Palermo, 18 gen. (Adnkronos/Ign) - Il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, è stato condannato a 5 anni di reclusione per favoreggiamento, ma senza l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra, nel processo per le ’talpe’ alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. L’accusa aveva chiesto la pena di 8 anni. I giudici della terza sezione penale di Palermo erano riuniti in Camera di consiglio dalle 9.40 di mercoledì.
"Dopo la lettura della sentenza mi sento più confortato. Sapevo di non essere colluso e di non aver favorito Cosa nostra, il fatto però che anche una Corte, che ho rispettato sino in fondo, lo abbia riconosciuto, mi è di molto conforto", ha commentato a caldo Cuffaro che poi ha annunciato: ’’Assieme ai miei avvocati, lette le motivazioni della sentenza, ricorreremo in appello perché anche questi residui capi d’accusa possano cadere".
Quindi annuncia: "Da domani di buon ora dovrò di nuovo incontrare la gente e lavorare per la mia terra. Voglio ringraziare i miei avvocati - ha aggiunto - perché sono stato un cliente distratto e indisciplinato, oltre che un imputato modello. Senza di loro non ce l’avrei fatta. Voglio ringraziare anche mia moglie, i miei figli e i miei genitori e soprattutto tutti i siciliani che mi hanno sostenuto in questi anni difficili e hanno continuato in queste ultime ore a pregare per me. Oggi - afferma - è una giornata drammatica, difficile, ma mi conforta sapere che anche gli altri da stasera avranno la certezza che non ho favorito la mafia".
Poi il governatore confida: "Ho vissuto momenti molto difficili in questi anni sul piano umano: mi è stato possibile superarli grazie alla fede che non mi ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti più critici". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, al termine della sentenza del processo per le ’talpe’ alla Procura di Palermo. Ho sempre sperato - dice Cuffaro - che la verità di cui ero moralmente certo venisse riconosciuta anche in sede giudiziaria. La sentenza di oggi conferma che non ho mai commesso reati tesi a favorire la mafia. Tuttavia non posso nascondere lo stato di disagio nel quale mi trovo di fronte ad una sentenza di primo grado che mi vede, comunque, condannato".
Nell’aula bunker il governatore era presente alla lettura della sentenza, malgrado nei giorni scorsi lo avesse escluso. "E’ stata mia figlia a convincermi a venire in aula, mi ha detto ’papà è giusto che tu vada’".
A Cuffaro i giudici del Tribunale di Palermo hanno applicato anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che però ovviamente scatterà per il governatore solo in caso di condanna definitiva.
Intanto uno dei legali del governatore, Claudio Gallina Montana conferma: "Siamo molto soddisfatti. Aspettiamo il deposito della sentenza, leggeremo le motivazioni e poi ricorreremo in appello". Per Montana quella di oggi è stata "una giornata molto emozionante. L’andamento del processo - conclude il legale - aveva fatto trasparire l’esistenza di elementi oscuri, che adesso cercheremo di chiarire".
Condannato a 14 anni di carcere, invece, l’imprenditore Michele Aiello, accusato di associazione mafiosa. Per l’ex Re Mida della Sanità in Sicilia, i pm avevano chiesto diciotto anni di reclusione. Condannato poi a 7 anni l’ex maresciallo dei Carabinieri del Ros Giorgio Riolo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Per lui era stata chiesta la pena a nove anni di reclusione con la diminuente per il rito formulato in sede di giudizio abbreviato. Il medico Aldo Carcione, accusato di accesso abusivo al sistema informatico della Procura, è stato condannato a 4 anni e 6 mesi. Per lui erano stati chiesti cinque anni di reclusione.
Giuseppa Buttitta, l’ex assistente personale del pm antimafia Nico Gozzo, accusata di accesso abusivo al sistema informatico della procura e rivelazione di segreto d’ufficio, e’ stata condannata a sei mesi. Per la donna i pm avevano chiesto 4 anni e mezzo di reclusione. Roberto Rotondo, uno dei più stretti collaboratori di Michele Aiello, accusato di favoreggiamento, è stato condannato a un anno. Per lui era stata chiesta la condanna a un anno e 4 mesi con le generiche.
Giacomo Venezia, il funzionario di Polizia accusato di falso e abuso d’ufficio, e’ stato condannato a tre anni. I pm avevano chiesto la pena di 3 anni e sei mesi. Michele Giambruno, accusato di associazione a delinquere e truffa, e’ stato condannato a nove mesi di reclusione. Per lui erano stati chiesti 5 anni e 1.000 euro di multa.
E’ stato invece assolto dalle accuse di associazione a delinquere e truffa Domenico Oliveri. Per lui erano stati chiesti 4 anni e mezzo e 1.000 euro di multa. Per Salvatore Prestigiacomo, accusato di corruzione, la condanna è stata corrispondente alla richiesta dei pm: nove mesi di carcere. Così come per Adriana La Barbera e Angelo Calaciura, entrambi accusati di corruzione e condannati a due anni, come da richiesta dell’accusa.
Quattro anni e sei mesi di reclusione e 1.500 euro di multa per Lorenzo Iannì, accusato di associazione a delinquere e truffa: per lui i pm avevano chiesto 5 anni e 1.000 euro di multa.Infine, la società ’Diagnostica per Immagini’ di Aiello, per la quale i pm avevano chiesto una multa di 1 milione di euro, è stata condannata a pagare 600mila euro, mentre l’altra società di Aiello, ’Atm Alte tecnologie medicali’, per la quale l’accusa aveva chiesto una multa di 1.549.000 euro, la condanna è a 400mila euro.