Roma | 29 maggio 2007
Accordo fatto per gli statali. 101 euro da febbraio. Scioperi revocati
Il leader della UIL è uno dei protagonisti dell’accordo sugli statali. E’ stata firmata nella notte l’intesa a Palazzo Chigi tra il governo e i tre leader sindacali di CGIL, CISL ed UIL Epifani, Bonanni e Angeletti per sul rinnovo del contratto dei lavoratori statali. Punti principali: l’aumento di 101 euro lordi mensili a partire dal primo febbraio 2007 e la durata del contratto estesa, in via sperimentale, a tre anni per il periodo 2008-2010.
Il ministro Nicolais ha riassunto così la firma del contratto: "Ci sono 101 euro di aumento e contemporaneamente, in via sperimentale, il contratto triennale che ci permettera’ di applicare al meglio l’intesa siglata qualche mese fa". Per riuscirci, ha detto il ministro"e’ stato messo qualche soldo in piu’ da parte del governo, circa 600 milioni di euro". Come avete convinto Padoa-Schioppa? "Non c’e’ stato bisogno, si e’ convinto da solo... Ha visto la necessita’ di mettere fondi in piu’, e poi tutto e’ andato bene". Ora "dobbiamo avviare la sperimentazione: per poter passare a tre anni dobbiamo cambiare gli accordi del ’93, e per farlo dobbiamo rimettere intorno al tavolo tutti gli attori che firmarono quegli accordi". Quanto alle tappe piu’ immediate, questa "mattina c’e’ la convocazione all’Aran e contestualmente ci sara’ la revoca dello sciopero. E cominciamo a lavorare per applicare intesa", ha concluso Nicolais, visibilmente soddisfatto.
Un’intesa "positiva", arrivata dopo che all’inizio del vertice "ho temuto si potesse rompere, quando il governo e’ tornato a proporci meno di 101 euro. Se fosse rimasta quella cifra avremmo rotto, ma per fortuna siamo riusciti a chiudere". Cosi’ il segretario della Uil Luigi Angeletti commenta l’accordo sul contratto degli statali raggiunto a palazzo Chigi. Sulla sperimentazione per il contratto triennale, Angeletti spiega: "Se riusciremo a trovare l’accordo, sara’ un miglioramento: avremo finalmente rinnovi per tre anni pagati per tre anni, e non rinnovi per tre anni pagati per due, come succedeva adesso". Quanto alla maggiore produttivita’ della Pubblica Amministrazione, Angeletti sottolinea che "l’efficienza dipende da chi dirige, non da chi lavora. La vera sfida e’ avere piu’ efficienza per avere piu’salari. Il governo si e’ trastullato per mesi per provare a risparmiare un po’ di soldi, ora che si sono rassegnati vedremo se saranno capaci di riorganizzare la P.A." ha concluso il segretario della UIL.
L’accordo sugli statali mette fine a "una storia durata fin troppo tempo". Lo ha affermato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. Il leader sindacale ha aggiunto: "Siamo stati impegnati molte ore, alla fine ha prevalso il senso di responsabilita’ del Governo e del sindacato". Bonanni ha osservato che le cifre chieste dal sindacato "sono mantenute", mentre "nel prosieguo discuteremo di rivedere un modello contrattuale, se lo concorderemo tutti insieme".
Il numero uno della Cisl ha sottolineato che sulla triennalita’ "nessuno e’ preoccupato, anzi. E’ piu’ agevole per la finanza pubblica e noi avremo la possibilita’ di confrontare inflazione reale e salario. E avere piu’ produttivita’ per avere piu’ salari". Il sindacato cosa ha dato in cambio? "Nulla di piu’ di quello che si puo’ dare. La proposta non era esosa. C’e’ stato senso di responsabilita’, poi anche il Governo si e’ deciso". Secondo Bonanni, ora il Governo "deve rilanciare la proposta per il pubblico impiego. Penso ai tanti temi che sono ancora aperti per un lavoro pubblico di qualita’: uno per tutti la formazione. Il sindacato - ha concluso - presentera’ dei dati certi sulle esternalizzazioni che non hanno prodotto sempre buoni risultati. In alcuni casi sono stati pessimi".
ROMA - I lavoratori del pubblico impiego, ministeri, enti locali e sanità sciopereranno il 1 giugno. E’ quanto hanno deciso le organizzazioni sindacali a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.
