Politica

La lunga notte della Calabria - di Franco Laratta

lunedì 9 gennaio 2006.
 

E’ notte in Calabria. Una notte lunga, iniziata tanti anni fa. Una notte sprofondata nel buio pesto di una domenica d’autunno a Locri. Sapevamo quanto non fosse facile governare la Calabria. Oggi scopriamo che potrebbe essere assai difficile uscire dal buio che ci avvolge e che sembra spingerci verso una direzione ignota. Governare la Calabria: basta un passo falso ed è subito un proiettile o una bomba a ricordare che “Chi tocca muore”. Anche chi parla muore; così come chi non sceglie o chi decide nel verso sbagliato. Muore chi non ricorda. “Pacta sunt servanda” dicevano i latini, qualcuno sa cosa vuol dire! Ma si muore anche senza sapere il perché, in questa infinita notte della Calabria. Così è morto Franco Fortugno: senza avere il tempo di pensarci! Si muore se si fa il proprio dovere; se si fa finta di non capire o di non sapere. O forse perché si è spezzato un legame antico, o interrotto un percorso consolidato. Si muore per gli interessi non garantiti e per gli affari negati. La lunga notte della Politica comincia tanti anni fa con le troppe promesse fatte. E continua oggi con la ricerca spietata del consenso: a qualsiasi costo. Per una manciata di voti si promette molto. Per un accordo elettorale si concede troppo. Chi conosce ogni angolo di questa terra sa bene qual è il punto in cui fermarsi. Ma se con l’inganno ci si è procurati favori e consensi, non rimane che sperare che qualcuno dimentichi in fretta. Anche se gli uomini senza onore non hanno la mente corta! La primavera della Calabria non riesce a cominciare. L’inverno rigido persiste. Chissà quanto bisognerà aspettare ancora. Gli sguardi dei calabresi sono fermi a quel tragico funerale di metà ottobre. Il viso perso di un presidente che aveva in mente una rivoluzione in Calabria diventa il simbolo dell’orrore di tanta gente onesta davanti alla spietata ferocia della mafia. Così i giovani scoprono la voglia di reagire e scendono in piazza senza più paura. Eppure nessuno immaginava che si potesse continuare anche oltre quel maledetto giorno di Locri. Oltre lo spiegamento delle forze dello Stato, oltre i tentativi di giungere alla verità per fare giustizia. Oggi il messaggio è sempre lo stesso: da qui non si passa. Né senza di noi, né contro di noi. E da Locri a Crotone il passo è breve. Cosa dovremo ancora aspettarci prima che un bagliore o un raggio di sole squarci il buio profondo che avvolge la Calabria? Quanti proiettili ancora, quante bombe, quanti ricatti? La rivoluzione promessa dal presidente deve comunque rimanere un obiettivo per questa terra che sprofonda nel buio e che ha invece bisogno di verità e di luce. Coraggio. I calabresi devono trovare il coraggio di chi sa di trovarsi sul fronte, di chi capisce che sta combattendo una guerra vera. E anche se nessuna guerra potrà mai essere davvero giusta, noi sappiamo che dobbiamo collocarci dalla parte giusta. Dalla parte di chi pensa che la Calabria si possa salvare solo se lo vogliamo tutti insieme. Se tutti i calabresi decidono di fare il proprio dovere sin dalle piccole cose. Sin dalla quotidianità. Cominciando a rispettare le regole più banali, perché nessuna regola è davvero inutile. E se l’uomo di strada ha solo la forza di trovare dentro di sé un coraggio piccolo piccolo, l’uomo che conta e decide deve trovare un coraggio assai più grande per sconfiggere la paura. Quel coraggio che o ce l’hai oppure è meglio se ti fai da parte. Il coraggio di costruire una Calabria senza mafia, senza corruzione, senza inganni né prepotenze, una Calabria che non veda mai più i propri figli, i parenti, i ‘clienti’ assunti nei posti chiave ( e quanti ce ne sono in Calabria!) alla faccia di tanti giovani preparati costretti a scappare; che non veda mai più il pubblico denaro sprecato o inutilizzato; che affronti con determinazione la lotta alla corruzione e al persistente intreccio tra malavita organizzata e pezzi dei partiti e delle istituzioni. Una Calabria che non deve più temere che qualche magistrato metta pesantemente le mani nei palazzi del potere, per fare finalmente giustizia e ridare dignità alla Politica. E alla nostra terra che aspetta da sempre. Una Calabria che ritrovi il gusto di fare politica affrontando la questione morale che deturpa le Istituzioni e corrode la vita democratica. In Calabria è ancora notte. Una notte che si annuncia ancora lunga. E quando finirà ci troveremo finalmente davanti alla luce. Una luce accecante che potrebbe nascondere, ai nostri occhi abituati al buio, la strada che porta dritta alla salvezza.

Franco Laratta

già su www.francolaratta.it


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