Politica

San Giovanni in Fiore: Marco Militerno ha chiesto di tagliare i costi della politica. Ma la proposta è finita nel nulla, come le altre sul sociale, per causa dell’irresponsabilità dei colleghi

venerdì 12 ottobre 2007.
 

Senso di responsabilità e fatti. Sono fra le parole più inflazionate del gergo politico, ma noi le invochiamo comunque perché ci si possa interessare sempre più di azioni e non parole; per intenderci si possa passare dai palchi effimeri di Via Roma, targati PD, ai fatti veri. A chi pensa.....e ma a’ funtanella è bella! Risponderei ... peccato! Perché il vero simbolo della San Giovanni d’oggi, e di ieri, non è la lavandaia ma l’emigrante con la valigia, oggi come cento anni fa. Nell’ultimo consiglio comunale speravo di poter parlare di abbattimento dei costi della politica anche a livello locale, provando a ritornare al vecchio ed etico gettone di presenza ed abolire finalmente l’inutile e dannosa indennità di carica. Non siamo sicuramente ai livelli degli sprechi dei palazzi romani o catanzaresi, ma un risparmio calcolato intorno al 50 % annuo per le casse comunali non sarebbe per niente male. Niente da fare, sono cozzato contro un muro di gomma. La conferenza dei capi-gruppo ha deciso, a quanto pare all’unanimità, di demandare la trattazione della mozione ai lavori della prima commissione. Fin qui niente di strano, anche se avevo chiesto di parlarne in un consiglio comunale alla presenza quindi di sufficiente pubblico al quale trasmettere un segnale di vero cambiamento; peccato però che la commissione competente, nella persona del suo presidente, accusa da più di un anno una “oggettiva impossibilità di convocare la stessa per mancanza di personale addetto”. Morale della favola: si siamo tutti d’accordo ma ne parliamo nella commissione competente, quella che non si riunisce mai! Tanto per capirci bene la bozza del difensore civico che il sottoscritto aveva riesumato un anno fa dagli archivi del consiglio giace ancora li, in attesa di un confronto che probabilmente non ci sarà mai; anche perché nessuno la vuole, eccezion fatta per qualche componente dell’opposizione. Ed ecco che si crea così quell’infinito turbinio di scarica barile, di cui noi italiani possiamo vantarne grande maestria, rimanendo al punto di partenza, con un pugno di mosche e col bene primario della collettività ancora soccombente. Oggi chi simpatizza per la tanto vituperata antipolitica, quella che ha come terreno di coltura la malapolitica, vorrebbe dei segnali tangibili da questa politica sempre più autoreferenziale e distante anni luce dai problemi veri della gente. Non basta un partito democratico fasullo, con primarie fasulle, e candidati fasulli ad addolcire la purga. Occorrono fatti, la gente vuole i fatti, perché laurearsi e non trovare lavoro è un fatto; spaccarsi le ossa per pagare un mutuo con i tassi in aumento è un fatto; arrotondare lo stipendio sacrificando la domenica per pagare gli studi ai propri figli è un fatto; gridare a squarciagola, nel paese della casta, di volere un modesto lavoro, quello vero, per vivere con dignità è un fatto. Pertanto l’invito ai colleghi del civico consesso è quello di riaccendersi del sacro fuoco del bene comune e ognuno, in base al proprio ruolo e senso di responsabilità, faccia la sua parte per ridurre questa crepa di rottura sempre più progressiva con la società. Quella società che poi si tramuta in piazza e la si liquida poi, in maniera troppo riduttiva e criminalmente superficiale, in populista e qualunquista. A questa gente chi lo spiega che i costi della politica non possono abbassarsi perché non si riesce a riunire una commissione?

Marco Militerno

Consigliere comunale del movimento "Vattimo per la città"


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