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ITALIA. LA SCUOLA PUBBLICA SCENDE IN PIAZZA. NO ALLA SCUOLA AZIENDA. I primi a manifestare il loro dissenso contro il ripristino degli esami di riparazione e il numero chiuso per l’accesso alle facoltà universitarie saranno gli studenti delle scuole superiori e i colleghi dell’università.

venerdì 12 ottobre 2007.
 
[...](12 ottobre), gli studenti di quasi tutte le organizzazioni di sinistra scenderanno in piazza "in oltre 130 città - dice Valentina Giorda, leader dell’Unione degli studenti - per ricordare ai ministri Fioroni e Mussi gli impegni presi per il prossimo autunno e ribadire le proprie posizioni sulle riforme della scuola e dell’università". Il pacchetto di rivendicazioni degli studenti è piuttosto nutrito e non si limita a bollare gli ultimi provvedimenti messi in cantiere da viale Trastevere. "Chiediamo al ministro - spiega Giulia Tosoni, della Rete degli studenti - una risposta sul provvedimento relativo ai debiti formativi, che vede la nostra contrarietà: non vogliamo sistemi rigidi del recupero e della didattica e siamo certi dell’inapplicabilità della norma senza un forte investimento di risorse per l’attivazione delle attività di recupero nelle scuole. Chiediamo che venga delimitato il ruolo dei privati, per non tornare al caro vecchio ’riparificio’ delle lezioni private, discriminatorie e ingiuste" [...]

Settimane molto calde per la scuola. Cominciano i ragazzi delle superiori che protestano contro Fioroni mentre i colleghi dell’Università attaccano Mussi

Domani in piazza gli studenti italiani contro esami di riparazione e caro libri

Martedì 16 toccherà a insegnanti, personale non docente e dirigenti

di SALVO INTRAVAIA *

La scuola scende in piazza. I primi a manifestare il loro dissenso contro il ripristino degli esami di riparazione e il numero chiuso per l’accesso alle facoltà universitarie saranno gli studenti delle scuole superiori e i colleghi dell’università. Qualche giorno dopo, alle proteste studentesche, si affiancheranno anche quelle degli insegnanti, del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) e dei dirigenti scolastici. Un vero e proprio autunno caldo che, seppure per ragioni diverse, vede accanto alunni e insegnanti. Le lamentele del personale scolastico sono soprattutto incentrate sulla Finanziaria e sugli aspetti retributivi. E a nulla sembra essere servito il rinnovo firmato tre giorni fa.

Domani (12 ottobre), gli studenti di quasi tutte le organizzazioni di sinistra scenderanno in piazza "in oltre 130 città - dice Valentina Giorda, leader dell’Unione degli studenti - per ricordare ai ministri Fioroni e Mussi gli impegni presi per il prossimo autunno e ribadire le proprie posizioni sulle riforme della scuola e dell’università". Il pacchetto di rivendicazioni degli studenti è piuttosto nutrito e non si limita a bollare gli ultimi provvedimenti messi in cantiere da viale Trastevere. "Chiediamo al ministro - spiega Giulia Tosoni, della Rete degli studenti - una risposta sul provvedimento relativo ai debiti formativi, che vede la nostra contrarietà: non vogliamo sistemi rigidi del recupero e della didattica e siamo certi dell’inapplicabilità della norma senza un forte investimento di risorse per l’attivazione delle attività di recupero nelle scuole. Chiediamo che venga delimitato il ruolo dei privati, per non tornare al caro vecchio ’riparificio’ delle lezioni private, discriminatorie e ingiuste".

I ragazzi, rivolgendosi al ministro della Pubblica istruzione, chiedono "l’immediata cancellazione di ciò che rimane della riforma Moratti e la costruzione sin da subito di un biennio unitario forte" e la "personalizzazione dei tempi e dei modi di recupero della didattica". Le istanze avanzate al ministro dell’Università, Fabio Mussi, prendono le mosse dai recenti scandali per i test di ammissione a Medicina, ma non solo. Gli studenti universitari chiedono a Mussi di occuparsi "dell’eliminazione del numero chiuso all’università e di un nuovo patto per l’accesso e la legalità negli atenei da proporre subito in Parlamento".

