NAPOLITANO AI GIORNALISTI, VIGILATE SULLE LESIONI ALLA COSTITUZIONE
ROMA - "Se si vedono lesioni di principi e indirizzi costituzionali è molto importante che si sentano voci indipendenti critiche", ha detto Giorgio Napolitano ai vertici della Fnsi ricevuti al Quirinale in occasione dell’avvio delle celebrazioni per il centenario del sindacato dei giornalisti.
Il presidente della Repubblica ha messo l’ "accento" su questo ruolo di vigilanza attiva che auspica la stampa italiana voglia svolgere rispetto ai progetti di revisione ella Costituzione. "Voi giornalisti - ha aggiunto - avete la possibilità di avvalervi di figure di grande competenza, di persone che scrivono e conoscono molto specificamente la problematica delle istituzioni e la vita della Costituzione".
Napolitano ha sollecitato "l’occhio e l’intervento" dei giornalisti su queste questioni. La stampa, ha detto, può anche contribuire a chiarire "un equivoco di fondo" che rimane. Bisogna far capire che tutte le proposte di revisione hanno riguardato soltanto la seconda parte della Costituzione, "quella che riguarda l’ordinamento della Repubblica, mentre la prima parte rimane così valida viva e capace di adeguarsi a nuove realtà che nessuno ha proposto di modificarla, nemmeno nel corso dell’esame degli ultimi progetti di revisione". Il capo dello Stato ha richiamato precedenti inviti rivolti ai giornalisti per "un esercizio misurato della loro funzione, sulla base di una coscienza critica anche dei valori a cui dare la priorità". Bisogna farlo, ha aggiunto, anche in una situazione dell’informazione caratterizzata "in un mondo ormai così aggressivamente multimedialità".
"Ci sono delle sollecitazioni alle quali penso sia importante saper resistere in modo da garantire il massimo di libertà responsabilità e dignità della stampa". I vertici della Federazione Nazionale della Stampa sono stati ricevuti in occasione della celebrazione del centenario della fondazione. L’udienza si è svolta a porte chiuse. Il video con l’intervento del presidente Napolitano è stato proiettato nella sala in cui si è svolta la celebrazione pubblica del centenario.
Il capo dello Stato apre al Quirinale le cerimonie per l’anniversario della Liberazione Monito ai giovani: "Ora tocca a voi contrastare i nuovi autoritarismi e integralismi" 25 aprile, monito di Napolitano "Mantenere viva la memoria"*
ROMA - ’’Come ho sostenuto anche lo scorso anno a Cefalonia, credo che sia importante che gli italiani mantengano costantemente viva la memoria e consapevole la coscienza delle diverse tappe e componenti del processo di maturazione e di lotta che ha condotto il nostro Paese alla liberazione’’. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano avviando al Quirinale le celebrazioni ufficiali del 63/o anniversario della Lotta di Liberazione.
"I giovani di oggi - ha proseguito il capo dello Stato - sono chiamati a contrastare i nuovi autoritarismi e integralismi che rappresentano la negazione dei principi e dei valori che ispirarono la lotta per la liberazione". "I nostri padri - ha aggiunto - hanno realizzato il sogno dell’Italia unita, la nostra generazione ha sconfitto il nazifascismo e gettato le basi dell’Europa unita fino al superamento della lunga stagione della guerra fredda con l’abbattimento del muro di Berlino. Ai giovani di oggi toccano questi altri compiti".
Il 25 aprile del 1945, la liberazione "dall’oscuro periodo del nazifascismo e della guerra", ha sottolineato ancora Napolitano, fu la "promessa di un’Italia nuova, di una vera Costituzione dei cittadini, di una democrazia reale, di sviluppo economico e sociale per tutto il Paese". Oggi, ha proseguito il presidente della Repubblica, "siamo spronati ad un impegno maggiore per mantenere quella promessa" dobbiamo dire che "quei principi vanno vissuti quotidianamente". Tutti gli italiani, ha osservato il capo dello Stato, devono concorrere a "tenere alti i principi ed i valori anche morali che hanno ispirato la stesura del documento fondante della nostra vita democratica, principi che si esprimono nei diritti e nei doveri sanciti nella Costituzione e vanno apprezzati e coltivati".
* la Repubblica, 24 aprile 2008.