Affare colossale

L’abbazia florense potrebbe essere supportata da una cordata di imprenditori che gestiscono una grande rete globale di network

Pronto un primo sostegno, si dice, di 4 milioni di euro, contro i circa tre previsti dal piano di finanziamento regionale
venerdì 1 luglio 2005.
 

Eccoci. L’abbazia florense di San Giovanni in Fiore, lo storico monumento dell’ordine monastico fondato da Gioacchino, del XIII secolo d. C., potrebbe essere sostenuta, con un primo esborso di 4 milioni di euro, da una serie di imprenditori collegati a una rete dell’informazione globale. Abbiamo, in realtà, vari elementi dell’operazione. Si tratta d’una manifestazione di interesse da parte d’una cordata di miliardari che ne manterrebbe la destinazione d’uso ma che, con una speciale manovra, costruirebbe, nei pressi del complesso badiale, una palazzina a due piani con la sede d’una società internazionale che sta per sorgere dalla fusione di quattro grosse testate del pianeta. Sarebbe, dunque, un modo per legare il grande interesse mondiale per il gioachimismo all’immagine di un operatore leader nell’informazione digitale. Per il Comune di San Giovanni in Fiore, proprietario d’una parte dell’edificio, ci sarebbe il vantaggio di recuperare un po’ di fondo cassa, grazie alla sponsorizzazione indicata, e di scacciare l’ossessione di dover ripensare agli spazi circostanti, consegnati a uno straordinario abusivismo edilizio.

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N. B. Si tratta di satira


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