesi, berlinesi. Così lo scatto fotografico di Oliviero Toscani capovolge il significato negativo degli slogan per ironizzare sulla loro banalità. "Tutta questa operazione - ha detto Toscani - non risponde alla tipologia e all’impostazione della pubblicità. Dalla semplicità dei visi, dalla normalità della bellezza di queste ragazze, che sono l’antitesi delle veline e degli archetipi delle modelle che sfilano per la moda. Ed è anche strano che la Regione Calabria mi abbia chiesto un’immagine reale, vera per restare così com’è, coerente con quella che i ragazzi calabresi hanno della loro terra. Normalmente un’azienda che si fa pubblicità presenta i propri prodotti migliori, invece noi siamo partiti dalla realtà, dal fatto che ci sono dei problemi, ma con l’idea di dare un’immagine di speranza e di futuro". "Confesso che quando ho visto quelle foto per la prima volta - ha affermato il presidente Loiero - sono rimasto scioccato per la carica di eresia che esse comunicano. Non nego che da noi ci siano gravi problemi, tra cui una diffusa criminalità. Però è anche vero che i calabresi sono genericamente inseriti in un contesto mediatico che identifica tutti come criminali. Spesso le cose cattive convivono con le cose eccellenti che restano nel silenzio. Purtroppo i media sono selettivi e una notizia cattiva entra più facilmente nelle pagine dei giornali. Di questa brutta immagine ne soffrono per primi proprio i calabresi onesti, i calabresi che vivono fuori e all’estero. Per questo abbiamo cercato una campagna choc. Al punto in cui siamo arrivati, alla luce di quanto è accaduto negli ultimi mesi, abbiamo fatto la scelta di restituire fiducia e speranza. Anche perché in Calabria si stanno facendo cose importanti e positive che trovano ostacoli per il cambiamento". "Gli stereotipi - ha aggiunto Loiero - ci sono e non sono governabili. Il pregiudizio si è consolidato in tanti anni e dobbiamo farci i conti. Per questo la Regione dovrà prendere un forte impegno per migliorare la scuola e la formazione, necessarie ad educare i giovani alla democrazia, alla convivenza ed alla legalità. Il rilancio dovrà avvenire con l’attuazione dei fondi strutturali, perché è vero che abbiamo limiti ma possediamo anche risorse straordinarie". Il vicepresidente Nicola Adamo ha spiegato alla qualificatissima platea della Sala del Cenacolo la strategia connessa all’incarico annuale offerto ad Oliviero Toscani. "Gli ultimi saranno i primi: il messaggio è evangelico, ma la condizione è terrena. L’impegno con Toscani - ha sostenuto Adamo - non è sull’immagine della Calabria, ma su quella dei calabresi. E’ un’operazione verità. Non sovrapponiamo il reale con il virtuale. Perciò puntiamo alla presa di coscienza dei nostri limiti, lottando per presentare la nostra identità, la calabresità non come un disvalore. Per questo oggi siamo alla partenza, per continuare su questa strada la comunicazione istituzionale". Per spiegare la "provocazione" di Toscani il vicepresidente della Regione ha aggiunto: "fa più rumore l’albero che cade e brucia che un’intera foresta che cresce". "Questo è un messaggio di fiducia da lanciare fuori della Calabria e lo faremo nei prossimi giorni con una campagna sui quotidiani nazionali e con la grande cartellonistica nel centro-nord dell’Italia. Mentre per i mezzi di comunicazione in Calabria le scelte arriveranno successivamente". Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti Oliviero Toscani ha raccontato l’incontro con la Regione e i ragazzi calabresi. "Mi hanno chiesto di rivedere l’immagine istituzionale. Abbiamo parlato di mare, montagna e arte, ma poi abbiamo capito che c’era prima un problema culturale, c’erano i pregiudizi da superare. Sono milanese doc - ha detto Toscani - e mi sono ricordato le critiche di mia madre che non si riconosce più in questa Milano da quando la città ha smesso di accettare la gente del Sud. E allora è arrivata quest’idea. Chi mai pensa a un ‘terrone’ con il volto di una giovane donna? Così ho selezionato una trentina di adolescenti in una scuola di Reggio-Calabria. Dopo i provini i ragazzi hanno ottenuto un permesso di due ore. Ho chiesto loro di mettersi una camicetta bianca, per riflettere la luce del lungomare. Abbiamo scattato le foto in un clima di festa totalmente estraneo al mondo della pubblicità. Io credo che il valore di un paese è dato dalla sua umanità. Per questo sono andato alla fonte degli sguardi puri e semplici di questi ragazzi, perché la Regione ha capito che è con loro che deve lavorare". (gdi)
Ho appena letto sul giornale la notizia che la Regione ha commissionato una campagna pubblicitaria per la promozione dell’immagine della Calabria. Ho letto gli slogan e le valutazioni dell’Ideatore Oliviero Toscani “UNA CAMPAGNA DI PROVOCAZIONE PER VENDERE IL PRODOTTO CALABRIA”. Sono saltata dalla sedia. La “provocazione” mi ha colpito molto, ma in senso negativo e grottesco.