Per la scuola lo sciopero si terrà il 4 giugno. "Nonostante gli accordi sottoscritti con il governo - dice il segretario generale della Uil-pa, Salvatore Bosco - non siamo stati convocati per avere le conferme sull’avvio di contrattazione con l’Aran. Anche la richiesta di incontro con il presidente del Consiglio, Romano Prodi, inviata dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil non ha avuto risposta. Il ministro Nicolais aveva confermato che oggi ci sarebbe stato un incontro ma non c’è stato, né è pervenuta una convocazione per altre date".
la Repubblica, 2007-05-09 11:07:55)
Salta l’incontro tra governo e sindacati che annunciano lo stop. Polemiche per il mancato rinnovo del contratto scaduto da ben 17 mesi: "Ormai rischiamo la paralisi totale"
"Retribuzioni troppo basse"
La scuola si ferma il 4 giugno
di SALVO INTRAVAIA *
La scuola si ferma il 4 giugno. L’incontro fra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil con il presidente del Consiglio Romano Prodi, previsto per ieri, è saltato e i sindacati hanno indetto una giornata di mobilitazione generale. La motivazione principale che ha spinto insegnanti, personale di segreteria e bidelli a scendere in piazza è il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da 17 mesi. In un anno e mezzo, secondo i rappresentanti di categoria, il potere d’acquisto delle retribuzioni più basse di tutto il pubblico impiego è ulteriormente calato "a livelli non più sostenibili".
La giornata di sciopero coincide con quella di tutti i lavoratori pubblici e segue la mobilitazione indetta lo scorso 16 aprile poi rinviata perché il governo aveva mostrato "qualche apertura". Insomma, per evitare che la scuola si fermasse a ridosso di appuntamenti importanti, come le ultime interrogazioni e i compiti in classe in vista degli scrutini finali e degli esami di stato, i rappresentanti di categoria hanno dato tempo al governo
Ma le richieste non si limitano al rinnovo del contratto, che a questo punto rappresenta il tassello più importante della protesta. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al governo "un confronto su quello che viene ormai chiamato Memorandum" per rilanciare il ruolo centrale della scuola pubblica per lo sviluppo e la coesione del Paese’. Una sorta di programma sulle priorità che occorre affrontare per rilanciare il ruolo della scuola statale che può, e forse deve, diventare come l’Europa ci chiede dal 2000, il traino di tutta l’economia del Paese. Ma non solo Flc Cgil, Cisl e Uil scuola chiedono l’immediata ’apertura del tavolo contrattualè e ’risorse certe finalizzate alla valorizzazione del personale docente e Ata’.
Il malessere della scuola che culmina con lo sciopero viene da lontano. In questi ultimi mesi insegnanti, dirigenti scolastici, alunni e genitori hanno dovuto fronteggiare emergenze di ogni tipo. Dal taglio ai finanziamenti a quello degli organici, dall’impossibilità di nominare e pagare i supplenti per mancanza di fondi alla carenza degli spessi per i commissari della maturità, solo per citare quelle che hanno messo maggiormente in difficoltà gli operatori della scuola. "Le scuole vivono una situazione dura e difficile in ordine ad una serie di problemi che la mobilitazione vuole portare alla luce per farne oggetto di denuncia e di rivendicazione", dichiara Enrico Panini, leader della Flc Cgil. "Dal taglio drammatico agli organici del personale - spiega Panini - destinato a peggiorare la qualità dell’offerta formativa e le condizioni di ordinario esercizio della professionalità docente e Ata, all’indebitamento delle scuole che ha ormai raggiunto livelli da paralisi".
Ma quella dei sindacati confederali non sarà l’unica giornata in cui la scuola si fermerà. Accadrà altre due volte. Dopodomani, venerdì 11 maggio con manifestazione proprio davanti la sede del ministero della Pubblica istruzione in viale Trastevere, si asterranno dal lavoro gli aderenti ai Cobas, che manifestano "per bloccare questo immiserimento della scuola pubblica", spiega Piero Bernocchi. E a giugno per la giornata di mobilitazione durante gli scrutini di fine anno indetta dalla Gilda degli insegnanti. E sul tema delle retribuzioni si sofferma Massimo Di Menna (Uil): "Gli stipendi sono fermi al 2005, meno di 1300 euro al mese. Abbiamo spiegato in tutte le sedi le difficoltà dei lavoratori ma il governo si è mostrato assente. Senza ulteriori riscontri faremo sentire la voce di oltre un milione di lavoratori della scuola"
* la Repubblica, 9 maggio 2007
SCUOLA: IL 16 APRILE SCIOPERO GENERALE
Dopo un infruttuoso tentativo di conciliazione, svoltosi nella mattinata di oggi al Ministero della Pubblica Istruzione, abbiamo unitariamente proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata di lunedì 16 aprile. Per lo stesso giorno una manifestazione nazionale a Roma darà voce alle tante ragioni della scuola statale.
