EUROPA. Cultura e Società....

LA SCUOLA IN ITALIA. I DATI DI UNA CATASTROFE GIA’ AVVENUTA, FORNITI DALL’ ISTAT E DAL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE. Una sintesi di Salvo Intravaia - a cura di pfls

I dati allarmanti di uno studio del Ministero: troppi si fermano già alle medie. Sono 650mila i ragazzi in ritardo e in un triennio costano 8 miliardi.
mercoledì 7 maggio 2008.
 


-  Pubblicata la prima edizione delle "Cento statistiche per il Paese". Rimane elevato
-  il tasso di abbandono scolastico: l’11,1% lascia al primo anno delle superiori

-  Istat, la metà degli italiani
-  è ferma alla licenza media

-  Bassa anche la spesa per l’istruzione, al 4,4% del Pil contro una media Ue del 5,1%
-  E quella per i consumi culturali è al 6,9% contro la media Ue27 del 9,5%

ROMA - Quasi la metà della popolazione italiana è ferma alla licenzia media. Lo attesta l’Istat, nella prima edizione del rapporto "Cento statistiche per il Paese". Nel 2007 infatti il 48,2% della popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni aveva conseguito come titolo di studio più elevato solo la licenza di scuola media inferiore. Nel contesto europeo l’Italia presenta al 2006 un valore dell’indicatore pari al 48,7%, che posiziona il nostro Paese in fondo alla graduatoria insieme a Spagna, Portogallo e Malta.

L’Unione Europea a 27 Stati membri presenta una media degli abitanti in possesso solo del titolo di scuola media inferiore pari al 30% ed è bilanciata da Paesi come la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Estonia che presentano invece un basso livello di popolazione adulta che ha conseguito un livello di istruzione inferiore (10%).

Per il Mezzogiorno l’Istat rileva inoltre un peggioramento: dal 2004 al 2007 le regioni del Sud hanno visto aumentare la popolazione in possesso della sola licenza media di 2,4 punti percentuali. Nell’analisi per regione emerge che Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia presentano un maggior numero di abitanti fermi agli studi di scuola media inferiore, con quote intorno al 56-57%. Al Nord le situazioni in cui si rilevano le quote più elevate degli adulti che hanno conseguito solo la licenza media inferiore sono quella della provincia autonoma di Bolzano (52,6%) e della Valle d’Aosta (52,3%).

Nel nostro Paese rimane elevato anche il tasso di abbandono scolastico: nell’anno scolastico 2005/06 la quota di giovani che ha lasciato gli studi al primo anno delle superiori, senza completare dunque l’obbligo formativo, è dell’11,1%. Forti ancora una volta i differenziali territoriali: è il Friuli-Venezia Giulia la regione con la quota di abbandoni più contenuta (6,2%) mentre i valori più elevati si rilevano in Sicilia e in Campania, dove rispettivamente 15 e 14 studenti su 100 non completano il percorso.

Poco più del 75% dei giovani consegue un titolo di studio superiore, e pertanto il nostro tasso di scolarizzazione è inferiore a quello della media Ue27 (77,8%). Il miglioramento, comunque, c’è stato: +2,6% al Sud tra il 2004 e il 2007 e +4% al Nord. Quanto al passaggio all’università, si iscrivono a un corso poco più di 4 giovani su 10 diplomati (41,2%). Ma la tendenza è in crescita.

Mentre quella che si mantiene costantemente bassa è la spesa per l’istruzione: nel 2005, rileva l’istat, l’incidenza di questa voce sul Pil era pari al 4,4%, ampiamente al di sotto della media dell’Ue27 che era del 5,1% nel 2004.

E’ bassa anche la spesa individuale degli italiani per la cultura: nel 2005, in media, è stato investito il 6,9% della spesa complessiva per i consumi finali, il 2,1% in meno rispetto all’anno precedente. I consumi culturali degli italiani sono decisamente inferiori non solo alla media dei paesi dell’Ue15 (il 9,6%), ma anche alle spese dei paesi di più recente adesione (9,5% per l’Ue27): nell’Unione Europea l’Italia si piazza al ventiduesimo posto.

