Nell’epoca della riproducibilità tecnica....

IN PRINCIPIO ERA IL "LOGO": LA SOCIETA’ DEI TAROCCATI. Una ricerca. L’Italia all’avanguardia della produzione del falso. Al primo posto in Europa e al terzo nel mondo - a cura di pfls

giovedì 25 ottobre 2007.
 
[...] La produzione di ’falsi’ in Italia, evidenzia la ricerca, è strettamente legata agli stessi distretti industriali che operano nella produzione legale. Le centrali del falso italiane ormai molto spesso si pongono unicamente come centri di mediazione, nel senso che tendono a non produrre più ma semplicemente a rifinire, marcare e smistare le merci. I canali attraverso cui vengono veicolati i prodotti contraffatti, sono due: gli abusivi (in gran parte stranieri) e Internet. L’abusivismo commerciale riversa una quota dei suoi profitti alla criminalità organizzata. Ormai almeno il 30% della merce venduta via Internet è contraffatta e le previsioni suggeriscono che tale quota incrementerà ancora [...]

BOOM DEL FALSO, ITALIA IN TESTA *

ROMA - Un mercato sempre più vasto quello del ’falso’, dilagante soprattutto in Italia dove il giro d’affari ha ormai superato i 7 miliardi di euro. Della torta, una fetta di 3,3 miliardi riguarda oggetti d’ abbigliamento, accessori e prodotti multimediali e informatici, con acquisti che hanno toccato quota 108 milioni. L’Italia è il primo produttore di ’taroccati’ in Europa e il terzo nel mondo. Non si salva internet dove almeno il 30% della merce venduta via Web è contraffatta. Il taroccato è socialmente trasversale: il 16% degli italiani ha comprato nel corso dell’ultimo anno almeno un articolo contraffatto, sono soprattutto donne, hanno tra i 18 e i 34 anni, nel 62% dei casi non si sente minimamente in colpa. Gli amanti (o le amanti) del taroccato si scatenano soprattutto nell’ abbigliamento (11% di capi taroccati, di cui soprattutto t-shirt e camicie). Sono questi alcuni dei risultati che emergono dalla ricerca realizzata dall’Istituto Piepoli e da Confcommercio sul fenomeno della contraffazione in Italia.

PERCHE’ SI COMPRA TAROCCATO - Non solo perché costa meno delle firme. Si tratta di prodotti che si incontrano per strada senza bisogno di cercarli, sono beni non necessari, superflui, che rappresentano qualcosa in più. Il prodotto di marca è percepito - segnala la ricerca - come una cosa speciale, portatrice di caratteristiche distintive: qualità superiore, costo elevato, innovazione, originalità, affidabilità, sicurezza. Chi compra la ’firma’ lo fa sulla base dell’idea che "una firma rappresenti uno status symbol; la sensazione di stare nelle cose: essere informati sulle tendenze; la conformità alla moda, ad una ’regola’ che riduce il rischio di sbagliare; la rassicurazione in quanto certifica una scelta; la sensazione di conseguire un’identità". Di contro, la borsetta o l’abito taroccati sono considerati poco costosi, alla portata di tutti, accessibili, divertenti, uno sfizio: qualcosa che si prende senza troppo ragionarci, con leggerezza. Inoltre, sono fonte di rassicurazione in quanto elimina il rischio di sentirsi gabbati.

CHI SONO I PATITI DEL FALSO - Le donne (58%) acquistano prodotti contraffatti più degli uomini, secondo la ricerca, l’ età media va dai 18 ai 34 anni, sono per lo più occupati, risiedono per lo più nel Nord-Ovest e nel Sud Italia. Chi non compra per nulla articoli contraffatti (84%), lo fa soprattutto perché non si fida (26%), perché li considera di scarsa qualità (25%) o è contrario per principio (23%). Motivazioni che non valgono per i patiti, che invece nel 62% dei casi non si sentono in colpa e anzi dichiarano che "é bello comprarli perché li puoi buttare senza problemi" (61%). Anche se poi, chi tifa falso è d’accordo che "comprare questa merce danneggia l’economia italiana" (71%) e "alimenta la criminalità" (56%).