Scioperiamo perché il contratto è scaduto da oltre 15 mesi e, nonostante le ripetute sollecitazioni, il Governo non ha ancora predisposto gli atti utili per avviare le trattative. Questo significa far slittare il rinnovo contrattuale all’autunno e noi non siamo d’accordo.
Scioperiamo perché, pur essendo state previste risorse specifiche per il rinnovo contrattuale di docenti ed ATA, il Ministero del Tesoro non ha ancora reso disponibili queste somme e frappone mille ostacoli. Noi siamo un Paese nel quale si investe troppo poco in scuola e in personale, ma le risorse - come ci dicono in questi giorni autorevoli esponenti di Governo quando fanno il punto sullo stato della nostra economia - ci sarebbero.
Scioperiamo perché il Governo si era impegnato ad aprire un tavolo di confronto con noi per definire politiche condivise ed obiettivi comuni sulla conoscenza e, a distanza di mesi, non è accaduto nulla.
Intanto
si tagliano gli organici, nonostante che aumentino le iscrizioni a scuola; non si pagano i supplenti perché non sono arrivate le risorse dal Ministero e molte scuole ormai, dopo essersi indebitate con le banche, non chiamano più i supplenti; sul precariato non c’è un seguito alla richiesta del Ministro Fioroni per 80.000 nomine per settembre 2007.
Siamo di fronte ad una situazione insostenibile per i lavoratori, una negazione concreta dell’impegno per la scuola che il Governo ha messo al II° punto del suo nuovo programma.
In attesa del rinnovo del contratto da oltre 17 mesi i sindacati scenderanno in piazza
Indispensabili interventi per valorizzare il personale e l’offerta formativa
Scuola, senza impegni del governo minacciati scrutini ed esami *
"Basta con il festival degli annunci" : lo sciopero generale che coinvolgerà il settore della scuola il prossimo 4 giugno chiederà un impegno forte del governo. E, una nota di Flc, Cgil, Cisl e Uil scuola, fa sapere che "in assenza di risposte concrete e immediate le iniziative di lotta continueranno anche dopo il 4 giugno e investiranno le attività di fine anno scolastico compresi scrutini ed esami".
In attesa di un rinnovo del contratto da oltre 17 mesi i lavoratori del settore - alla fine dell’anno più difficile che il mondo della scuola abbia dovuto affrontare - scenderanno in piazza non solo per tutelare le loro retribuzioni - ferme dal dicembre 2005 - ma anche per rivendicare gli interventi indispensabili al buon funzionamento delle istituzioni scolastiche.
Le scuole, fanno sapere, versano in una situazione di debito letteralmente drammatica e la qualità dell’offerta formativa non può essere garantita senza la tutela degli organici e il superamento del precariato.
Il 6 aprile scorso un accordo sottoscritto tra governo e sindacati ha previsto stanziamenti di risorse per l’incremento delle retribuzioni e, più in generale, per la valorizzazione professionale del personale. Ma i lavoratori della scuola intervengono oggi per dire "basta al festival degli annunci e dei proclami da parte dei diversi esponenti del governo" rivendicando l’integrale rispetto degli impegni assunti e sottoscritti. E minacciano iniziative di protesta che potrebbero investire anche scrutini ed esami di fine anno.
* la Repubblica, 22 maggio 2007
Statali, verso la fima del contratto Aumenti e contratti triennali *
ROMA - Sui avvia ad una soluzione la vertenza del contrattod egli statali. Secondo il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais il governo avrebbe deciso di stanziare le risorse per garantire un aumento pari a 101 euro al mese in busta paga. Contestualmente i prossimi rinnovi dovranno avere cadenza triennale e non più biennale.
Affermazioni che confermano le indiscrezioni emerse ieri al termine del vertice di palazzo Chigi tra il premier Romano Prodi, i vicepremier Massimo D’Alema e Francesco Rutelli e il Ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. "Stiamo lavorando ad un contratto che chiuda un’epoca e ne apra un’altra, che migliori le performance, premi i meriti e penalizzi i demeriti. Spero che questo scongiuri lo sciopero del primo giugno" commenta Nicolais.
a margine di un Forum della P.A.. Contestualmente, ha aggiunto il Ministro, i prossimi rinnovi dovranno avere cadenza triennale e non più biennale. Sono così confermate le indiscrezioni emerse ieri al termine del vertice di palazzo Chigi tra il premier Romano Prodi, i vicepremier Massimo D’Alema e Francesco Rutelli e il Ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. "Il vertice è andato bene. Penso ci siano i fondi aggiuntivi che dovrebbero permettere di chiudere il nuovo contratto e avviare una nuova era di contratto triennale", ha spiegato Nicolais aggiungendo che "stiamo lavorando ad un contratto che chiuda un’epoca e ne apra un’altra, che migliori le performance, premi i meriti e penalizzi i demeriti. Spero che questo scongiuri lo sciopero del primo giugno".