Cari Loiero e Toscani, la dignità dei Calabresi, il dolore dei Calabresi, la speranza dei Calabresi, la sensibilità dei Calabresi, NON SI VENDE A METRI, (2500 manifesti 6X3 m) non si dona a nessun altare sacrificale di nessun dio pagano, soprattutto se a questo dio si donano anche molti, ma molti, migliaia di euro. È grottesco, è allucinante, per me calabrese, vedere e subire questo ennesimo schiaffo. Faccio parte di quella Calabria sana, che da sempre lavora con enormi e straordinari sacrifici, di quella gente che, per scelte o per necessità, o solo perché di Calabria, è rimasta qui, investendo e costruendo le nostre realtà di professionisti, di imprenditori, o di piccoli industriali, e molto spesso da sola, fatta eccezione per qualcuno. Negli anni passati ci siamo inventati e improvvisati costruttori del nostro futuro; dopo trent’anni - però - mi rendo conto che il nostro coraggio e la nostra volontà non sono bastati. Il presente che stiamo vivendo è quel futuro, che a noi giovani di allora, era stato promesso e non mantenuto. Questo presente non è altro che il perpetuarsi di un deprecabile metodo-sistema politico e amministrativo che non crede - sostanzialmente - nei calabresi. Gli anni passati hanno visto una politica che ha generato la cultura dell’assistenzialismo e della superficialità, cosicché, a gran voce, si poteva gridare che c’era bisogno di leggi speciali per il mezzogiorno per avere sempre più miliardi, e selezionare solo qualcuno da portare sul carro dei “vincitori”. Ancora adesso continuate a implorare per quella che voi definite “una Calabria arretrata”. Ho nausea di ciò perché ho visto che non c’è stata una classe politica capace di capire la prima regola elementare dello sviluppo di qualsiasi realtà: “COLTIVARE LE FORZE LOCALI SANE“. Nel caso nostro, aiutarci a fare impresa, stabilire - ad esempio - nuove regole per il credito. Da anni le associazioni di categoria chiedono collaborazione, chiedono di guardare in basso, dove ci sono le microimprese che hanno bisogno di essere curate. Se non si guarda a quello che già esiste, e se non si ama e protegge quello che già abbiamo, per dargli come priorità assoluta, lavorare e produrre serenamente, che futuro potranno trovare quei ragazzi “usati” in quelle foto? Fra qualche anno quei sorrisi saranno smorfie di rabbia e delusione così come noi ragazzi e ragazze di trent’anni fa, che abbiamo visto il nostro coraggio ed entusiasmo sempre più vilipeso. L’assurdo è che devo vedere questa tragedia oggetto e soggetto di speculazione per una campagna pubblicitaria, un prodotto che ha fatto incassare soldi al signor Toscani , che non sa ancora che possiamo essere anche poveri, ma siamo diventati tanto istruiti. Il termine TERRONE poteva essere usato cinquant’anni fa! Si deve aggiornare il Signor Toscani! Conosco le sue precedenti campagne, ricordo le sue foto. Quelle provocazioni allora avevano un senso, era un’altra epoca. Adesso mi dispiace ma non ha studiato il prodotto da reclamizzare. Ha fatto flop. In quanto a Lei, Presidente Loiero, ha detto che vuole che vengano fuori i Calabresi! Si! Ha ragione! Cominci a farci lavorare e a lasciare i soldi della regione ai Calabresi, cominci a fare politica pratica. La smetta di costruire anche Lei Cattedrali nel deserto! La promozione della nostra immagine nel mondo deve essere fatta da calabresi per i calabresi, dandoci gli strumenti amministrativi per imparare e migliorare innovandoci e investendo su noi stessi . Voi che siete quelli che dovrebbero far emergere il meglio della Calabria, vergognatevi. Lucia Perri Fotografo di Rende ( CS ) lucia.perri@tin.it