LE CENTRALI - La produzione di ’falsi’ in Italia, evidenzia la ricerca, è strettamente legata agli stessi distretti industriali che operano nella produzione legale. Le centrali del falso italiane ormai molto spesso si pongono unicamente come centri di mediazione, nel senso che tendono a non produrre più ma semplicemente a rifinire, marcare e smistare le merci. I canali attraverso cui vengono veicolati i prodotti contraffatti, sono due: gli abusivi (in gran parte stranieri) e Internet. L’abusivismo commerciale riversa una quota dei suoi profitti alla criminalità organizzata. Ormai almeno il 30% della merce venduta via Internet è contraffatta e le previsioni suggeriscono che tale quota incrementerà ancora.

COME COMBATTERLO?

I suggerimenti arrivano dagli stessi abitudinari del falso: ad esempio, riducendo il prezzo dei prodotti di marca; creando linee di prodotto di marca di serie B, che costano meno; incentivando i controlli da parte delle autorità, nel senso di punire sia chi vende prodotti contraffatti sia chi li acquista; facendo leva sul senso di colpa del compratore-approfittatore; evidenziando le vere e sostanziali differenze di qualità tra il prodotto contraffatto e quello di marca originale.

BONINO, AL VIA IL 14 IL DESK ANTI-FALSO

Una squadra di 14 desk anticontraffazione verrà attivata entro novembre presso altrettanti sedi dell’Ice nei paesi protagonisti del mercato del falso. Lo ha annunciato il ministro del Commercio internazionale Emma Bonino parlando al convegno della Confcommercio dedicato al fenomeno della contraffazione. Gli sportelli, ha spiegato Bonino, avranno il compito di assistere le imprese nella registrazione dei marchi e dei brevetti, nel contrasto alla contraffazione e alla concorrenza sleale.

"Confido che questa iniziativa possa rivelarsi uno strumento concreto di lotta alla pirateria" ha detto il ministro aggiungendo che "non bisogna dimenticare che l’Italia detiene una robusta quota del 30% della produzione mondiale di contraffazione, ed è prima in Europa per consumo di beni contraffatti". All’ incontro della Confcommercio, ha preso parte anche il Commissario Ue per la fiscalità e Unione doganale Laszlo Kovacs, il quale ha conteggiato in 200 miliardi di dollari un valore stimato del mercato del falso, considerando solo i rapporti commerciali tra Unione europea e paesi terzi.

Un mercato che ha registrato una crescita del 70% in un solo anno, nel 2006 sul 2005. "La vera minaccia arriva dalla falsificazione dei farmaci, alimenti, giocattoli e pezzi di ricambio auto" ha detto Kovacs. Tra i farmaci, al primo posto figura il viagra, seguito da farmaci anticolesterolo e quelli per le cardiopatie. Stiamo assistendo a una crescita rapida del mercato dei giocattoli, ha evidenziato il Commissario Ue, affermando che "il problema deriva dal fatto che è stato accertato che vi sono profitti più corposi dalla commercializzazione di un chilo di dvd falsi rispetto a un chilo di cannabis".

140.000 funzionari doganali nella Ue sono insufficienti per i 18 miliardi di tonnellate di merci che entrano ed escono dai confini dell’ Unione europea; l’80% dei beni falsi arriva dalla Cina mentre l’India è prima produttrice di farmaci contraffatti ha spiegato Kovacs. Entro dicembre il Consiglio Ue approverà un aggiornamento del codice doganale comunitario e sempre entro l’anno dovrebbe arrivare il via libera, ha auspicato, alla dogana elettronica, "senza carta e completamente automatizzata, questo comporterà dogane più snelle, più efficienti e anche meno costose. A questo fine servono 100 milioni di euro di investimenti l’anno, ma ciò comporterà un risparmio di 2,5 miliardi l’anno".

* ANSA» 2007-10-24 16:11


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