E dai sindacati arriva un preciso monito al governo: "lo sciopero dipende solo dal governo. L’aumento di 101 euro è quello che avevamo già pattuito nell’accordo fatto a suo tempo. E per quel che riguarda la contrattazione triennale siamo disposti a parlarne".
* la Repubblica, 2007-05-21 10:41:20.
La protesta decisa al termine dell’incontro di stamane a Palazzo Chigi
Il primo giugno prevista anche una manifestazione nazionale a Roma
Statali, confermato lo sciopero
Prodi: "Non sia arma di ricatto"
Appello del premier: "Serve un ultimo sforzo di buona volontà reciproca"
Bonanni: "Spero che si trovi una soluzione. Ci sono solo 24 ore di tempo" *
ROMA - I sindacati confermano lo sciopero generale del pubblico impiego, compresa la scuola, del primo giugno. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Gugliemo Epifani, che ha espresso oggi a Palazzo Chigi, al termine della riunione con il governo sulla produttività, "irritazione" nei confronti dell’esecutivo. A questo punto, ha aggiunto Epifani, anche gli altri tavoli, "che sono correlati, hanno poco senso".
Ma Prodi non ci sta. E fa un appello a "un ultimo sforzo di buona volontà reciproca", evitando "arroccamenti" ed evitando che lo sciopero sia una "arma di ricatto". Queste parole sono contenute in una nota di Palazzo Chigi: "Sul rinnovo del contratto degli statali il governo, attraverso i ministri competenti, ha fatto proposte concrete nel metodo e nel merito, fino ad arrivare a definire cifre e un percorso che io stesso avevo sollecitato. Ci sono problemi oggettivi che non nascono per volontà preconcette, ma lo stallo fa male sia ai lavoratori che ai sindacati. Ma soprattutto al Paese".
Insomma, per il premier, non si tratta "di trovare una soluzione. Si tratta piuttosto di chiudere una contrapposizione lacerante. Sono convinto di risolvere rapidamente la questione".
Vedremo. In ambito, sindacale, si mostra un po’ più possibilista di Epifani il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: "Spero che il governo trovi una soluzione, che si faccia sentire. Ci sono solo 24 ore di tempo per affrontare la questione degli statali. Sul pubblico impiego devo dire che c’è qualcuno che cerca un terreno di scontro improprio".
In occasione dello sciopero, precisano i sindacati, si terrà una manifestazione nazionale a Roma, che vedrà la partecipazione dei leader di Cgil, Cisl e Uil. Il comizio conclusivo si terrà a Piazza del Popolo.
Le federazioni di categoria Fp-Cgil, Fps-Cisl, Uil-Pa e Fpl-Uil aggiungono che si atterranno all’invito della commissione di garanzia escludendo dallo sciopero i comuni interessati dal voto amministrativo del 27-28 maggio.
I sindacati hanno inoltre deciso che dal 24 al 29 maggio si terranno in ogni capoluogo assemblee a manifestazioni regionali. Nella stessa settimana si svolgerà un’ora di ’sciopero al contrario’: il personale degli uffici, cioè, lavorerà un’ora in più gratuitamente effettuando i servizi all’utenza, ma spiegando anche ai cittadini le ragioni della protesta.
* la Repubblica, 18 maggio 2007
ANSA» 2007-05-16 21:41
STATALI: VERSO CONFERMA SCIOPERO *
ROMA - Nulla di fatto nella prima riunione tra l’Aran e i sindacati che doveva segnare l’apertura della nuova stagione contrattuale nel pubblico impiego. L’agenzia, che tratta per conto del Governo, ha chiesto alla controparte un aggiornamento del negoziato a venerdì prossimo spiegando che l’Esecutivo sta ultimando alcune verifiche tecniche sui conti, e la risposta dei sindacati non si è fatta attendere con la conferma dello sciopero del primo giugno. Già domani - hanno annunciato - partiranno le circolari alle strutture in vista della mobilitazione. I sindacati non intendono arretrare di un centesimo dalla richiesta di aumento del 5,01%, pari a 101 euro, perché - sostengono - è gia già previsto da un patto precedente. Diversa la posizione del Governo che nella direttiva all’Aran fissa l’ incremento al 4,46%, cioé 93 euro. Anche se ci sarebbe una disponibilità ad arrivare a 95/96 euro. Sempre troppo pochi, comunque, per i rappresentanti dei lavoratori.
