Invalidità civili

Calabria: San Giovanni in Fiore, invalidi respinti per cavilli o assenza di cavalli? Il caso di Antonio Guarascio. Intervenga la magistratura. Lettere del giornale al prefetto Serra

domenica 2 marzo 2008.
 

La questione dell’invalidità civile è ancora oggi affidata a un congegno normativo che spesso realizza straordinaria ingiustizia.

Ci si deve star dietro, l’Italia è divisa nelle procedure e può accadere che a Milano ti siano riconosciuti i diritti di invalido, perché lo sei realmente, mentre nella bella Calabria del macero e delle megere tu ti ritrovi un diniego nel sedere.

Così, al di là della plasticità impressionante dell’immagine, ti assale un senso di profonda frustrazione, perché non hai cavalli nella tua scuderia, non sei affiliato a politici, non puoi contare sull’appoggio, la segnalazione, l’intervento e la magia di alcun boss di giunta o consiglio. Allora, non ti resta che prostrarti innanzi ai tuoi esaminatori, e chiedere la loro interessata pietà, per avere ciò che la legge e anzitutto la Costituzione ti assegna in principio.

Poveri i deboli, in Calabria è un Evangelio eterno. Poveri gli ultimi, coloro che non hanno difese né assistenza. Le associazioni latitano, se esistono; la società civile è occupata nell’incivile silenzio e i più soli rimangono bistrattati e uccisi dentro.

A San Giovanni in Fiore, Antonio Guarascio, che è un invalido sanissimo di mente, malato di poliomelite dalla nascita ma sempre presente sul piano professionale e del senso critico e civile, s’è visto respingere una domanda di aggravamento della propria invalidità per assenza, gli ha scritto la Commissione, di documenti sanitari probatori.

Ha fatto leva, la Commissione deputata, su una norma che, a regola, si può intendere discrezionalmente. Un certificato Guarascio lo aveva prodotto.

Purtroppo, tante volte le amministrazioni pubbliche assumono una posizione sulla scorta di eventuali empatie coi soggetti richiedenti. Io non so dire come sia andata con Guarascio. Credo, salvo smentite, che i membri della Commissione si siano attenuti ai criteri fissati ex lege. Ma certamente posso dire una cosa, in proposito.

Ci siamo già occupati di Guarascio, che lavora come geometra in Comune ed è stato relegato a meri compiti amministrativi per situazioni su cui varrebbe la pena che intervenisse la magistratura competente.

Sappiamo che sul posto di lavoro a Guarascio hanno fatto i chiodi e lo hanno punito. Il signore rispetta la legge e non s’azzarda a violarla, ha un alto senso della cosa pubblica e opera con grande coscienza, senza votarsi alla prassi amministrativa in loco.

Questo giornale ha pronte due lettere per il prefetto Serra in merito alla vicenda di Guarascio presso il municipio di San Giovanni in Fiore e per il diniego ricevuto dal medesimo da parte della Commissione invalidi.

Questo giornale non esiterà un istante a consegnargliele di persona. Sia fatta luce sulle vicende all’interno dell’Ufficio tecnico comunale, in cui è impiegato Antonio Guarascio, e siano chiare le ragioni per cui non gli è stato riconosciuto l’aggravamento relativo alla sua invalidità. Che è evidente a chiunque.

Oltre alla sua patologia, Guarascio ne ha altre, ben documentate e documentabili, e a mio avviso meriterebbe un risarcimento per le pene che gli stanno facendo passare sul posto di lavoro.

Pensate, italiani, la Regione Calabria ha licenziato Thomas Schael, direttore generale della ex Asl di Crotone, per aver scoperto un buco da 70 milioni di euro.

Il Comune di San Giovanni in Fiore ha messo in un angolo il "povero" Guarascio, cui non è permesso - chissà perché - di svolgere le sue mansioni di geometra. Perché? Perché, pur avendo il titolo, non è all’altezza o perché non può, data la sua statura morale, avere quella particolare duttilità operativa che si richiede nella bassa Italia?

Ci sono troppe ombre sulle cose che capitano a questo signore calabrese, che ha anche scritto al Presidente della Repubblica. La magistratura può - e deve - indagare.

Emiliano Morrone


Rispondere all'articolo

Forum