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FORZA NDRANGHETA!!! Sarà presentata a Pesaro la seconda edizione del libro "La società sparente"

mercoledì 30 gennaio 2008.
 
[...] Il testo, già definito sul quotidiano La Repubblica "il manifesto politico dei ragazzi calabresi in lotta contro la ’ndrangheta", è un invito alla compattezza della società nazionale, sull’esempio della risposta alle ingiustizie, democratica e civile, dei giovani calabresi [...]

Il 30 gennaio, alle ore 17,30, a Pesaro presso la biblioteca San Giovanni, sarà presentata la seconda edizione del libro "La società sparente" (Neftasia, Pesaro, 2007), di Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio. Interverranno Luigi De Magistris, Silvia Cecchi, Angela Napoli, Gianni Vattimo, Salvatore Borsellino, Francesco Siciliano, Fulvio Perrone e Massimo Arceri.

La nuova edizione del libro racconta in dettaglio i recenti sviluppi dell’inchiesta Why not e le reazioni della società civile, partite da "Ammazzateci tutti" e da altri movimenti calabresi, rispetto all’accanimento istituzionale nei confronti del pm di Catanzaro Luigi De Magistris, il cui trasferimento disposto dal Csm non è ancora definitivo, restando il ricorso in Cassazione.

Parlando di incompatibilità di dirigenti regionali e del boato di giustizia nelle piazze a favore del pm, "La società sparente" mostra come il malaffare calabrese abbia connessioni con poteri di più alto rango e come l’impegno per la legalità delle nuove generazioni si sia trasferito all’Italia intera, grazie, soprattutto alla determinazione di Aldo Pecora, Giovanni Pecora, Giorgio Durante, Rosanna Scopelliti, Sonia Alfano e Salvatore Borsellino, tra le voci più incisive dell’antimafia.

Il testo, già definito sul quotidiano La Repubblica "il manifesto politico dei ragazzi calabresi in lotta contro la ’ndrangheta", è un invito alla compattezza della società nazionale, sull’esempio della risposta alle ingiustizie, democratica e civile, dei giovani calabresi.

Inoltra, nella seconda edizione di "La società sparente", per autocensura, gli autori hanno lasciato due pagine bianche, a significare - dopo minacce, pressioni, intimidazioni e azioni legali ricevute - che in Calabria non è consentito parlare. Si deve tacere.

Ma a volte fa più male il non scritto, perché le pagine bianche sono come muri, su cui segnare una rabbia collettiva.


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