In vista della riunione all’Aran è proseguito il lavoro diplomatico all’interno dell’Esecutivo per tentare di arrivare ad una soluzione, dopo le rassicurazioni di ieri del premier, Romano Prodi, ai leader di Cgil, Cisl e Uil. In particolare ci sono stati contatti tra il ministro per le Riforme, Luigi Nicolais, la presidenza del Consiglio con il sottosegretario Enrico Letta, e il ministero dell’Economia, restio ad allargare i cordoni della borsa per arrivare ai 101 euro. Il Governo, dunque, avrebbe ancora bisogno di alcuni approfondimenti tecnici (che vedrebbero il coinvolgimento della Ragioneria e dell’Inpdap), in particolare sulle cessazioni dal lavoro al dicembre 2006 e le nuove assunzioni. Gli eventuali risparmi potrebbero essere utilizzati per ’rimpinguare’ le risorse già previste per il contratto. Secondo alcune stime, la differenza tra l’offerta e la richiesta sindacale comporterebbe oneri in più per circa 600 milioni per tutto il settore pubblico. La vertenza degli statali oramai non è più solo di categoria, ma riguarda più in generale i rapporti tra il sindacato e il Governo. Lo ha detto con chiarezza ancora oggi il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, secondo il quale se il negoziato fallisse si getterebbe "un’ombra" sui vari tavoli aperti a palazzo Chigi, tra cui c’é il difficile confronto sulle pensioni. Dura la valutazione anche del segretario confederale Gianni Baratta, secondo il quale il Governo è "incapace di sciogliere i nodi". I sindacati, dunque, giudicano "sconcertante" il rinvio e bollano come "futili" le scuse opposte.
"Possibile che dalla scadenza del contratto ad oggi il Governo ancora non ha avuto il tempo sufficiente per chiarire le proprie disponibilità economiche", ha polemizzato il numero uno della Fp-Cgil, Carlo Podda. "Oggi ci aspettavamo fosse l’inizio della chiusura del contratto", ha lamentato il segretario della Uil-Pa, Salvatore Bosco. Dello stesso tenore le dichiarazioni del collega della Fps-Cisl, Rino Tarelli: "Il rinvio è figlio della poca strategia che caratterizza l’azione del governo da molti mesi. Il governo si rifiuta di rinnovare un contratto che è un diritto dei lavoratori". Per le rappresentanze di base del pubblico impiego Rdb-Cub è "grave il rinvio del negoziato. Ora - aggiunge - aspettiamo che il governo mantenga gli impegni presi. La ciliegina sulla torta è venuta oggi con le affermazioni della Corte dei Conti". Dalla magistratura contabile è venuto infatti oggi un monito a contenere le retribuzioni perché la spesa per i dipendenti pubblici è "cresciuta, a ritmi elevati, negli ultimi anni".
«Entro mercoledì sera il quadro delle risorse disponibili»
Contratto statali, aumenti subito o sciopero
Oggi il via alle trattative. Il leader della Cgil e il ministro Nicolais si preparano al confronto. Ma la prospettiva dello sciopero incombe *
ROMA - Giornata decisiva per il rinnovo del contratto dei dipendenti statali. Proprio nel giorno in cui la Corte dei conti lancia un monito al governo («Contenere la spesa per le retribuzioni degli statali»), sindacati e esecutivo si incontrano per verificare l’esistenza di un accordo. SCIOPERO. Ma i sindacati puntano subito i piedi. «È necessario ancora una volta chiarire che la conferma dell’accordo raggiunto il 6 aprile scorso sui 101 euro di incremento medio, necessari per il rinnovo del contratto del dipendenti dei ministeri e l’assunzione di questa cifra come parametro di riferimento per i contratti degli altri comparti pubblici, sono le facce della stessa medaglia e quindi questi due problemi vanno risolti insieme». A dirlo è stato il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda. Senza risposta precisa su queste questioni, ha aggiunto, «non potremo che confermare la giornata di sciopero del 1 giugno».
EPIFANI. «Spero che la semina dei giorni scorsi dia qualche risultato ma tocca al governo muoversi e anche in fretta», ha detto Guglielmo Epifani, leader della Cgil, a margine di un convegno su Federico Caffè, a commentare la situazione sul contratto degli statali alla luce delle rassicurazioni arrivate ieri, su pubblico impiego e pensioni, dal premier Romano Prodi e a poche ore dall’avvio delle trattative all’Aran (l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, che ha la rappresentanza legale delle pubbliche amministrazioni in sede di contrattazione collettiva nazionale). «Dobbiamo aspettare oggi pomeriggio. Inutile fare previsioni, le carte sono tutte sul tavolo. E le responsabilità che bisogna assumersi pure. La prospettiva dello sciopero, comunque, resta».
