Siamo appena stati raggiunti da una telefonata. Un giovane sarebbe deceduto nella tarda mattinata a San Giovanni in Fiore. La notizia sembrerebbe confermata. Si parla di suicidio. Ne sappiamo davvero poco.
Avremmo voluto non scriverne. Ma è bene, di là da retoriche di circostanza, che una riflessione sui giovani del centro silano si faccia. Con la speranza che sia partecipata, che serva a meditare sulla nostra inerzia e indifferenza.
La rete ha la sua potenza, in cui crediamo con fermezza. Per questo, ci rivolgiamo alle forze politiche, alle agenzie di formazione, alla società civile: si discuta subito del disagio sociale che si vive nella città calabrese, specie presso i ragazzi.
Non conosciamo le ragioni dell’episodio riferito, del quale non è ancora nota la dinamica. Per delicatezza, non facciamo alcun nome. Rimaniamo in rispettoso silenzio, tutti noi della Voce, davanti all’accaduto.
Ciononostante, non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra rabbia di giovani. Se è andato via un ragazzo come noi, questo non si può accettare.
Fatti analoghi sono capitati con troppa frequenza negli ultimi mesi. Qualche volta senza conseguenze tragiche. Siamo convinti che è giunto il momento di attivarsi e di abbandonare le nostre occupazioni. C’è un problema da esaminare. Si trovino rapidamente delle soluzioni.
Si unisca la comunità di San Giovanni in Fiore. E non lo faccia solo per il lutto, che ci auguriamo non sia, in questo caso come per il futuro.
Dimostri, la comunità di San Giovanni in Fiore, che è sentita l’esigenza di scommettere sulle nuove generazioni. Il che non ha nulla di politico, nel significato comune della parola.
Davvero c’è bisogno di coesione e responsabilità, per rispondere alla sofferenza di tanti ragazzi del posto. Per aiutarli, coinvolgerli, stimolarli, farli sentire protagonisti d’una crescita civile possibile.
Noi ci crediamo, e qui chiediamo di lavorarci insieme.
Emiliano Morrone
ma, fatemi capire. io non sono libera di suicidarmi? la mia morte deve essere necessariamente strumentalizzata in nome del bene comune o della patria o dei valori o della preghiera? la mia morte deve per forza avere senso? ciò che non ha senso deve avere significato? bisogna sottoporre all’analisi logica pure la morte? ne vogliamo fare un indice semiotico?
qua le cose sono due:
o si scende nel particolare, e se ne assumono tutte le responsabilità del caso, denunciando chi è da denunciare (nel caso in cui un ragazzo suicida avesse subito ostruzionismo o ostracismo di qualsiasi tipo, cosa che può diventare un problema per persone nella medesima situazione)
oppure si rispetta un gesto, un evento propriamente detto, senza farne vessillo
dei propri insuccessi
delle proprie mortificazioni
della propria depressione
Se San Giovanni in Fiore si vuole mobilitare per migliorare il suo tessuto sociale, lo faccia a prescindere da chi muore e da chi non muore. Senza creare martiri e santi.
Saluti,
Giulia
Caro Emiliano Morrone, nei tuoi articoli (indipendentemente dall’argomento) si finisce quasi sempre con la morale e la tristezza dei disagi di noi giovani di San Giovanni in Fiore. A parte che tutti questi suicidi di massa non mi risultano, non mi sembra che il giovane in questione era in una situazione di disagio visto che era un bravo e giovane professionista che lavorava e, con un’ottima famiglia. Forse il disagio di noi tristi san giovannesi non c’entra nulla?
Se posso permettermi di fare una critica su i tuoi articoli sviano sempre l’argomento anzichè attenersi ai fatti.