Ma non solo. I futuri dottori rivendicano "l’aumento dei finanziamenti per didattica, ricerca e diritto allo studio, una legge quadro nazionale per il diritto allo studio, l’istituzione di un reddito per i soggetti in formazione". Tutti, infine, chiedono una Finanziaria che investa di più su scuola università e ricerca.

Sabato 13 ottobre sarà la volta degli studenti di Azione studentesca, che per fare sentire la propria voce hanno optato per una manifestazione nazionale a Roma. I ragazzi di As chiedono ’’abolizione dei libri di testo obbligatori e degli esami di riparazione", reintrodotti da Fioroni pochi giorni fa, e locali scolastici adeguati alle loro esigenze. "Il prezzo dei libri rappresenta una vera e propria discriminazione, che impedisce la reale applicazione del diritto all’istruzione, in teoria garantito a tutti quanti a prescindere dal censo. Troppe famiglie sono costrette a scegliere il tipo di scuola in base al prezzo dei libri", dichiara Michele Gigliucci, che considera gli esami di riparazione un "provvedimento per riportare indietro la scuola in quanto generano il circolo vizioso delle lezioni private, in nero, visto che i corsi recupero delle scuole sono assolutamente inadeguati".

Il 16 ottobre saranno gli insegnanti a scendere in piazza. Gli iscritti allo Snals-Confsal aderiranno alla manifestazione nazionale "Per cambiare la Finanziaria 2008". Secondo Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, "la manifestazione costituisce la prima forte azione di protesta sindacale sulla vertenza Finanziaria 2008 che si presenta deludente e penalizzante per i lavoratori dipendenti e per i pensionati". Lo sciopero generale della scuola, indetto da Flc Cgil, Cisl e Uil, si svolgerà il 27 ottobre. Il recente rinnovo del contratto, per il biennio economico 2006/2007, è praticamente scaduto. E i sindacati chiedono al governo le risorse per il biennio 2008/2009. Tre le doglianze dei rappresentanti dei lavoratori "la mancata copertura, nella Finanziaria 2008 approvata dal Consiglio dei ministri, delle risorse necessarie per il rinnovo contrattuale 2008/2009; l’assenza di interventi fiscali a favore del personale dipendente e l’insufficiente copertura finanziaria per assicurare ai lavoratori della scuola il pagamento, sin dal mese di dicembre 2007, dei benefici contrattuali, e dei relativi arretrati, già previsti per il 2008 e relativi al biennio 2006-2007". Giornata di mobilitazione alla quale partecipa anche la Gilda degli insegnanti che lamenta anche "il taglio di posti e risorse nella scuola".

L’autunno caldo della scuola verrà concluso dai Cobas con una giornata di sciopero organizzata per il 9 novembre. I Comitati di base della scuola dicono "No agli Accordi del 23 luglio tra governo e sindacati amici, che massacrano le pensioni e rendono permanente la precarietà". Ma anche "No ai tagli della Finanziaria" e "al preside-padrone, ai provvedimenti disciplinari contro docenti ed Ata che non vogliono la scuola-azienda". E, ancora, "assunzione dei precari su tutti i posti disponibili, parità di trattamento salariale e normativo tra precari e ’stabili" e "un vero Tempo pieno per tutti i richiedenti".

* la Repubblica, 11 ottobre 2007.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

ESAMI DI "RIPARAZIONE" CORSI DI RECUPERO DEBITI SCOLASTICI...

IL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, L’ACQUA.... UN APPELLO

L’ITALIA, LA CASTA, E IL DERAGLIAMENTO DELLA DEMOCRAZIA E DI TUTTE LE SUE ISTITUZIONI CULTURALI, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA SCUOLA PUBBLICA!!!


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