NICOLAIS. «Entro stasera» si avrà un quadro chiaro sulle risorse per il contratto degli statali. Lo ha assicurato il ministro dell’Innovazione nella Pa, Luigi Nicolais. «Non ci sono per ora novità sostanziali - ha detto - ci stiamo lavorando, il presidente Prodi ci tiene veramente molto». Quanto alle disponibilità economiche, «bisogna analizzare bene i dati per capire se i fondi disponibili sono sufficienti per raggiungere le richieste dei nostri amici sindacati». Quanto alla richiesta di estensione degli aumenti economici per gli statali anche agli altri comparti, Nicolais ha replicato: «Facciamo una cosa alla volta». Il ministro ha precisato che l’Aran ha già il testo della nuova direttiva riguardante gli statali. Non appena superato questo scoglio, «spero che nel giro di qualche giorno possa essere varata anche la direttiva per la scuola».
* Corriere della Sera, 16 maggio 2007
Statali: salta il vertice, si va verso lo sciopero generale.
Nessun incontro mercoledì sul pubblico impiego così come si era ipotizzato nei giorni scorsi. È probabile che a questo punto si vada verso la proclamazione dello sciopero generale, annunciato per maggio dopo le critiche dei sindacati alla direttiva per il rinnovo del contratto degli statali messa a punto dal Governo. Di più, non è escluso che la decisione sullo sciopero arrivi già mercoledì stesso.
«La mancanza di un incontro con il Governo - dice il segretario confederale Uil Paolo Pirani - rende attuale la questione dello sciopero». «Il govenro ci ha deluso», afferma anche il segretario generale degli statali Cisl, Rino Tarelli, riguardo all’appuntamento annunciato dal ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, e che è stato all’ultimo disdetto.
«La decisione di annullare l’incontro è coerente con l’atteggiamento del Governo che a chiacchiere ha rinnovato il contratto degli statali almeno 5 volte», aggiunge Tarelli. «È da parte loro un atteggiamento mortificante usato a fini politici», sottolinea.
A questo punto, «l’orientamento - dice il segretario generale della Uil-Pa Salvatore Bosco - è quello di proclamare lo sciopero. In questo quadro, infatti, è inevitabile perchè ormai tutti questi rinvii non si spiegano più soltanto con motivazioni di carattere tecnico ma emerge un problema di volontà politica». Anche per questo, la vertenza degli statali «va oltre la categoria e vede il pieno coinvolgimento delle confederazioni», afferma Bosco. «L’incontro al Governo - ricorda infine- era stato chiesto proprio dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil».
* l’Unità, Pubblicato il: 09.05.07, Modificato il: 09.05.07 alle ore 11.59
Cgil, Cisl e Uil contestano il contenuto della direttiva quadro messa a punto dal governo.
"Tradisce i contenuti delle intese raggiunte il 5 e 6 aprile a Palazzo Chigi"
Statali, niente sciopero il 16
Lo stop è rinviato a maggio
Angeletti: "Se si annulla la contrattazione di secondo livello si annulla anche il protocollo".
Sospesa anche la protesta dello Snals scuola, rinviata "a data da destinarsi" *
ROMA - I sindacati hanno confermato lo sciopero del pubblico impiego, inizialmente fissato per il 16 aprile, ma hanno deciso di rinviarlo a maggio. Nel mirino di Cgil, Cisl e Uil, in particolare, la stretta alla contrattazione integrativa prevista nella direttiva del governo per il rinnovo dei contratti che, secondo quanto ha annunciato il ministro delle Riforme e dell’Innovazione nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, verrà pubblicata questo pomeriggio.
Analoga decisione è stata annunciata dallo Snals-Confsal per lo sciopero della scuola, che era previsto sempre per il 16. La protesta però in questo caso viene rinviata "a data da destinarsi". ’’Attendiamo - spiega Marco Paolo Nigi, segretario generale del sindacato autonomo - la concretizzazione e il rispetto degli impegni assunti dal governo con l’accordo sottoscritto con i sindacati il 6 aprile riguardo al rinnovo del contratto del personale della Scuola, dell’AFAM dell’Università e dell’Area V della dirigenza".
Secondo i sindacati confederali, la direttiva quadro sul pubblico impiego "tradisce i contenuti delle intese raggiunte il 5 e 6 aprile a Palazzo Chigi". In particolare, rilevano, "non risponde alle intese l’indicazione di un tetto massimo di incremento salariale anche della contrattazione integrativa. Una misura che viola anche l’attuale sistema di relazioni sindacali (l’accordo del ’93), sospendendo di fatto nella totalità del settore pubblico la contrattazione integrativa e con essa ogni possibilità di riorganizzare i servizi e le amministrazioni".