Katia
Caro dottor Morrone ,comprendo la fretta dalla quale è stato sopraffatto nel riportare una simile notizia ,ma le consiglierei anzitutto di badare leggermente alla forma che lascia arguire ,anche ad un lettore non particolarmente attento, la sua poca predisposizione all’italiano e i suoi costrutti. In secondo luogo la pregherei di non impelagarsi in concetti di matrice chiaramente filosofica ,di cui evidentemente ne ignora la natura, come quando salendo sul pulpito fa appello a presunte ideologie comunitarie altamente pericolose ,soprattutto se nostalgicamente strumentalizzate e impastoiate in sterili moralismi da oratoria. In conclusione le sarei estremamenta grata se evitasse intromissioni forzate in un dramma tutto privato e familiare di cui lei ha fatto,pur ignorandone completamente dinamiche e circostanze, il vessillo dei suoi predicozzi circa il recupero dei giovani sangiovannessi ,ormai oppressi da questa depressione dilagante che sparge vittime a destra e a manca. Heidegger insegna che l’etica propriamente intesa è inscritta completamente nelle possibilità aperte dell’esistenza e non può dunque far appello ad alcuna morale precostituita ,che diviene pericolosa nella sua estrema banalità. Spero che ciò la induca a riflettere cordiali saluti
Federica
Bene. Visto che scomoda Heidegger, le dico che non c’è nulla di filosofico nel mio brevissimo scritto, né di moralistico. Lei cita, fa accademia. Abbia pazienza, ha speso troppe parole per deviare dal mio discorso, chiaro e semplice. Lasciamo il dramma privato - che è anche pubblico per molte anime sensibili - a chi lo sta vivendo più direttamente; cui esprimo la mia vicinanza, unendomi nella preghiera. In ordine al disagio dei giovani, che certo merita specifica analisi in altre sedi, sottolineo che una comunità civile deve rispondere. E non tacere. Tradotto: San Giovanni in Fiore si unisca e agisca. Le "ideologie comunitarie" si lascino all’"estrema banalità" d’una politica tele-venduta. Per ultimo, se proprio ci tiene alla forma del testo, calcoli l’indice di leggibilità del suo messaggio. Su Internet trova almeno una decina di algoritmi per derivarlo.
Con viva cordialità.
Emiliano
Caro Emiliano Morrone, ma tutte queste critiche (direi non positive) non la fanno riflettere? Lei non si pone mai la domanda: magari ho sbagliato io? A meno che lei pensa che le cose che dice sono sempre esatte e giuste.
Le critiche possono essere sia positive che negative! Bisognerebbe imparare ad ascoltarle tutte
Katia
Cara Katia,
mi fa così ingenuo? Lei cambia nome a ogni messaggio. Vuole che le pubblichi il suo IP? Dove vuole arrivare? Abbia pazienza, ci sta provando. Tenta di denigrare il sottoscritto, convinta che la rete sia un luogo per sfogarsi e che nessuno intenda. Mi perseguita perché non ha il coraggio di opporsi a un certo sistema? Un consiglio: si rassereni. Circa le critiche - che nella fattispecie sono tutte sue, con diversa firma - Hitler non ne aveva. Che cosa vuol dirmi, che il consenso diffuso è misura della ragione? Prima mi fa lezione con Heidegger, poi si contraddice invitandomi all’adeguamento? C’è una bellissima realtà: io e lei siamo diversi. E può essere una risorsa.
Affettuosamente.
Emiliano Morrone
Gentile Emiliano, le sue conoscenze in informatica mi lasciano senza parole!
riguardi nuovamente gli indirizzi IP perchè, visto che io non ho idea di chi sia la signora che le ha scritto, le assicuro che è caduto in errore. Credo che sia lei che ci sta provando!!! in ogni caso, lei non può scrivere su un blog se poi non accetta le risposte. cordilamente
Katia
Noto con piacere che si è appassionata. Almeno a qualcosa le servo. Ciò mi entusiasma non poco.
Con smisurata cordialità e affetto elettr(on)ico.
Emiliano Morrone
P.S.: il suo IP, mi dica come devo chiamarla, visto che fa il teatro di Pirandello, è sempre 193.3.........
Un abbraccio, emiliano
Qua in Svizzera, invece , ci si toglie la vita grazie ad un sacchettino di plastica contenente elio (lo chiamano "suicidio assistito" e lo possono richiedere pure i malati psichici, quelli insomma che non sopportano più di vivere, non perchè sono malati terminali). Esiste una cultura della morte, quella che vede, per esempio, nell’aborto o nell’ eutanasia un diritto da difendere e da manifestare in qualsiasi circostanza ! Questa sua testata, caro Direttore, ne è testimonianza. Penso che dobbiate fare finalmente una scelta di coerenza: o si è contro o a favore della vita, e non cambiare continuamente bandiera.
Non iniziamo a prendercela con la società, col paese, col sindaco ! Ci si suicide nella ricchissima Svizzera (e in percentuale di più!) come nella povera Calabria, ma le ragioni di fondo sono altre : mancanza di valori e di cultura della vita ! Facciamoci tutti un bel esame di coscienza, iniziando da voi che scrivete e divulgate.....
Un carissimo saluto. Biagio
Caro Biagio,
che cosa significa essere per la vita? Basta una sigla, un simbolo, una denominazione registrata? A me pare che, nonostante la carenza di mezzi e risorse, qui ci si impegni ogni giorno a garantire apertura, confronto, dibattito, partecipazione. Credo che le denunce e le posizioni contro malavita, malaffare e politica sporca qualcosa dicano. Le testimonianze, gli interventi, le proposte. Non mi sembra oggettivo il tuo commento, quasi a voler intendere che qui si presta il fianco a un’ideologia della morte. Non sei gioachimista anche tu? In attesa di tue, ti saluto con la stima e l’amicizia di sempre.
emiliano
"si discuta subito del disagio sociale che si vive nella città calabrese, specie presso i ragazzi." .... magari ci riuniamo tutti in piazza...
