Politica

Una forza politica comunista all’altezza delle sfide del socialismo del XXI secolo. L’appello dei comunisti che hanno mollato Ferrando per costruire una forza unitaria a sinistra

mercoledì 23 maggio 2007.
 

Il compimento della deriva governista del Partito della Rifondazione Comunista, con la scomparsa di ogni opposizione di sinistra e di classe al governo dei poteri forti (Confindustria, banchieri, Vaticano, ecc.) ha aperto uno scenario politico tanto inedito quanto drammatico. Sono venute a mancare l’organizzazione e la rappresentanza politica - per quanto inadeguate e meramente formali - dei bisogni e degli interessi immediati di milioni di lavoratori e lavoratrici, giovani, precari, disoccupati. Il passaggio della “sinistra radicale” nel campo governativo con le forze della borghesia sta anche determinando un irrigidimento autoritario che verifichiamo nei rapporti sociali in generale e, in particolare, nella repressione delle lotte non solo contro lo sfruttamento, ma anche in quelle contro il saccheggio e la devastazione dell’ambiente.

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La deriva del PRC - ormai governista almeno quanto il PdCI - è stata segnata anche dall’abbandono di ogni opposizione alla partecipazione italiana alla guerra imperialista: ormai da mesi, il movimento è costretto a fare i conti con questa realtà e ad organizzare le manifestazioni sapendo che fra i fautori ed i complici della guerra vi sono anche quelli che fino a ieri sfilavano al nostro fianco. Del resto, fino a quando si trattava di opporsi solo all’unilateralismo U.S.A., era semplice per i riformisti partecipare, ma lottare anche contro l’imperialismo europeo e italiano richiede un’autonomia politica e ideologica incompatibile con la volontà di governare a tutti i costi. In questo scenario, che vede anche l’inevitabile smarrimento di migliaia di compagni e di compagne, ricomporre una forza politica comunista organizzata è un compito difficile ma necessario. Una forza politica indipendente a livello locale e nazionale, fuori e contro il bipolarismo in cui si tenta di forzare ogni dialettica politica, con la riduzione della rappresentanza a due schieramenti solo falsamente contrapposti, perché in realtà convergenti nell’identificazione con il Capitalismo come unica prospettiva possibile, cosa che - fra l’altro - rende necessario rilanciare, nel breve periodo, la battaglia per il sistema proporzionale puro. La ricostruzione di una forza politica comunista all’altezza delle sfide del socialismo del XXI secolo è una necessità e un’esigenza collettiva a cui intendiamo dare risposte. Proveniamo da percorsi differenti e alcuni di noi hanno vissuto l’esperienza del PRC, esperienza ormai incompatibile con qualunque prospettiva di trasformazione dell’esistente e di alternativa di società e di sistema. Riteniamo che, oggi più che mai, vi sia il bisogno dell’unità dei Comunisti attorno ad un programma generale anticapitalista, marxista e rivoluzionario, in grado quindi di ricostruire un’alternativa a tutti i governi della borghesia,nsiano essi di centro-destra che di centro-sinistra. Questa necessità ci appare rafforzata dalla consapevolezza della centralità dello scontro tra capitale e lavoro salariato sul livello internazionale, del conflitto come pratica della lotta di classe e, dunque, della contrapposizione alla concertazione sindacale (altra faccia della medaglia del collaborazionismo di classe). *** Vogliamo sottrarci alla tenaglia che ci vorrebbe schiacciati fra chi il partito lo annuncia come già costituito e chi ne rimanda la definizione all’infinito. Noi pensiamo che un Partito Comunista non si proclami, ma si costruisca, anche a partire dalle esperienze rivoluzionarie e del movimento operaio sviluppatesi nel secolo che sta alle nostre spalle. Per questi motivi, proponiamo a tutti i compagni e le compagne un percorso per la ricomposizione politica dei comunisti, nella consapevolezza che si tratta di un percorso lungo e difficile, ma indispensabile. Un percorso in cui la presenza di contributi diversi non rappresenti un problema, ma arricchisca il dibattito e rafforzi la crescita collettiva di un processo di organizzazione dove l’autonomia delle esperienze territoriali non si cristallizzi nel localismo ma sia un contributo alla prospettiva generale del movimento e dell’organizzazione. Vogliamo dare vita da subito ad uno strumento di informazione e circolazione delle esperienze e ad un primo livello di coordinamento delle realtà esistenti, di cui la partecipazione alla manifestazione del prossimo 9 giugno a Roma, contro la visita di Bush e la complicità del governo Prodi con i guerrafondai di Washington e Tel Aviv, costituirà il primo momento visibile a tutti. Invitiamo tutti i compagni e le compagne a partecipare alla prima assemblea nazionale per l’unità dei Comunisti, che si terrà a Roma domenica 10 giugno, a partire dalle ore 10.00, presso la Casa della Pace, in Via Monte Testaccio n. 22.

Il COORDINAMENTO PER L’UNITA’ DEI COMUNISTI

Sezioni autoconvocate del PCL di Roma “Stefano Chiarini”, di Padova e dell’Umbria; Associazione “Unità Comunista”; Comitato comunista “Antonio Gramsci” di Roma; Assemblea Nazionale Anticapitalista

Info e adesioni a: maldoror2006@libero.it


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