"Non c’è poi traccia - si legge ancora nel comunicato congiunto dei sindacati - della necessità di dotare i contratti di strumenti che rendano impegnative le affermazioni del Memorandum sulla riorganizzazione, sul blocco delle esternalizzazioni e sull’introduzione di reali strumenti di innovazione di misurazione della produttività e del grado di soddisfazione dei cittadini sui servizi erogati".
"La direttiva - ribadisce il leader della Uil Luigi Angeletti, a margine di un dibattito organizzato dall’Associazione Giovane Europa - annulla il protocollo che abbiamo sottoscritto impegnandoci reciprocamente verso una politica contrattuale che favorisca l’efficienza e la produttività del pubblico impiego. Se il governo annulla nella sostanza la contrattazione di secondo livello annulla anche il protocollo. E’ una cosa assolutamente incoerente".
Per tutti questi motivi, i sindacati sostengono che il conflitto apertosi con il governo "non può dirsi risolto" con la direttiva quadro e considerano "grave la lacerazione dei rapporti tra le parti che riguarda non solo le categorie, ma i livelli confederali".
Le organizzazioni hanno quindi avviato un confronto con la commissione di garanzia sul diritto di sciopero per verificare le modalità attraverso cui la protesta possa essere riproclamata per maggio. L’iniziativa di lotta dovrebbe tenersi nella prima metà del mese.
* la Repubblica, 12 aprile 2007
Intesa a Palazzo Chigi. Verso la revoca lo sciopero del 16 aprile. Padoa Schioppa: "Nessun problema per i conti, grazie alla Finanziaria"
Statali, firmato l’accordo per il contratto
Fioroni: "Assumeremo 60mila precari" *
ROMA - Via libera al contratto degli statali. Governo e sindacati hanno firmato l’accordo che prevede un aumento medio a regime per i lavoratori dei ministeri di 101 euro a decorrere dal 1 gennaio 2007. Un’intesa raggiunta mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni ha annunciato l’assunzione, nell’anno 2007-2008, di 50mila precari per il personale docente e 10mila per il personale non docente.
Nel complesso per i lavoratori pubblici nel 2008 dovrebbero essere stanziati 3.711 milioni, 1.386 dei quali per il settore statale. Ci si avvia così all’annullamento dello sciopero proclamato per il 16 aprile dai sindacati della scuola. "Per il momento resta confermato - dicono le organizzazioni dei lavoratori - ma sarà revocato non appena saranno varate le direttive per il rinnovo dei contratti".
Scuola. Oltre alle assunzioni dei precari Fioroni ha quantificato le risorse che arriveranno dalla di oggi: 210 milioni di euro per il personale docente e 150 milioni per il personale non docente.
Il governo. Palpabile la soddisfazione del governo. Con Romano Prodi che parla di un’intesa "che ha dovuto tenere presente l’equilibrio dei conti, la tenuta dei salari e il costo della vita". Mentre per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta "la firma dell’intesa è il segno che vince il metodo della concertazione, è difficile ma alla fine dà i suoi risultati". "E’ una tappa molto importante del cammino che abbiamo intrapreso da circa un anno - commenta il ministro dell’economia, Tommaso Padoa Schioppa - Grazie alla Finanziaria e al suo effetto sui conti abbiamo infatti potuto firmare il rinnovo senza mettere in pericolo il risanamento dei conti". Infine il ministro per la Funzione pubblica Luigi Nicolais che parla di "modernizzazione della pubblica amministrazione che significa la modernizzazione del Paese".
* la Repubblica, 6 aprile 2007
Scuola, i sindacati: si farà lo sciopero il 16 aprile*
«Come siamo entrati, così siamo usciti». È laconico Massimo Di Menna, della Cisl, nel comunicare l’esito dell’incontro a Palazzo Chigi tra premier Romano Prodi, i ministri della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni e dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa e i rappresentanti sindacali del comparto scuola. Il 16 aprile prossimo «lo sciopero resta confermato», conclude. Fumata nera dopo un faccia a faccia di due ore che lascia delusi i sindacati confederali, Snals e Gilda.
Tema caldo, le risorse per il rinnovo contrattuale. Risorse che, accusano i sindacati, il governo per bocca di Padoa Schioppa non ha ancora quantificato. «Anzi nemmeno ci sono», dice Enrico Panini, della Cgil: «Padoa Schioppa ci ha detto che non si sono le risorse economiche da reinvestire nel comparto della scuola, o che se ci sono sarebbero talmente esigue da segnare una distanza tra le nostre richieste e loro». Dunque, così stando le cose, lo sciopero del 16 resta confermato, in coincidenza con quello indetto per tutto il pubblico impiego. Le rappresentanze di base, che venerdì a Palazzo Chigi hanno avuto un incontro con Letta e Nicolais, minacciano addirittura il blocco degli scrutini di fine anno.