* la Repubblica, 7 maggio 2008


SCUOLA & GIOVANI

-  I dati allarmanti di uno studio del Ministero: troppi si fermano già alle medie
-  Sono 650mila i ragazzi in ritardo e in un triennio costano 8 miliardi

-  Scuola, la carica dei "fuori quota"
-  In 130mila hanno più di vent’anni

di SALVO INTRAVAIA *

A quell’età potrebbero essere già laureati ma si trovano ancora a scuola. Sono i "nonnetti" degli istituti superiori italiani, in ritardo rispetto alla normale tabella di marcia di 2 o più anni. Spesso si tratta di pluriripetenti. In 33 mila hanno già compito vent’anni e quasi 100 mila si trovano ancora tra i banchi a 21 anni e oltre.

Ma il ritardo non è stato accumulato soltanto nelle scuole superiori, molti hanno inciampato alla già alle elementari e alle medie. Tecnicamente, per il ministero sono "in ritardo" rispetto all’età anagrafica. E man mano che si procede verso il quinto anno delle superiori gli studenti "regolari" calano vistosamente.

Le carriere degli studenti che fanno fatica a seguire il passo dei compagni "regolari" sono costellate da più di una bocciatura e in tanti a 21/22 anni si trovano ancora alle prese con la conquista del diploma. Altri hanno accumulato qualche anno di ritardo perché si sono dapprima ritirati per rientrare nel circuito scolastico dopo una "pausa di riflessione".

In base alle percentuali fornite dal ministero della Pubblica istruzione, oltre 250 mila studenti delle superiori sono "in ritardo di 2 o più anni": in pratica uno studente su 10. E oltre 400 mila ragazzi sono in ritardo di "un solo" anno. Il clamoroso dato emerge dall’ultima pubblicazione sulla Dispersione scolastica che, confermando numeri già conosciuti, mette in luce anche qualche aspetto del fenomeno mai scandagliato prima.

Il dossier riporta i dati relativi all’anno scolastico 2006/2007 e costituisce una delle analisi sulla cosiddetta dispersione scolastica più completa e aggiornata.

Al primo anno delle superiori gli studenti in regola sono poco meno di 74 su cento e procedendo verso l’ultimo anno, il quinto, la percentuale scende fino ad arrivare al 68,5 per cento. Il record spetta agli istituti professionali dove la percentuale di studenti in ritardo di 2 o più anni si aggira attorno al 20 per cento in tutte le classi.

Sono i licei a fare registrare i tassi di irregolarità più bassi. I meno fortunati incontrano i primi ostacoli alla scuola elementare e alla media, dove 22 mila ragazzini di 15, 16 e 17 anni non si sono ancora diplomati.

I dati appena pubblicati da viale Trastevere, oltre a mettere in evidenza come la scuola in molti casi non riesce a seguire tutti, consentono anche di aggiornare il costo della dispersione scolastica in Italia. Se, infatti, uno studente del superiore costa 7.666 euro l’anno e sono 650 mila coloro che hanno accumulato un ritardo (di uno, due o più anni) in un triennio la scuola italiana brucia qualcosa come 8 miliardi di euro. Una cifra impressionante che, con ogni probabilità, potrebbe essere utilizzata per rendere più efficiente il sistema.

* la Repubblica, 7 maggio 2008.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

ESAMI DI "RIPARAZIONE" E CORSI DI RECUPERO DEBITI SCOLASTICI. Decreto firmato per le Scuole superiori. Fioroni ha auspicato che ’l’iter sia rapidissimo’. Ma quando partiranno gli esami di riparazione e i corsi di recupero per i politici e gli adulti di EDUCAZIONE CIVICA E COSTITUZIONE!?!

SCUOLA DELL’INFANZIA. LE NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI: UNO SCEMPIO E UNA VERGOGNA!!! COSTITUZIONE E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA. Una nota di Bruno Moretto, del Comitato bolognese Scuola e Costituzione


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