Trovo il tuo strimpellare poco rispettoso dell’intimo travaglio che ha portato al suicidio questo giovane-adulto ,apparentemente realizzatoSpero che nell’ arroganza hai trovato la tua ragion d’essere e ,’bacchettando a destra e a manca,la notte dormi sogni tranquilli,tronfio della tua esistenza.C’è chi invece ha una diversa sensibilità e il mal di vivere che un genitore non ha saputo cogliere e tu ,giovane adulto fustigatore neanche ,perchè ascoltarsi ed ascoltare epoi tendere la mano con umiltà diventa sempre piu difficile.una mamma
Con rispetto, io non credo che lei sia una mamma. Quando si affrontano temi delicati ci si firma con nome e cognome. Come ho fatto io. E’ evidente che non ho invitato a occupare la piazza per finalità politiche o per fustigare. Scripta manent. Questo articolo significa altro. Io ho una storia: legga, se crede, i miei sentimenti pubblici dopo la scomparsa di Tommaso Martino, Giuseppe Talerico, Antonio Silletta. Nel caso specifico, ho invitato la comunità ad affrontare un problema reale, indipendentemente dalla notizia sul giovane, che ho sperato non fosse vera. Se lei si sente anonimamente urtata e se usa gli spazi di libero confronto per sfogarsi mascherando infinita viltà, ci sono altri luoghi per farlo. Non "la Voce di Fiore". E’ lei che approfitta strumentalmente di questo pezzo per darci addosso. Badi. Né mia madre né mia nonna avrebbero mai parlato in questo modo. Ho scritto l’articolo in questione con rispetto e attenzione. Ma anche con la rabbia di giovane. Perché ci ha lasciato un giovane, che è - preferisco usare il presente, per mia spiritualità - anche mio amico.
Emiliano Morrone
Caro Direttore,
qua vige la "dittatura di un’opinione" (quella del Prof. La Sala !) per cui, se si esce fuori da determinati schemi prefissati, o si è censurati o si viene bollati come "cretini" !
Dov’è l’apertura ? Il confronto ? Il dibattito ? Come è possibile una partecipazione ?
Con la simpatia di sempre.
biagio
Caro Biagio,
tu e La Sala siete, parafrasando Wenders, così vicini, così lontani. Ironici, vi inseguite da anni. Zuffe e strette di mano (virtuali). Non me ne volere, ci sono, dati alla mano, migliaia di forum in queste pagine. Ognuno ha potuto - e può - dire la sua. A condizione che non si usi la libertà di questo giornale/sito per insultare comodamente qualcuno. Io penso che la dialettica fra te e La Sala, perpetua come tante storie mitologiche, sia molto servita a chi legge. Non dimentichiamo mai che ci sono persone cui questo umile (nostro) servizio arriva. Che "Federicco" sia contro il Vaticano e i suoi dettami non è per me un problema, è una ricchezza. Potrei dire che servirebbero, a bilanciare, tanti tuoi scritti. Purtroppo, tu non hai mai voluto le chiavi d’accesso alla Voce. Se ricordi ti proposi una rubrica a tua scelta. Non potrai negare che, da noi, ogni tuo contributo, dalle canzoni, agli articoli altrui alle riflessioni, non sia stato accolto e ben accetto. Vedi, nonostante le apparenze, io sono un cristiano. Non mi sono mai pronunciato su certe divergenze fra te e La Sala. Ma credo che la mia visione etica e del mondo sia limpida. E sicuramente "eu-angelica".
Con straordinaria simpatia.
emiliano
Caro emiliano,
per me il problema non è la censura o le offese/insulti (che si possono benissimo esprimere in modo apparentemente gentile, garbato, usando le proprie capacità di immaginazione, di creatività, di scrittura e di furbizia), bensì come rendere "La Voce" più "democratica" . Gli articoli del Prof. non possono rappresentare che una richezza, come affermi tu, ma nel contesto di un dialogo aperto, di una dialettica costruttiva, che probabilmente porterebbe a una via mediana, lontana dai determinati "fondamentalismi".
Non posso accettare di appartenere ad una Testata della quale non condivido le sue posizioni etiche e morali . Non mi sento di appartenere a quella cultura sinistroide che ha fatto tanto male al Paese e che è stata sconfitta nelle recenti elezioni.
Continuerò a leggere, e a volte a rispondere a qualche vostro articolo o intervento. Il tempo purtroppo è tiranno e non mi permette di fare di più, come vorrei...
Sicuro della tua comprensione, ti saluto con affetto.
biagio