Altro tema «caldo» è il destino del "tempo pieno". Proprio sabato scorso il premier, da Bologna, ha annunciato un ddl per il ripristino del tempo pieno, di fatto abrogato dalla riforma Moratti, e un migliaio di insegnanti in più non solo per garantire l’attuazione di questo tempo pieno ma anche per la scuola dell’infanzia. Il provvedimento («che avrà la precedenza nel cammino legislativo» ha assicurato il presidente del Consiglio) ripristinerà le 40 ore settimanali (rispetto alle 33 previste dalla Moratti senza le quattro ore di compresenze di docenti assicurate invece dal tempo pieno tradizionale).
* l’Unità, Pubblicato il: 02.04.07 Modificato il: 02.04.07 alle ore 17.24
Scuola, sciopero il 16 aprile. Giordano (Prc): manifesterò *
«Io sosterrò lo sciopero della scuola, sarò alla manifestazione per chiedere al governo esattamente quello che chiedono i sindacati». Lo ha dichiarato il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, ospite questa mattina negli studi di Radio Bbs Popolare Network. A proposito della mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo dei contratti della scuola, Giordano si è mostrato convinto che «sulla scuola noi dobbiamo accelerare di più il mutamento e la cancellazione nei fatti della legge Moratti». Fallito lunedì il tentativo di conciliazione al ministero della Pubblica Istruzione previsto dalla legge, i sindacati di categoria avevano, infatti, confermato lo sciopero nazionale della scuola per il 16 aprile.
La protesta (che in un primo momento era stata annunciata per il 13 aprile) sarà accompagnata da una manifestazione nazionale ed è stata decisa a sostegno della richiesta di rinnovo del contratto di lavoro del settore. «Dobbiamo contemporaneamente - ha proseguito il segretario del Prc - determinare le condizioni per un’effettiva e rapida regolarizzazione dei precari della scuola». Comunque sulla eventuale partecipazione dei ministri al corteo dei sindacati, infine, Giordano è di diverso avviso. «Penso che quando ci sono manifestazioni contro il governo, per questioni di stile, è meglio - ha affermato - che i ministri non vadano».
«Non sono state date risposte - aveva spiegato il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna - alle nostre specifiche rivendicazioni in merito alla certificazione delle risorse, finalizzate alla valorizzazione del personale docente e Ata, previste da precise norme di legge». Ma non solo. Elencando, punto per punto, i motivi delllo sciopero i sindacati spiegano che un ruolo determinante lo ha avuto il mancato accordo sull’apertura del tavolo contrattuale , così come il confronto sul memorandum sulla scuola, «che non è avvenuto, per rilanciare il ruolo centrale della scuola pubblica per lo sviluppo e la coesione del Paese».
A questo punto, «gli insegnanti e tutto il personale che lavora a scuola hanno buone ragioni per protestare perchè svolgono la loro attività tra tante difficoltà e poche risorse finanziarie». Di più, «crediamo di avere la solidarietà e l’appoggio dei cittadini», perché «lo stipendio medio di un insegnante è di 1.300 euro al mese, il contratto è scaduto da 15 mesi e ormai siamo davanti a ritardi notevoli nel rinnovo. Le scelte operate nella Finanziaria non ha affatto tutelato il lavoro dipendente: determinando un aumento complessivo della tassazione e un abbassamento reale delle retribuzioni, non si rende più rinviabile l’apertura del negoziato contrattuale».
Il leader della Uil aveva irbadito quindi come in Italia si spenda poco per l’istruzione: 4,8 per cento in rapporto al Pil, mentre la media Ocse è del 6,1 per cento. «A ciò si aggiunge, come riportato dall’Istat, che l’incidenza della spesa per l’istruzione sulla spesa pubblica totale si è ridotta, in sedici anni dal 10,3% del 1990 al 9,7% del 2005». Livello che tradotto in denaro, corrisponderebbe a 4,2 miliardi di euro all’anno che avrebbero potuto essere destinati all’istruzione. L’istruzione, il sapere, la scuola insomma siano considerati come settori di investimento: è quanto chiede tutto il personale della scuola.
Quanto ai tempi, secondo Di Menna, il contratto va chiuso prima della fine dell’anno scolastico e per fare ciò il governo «deve uscire dall’attuale immobilismo, dare certezza di risorse, garantire il rapido avvio del negoziato, impegnarsi per un piano di investimenti per la scuola».
* l’Unità, Pubblicato il: 12.03.07, Modificato il: 14.03.07 alle ore 12.59